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Con Cristo
misurate le cose
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Sosta all’anagrafe. Luogo dell’apparizione, della comunità e della pasqua di san Giovanni
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* "Oh se tu sapessi!". Sono tra le ultime parole che san Giovanni Leonardi pronunziò in questo luogo la notte dell'8 ottobre 1609. Sono parole che accompagnano uno sguardo, che rivelano lo stupore di chi vede altro, di chi indirizza l'attenzione dei circostanti non su di sé, ma verso una realtà attesa, bramata. E' il segreto dell'incontro che si compie; è lo slancio nuziale che genera il linguaggio dei mistici, è la forza che sfida la debolezza del corpo consumato dalla malattia. Giovanni stava lì ad attendere ed essere atteso dal suo Maestro e Signore: "Stava con le mani alzate al Cielo, facendo sembianza di chi si maraviglia: né si saziava di render gratie a Dio" (L. Marracci 310). Così ci riferiscono i biografi mentre consegnano ai posteri la "prima iconografia" del Santo.
Occhi e mani al cielo, un frammento di Paradiso sulla terra.
* Questo luogo sulle rive del Tevere è stato più volte testimone del cielo che si apre sulla terra!
QUI un' antica "Narrazione", tra l'altro raccolta e diffusa dal nostro Santo, ricorda che nel VI secolo (524) sorgeva il Portico dì Santa Galla, figlia del Prefetto della Città Simmaco, la quale mentre saziava i poveri e lavava loro i piedi, secondo il monito evangelico, ricevette in dono dall'alto "una luce celeste". La manifestazione di quella luce, fu interpretata dal Papa San Giovanni I che accorse con il popolo romano, e vi riconobbe il segno di predilezione della Madre di Dio per la Città. Da allora questo sito divenne, casa di preghiera, ospizio di carità, luogo di liberazione dal male, segno della presenza materna di colei che nei momenti di difficoltà è invocata "Porto della romana sicurezza"!
QUI San Giovanni Leonardi ammainò le vele della sua "piccola barchetta", come amava definire la Congregazione da lui fondata, in questo Porto materno nel 1601.
QUI per otto anni fu pastore zelante, amico di santi, voce profetica nel cuore della Chiesa, uomo pacifico e pacificatore.
QUI offrì ai suoi figli spirituali la regola di vita "approvata da un papa Clemente".
QUI divenne, con la sua stessa vita, "medicina di Cristo" per il popolo, dispensando, con la divina Parola, il sacramento dell'Eucaristia e del Perdono.
QUI ricco di anni, lungimirante per la sapienza che modella il cuore dei piccoli, scrisse al Papa (1605) perché la Chiesa risplendesse unicamente per il primato di Cristo e del suo Evangelo.
QUI ideò con lucida visione e pratica esperienza il progetto missionario (1608) perché a chiunque arrivasse la buona notizia del Regno.
QUI chiuse gli occhi alla terra per aprirli al cielo il 9 ottobre 1609 giorno nel quale la Chiesa ricorda la sua Pasqua, il suo transito al Padre.
Ascolta:
«Molto Reverendi Padri in Cristo osservantissimi, benedite il Signore del cielo e glorificatelo davanti ad ogni vivente, perché grande è la sua misericordia con noi.
La trattativa per la nuova Chiesa si è conclusa la vigilia della festa della Madonna. Ora però è il momento che voi altri corrispondiate a tanto favore facendo il dono di voi stessi alla Sposa Vergine promettendole di voler lasciare una delle maggiori imperfezioni che avete e poi venenmdo materialmente in aiuto in questo inizio di una nuova casa».
(Lettera di San Giovanni Leonardi del 24 agosto 1601)
Prega:
Vergine Santissima del Portico, che da tanti secoli fai sentire la tua presenza materna in questa comunità credente, donaci, con il tuo aiuto materno, una coscienza profonda dei nostri limiti, per non lasciarci travolgere dall'orgoglio e servire Dio con umiltà.
Accendi nei cuori di tutti la luce del Vangelo di verità, prega in questo cenacolo, perché Tuo Figlio mandi lo Spinto di unità, di concordia e di perdono.
Raccogli tutti i tuoi figli presso il porto della salvezza per costituire l'unico popolo dell'alleanza.
Fa', o Madre, che spunti presto il giorno in cui concordi formiamo un solo ovile sotto un solo pastore. Amen.
