Curia Generale dell'Ordine
Rev.mo Padre Generale P. Luigi Antonio Piccolo OMD
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Segreteria di Curia
P. Rafael Andres Pereira Barbato OMD
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Indirizzo
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Il 13 ottobre 2018 c’è stata la professione solenne di quattro Chierici dell’Ordine della Madre di Dio in Nigeria: r2t6qeph, Samson, Leonard e Innocent. La celebrazione è iniziata con la Santa Messa alle 10.00 di mattina nella comunità St. John Leonardi Mgbahiri in Imo State. Il delegato superiore nella persona di P. Stephen Oduh ha presieduto la celebrazione liturgica, affiancato dai nostri diaconi Rev.di Iheme Emmanuel e Manu Christogonus, in presenza del Rettore della casa padre Enyi Francis e di tutti i nostri chierici. Alla celebrazione c’erano tanti altri sacerdoti: i padri Clarettiani, i Missionari del Sacro Cuore, i Pallottini, il Vice Rettore di Seat of Wisdom Major Seminary, sacerdoti dalle diocesi di Aba, Orlu e arcidiocesi di Owerri, e una notevole presenza di persone consacrate e innumerevoli fedeli laici.
Il celebrante durante l’omelia ha spiegato che la consacrazione è un atto libero senza coercizione, e ha esortato i neo-professi a fissare sempre lo sguardo, la mente e il cuore al Cristo crocifisso come faceva il santo Fondatore, e ad amare la Beata Vergine Maria perché sia esaltata nella loro vita di tutti i giorni.
I neo-professi sono chiamati a testimoniare l’amore incondizionato di Cristo attraverso il Carisma leonardino che valorizza sempre l’evangelizzazione, la comunione e il servizio fraterno, la devozione e l’adorazione eucaristica. Attraverso i loro voti di castità, povertà e obbedienza i consacrati diventino segno e testimonianza della loro figliolanza divina.
La celebrazione si è conclusa con il ringraziamento da parte del Delegato rivolto a tutti gli intervenuti.
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GALLERIA
Carissimi fratelli,
il desiderio di continuare la tradizione della lettera dell’Assunta si associa alla ricerca di nuove forme di comunicazione all’interno dell’Ordine. E’ con questo spirito che vi invio la riflessione sulla beata Vergine Maria Assunta in cielo, scritta da p. Samy Arockiasamy da pochi mesi licenziato in Mariologia presso l’Istituto Marianum di Roma. Alle riflessioni vivaci ma un po’ letterarie di P. Samy, voglio però aggiungere qualche parola per dire il cammino che l’Ordine vuole percorrere nella consapevolezza di essere nati dal mistero dell’Assunzione. Il Fondatore l’ha contemplata da bambino, ne ha sentito le lodi, l’immagine di Maria rapita in Paradiso per fare compagnia al Figlio glorioso, con il suo stesso corpo, ha certamente impressionato il fanciullo e l’adolescente. Da giovane, poi, se ne è fatto annunciatore.
L’Assunzione è il coronamento di una storia vissuta già sulla terra con una comunione che si può definire speciale. Era più che intima, profonda, personale. Molti santi hanno stabilito un rapporto con gesù di questa portata. Con Maria, il rapporto è così totale che Gesù non si frena davanti a espressioni che possono sembrare forti, irriverenti. “Che c’è tra me e te, o donna?” Dice a Cana, con la traduzione un po’ dura alla quale eravamo abituati. E poi quell’altra parola, dopo che una donna ha proclamato Maria beata per la sua maternità…”più beato chi fa la volontà del Padre”: ora si comprende che tra Gesù e Maria c’è un feeling davvero unico, che non ha bisogno di approvazione, né di parole misurate…quando Gesù parla, Maria è lì. Maria c’è sempre, anche in cielo, verrebbe da dire che sembra addirittura anticipare il Cristo. A Cana, dice: “Fate quello che vi dirà”, come lo sapesse, anzi perché lo sapeva. Lo sapeva da prima. Maria è sempre prima, non perché vuole mettere in ombra Gesù ma perché la sua dedizione fa di lei un creatura prodigio, una creatura che da sempre ha imparato a donare, donare tutto.
Ecco qui mi fermo, per farvi gli auguri, per invitarvi a entrare nella devozione all’Assunta. Per farvi donatori, donatori della vostra vita, della gioia, della fraternità, della consacrazione. Per camminare con Maria verso la donazione totale. Buona festa e buona rinnovazione.
