Durante l’udienza che il Santo P. Francesco ha tenuto lunedì 16 settembre nella Basilica di San Giovanni in Laterano per i sacerdoti in servizio pastorale della Diocesi di Roma, a rappresentare il clero del Centro storico P. Davide Carbonaro Parroco di Santa Maria in Campitelli. Durante il suo intervento ha presentato al Papa: “La porzione di Chiesa che cammina con il Signore risorto nel centro della Città. Al di là della metafora geografica, ha proseguito P. Davide: “Anche il centro storico ha la sua periferia fatta di chi vive disagi e povertà materiali e spirituali. Tra le maglie di una rete fittissima di istituzioni religiose e pubbliche c’è una Comunità di uomini e donne che risponde oggi alle esigenze del Vangelo, che attinge alla particolare vocazione di Roma chiamata a servire la comunione fra le Chiese. Alle volte un “piccolo resto” che prega e testimonia la carità, che evangelizza ed accoglie”. Infine, ha rivolto al Santo Padre alcune domande: “Come possiamo tutti, pastori consacrati e laici: ‘Servire con franchezza la Chiesa e non servirci di essa’? Come trasformare e reinventare aprendo con coraggio e con intelligenza evangelica luoghi, istituzioni che hanno avuto un glorioso passato e che oggi vanno spegnendosi se non animate da coraggiosa creatività? Come rendere fruibile la memoria spirituale e la ricchezza delle devozioni popolari di cui è intriso il nostro territorio soprattutto per le giovani generazioni e non solo, per le quali spesso la ‘memoria’ è solo la Ram del Computer? Come guardare e parlare al cuore (Cf Is 40,2) della nostra città senza vergognarsi o nascondersi dietro le sue ferite e i suoi ritardi? Come trasformare la pendolarità tra periferia e centro in pellegrinaggio della fede?”. Papa Francesco ha poi risposto alle richieste di P. Carbonaro e di altri quattro rappresentanti del clero romano affrontando alcune questioni centrali della vita della Chiesa. Ha subito invitato i preti ad “essere coraggiosi, ad avere una giusta creatività, che non significa fare qualcosa di nuovo per forza, per arrivare alla necessaria conversione pastorale”. Le parrocchie, ha raccomandato: “devono essere sempre aperte e accoglienti, magari con il confessore a disposizione. Anche i laici che si occupano dell’amministrazione devono mostrare alla gente il volto accogliente della Chiesa”. Si tratta in buona sostanza: “di trovare sempre nuove strade perché il Vangelo sia annunziato e testimoniato nella realtà della vita quotidiana”. Così, ha proseguito il Papa: “E’ importante cercare nuove vie, adatte e adeguate alle persone a cui ci si rivolge, facilitando per esempio, la partecipazione ai corsi pre-battesimali e coinvolgendo i laici in missioni di quartiere”. In una grande città come Roma, ha riconosciuto il Pontefice: “l’accoglienza cordiale non è sempre facile da organizzare”. Ma le persone, ha rimarcato con forza: “non devono avere mai l’impressione di trovarsi di fronte a burocrati e funzionari con interessi economici e spirituali”. Infine il Santo Padre ha invitato a rinnovare “il primo amore verso Gesù” ed avere un “cuore memorioso” (Cf. Osservatore Romano).
19 settembre 2013