Un cammino verso la bellezza che conduce a Dio il sommo bene per la strada della carità. In effetti, non si può amare Dio che non si vede senza il fratello che è visibile, ricordava Giovanni alle prime comunità. Ed è sul senso estetico e mistico dei cicli pittorici che tracciano le nostre Chiese e Oratori, che si è soffermato don Daniele Martinelli, responsabile dei Beni culturali dell’Arcidiocesi di Lucca, durante l’intervento di Giovedì 30 gennaio nella Chiesa di San Giovanni Decollato a Roma su Vangelo e Arte: Percezione estetica o via mistica?. Portando ad esempio il ciclo del diacono Lorenzo nella Cappella niccolina a Roma, ha ricordato che quel ciclo manifesta al Papa successore di Pietro, e a quanti fruiscono dell’opera, che quel luogo dove si celebra l’Eucarestia, prolunga l’atto di amore di Gesù nel gesto della Chiesa che serve i poveri. La statura ieratica di Lorenzo che da l’elemosina ai poveri radunati sulla soglia, mentre si staglia sullo sfondo della navata basilicale, dice di questo percorso pendolare che va dall’Eucarestia ai poveri e dai poveri all’Eucaristia culmine dell’amore di Dio. E questo, ha sottolineato don Martinelli, non è filantropia, ma esercizio dell’amore credente. Così, ha proseguito: “Le immagini hanno il compito dell’annuncio, un messaggio che ci viene donato e che conduce all’adorazione del Mistero”. Inoltre, “L’opera d’arte è diaconia, servizio ai ‘poveri’ per aiutarli ad entrare nella conoscenza; via mistica che conduce all’incontro con Dio”. In effetti, ha concluso don Martinelli, se da una parte il bello genera “lo stupore e il desiderio”, dall’altra, la via della bellezza è quella che “più unisce; mentre la verità e la morale spesso dividono”. Occorre allora sostare e addentrarci, per questa “porta che ci immette sulla soglia del mistero”.
31 gennaio 2014