Roma, 30 luglio 2018 P. Vincenzo Molinaro
L'Assunzione della Beata Vergine Maria
Sia i protestanti che i cattolici credono che il corpo di Gesù Cristo sia ora in paradiso. Questa dottrina è chiamata Ascensione ed è esplicitamente rivelata nella Bibbia. Tutti i cristiani credono anche che i corpi dei giusti saranno uniti alle loro anime alla fine del mondo e saranno glorificati in cielo secondo il modo del Corpo Risorto di Cristo. Questo è anche rivelato esplicitamente nel Nuovo Testamento. Ne consegue, quindi, che i corpi e le anime dei santi defunti sono ora separati che le loro anime sono in cielo e i loro corpi nella tomba. I cristiani di ogni denominazione concepibile sono d'accordo su questi due dogmi. Dopo questo, tuttavia, protestanti e cattolici si separano, perché i cattolici credono che il corpo della Beata Vergine Maria sia anche in cielo. Chiamiamo questa dottrina l'Assunzione. Con essa riteniamo che la glorificazione della carne, che avverrà per noi solo alla fine dei tempi, sia stata concessa a Maria alla fine della sua vita terrena. Crediamo, quindi, che i corpi di entrambi Gesù e Maria siano ora in paradiso. C'è, tuttavia, questa differenza: Gesù si alzò dal sepolcro e ascese al cielo con la sua stessa potenza, mentre il corpo di Maria fu portato in cielo dal potere di suo Figlio. Per questo motivo, usiamo due parole diverse: l'Ascensione di Cristo e l'Assunzione di Maria.
Origine della festa
A partire dalla metà del V secolo, il 15 agosto si celebrava una festa intitolata "Commemorazione della Madre di Dio" in un santuario situato vicino a Gerusalemme. Verso la fine del VI secolo questa divenne una festa che commemora la fine della vita di Maria sulla terra e fu chiamata la "Dormizione della Madonna". All'inizio dell'VIII secolo papa Sergio introdusse la festa a Roma insieme ad altre tre feste della Beata Vergine. Da Roma si diffuse rapidamente in tutta l'Europa occidentale. Fu papa Adriano che, alla fine dell'VIII secolo, le diede il nome di "Assunzione di Santa Maria". La Chiesa greca si interessò a questa domanda molto prima della Chiesa latina. Entrambi gli scrittori greci e latini, tuttavia, hanno prontamente riconosciuto la loro ignoranza sul modo in cui la Beata Vergine Maria ha lasciato questo mondo.
Implicito nella Bibbia
La Bibbia in nessun posto menziona esplicitamente questa glorificazione del corpo Immacolato di Maria. Ciò che Dio ha rivelato è tuttavia certo: altrimenti non avrebbe potuto essere definito un dogma di fede. Una rivelazione pubblica dell'Assunzione deve essere stata fatta agli Apostoli, o almeno a uno di loro, perché la rivelazione pubblica si è conclusa con la morte dell'ultimo Apostolo. Vi sono, tuttavia, diverse rivelazioni implicite dell'Assunzione nella Bibbia. I testi più importanti sono (Gen 3:15, Lc 1, 28; Apoc 12: 1- 2).
