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Con Cristo
misurate le cose
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Con Cristo
misurate le cose
Da un Sermone sul pianto di Gesù (C. 342) Quando arrivati nelle vicinanze di Gerusalemme, giunsero in vista di Betfage, alle falde del monte degli ulivi, Gesù mandò due discepoli (Mt 21,1). Basterebbe questo Vangelo per costringere gli uomini a convertirsi. Ora dice l’evangelista mentre si avvicinava il giorno solenne delle Palme quando con tanta gloria e trionfo il Signore entrava a Gerusalemme, Gesù vedendo la città pianse (Cf. Lc 19,41). Quale il motivo di questo pianto? Egli piange come una madre che per redimere il figlio dal male, usando ogni rimedio, senza procurargli giovamento, piange davanti a lui. E questo perché ciò che non hanno potuto i rimedi, lo provochino le lacrime. Così carissimi, il nostro Salvatore, avendo offerto tanti rimedi per salvare il suo popolo, infine mostra il suo volto irrorato di lacrime. Poteva piangere di lontano e di nascosto, ma il vangelo ci dice: mentre si avvicinava a Gerusalemme. Perché piangi mio Signore? Chi ti ha offeso? Piangi in questo giorno in cui il popolo ti attribuisce onore e gloria? Mi sembra che Cristo risponda: E’ proprio questa la causo del mio dolore. Questo popolo che oggi mi benedice e domani mi tradisce e crocifigge.