L’Oratorio di San Giuseppe
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STRUMENTO NELLE MANI DI DIO (50.5 kB)
* La Chiesa è l'unico resto del convento delle monache Gesuate fondato nel 1518. In questo luogo, San Giovanni Leonardi celebrò la Prima Messa il 6 Gennaio 1572, era stato ordinato il 22 Dicembre 1571 a Pisa. * Anche per noi questo luogo, può far ritornare alla memoria la nostra Ordinazione Presbiterale. Il mistero del sacerdozio della Chiesa sta nel fatto che noi, miseri esseri umani, in virtù del Sacramento possiamo parlare con il suo Io: in persona Christi. Egli vuole esercitare il suo sacerdozio per nostro tramite. * Con emozione rivediamoci stesi sul pavimento in gesto di totale consegna, odiamo il canto delle Litanie dei Santi; attendiamo l’imposizione delle mani; sentiamo il calore delle mani del Vescovo e riconosciamo le mani di Colui che ci ha chiamato e a cui abbiamo dato fiducia: Egli ha preso possesso di noi dicendoci: "Tu mi appartieni". Ma con ciò ha anche detto: "Tu stai sotto la protezione delle mie mani. Tu stai sotto la protezione del mio cuore. Tu sei custodito nel cavo delle mie mani e proprio così ti trovi nella vastità del mio amore. Rimani nello spazio delle mie mani e dammi le tue" accogliamo l’invito a proclamare la Buona Novella, a guidare il Popolo di Dio, a celebrare i divini misteri. * Sentiamo l’odore del Crisma che ci unge le mani, quell’olio segno dello Spirito santo che ci penetra e ci rende capaci di benedizione, per gli altri, per il mondo. Il Signore ci ha imposto le mani e vuole ora le nostre mani affinché, nel mondo, diventino le sue. Vuole che non siano più strumenti per prendere le cose, gli uomini, il mondo per noi, per ridurlo in nostro possesso, ma che invece trasmettano il suo tocco divino, ponendosi a servizio del suo amore. Vuole che siano strumenti del servire e quindi espressione della missione dell'intera persona che si fa garante di Lui e lo porta agli uomini. * Ripensiamo anche al giorno della Prima Messa e/o della prima presidenza della Celebrazione, rivediamo la devozione, quasi la paura di porre gli stessi gesti di Gesù e della Chiesa e la grande gioia di essere stati ammessi a un dono così grande e meraviglioso. * Sono ricordi incancellabili, che riviviamo in questo luogo insieme al nostro santo Fondatore, con indicibile gratitudine verso il Signore. Dalle Costituzioni e Regole dei Chierici Regolari della Madre di Dio
(Capitolo VI - Vita apostolica)
C 116. La nostra vocazione alla vita consacrata e all'apostolato nasce da una sola risposta interiore alla chiamata del Padre, perché nell'obbedienza allo Spirito imitiamo Gesù: per tutti i nostri religiosi, dunque, l'apostolato comincia con la testimonianza di una vita gioiosamente consacrata e alimentata dalla orazione e dalla penitenza.
C 117. Nelle attività di carattere esterno riguardanti la cura delle anime, l’esercizio pubblico del culto divino e le altre opere di apostolato, si è soggetti al Vescovo diocesano; pertanto si seguano le sue direttive.
C 118. Essendo fine dell'Ordine l'esercizio dell'apostolato per la salvezza delle anime, tutti i nostri religiosi vi si dedichino con impegno e diligenza, secondo le direttive del Magistero, il carisma e la disciplina del nostro Istituto.
Questo apostolato si concretizza soprattutto nell'annuncio della Parola di Dio e nella catechesi, nell’amministrazione dei sacramenti e nel culto mariano.
C 121. I nostri sacerdoti, sull'esempio del S. Fondatore, che si fece tutto a tutti, per guadagnare tutti a Cristo, devono sentire profondamente che la loro azione non solo si attua in comunione con tutta la Chiesa e per suo mandato, ma prende efficacia da Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote, che nel Battesimo fa partecipi del suo unico sacerdozio tutti i fedeli e mediante il sacramento dell'Ordine consacra in particolare i presbiteri per predicare il Vangelo, pascere i fedeli e celebrare il culto divino quali veri sacerdoti del Nuovo Testamento.
C 122. Pertanto come buoni amministratori delle grazie ricevute dispensino generosamente la Parola di Dio; amministrino con zelo e carità i Sacramenti con i quali ci uniamo a Cristo sofferente e glorioso; curino in modo particolare la celebrazione dell’Eucarestia, che racchiude tutto il bene spirituale della Chiesa ed è la fonte e il culmine dell'evangelizzazione; nello spirito di Cristo Pastore amino trovarsi sempre a disposizione dei fedeli che vogliono sottomettere con cuore pentito i propri peccati alla Chiesa, per
convertirsi ogni giorno di più al Signore.