Ragioni per l'assunzione della Beata Vergine Maria
L'antica credenza nell'Assunzione era basata sulla convinzione cristiana che Cristo avrebbe voluto che sua Santa Madre partecipasse a tutte le sue prerogative. Pertanto, l'ha associata alla propria glorificazione mediante una risurrezione anticipata. La corruzione della tomba è una punizione per il peccato (Gen 3:19). La nostra carne è una "carne di peccato" (Rom 8: 3). Attraverso i desideri di questa carne, la maggior parte dei nostri peccati è commessa. In Maria, tuttavia, non c'è la minima macchia di peccato. Con la sua Immacolata Concezione e la sua pienezza di grazia, aveva diritto all'immunità dalla corruzione nel suo corpo. Questo principio di corruzione che portiamo dentro di noi non esisteva in lei. "Carne e sangue" dice la Bibbia, "non può possedere il regno di Dio" (1Cor 15:15). Persino i corpi dei santi non meritano di entrare nel regno di Dio. Devono prima essere rinnovati per mano di Dio. Ma il corpo di Maria - Immacolato, puro, senza peccato - è di conseguenza incorruttibile. Fin dal primo momento del suo concepimento, lo stato della Beata Vergine Maria era analogo, ma superiore, allo stato di Adamo ed Eva prima della caduta. Se non avessero peccato, non avrebbero ascoltato la divina maledizione: "Polvere sei e polvere tornerai" (Gen 3, 19). Il corpo immacolato di Maria fu, in un certo senso, l'origine della santificazione di tutta l'umanità. La sua carne era usata per formare la carne di suo Figlio; la carne che ha usato sulla Croce per distruggere la morte e il peccato, e che ci ha dato per risorgere dai morti. Questa carne, la carne di Maria, la carne di Cristo, lo strumento della nostra redenzione e risurrezione, non era soggetta alla corruzione della tomba. "L'utero che portava Gesù Cristo, le mani che lo carezzavano, le braccia che lo abbracciavano, i seni che lo nutrivano, il cuore che lo amava così tanto - è impossibile pensare che questi si siano ridotti in polvere" (P. Canice OFM ) La perfetta vittoria di Cristo su Satana includeva la vittoria sul peccato e sulla morte. Ma Maria, la Madre di Dio, era intimamente associata a Gesù nella sua vittoria su Satana. Non solo ha fornito la carne che Cristo ha sacrificato per la nostra Redenzione, ma ha anche avuto un ruolo preciso di cooperazione in questa Redenzione. Era associata a lui nelle diverse parti del suo trionfo. Quindi, è stata associata a lui nella vittoria sulla morte dalla sua anticipata resurrezione e Assunzione. L'argomento è usato da Papa Pio IX nella bolla Ineffabilis Deus. Nella concezione verginale e nella nascita di suo Figlio, Dio compì un miracolo assolutamente unico. Questo miracolo era un atto di rispetto divino per la carne della Madre di Dio. Contro tutte le leggi della natura ha preservato l'integrità corporale di sua Madre. Avrebbe più tardi permesso a quella carne immacolata di subire l'incommensurabilmente più grande lesione della corruzione della tomba? Ciò non sarebbe mai potuto accadere. È un principio basilare dell'insegnamento cattolico che tutte le prerogative e le glorie di Maria siano dovute a Gesù Cristo. La sua dignità divina presuppone e richiede tale perfezione in sua Madre. La carne di Maria era la carne di Cristo; e Cristo lo possedette per preservare dalla dissoluzione il corpo che aveva servito per formare il proprio corpo. Il corpo di Maria, come la sua anima, doveva essere senza peccato e senza macchia. L'umiliazione del Figlio sarebbe stata l'umiliazione della Madre.
La preghiera dell'assunzione di Papa Pio IXOh! Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre degli Uomini,crediamo con tutto il fervore della nostra fede nella tua Assunzione trionfale,sia nel corpo che nell'anima, nel paradiso dove sei acclamata comeRegina di tutti i cori di angeli e tutte le legioni dei santi,e ci uniamo con loro per lodare e benedire il Signore.
Il giorno 22 marzo 2018, cinque chierici dell'Ordine appartenenti alla Delegazione Indiana hanno ricevuto l'ordinazione diaconale in India. Il vescovo ordinante era il Mons. Thomas Paulsamy, il Vescovo della diocesi di Dindigul. L'Ordine invita questi nostri fratelli, i neo-diaconi; Stanley Jefferson, Lucas, Allwin, r2t6qeph Shaju e Maria Antony Sagayaraj al servizio dei fratelli attraverso la cura della Parola di Dio nella liturgia e carità fraterna. Continuamo a pregare il Signore per loro perché rimangano fedeli alla loro chiamata, perché per l'intercessione di Maria Madre di Dio, trovino la forza e la grazia per continuare il loro cammino di vocazione alla vita sacerdotale.
GALLERIA-DIACONATO IN INDIA.2018
Il giorno 6 gennaio 2018, durante la Solennità dell’Epifania, hanno donato se stessi al Bambino Gesù cinque chierici della Delegazione Indiana: Stanley, Lucas, Allwin, Saju e Sagayaraj. Essi, attraverso la loro professione solenne, si sono consacrati all’amore di Dio. Il Rettore Generale, il Rev.mo P. Vincenzo Molinaro ha ricevuto i loro voti durante una celebrazione partecipata. La Delegazione indiana ha invitato tutti i fedli e i confratelli presenti a ricordare nelle loro preghiere i cinque neo-professi.
