Nel corso delle celebrazioni del quarto centenario della nascita di Ludovico Marracci, teologo e traduttore del Corano in lingua latina, nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli, il 16 novembre 2012, la Cappella Musicale Santa Maria in Campitelli e l'Ensemble La Cantoria, hanno eseguito un concerto, diretto da Roberto Gini, dedicato a due compositori del '600: Giovanni Felice Sances (Roma 1600 – Vienna 1679) e Michelangelo Falvetti (Reggio Calabria 1642 – Messina 1692).
Due autori poco noti, espressione di due scuole assai diverse tra loro, romana per il primo e napoletana per il secondo.
L'idea di avvicinare, non per contrapporre, ma per confrontare individuando ispirazioni comuni, deriva dalla stessa opera di Ludovico Marracci, entrato a 15 anni, nel 1627 a far parte dei Chierici Regolari della Madre di Dio, nel Collegio romano di S. Maria in Campitelli, il quale si dedicò alla traduzione dall'arabo al latino del Corano, contribuendo, appunto, alla conoscenza e al confronto, i quali sono alla base del rispetto e della pacifica coesistenza.
La chiesa sita nel portico, nel cuore della Roma che si affaccia nel quartiere ebraico, ovvero dei romani più autentici perché da oltre due millenni residenti nel cuore della Città Eterna eppure gelosi custodi delle proprie origini. Un altro confronto, ma del quale non ci occupiamo in questa sede.
Sances fu tra i primi, e possiamo ritenere, allo stato delle ricerche archivistiche attuali, il primo assoluto a comporre Cantate nel '600 romano, prima di recarsi alla corte asburgica a Vienna.
Sicuramente ebbe modo di conoscere la monodia della seconda pratica monteverdiana e la la produzione vocale e strumentale di Girolamo Frescobaldi, probabilmente presente a Roma già dal 1607.
Le Cantate per voce e basso continuo di Sances sono datate nel triennio 1633-36, perciò contemporanee ai Fiori Musicali del ferrarese; la circostanza testimonia l'assenza di un vero e proprio debito.
Tutt'altra biografia per Michelangelo Falvetti, la cui vita si svolse quasi interamente tra Calabria e Sicilia, sotto l'influsso della scuola napoletana, che aveva assorbito, metabolizzato il contributo dei musicisti fiamminghi che a Napoli avevano operato lungo la seconda metà del XVI secolo, e aveva sperimentato nuovi linguaggi, in autonomia da Roma, con grandi personalità come Carlo Gesualdo da Venosa, Andrea Falconiero, Giovanni Maria Trabaci, Giovanni Maria Sabino, Pietro Giramo, e molti altri, ovvero una Scuola nell'accezione più propria.
La dott.ssa Gaia Vazzoler, che ha introdotto la serata, ha voluto tracciare un parallelo tra l'attività di Marracci di studioso tra oriente e occidente, e il confronto tra due musicisti, in qualche misura influenzati da culture, se non proprio da fedi distanti tra loro.
L'esecuzione musicale è stata affidata ad un complesso costituito da specialisti diretti da uno dei pionieri dell'interpretazione di musica antica in Italia: Roberto Gini, direttore, violoncellista e violista da gamba.
L'Ensemble della Cantoria, diretta Vincenzo Di Betta, composto da Paola Rocchetti (S), Arianna Miceli (S), Antonello Dorigo (A), Andrés Montilla Acurero (T) e Giovanni Marucci (B).
La Cappella Musicale è stata presente con Paolo Perrone (Violino I), Giulio Arrigo (Violino II), Emma Ascoli (Viola da braccio), Jasmina Capitanio (Violone da gamba), Luca Marconato (Tiorba), Angela Picco (Cembalo) e Gianmichele Costantin (Organo).
La disposizione degli interpreti ha sfruttato a pieno sia la cantoria superiore che lo spazio anteriore della navata, alternativamente.
Di Giovanni Felice Sances: Iste Confessor, Magnificemus in Cantico, Ave, Maris Stella, tutti à due soprani e due violini obligati e b.c. e lo Stabat Mater à voce sola, b.c. viola da gamba ò alto e Salve Regina à quattro voci: canto, alto, tenor, basso, b.c e parti di ripieno se piace.
Di Michelangelo Falvetti, dall'oratorio Diluvio Universale Dialogo a Cinque Voci e strumenti: Ecco l'iride paciera, à due soprani e strumenti e Or tra sacre olive, à cinque voci concertate e strumenti.
Roberto Gini è uno specialista di rango internazionale, il suo curriculum è costellato di concerti e registrazioni che hanno segnato la storia recente della musica antica; grazie alla reciproca stima che lega Gini a Vincenzo Di Betta, Maestro di Cappella di S.Maria in Campitelli e della Cantoria, è stato possibile dar vita ad un concerto che a lungo sarà ricordato dagli appassionati, che in tanti hanno affollato la chiesa.
Gini ha scelto di mantenere continuità musicale assoluta lungo l'intera serata, per raggiungere tale scopo i continuisti hanno eseguito pagine strumentali coeve tra un brano e l'altro.
Angela Picco , Gianmichele Costantin e Luca Marconato rispettivamente al cembalo, all'organo e alla tiorba, oltre ad avere realizzato il continuo dei brani, si sono prodotti nelle pagine musicali, che definire di collegamento sarebbe un'imperdonabile diminutio.
Di buona qualità i cantori, tutti dotati di intonazione rigorosa, frutto di abitudine ad interpretare musica antica; in particolare Paola Ronchetti, Arianna Miceli e Antonello Dorigo hanno dimostrato padronanza di fraseggio e nelle diminuzioni.
Intenso lo Stabat Mater di Sances, nella duttile interpretazione di Antonello Dorigo.
Analoghe note di rilievo positivo meritano gli strumentisti, guidati da Gini, Paolo Perrone, Giulio Arrigo, Emma Ascoli e Jasmina Capitanio, per non riperci sui meriti dei già citati, hanno dato suono ad un barocco nitido ma vario negli andamenti e negli accenti, con vibrato ridottissimo, a vantaggio dell'intonazione e della intelligibilità contrappuntistica.
A conclusione del concerto, in accoglienza dei calorossissimi applausi, la ripetizione del brano più vivave e coinvolgente, ovvero Or tra sacre olive, a 5 voci e strumenti, di Michelangelo Falvetti.
19 novembre 2012