La Risurrezione del Signore ci permetta di accogliere senza paura le sorprese di Dio. Non abbiate paura delle novità! Non abbiate paura di affidarvi a Gesù! E’ quanto Papa Francesco ha chiesto ai fedeli nella sua omelia, nella Veglia Pasquale - ieri sera in San Pietro - aperta dalla benedizione del fuoco e dalla preparazione del cero pasquale, nell’atrio della Basilica. Durante la celebrazione, il Papa ha amministrato i Sacramenti di Battesimo, Cresima e Prima Comunione a quattro catecumeni.
Nella Basilica di San Pietro, il buio del dolore per la morte di Gesù viene squarciato dalla luce del cero pasquale, i fedeli accendono le loro candele, la navata si illumina, le tenebre del mondo sono sconfitte, e il canto dell’Exultet annuncia il Cristo Risorto. Ha inizio la “madre di tutte le veglie”. Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo: è l’immagine delle tre donne del Vangelo della Veglia Pasquale che Papa Francesco ci ripropone nella sua omelia. Il “gesto di compassione, di affetto, di amore”, il recarsi al Sepolcro per ungere con gli aromi il corpo di Gesù, che con la sua morte le aveva lasciate, testimonia il loro amore per Lui. La vista della pietra rimossa sconvolgerà la loro vita, l’assenza del corpo del Signore è una novità che le lascerà piene di domande. Ed è questo che capita anche a noi, spiega il Papa: guardare con dubbio alle novità che accadono “nel succedersi quotidiano dei fatti”. “La novità spesso ci fa paura, anche la novità che Dio ci porta, la novità che Dio ci chiede”.
"Siamo come gli Apostoli del Vangelo: spesso preferiamo tenere le nostre sicurezze, fermarci ad una tomba, al pensiero verso un defunto, che alla fine vive solo nel ricordo della storia come i grandi personaggi del passato. Abbiamo paura delle sorprese di Dio; abbiamo paura delle sorprese di Dio! Egli ci sorprende sempre!".
Il Papa ci chiede quindi di “non chiuderci alla novità che Dio vuole portare nella nostra vita!”:
"Siamo spesso stanchi, delusi, tristi, sentiamo il peso dei nostri peccati, pensiamo di non farcela? Non chiudiamoci in noi stessi, non perdiamo la fiducia, non rassegniamoci mai: non ci sono situazioni che Dio non possa cambiare, non c’è peccato che non possa perdonare se ci apriamo a Lui".
Le tre donne trovano la tomba vuota, Gesù non c’è, i due angeli ne annunciano la Risurrezione, le invitano a non cercare “tra i morti colui che è vivo”. Il gesto di recarsi al sepolcro – ci dice il Papa – “si trasforma in avvenimento, in un evento che cambia veramente la vita” delle donne e dell’intera umanità. Gesù è il Vivente, “non è più nel passato, ma vive nel presente ed è proiettato verso il futuro, è l’oggi eterno di Dio”. Ed è ecco la novità di Dio: “la vittoria sul peccato, sul male, sulla morte, su tutto ciò che opprime la vita e le dà un volto meno umano”:
"E questo è un messaggio rivolto a me, a te, cara sorella e caro fratello. Quante volte abbiamo bisogno che l’Amore ci dica: perché cercate tra i morti colui che è vivo? I problemi, le preoccupazioni di tutti i giorni tendono a farci chiudere in noi stessi, nella tristezza, nell’amarezza… e lì sta la morte. Non cerchiamo lì Colui che è vivo!".
E’ così che Papa Francesco chiede di far entrare Gesù Risorto nella propria vita, di accoglierlo come amico con fiducia, perché Lui è la vita:
"Se fino ad ora sei stato lontano da Lui, fa’ un piccolo passo: ti accoglierà a braccia aperte. Se sei indifferente, accetta di rischiare: non sarai deluso. Se ti sembra difficile seguirlo, non avere paura, affidati a Lui, stai sicuro che Lui ti è vicino, è con te e ti darà la pace che cerchi e la forza per vivere come Lui vuole".
Il Vangelo della Veglia Pasquale ci spiega come l’annuncio della Risurrezione venga accolto con fede dalle donne, che superano ogni timore seguendo l’invito degli angeli “a fare memoria” dell’incontro con Gesù e delle sue parole quando era ancora in Galilea. Ecco quindi, continua il Papa, che “questo ricordare con amore l’esperienza con il Maestro conduce le donne a superare ogni timore e a portare l’annuncio della Risurrezione agli Apostoli e a tutti gli altri”.
"Fare memoria di quello che Dio ha fatto e fa per me, per noi, fare memoria del cammino percorso; e questo spalanca il cuore alla speranza per il futuro. Impariamo a fare memoria di quello che Dio ha fatto nella nostra vita!".
Ecco quindi l’auspicio che Papa Francesco, in conclusione, regala ai fedeli: con la sua Risurrezione il Signore “ci apra alla novità che trasforma, alle sorprese di Dio; ci renda uomini e donne capaci di fare memoria” della Sua opera; “ci renda capaci di sentirlo come il Vivente, vivo e operante in mezzo a noi; ci insegni ogni giorno a non cercare tra i morti colui che è vivo”.
(Radio Vaticana)