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Lunedì, 01 Luglio 2013 14:21

LA CAMERA AL PIANO SUPERIORE

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Le fasi della vita, luogo di santità


document  LA CAMERA AL PIANO SUPERIORE (60 kB)



* “Di Lucca l’onore, di Diecimo il  vanto” (Inno tradizionale a Diecimo).
Questo luogo ci viene tramandato come il luogo della nascita di San Giovanni Leonardi. Anche la casa, ogni casa è stata santificata dal Mistero Pasquale di Cristo.
La casa ci richiama non solo le pareti, ma la famiglia, piccola Chiesa, luogo in cui cresciamo negli affetti, nell’educazione umana e sociale, qui veniamo iniziati alla fede.
E in questo contesto religioso che cresce e si forma il nostro Santo.

* Tu sei stato piccolo e ora sei grande, e sai che la camera è testimone della nostra vita, delle gioie e dei dolori, delle stanchezze e dei sogni. La camera raccoglie il nostro corpo come il figlio una mamma.
La camera ha un valore estremamente ricco.
La camera assiste a tutte le trasformazioni che in una giornata avvengono nella vita quotidiana.
Al mattino vede il suo inquilino vestirsi; ciò che lo attende è il confronto con gli altri e con il mondo.
È inevitabile darsi un contegno e, anche se non si mettono maschere, il vestito aiuta a costruire l'immagine che si vuole dare agli altri.
Nella tarda mattinata la camera è silenziosa, non più abitata, e tutto parla di un'assenza che evoca una presenza. Per il pranzo in alcune realtà, la casa torna ad animarsi e la camera può diventare il luogo del riposo e della ricarica. Nella notte ci  si toglie la parte più formale degli abiti che uno ha portato durante il giorno. Nella notte, la camera diventa testimone dell'abbandono al sonno, dell'affidamento tra le braccia dell'amore del Padre.

La camera mi ha visto bambino molto piccolo e adulto.
È il luogo della vita e dell'intimità.
Penso alla mia vita, a ciò che mi ha aiutato a essere quello che sono.
Che cosa mi ha permesso di esistere, di manifestarmi per quello che sono?

Quali sono i momenti della mia esistenza in cui vivo maggiormente la mia interiorità? (Li elenco)

Il  segreto della «mia camera»: come lo vivo nella mia giornata? So creare momenti per me?
Quali? Provo a indicarli.

Quali scelte faccio ogni giorno per educare all'interiorità?
(Le elenco)

So testimoniare il valore del silenzio, di un luogo «per sé», dell'autenticità? Quali sono i gesti che, come religioso/presbitero, pongo per far percepi­re il valore dell'intimità come autenticità di relazione?

 

* Rimanendo in silenzio in questa camera, pensiamo al mistero della vita, al dono che ci è stato fatto, ed anche alla nostra chiamata alla vita religiosa, in ogni sua tappa, in ogni nostro crescere.
E’ un buon momento per ringraziare e per riconoscere che ogni percorso, ogni anno, ogni crescita, ogni fase della vita ha bisogno di essere evangelizzato.
Ci aiuta a pregare il Salmo 70 (71), la preghiera di un adulto che sa riconoscere un Dio presente sempre nella sua vita: dall’infanzia alla vecchiaia il nostro “rifugio” è Cristo.


