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Con Cristo
misurate le cose
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Proseguono i giorni di Taizé a Roma, i giovani pellegrini di speranza nella Città eterna invadono strade, chiese, ma soprattutto i cuori di tanti cristiani che pongono le domande sul senso di questa presenza. I giovani rappresentano il nostro presente, ma anche il futuro della Chiesa e della società. “Venire a Roma come pellegrini nell’anno della fede affermando che la nostra fede è Cristo, il bambino nato a Betlemme, che cresce, e cammina per le strade della Palestina, egli l’innocente che dà la vita è il Dio dell’amore”. Così il P. Generale si è rivolto agli oltre trecento giovani di Taizé radunati domenica 30 dicembre nella Chiesa parrocchiale di Santa Maria in Portico in Campitelli. La Comunità religiosa e parrocchiale in questi giorni ha preparato l’accoglienza dei trecento giovani assegnati, sono olandesi, francesi, polacchi, ucraini, belgi, lituani, della bosnia erzegovina e della spagna. Uniti in una sola voce per celebrare Cristo il risorto. I canoni di Taizé brevi frasi meditative che contengono le parola di Dio o l’esperienza di alcuni mistici sono risuonate nella volta di Campitelli che già da diversi anni ospita mensilmente la preghiera di Taizé a Roma. I giovani hanno trovato accoglienza negli spazi offerti dalle comunità religiose presesenti nel territorio parrocchiale: “Una testimonianza preziosa per tutti”, ha affermato il parroco p. Davide Carbonaro. “I giovani pregano, condividono il cibo, e le domande che portano nel cuore, ne siamo certi l’unica risposta è Cristo che alimenta la fiducia e fa risplendere la terra di novità”. 31 dicembre 2012
Ancora una volta Roma mostra il suo volto migliore. Le famiglie romane, le parrocchie, gli istituti religiosi hanno aperto letteralmente le porte per accogliere la gioiosa «invasione» dei 42 mila ragazzi di tutta Europa - e non solo - sbarcati nella città Caput Mundi per il 35° incontro internazionale ecumenico di Taizé, da ieri al 2 gennaio, che stasera vivrà l’incontro con Benedetto XVI. E il commento dei romani - parroci, volontari, famiglie - è unanime: «Riceviamo molto più di quanto diamo». Il "Santa Maria" in viale Manzoni, grande istituto scolastico dei marianisti a due passi dal Laterano, è uno dei due centri di smistamento: qui italiani e portoghesi vengono indirizzati nelle 250 parrocchie disponibili. Sciami di trolley e zaini colorati entrano ed escono cercando le fermate di bus e metro. «Dopo 25 anni il pellegrinaggio di Taizé torna a Roma», racconta il portavoce frère David, 40 anni, portoghese, ma da vent’anni in Francia. «Era l’87 e c’erano molti degli attuali genitori di questi giovani che cercano nella fede la forza per costruire un mondo di pace, giustizia, fratellanza. Tanti erano a Roma per la Gmg del Giubileo». Sono i più grandi, gli ultratrentenni. La fascia di età va dai 17 ai 35, ma ci sono soprattutto 20-25enni. Tantissimi i polacchi - circa 10mila - e poi lituani, cechi, slovacchi, russi, bielorussi, tedeschi, belgi, olandesi, scandinavi vari e ovviamente anche 13mila italiani. «Oltre ai cattolici – spiega a Radio Vaticana il priore di Taizé frère Alois – ci sono ortodossi e protestanti. Insieme in Cristo che ci riunisce». «Roma ci sta dando un grande sostegno – conferma frère David – sia la Chiesa, che il Comune e l’università. I ragazzi rinunciano a qualche comodità per concentrarsi sull’essenziale. Come a Taizé dove ogni anno ne passano 100mila, d’estate 5mila a settimana in un borgo di 150 persone. Nonostante le festività, tante famiglie sono fuori oppure ospitano parenti, l’accoglienza è stata grande. L’incontro col Papa poi è il segno di una Chiesa che dà fiducia e spazio, in una società che non offre futuro a questa generazione». 29 Dicembre 2012