Cookie Consent by Popupsmart Website

stemma e nome

Lunedì, 01 Luglio 2013 09:37

STRUMENTO NELLE MANI DI DIO

Vota questo articolo
(0 Voti)
L’Oratorio di San Giuseppe


document  STRUMENTO NELLE MANI DI DIO (50.5 kB)


 

* La Chiesa è l'unico resto del convento delle monache Gesuate fondato nel 1518.
In questo luogo, San Giovanni Leonardi celebrò la Prima Messa il 6 Gennaio 1572, era stato ordinato il 22 Dicembre 1571 a Pisa.


* Anche per noi questo luogo, può far ritornare alla memoria la nostra Ordinazione Presbiterale.
Il mistero del sacerdozio della Chiesa sta nel fatto che noi, miseri esseri umani, in virtù del Sacramento possiamo parlare con il suo Io: in persona Christi. Egli vuole esercitare il suo sacerdozio per nostro tramite.


* Con emozione rivediamoci stesi sul pavimento in gesto di totale consegna, odiamo il canto delle Litanie dei Santi; attendiamo l’imposizione delle mani; sentiamo il calore delle mani del Vescovo e riconosciamo le mani di Colui che ci ha chiamato e a cui abbiamo dato fiducia: Egli ha preso possesso di noi dicendoci: "Tu mi appartieni". Ma con ciò ha anche detto: "Tu stai sotto la protezione delle mie mani. Tu stai sotto la protezione del mio cuore. Tu sei custodito nel cavo delle mie mani e proprio così ti trovi nella vastità del mio amore. Rimani nello spazio delle mie mani e dammi le tue"  accogliamo l’invito a proclamare la Buona Novella, a guidare il Popolo di Dio, a celebrare i divini misteri.


* Sentiamo l’odore del Crisma che ci unge le mani, quell’olio segno dello Spirito santo che ci penetra e ci rende capaci di benedizione, per gli altri, per il mondo.
Il Signore ci ha imposto le mani e vuole ora le nostre mani affinché, nel mondo, diventino le sue.
Vuole che non siano più strumenti per prendere le cose, gli uomini, il mondo per noi, per ridurlo in nostro possesso, ma che invece trasmettano il suo tocco divino, ponendosi a servizio del suo amore.
Vuole che siano strumenti del servire e quindi espressione della missione dell'intera persona che si fa garante di Lui e lo porta agli uomini.


* Ripensiamo anche al giorno della Prima Messa e/o della prima presidenza della Celebrazione, rivediamo la devozione, quasi la paura di porre gli stessi gesti di Gesù e della Chiesa e la grande gioia di essere stati ammessi a un dono così grande e meraviglioso.


* Sono ricordi incancellabili, che riviviamo in questo luogo insieme al nostro santo Fondatore, con indicibile gratitudine verso il Signore.


Dalle Costituzioni e Regole dei Chierici Regolari della Madre di Dio
(Capitolo VI - Vita apostolica)


C 116. La nostra vocazione alla vita consacrata e all'apostolato nasce da una sola risposta interiore alla chiamata del Padre, perché nell'obbedienza allo Spirito imitiamo Gesù: per tutti i nostri religiosi, dunque, l'apostolato comincia con la testimonianza di una vita gioiosamente consacrata e alimentata dalla orazione e dalla penitenza.


C 117. Nelle attività di carattere esterno riguardanti la cura delle anime, l’esercizio pubblico del culto divino e le altre opere di apostolato, si è soggetti al Vescovo diocesano; pertanto si seguano le sue direttive.


C 118. Essendo fine dell'Ordine l'esercizio dell'apostolato per la salvezza delle anime, tutti i nostri religiosi vi si dedichino con impegno e diligenza, secondo le direttive del Magistero, il carisma e la disciplina del nostro Istituto.
Questo apostolato si concretizza soprattutto nell'annuncio della Parola di Dio e nella catechesi, nell’amministrazione dei sacramenti e nel culto mariano.


C 121. I nostri sacerdoti, sull'esempio del S. Fondatore, che si fece tutto a tutti, per guadagnare tutti a Cristo, devono sentire profondamente che la loro azione non solo si attua in comunione con tutta la Chiesa e per suo mandato, ma prende efficacia da Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote, che nel Battesimo fa partecipi del suo unico sacerdozio tutti i fedeli e mediante il sacramento dell'Ordine consacra in particolare i presbiteri per predicare il Vangelo, pascere i fedeli e celebrare il culto divino quali veri sacerdoti del Nuovo Testamento.