Omilia del P. Generale nell’occasione della Professione Solenne in India
Celebriamo questa eucaristia con la stessa meraviglia dei pastori che si vedono sostituiti accanto al presepe da personaggi così importanti di stirpe regale. Celebriamo con la meraviglia dei bambini che in tanta parte del mondo, in questo giorno ricevono i doni, come accade per la prima volta a Gesù Bambino nel racconto di Matteo. Pur nella semplicità della narrazione, inserisce buona parte dell’annuncio evangelico. Celebriamo questa eucaristia come sigillo di un percorso compiuto da cinque dei nostri fratelli, i quali oggi vogliono depositare davanti all’altare un dono molto speciale al Bambino Gesù. Con questo mi piace di salutare i candidati alla professione solenne nell’Ordine della Madre di Dio, mi piace salutare tutta l’assemblea, e in essa i genitori e i parenti dei candidati, il P. Delegato dell’Ordine, il suo Consiglio, i confratelli tutti, i sacerdoti concelebranti, i professi, i postulanti, aspiranti.
Mi piace leggere questa pagina meravigliosa della storia dell’Ordine alla luce del mistero grande che celebriamo. Il Verbo Incarnato, il Figlio di Dio venuto tra gli uomini che si manifesta a tutta l’umanità. E’ questo un grido di gioia, ma è anche un grido di attesa per la grande moltitudine dell’umanità ancora priva di questo annuncio mentre nel medesimo tempo si diffonde tra i credenti uno spirito di secolarizzazione che contagia molti e li allontana dalla fede, se non da quella professata da quella vissuta. Questa nostra celebrazione risponde a una situazione di necessità, non tanto personale, familiare o di Istituzione, quanto a una necessità spirituale, di base, che non si può definire se non evangelica. Tante persone, tanta popolazione hanno fame di Dio, aspettano come diceva san Francesco Saverio qualcuno che parli di Cristo e non si trovano pastori, evangelizzatori, ministri della parola e dei sacramenti
Ebbene, fratelli e sorelle, ecco qui cinque candidati che stanno per compiere un passaggio decisivo. Questo non solo aprirà loro la porta al ministero sacerdotale, prima ancora li costituirà come Gesù consacrati al Vangelo, consacrati alla chiesa, all’Ordine della Madre di Dio. La professione religiosa dei voti di castità povertà e obbedienza significa propriamente mettere la propria esistenza nelle mani del Signore. Offrirla, come un dono, come una offerta, come un sacrificio puro e senza macchia portato davanti all’altare. La preziosità di questi doni è tale che non si può paragonare al più costoso dei regali. Veramente oggi abbiamo davanti a noi l’oro, l’incenso e la mirra del Vangelo. Senza fare allusioni troppo ardite di cui non abbiamo bisogno, possiamo dire che il dono dell’oro, dell’incenso e della mirra rappresentano i voti religiosi. Infatti Gesù riceve questi doni dai Magi, ma è lui che li trasforma rendendoli preziosi. E’ lui il vero re dell’universo, il redentore dell’umanità caduta nella colpa e assetata di Dio, è lui che si fa dono con gesto regale, è lui che dall’alto della Croce, innalzato, attrae a sé ogni creatura. Il dono dell’obbedienza che possiamo leggere dentro il gesto di Gesù di consegnarsi al Padre con totale fiducia, è quella obbedienza indefettibile che oggi i nostri fratelli prometteranno davanti a tutti. Non si tratta di una ispirazione del momento, venuta all’istante della lettura del vangelo che ha fatto sorgere nei loro cuori questo desiderio e questo slancio. Quanti anni, fratelli carissimi, avete covato questo sogno dentro di voi, forse con varie tentazioni e incertezze, ma oggi state per deporre sull’altare non tanto l’atto formale di una promessa, quanto l’aspirazione profonda che portate in cuore. Vivere da re, come Gesù, non facendosi governare e guidare dalle proprie esigenze o dai propri gusti, ma solo dalla parola del Signore che si manifesta a volta a volta nella parola del vangelo e in quella della chiesa.