salmo 70 (71)
Fiducia in Dio in ogni situazione della vita

1 In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
2 Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami.
3 Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
4 Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio,
dal pugno dell'uomo violento e perverso.
5 Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
6 Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno:
a te la mia lode senza fine.
7 Per molti ero un prodigio,
ma eri tu il mio rifugio sicuro.
8 Della tua lode è piena la mia bocca:
tutto il giorno canto il tuo splendore.
9 Non gettarmi via nel tempo della vecchiaia,
non abbandonarmi quando declinano le mie forze.
10 Contro di me parlano i miei nemici,
coloro che mi spiano congiurano insieme
11 e dicono: «Dio lo ha abbandonato,
inseguitelo, prendetelo: nessuno lo libera!».
12 O Dio, da me non stare lontano:
Dio mio, vieni presto in mio aiuto.
13 Siano svergognati e annientati quanti mi accusano,
siano coperti di insulti e d'infamia
quanti cercano la mia rovina.
14 Io, invece, continuo a sperare;
moltiplicherò le tue lodi.
15 La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza,
che io non so misurare.
16 Verrò a cantare le imprese del Signore Dio:
farò memoria della tua giustizia, di te solo.
17 Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.
18 Venuta la vecchiaia e i capelli bianchi,
o Dio, non abbandonarmi,
fino a che io annunci la tua potenza,
a tutte le generazioni le tue imprese.
19 La tua giustizia, Dio, è alta come il cielo.
Tu hai fatto cose grandi: chi è come te, o Dio?
20 Molte angosce e sventure mi hai fatto vedere:
tu mi darai ancora vita,
mi farai risalire dagli abissi della terra,
21 accrescerai il mio onore
e tornerai a consolarmi.
22 Allora io ti renderò grazie al suono dell'arpa,
per la tua fedeltà, o mio Dio,
a te canterò sulla cetra, o Santo d'Israele.
23 Cantando le tue lodi esulteranno le mie labbra
e la mia vita, che tu hai riscattato.
24 Allora la mia lingua tutto il giorno
mediterà la tua giustizia.
Sì, saranno svergognati e confusi
quelli che cercano la mia rovina.

* Può essere utile percorrere le tappe della vita del nostro Fondatore: nascita, infanzia, fanciullezza a Villa Basilica, adolescenza a Lucca, maturità come farmacista “colombino”, laico impegnato, chiamata al sacerdozio, ordinazione, fondatore, esiliato a Roma, visitatore, missionario, santo: una vita alla ricerca della santità, una vita alla ricerca della “regola giusta”, della buona misura per rendersi ogni giorno strumento sempre più flessibile per corrispondere alla divina volontà (cfr. Lettera del 16 settembre 1603).

La Chiesa guarda a San Giovanni Leonardi  come un santo “legislatore” (titolo che oltre a lui è stato dato solo a San Benedetto nell’innodia) che dalla sua nascita fino alla morte compie la volontà del Padre:

Salve, Joànnes legifer,
Decus beatis àdditum,
Divo coruscans lùmine,
Fruens superna gloria.

Tuo dicata nomini,
Dies recurrit annua
Jucunditatis canticis
Aedes sacrata personet.

Lucensis urbis òppidum
Amore solitudinis,
Orationis spiritu
Te vidit admirabilem.

Mundi caduca rèspuens
Et vanitàtes saeculi,
Dumtàxat in caelestibus
Verum locasti gaudium.

Puris piisque moribus
Christi sacerdos emicas;
Nactus sodales nobiles,
Viam salutis edoces.

Exinde formas clèricos
Matris Dei purissimae,
Quae cor tuum perenniter
Sancto replevit Jubilo.

Nunc e superna patria
Nosmet tuere supplices,
Possimus ut fideliter
Exempla Patris subsequi.

Praesta, Pater piissime,
Patrique compar unice
Cum Spiritu Paraclito
Regnans per omne saeculum. Amen
Salve Giovanni Legislatore.
Bellezza aggiunta ai beati,
che brilli di luce divina,
che godi di gloria celeste.

Al tuo nome dedicato
il giorno ogni anno ricorre:
l'altare consacrato risuoni
nella festosità dei canti.

Il borgo della città di Lucca
ammirabile ti vide
nell'amore per la solitudine,
nell'ispirazione della parola.

Rifiutando le caducità del mondo
e le vanità del secolo,
soltanto nei cieli
collocasti il vero gaudio.

Sacerdote di Cristo eccelli
per i modi santi e puri:
trovati compagni nobili
mostrasti la via della salvezza.

Da allora dai forma (fondasti) ai chierici
della Madre di Dio purissima,
colei che il tuo cuore perennemente
colmò di santo giubilo.

Ed ora dalla patria celeste
veglia su di noi supplici
perché possiamo fedelmente
seguire gli insegnamenti del Padre.

S'innalzi a Dio Padre Santo la lode,
al Figlio unigenito,
sia lode al Santo Spirito
che regna per tutti i secoli dei secoli. Amen



Letto 3143 volte Ultima modifica il Lunedì, 01 Luglio 2013 14:27

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