C 122. Pertanto come buoni amministratori delle grazie ricevute dispensino generosamente la Parola di Dio; amministrino con zelo e carità i Sacramenti con i quali ci uniamo a Cristo sofferente e glorioso; curino in modo particolare la celebrazione dell’Eucarestia, che racchiude tutto il bene spirituale della Chiesa ed è la fonte e il culmine dell'evangelizzazione; nello spirito di Cristo Pastore amino trovarsi sempre a disposizione dei fedeli che vogliono sottomettere con cuore pentito i propri peccati alla Chiesa, per
convertirsi ogni giorno di più al Signore.


C 123. Consapevoli che l’avvenire della società dipende dallo sviluppo spirituale e intellettuale degli adolescenti e dei giovani, speranza della Chiesa, i nostri, in fedeltà alle tradizioni dell'ordine, li curino con il massimo impegno e a questo fine promuovano l'insegnamento organico della catechesi e quegli incontri che si dimostrano più adatti a suscitare in essi la pratica della morale cristiana e la piena adesione alla Chiesa.


C 124. Docili alle direttive della Chiesa, facendo propria l’ansia missionaria del S. Fondatore, che ideò il Collegio de Propaganda Fide, e sensibili alle esigenze dei tempi, i nostri devono prendere coscienza della responsabilità di predicare il Vangelo ad ogni creatura, affinché si raccolgano nell’unico ovile di Cristo le genti ovunque disperse.


C 127. Il nostro apostolato parte e si irradia principalmente dalle nostre chiese.
Queste pertanto siano centri animatori di vita liturgica e sacramentale, secondo la spiritualità dell'Ordine.
Le funzioni liturgiche si compiano con grande decoro, in conformità con lo spirito e le disposizioni della Chiesa, nella certezza che nella liturgia terrena si partecipa, pregustandola, a quella celeste.
Non manchino le altre attività apostoliche di promozione umana, cristiana, missionaria e di impegno sociale.


R.106. I nostri diano costante testimo­nianza delle virtù cristiane e religiose che, in armonia con i doveri della vita consacra­ta, rendano più efficace il loro apostolato.
Risplenda pertanto in essi la modestia, la semplicità di vita, l'umile sentimento di sé e il rispetto verso gli altri.


R.107. Siano sempre pronti ad esercitare con la dovuta preparazione il ministero del­la Parola con la catechesi, missioni, con­ferenze, incontri spirituali e culturali in tutte le forme approvate e incoraggiate dalla Chiesa, tenendo presente la mentalità, la ca­pacità, l'età e il genere di vita di coloro che ascoltano.


R.108. Il ministero sacro può essere gran­demente avvantaggiato dalle moderne tec­niche della comunicazione sociale; i nostri pertanto usino questi strumenti seguendo le istruzioni pastorali della Chiesa.                      


R.109. Siano solleciti nel visitare i mala­ti e nell'assistere i moribondi, zelanti nel portare la pace e la serenità nelle famiglie, invitando tutti con il loro continuo aposto­lato alla conversione e alla santità.


R.110. I sacerdoti rivestiti dell'ufficio di parroci eserciteranno là cura pastorale sotto l'autorità del Vescovo diocesano, secondo le norme della Chiesa.
Siano tra i fedeli della parrocchia esempio di virtù e di bon­tà, in modo che dal loro comportamento risplenda la missione del Divino Maestro, presente nel loro servizio per insegnare, san­tificare e governare.
In conformità alla no­stra tradizione promuovano l'apostolato della Parola di Dio, la celebrazione dei sa­cramenti, l'insegnamento della Dottrina Cristiana, la formazione dei fanciulli e dei giovani; sviluppino l'attività missionaria, il fervore delle opere caritative e sociali e lo zelo della casa di Dio.
Sappiano infine che soprattutto a loro sono affidati i poveri e i malati, ai quali il Signore volle dimostrarsi particolarmente unito.


R.111. Per rendere più intensa ed estesa l'attività apostolica del Popolo di Dio, pro­muovano ed assecondino la collaborazio­ne dei laici affinché partecipino anch'es­si, secondo le loro forze e le necessità dei tempi, all'opera salvifica della Chiesa.


R.112. Abbiano cura di coltivare adegua­tamente la scienza e l'arte liturgica, affin­ché per mezzo di questo loro ministero i fe­deli elevino una lode più perfetta a Dio. 
 
Letto 2161 volte Ultima modifica il Lunedì, 01 Luglio 2013 11:18
Altro in questa categoria: L’ANTICA MEMORIA DI UNA LUCE »

Lascia un commento

Assicurati di aver digitato tutte le informazioni richieste, evidenziate da un asterisco (*). Non è consentito codice HTML.

© 2024 Ordine della Madre di Dio. All Rights Reserved. Powered by VICIS