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LO STUDIO PER LA VITA E LA PASTORALE (48 kB)
DALLE COSTITUZIONI E REGOLE DEL 1988
C 3. I religiosi esplicano l'esercizio dell'apostolato in spirito di apertura ai segni dei tempi e nelle forme sempre aggiornate della pastorale. […].
C 40. La vita religiosa è una scuola continua di servizio del Signore: pertanto la formazione nel senso più vasto abbracci tutta la vita del religioso in un assiduo aggiornamento e rinnovamento.
C 66. Per poter adempiere al divino precetto di ammaestrare i popoli, i nostri religiosi devono acquistare una sana e profonda cultura sacra e umanistica necessaria per diventare validi strumenti al servizio del Vangelo. Negli studi seguano le direttive della S. Sede e la nostra ratio studiorum.
C 67. Nelle discipline scolastiche abbiano dinanzi agli occhi l’insegnamento della Chiesa, dei Sacri Concili e dei Santi Padri che nelle varie culture colgono sempre meglio l’unico messaggio rivelato da Dio. Nella Sacra Teologia si segue, come modello e maestro, l’angelico dottore S. Tommaso.
C 68. Nelle questioni discutibili tutti godano della giusta libertà di investigare e di manifestare con prudenza il loro pensiero su ciò di cui sono esperti, essendo un dovere pastorale intessere un dialogo con il pensiero contemporaneo e le questioni che ne derivano; conservino però il dovuto ossequio al magistero della Chiesa.
C 69. È auspicabile che ci siano religiosi, i quali, in umile spirito di servizio all'Ordine, si dedichino al conseguimento di titoli accademici per essere inseriti in un piano programmato di attività e di sviluppo. È compito del P. Generale stabilire chi debba tendere ad una specializzazione per il bene dell'Istituto e della Chiesa.
C 70.Essendo necessario proseguire la nostra formazione anche dopo il curriculum degli studi, i superiori si adoperino affinché i nostri religiosi possano aggiornare e perfezionare la loro cultura teologica, pastorale e professionale per essere pienamente preparati ad applicare le verità eterne alle mutevoli condizioni di questo mondo e comunicarle in modo appropriato agli uomini contemporanei.
C 72. Per evitare il pericolo che l'adattamento alle esigenze del nostro tempo sia solo esteriore, i religiosi, secondo le capacità e l'indole personale di ciascuno, siano convenientemente istruiti intorno alla mentalità e ai costumi della vita sociale odierna. La formazione poi, attraverso la fusione armonica dei suoi vari elementi, deve avvenire in maniera tale da contribuire all'unità di vita dei religiosi.
C 73. Per tutta la vita i religiosi proseguano assiduamente la propria formazione spirituale, dottrinale e pratica; i superiori, da parte loro, ne procurino i mezzi e il tempo.
C 102. Avendo come esemplare il Santo Fondatore e sotto la guida materna di Maria, modello di tutte le virtù, i religiosi vivano la loro consacrazione secondo i doveri del proprio stato. Coloro che sono insigniti dell'Ordine sacro adempiano agli impegni del sacerdozio ministeriale per tutto il popolo di Dio; i Giovani attendano alla loro formazione religiosa e culturale per divenire dei veri pastori d’anime; i Fratelli disimpegnino con premura e generosa operosità le mansioni che loro sono affidate per la completa edificazione del Corpo di Cristo. Così, compaginata nella carità, vincolo di perfezione tutta la famiglia religiosa testimoni la gioia e la ricchezza spirituale di chi, senza riserve, segue e imita Cristo più da vicino.
C 119. Essendo fine dell'Ordine l'esercizio dell'apostolato per la salvezza delle anime, tutti i nostri religiosi vi si dedichino con impegno e diligenza, secondo le direttive del Magistero, il carisma e la disciplina del nostro Istituto. […].
C 123. Consapevoli che l’avvenire della società dipende dallo sviluppo spirituale e intellettuale degli adolescenti e dei giovani, speranza della Chiesa, i nostri, in fedeltà alle tradizioni dell'ordine, li curino con il massimo impegno e a questo fine promuovano l'insegnamento organico della catechesi e quegli incontri che si dimostrano più adatti a suscitare in essi la pratica della morale cristiana e la piena adesione alla Chiesa.
R. 52 Abbiano come unico scopo dei loro studi la gloria di Dio e la salvezza delle anime e chiedano insistentemente con la preghiera di poter crescere nella cultura per meglio diventare uomini di Dio ed apostoli operosi nella vigna del Signore. Accompagnata da questa rettitudine di intenzione, là loro vita spirituale non sarà minimamente intiepidita dal fervore degli studi, ma ne riceverà tanto più vantaggio quanto più serio e costante sarà l'impegno nei doveri scolastici.
R 61. La necessità di una profonda cultura si fa urgente sia per le nostre case di formazione affinché vi siano educatori e docenti all'altezza del difficile compito, sia per il nostro contributo alla ricerca scientifica degli studi ecclesiastici e per lievitare, secondo la tradizione dell'Ordine, la stessa cultura profana col pensiero della Chiesa.
R 62. É dovere dei giovani tendere ad una migliore formazione intellettuale, poiché questa apre orizzonti più vasti alle possibilità umane ed aiuta i religiosi ad inserirsi con più efficacia nella dinamica apostolica dell'Ordine e della Chiesa.
R 63. I superiori inizieranno agli studi di specializzazione quei giovani che, oltre ad avere particolari doti di intelligenza e di volontà, si segnalano per regolare osservanza, pietà e spirito religioso.
Coloro però che sono laureati od hanno un titolo equivalente, non fruiscono, tra i nostri, di particolari privilegi.
R 64. Grande importanza si dia allo studio della mariologia, come carisma del nostro Ordine trasmessoci dal S. Fondatore, per obbedire all'invito della Chiesa che esorta ad illustrare rettamente gli uffici e i privilegi della Beata Vergine Maria.
Non si trascuri una approfondita conoscenza delle opere che riguardano i nostri religiosi e si incoraggi un approfondimento nelle ricerche di tutto ciò che costituisce materia dell'Ordine.
R 65. Sull'esempio di S. Giovanni Leonardi, che fu uomo del suo tempo, anche la nostra cultura dovrà sintonizzarsi alle esigenze dell'ora presente. Pertanto i nostri partecipino a corsi di aggiornamento e ad incontri di studio sulla dottrina morale, liturgica, pastorale e sociale, promossi nelle nostre comunità o nella Chiesa. Inoltre si favorisca nelle nostre case la diffusione di serie riviste teologiche e scientifiche e ci siano biblioteche veramente efficienti, secondo le esigenze di ogni comunità.
R 107. Siano sempre pronti ad esercitare con la dovuta preparazione il ministero della Parola con la catechesi, missioni, conferenze, incontri spirituali e culturali in tutte le forme approvate e incoraggiate dalla Chiesa, tenendo presente la mentalità, la capacità, l'età e il genere di vita di coloro che ascoltano.
R 112. Abbiano cura di coltivare adeguatamente la scienza e l'arte liturgica, affinché per mezzo di questo loro ministero i fedeli elevino una lode più perfetta a Dio.