Nel nostro Re, che oggi veneriamo bambino insieme ai Magi, splende anche il voto della povertà. Lo stiamo contemplando nella sua nascita in una condizione di povertà che oggi fa gridare allo scandalo. Poche sono le nazioni dove una madre che sta per partorire non trova accoglienza. Se questo accade noi gridiamo allo scandalo. Gesù invece, sceglie questa povertà. Anche voi, fratelli, oggi scegliete questa povertà. Fra un anno o fra dieci anni, non gridate allo scandalo se vi mancheranno le cose necessarie. Quello che oggi promettete è proprio questo, rinunciare a tutto. Rinunciare a una casa, a una famiglia, a una professione redditizia, a una discendenza, a dei figli, al denaro, al potere…rinunciate a tutto per diventare re come Gesù Cristo che non ha dove posare il capo. A quale scopo rinunciare a tutto? Per somigliare a Gesù, per servire come lui, per pensare solo al prossimo. Una sfida, fratelli, un andare contro corrente e qualcuno dice contro natura. Voi avete riflettuto bene su tutto questo e siete giunti alla decisione, donare, donare tutto, la vita e la morte. Nulla sia tra voi e il Cristo. La mirra, questo forte unguento allontana da voi l’odore e il timore della morte e vi conservi intatti fino alla venuta di Cristo Signore. Anche il vostro corpo partecipi di questa purezza, con il dono della castità che alla fine significa solamente amare Dio e amare il prossimo più di se stessi. Questo non vuol dire fare lo straordinario, vuol dire fare come Gesù. E’ lui che ha amato più di se stesso, si è consegnato alla morte, ma il Padre ha gradito il suo gesto e lo ha liberato dai lacci della morte. Questa è la nostra fede, fratelli, quello che muove i nostri passi e nostri sentimenti, le nostre decisioni, i nostri affetti.
Anche l’incenso ha la sua parte nella messa ed è un simbolo bellissimo della consacrazione del nostro cuore prima ancora del nostro corpo.
Mi pare di lasciare indietro una cosa importante se non dedicassi una riflessione al nostro Fondatore, san Giovanni Leonardi. Voglio cominciare dalla sua giovinezza, quando studiava come farmacista e secondo l’usanza conciliava lo studio con il lavoro. Alla fine, terminato il suo percorso, era pronto a installare una farmacia nel suo paese natio, per far felice sua madre e la sua famiglia. Ma il progetto di Dio su di lui era un altro. Egli si lasciò guidare, non considerò quanto era stato sprecato negli studi farmaceutici, ma semplicemente che tutto era grazia. Avvicinare tanti ammalati, tante persone dipendenti dalla medicina, tante persone bisognose di aiuto, di una parola, di un gesto. Ecco, quello che aveva imparato non sarebbe stato buttato via, ma valorizzato nell’ambito spirituale. Dalla malattia del corpo sarebbe passato a un trattamento spirituale. Giovanni Leonardi diventa sacerdote e si innamora dell’annuncio. Dell’accompagnamento spirituale, della riforma e della missione della chiesa. Il suo desiderio espresso nelle parole della tradizione di andare alle Indie, significava la sua volontà di andare dove c’era necessità dell’annuncio, non importa il paese quanto importa il bisogno. Con questa stella come guida, l’Ordine giunge in India e con la medesima stella giungerà a ogni luogo dove si manifesterà l’esigenza dell’annuncio.
Cari Fratelli, davanti a voi un percorso impegnativo, pieno di tentazioni. A volte vi sentirete soli: vi mancherà la vostra famiglia, vi mancherà una moglie, vi mancherà la tenerezza dei figli. A volte sarete tentai dalla ricchezza. Potere comprare quello che si desidera, le cose belle. Sentirsi importanti. Più spesso ancora sarete tentati dall’orgoglio, dalle vedute personali. Come vivere l’obbedienza? Come accettare che un altro ci dica quello che dovrete fare? La stella, la guida, la luce che non vi mancherà mai e che dovrete seguire per trovare la pace del cuore, la cometa che vi porterà a Betlemme, sarà solo l’Eucaristia. Il Pane, il Corpo donato, il sangue versato, ricevuto come pane di vita dal nostro Fondatore, è quello traccia il cammino. Non c’è consacrazione, non ci sono voti, non c’è fede senza il dono di sé. E non diventiamo anche noi Eucaristia, pane donato, sangue versato. Non si capisce l’obbedienza, la povertà, la castità senza la Pasqua del Signore. Oggi è la vostra Pasqua, il sacramento della vostra vita offerta, donata, gioiosamente. Offerta, donata, gioiosamente. Senza rimpianti, senza guardarsi indietro, al contrario pronti, vigilanti per rispondere a ogni chiamata dei fratelli che hanno bisogno di voi. La Vergine Maria che consegnò il Bambino Gesù ai Magi come lo consegnò al nostro Fondatore, oggi lo consegni a voi e voi fatene dono al mondo.