C 123. Consapevoli che l’avvenire della società dipende dallo sviluppo spirituale e intellettuale degli adolescenti e dei giovani, speranza della Chiesa, i nostri, in fedeltà alle tradizioni dell'ordine, li curino con il massimo impegno e a questo fine promuovano l'insegnamento organico della catechesi e quegli incontri che si dimostrano più adatti a suscitare in essi la pratica della morale cristiana e la piena adesione alla Chiesa.
C 124. Docili alle direttive della Chiesa, facendo propria l’ansia missionaria del S. Fondatore, che ideò il Collegio de Propaganda Fide, e sensibili alle esigenze dei tempi, i nostri devono prendere coscienza della responsabilità di predicare il Vangelo ad ogni creatura, affinché si raccolgano nell’unico ovile di Cristo le genti ovunque disperse.
C 127. Il nostro apostolato parte e si irradia principalmente dalle nostre chiese.
Queste pertanto siano centri animatori di vita liturgica e sacramentale, secondo la spiritualità dell'Ordine.
Le funzioni liturgiche si compiano con grande decoro, in conformità con lo spirito e le disposizioni della Chiesa, nella certezza che nella liturgia terrena si partecipa, pregustandola, a quella celeste.
Non manchino le altre attività apostoliche di promozione umana, cristiana, missionaria e di impegno sociale.
R.106. I nostri diano costante testimonianza delle virtù cristiane e religiose che, in armonia con i doveri della vita consacrata, rendano più efficace il loro apostolato.
Risplenda pertanto in essi la modestia, la semplicità di vita, l'umile sentimento di sé e il rispetto verso gli altri.
R.107. Siano sempre pronti ad esercitare con la dovuta preparazione il ministero della Parola con la catechesi, missioni, conferenze, incontri spirituali e culturali in tutte le forme approvate e incoraggiate dalla Chiesa, tenendo presente la mentalità, la capacità, l'età e il genere di vita di coloro che ascoltano.
R.108. Il ministero sacro può essere grandemente avvantaggiato dalle moderne tecniche della comunicazione sociale; i nostri pertanto usino questi strumenti seguendo le istruzioni pastorali della Chiesa.
R.109. Siano solleciti nel visitare i malati e nell'assistere i moribondi, zelanti nel portare la pace e la serenità nelle famiglie, invitando tutti con il loro continuo apostolato alla conversione e alla santità.
R.110. I sacerdoti rivestiti dell'ufficio di parroci eserciteranno là cura pastorale sotto l'autorità del Vescovo diocesano, secondo le norme della Chiesa.
Siano tra i fedeli della parrocchia esempio di virtù e di bontà, in modo che dal loro comportamento risplenda la missione del Divino Maestro, presente nel loro servizio per insegnare, santificare e governare.
In conformità alla nostra tradizione promuovano l'apostolato della Parola di Dio, la celebrazione dei sacramenti, l'insegnamento della Dottrina Cristiana, la formazione dei fanciulli e dei giovani; sviluppino l'attività missionaria, il fervore delle opere caritative e sociali e lo zelo della casa di Dio.
Sappiano infine che soprattutto a loro sono affidati i poveri e i malati, ai quali il Signore volle dimostrarsi particolarmente unito.
R.111. Per rendere più intensa ed estesa l'attività apostolica del Popolo di Dio, promuovano ed assecondino la collaborazione dei laici affinché partecipino anch'essi, secondo le loro forze e le necessità dei tempi, all'opera salvifica della Chiesa.
R.112. Abbiano cura di coltivare adeguatamente la scienza e l'arte liturgica, affinché per mezzo di questo loro ministero i fedeli elevino una lode più perfetta a Dio.
Con un pellegrinaggio sui luoghi di San Giovanni Leonardi e dei suoi primi compagni, per rivivere “la memoria che rigenera la fede”, le Comunità italiane si sono ritrovate in queste prime settimane del tempo pasquale per un itinerario comune di formazione permanete. Mentre l’Ordine celebra l’Anno delle Costituzioni, questo speciale “pellegrinaggio leonardino” ha intrecciato visione, ascolto, preghiera, silenzio, fraternità. “Se non è presenza viva e amica del Signore risorto che è in mezzo a noi – ha affermato il P. Generale – si tratta di un vuoto ricordo o di un codice di osservanza che non ci conduce al centro del nostro vivere da cristiani e da consacrati”. Il pellegrinaggio ha fatto tappa a Lucca, Diecimo, Fosciandora e Roma sostando sui luoghi che hanno visto l’azione carismatica di San Giovanni Leonardi, la sua maturazione umana e spirituale, il dono alla Chiesa del carisma incarnato nell’Ordine della Madre di Dio. 9 aprile 2013