Durante la preghiera animata dalla Comunità di Taizé a Santa Maria in Portico in Campitelli a Roma venerdì 4 aprile in preparazione alla XXIX Giornata mondiale della gioventù, questo messaggio Frère Alois, Priore di Taizé, ha voluto condividere con i giovani intervenuti per la veglia e l’adorazione della Croce:
“Siamo qui non per preparare un incontro europeo, ma per fare un pellegrinaggio qui a Roma, per andare alle fonti della nostra fede. A Roma troviamo sempre una casa aperta, noi siamo sicuri di questo, e non soltanto case aperte, ma anche cuori aperti. E possiamo rendere grazie a voi tutti e a Dio di questa accoglienza che troviamo qui a Roma, in questa chiesa con P. Davide e tutta la Comunità. La settimana scorsa, ho potuto parlare con Benedetto XVI, mi ha accolto nel suo monastero nel Vaticano, e anche lui si ricorda ancora con grande gioia dell’incontro Europeo e della preghiera che abbiamo fatto insieme in piazza San Pietro. Questo incontro rimane nei cuori e rimane come incoraggiamento per tutti coloro che hanno partecipato. In novembre passato ho incontrato Papa Francesco era una udienza piena di gioia e mi ha accolto con fratellanza e bontà. Ha detto che dobbiamo continuare a Taizé ad accogliere i giovani e continuare come Comunità Ecumenica. Il Papa che dice questo a noi, i fratelli, è un grande incoraggiamento. Lui vive il suo ministero di confermare anche noi i fratelli di Taizé. Questa sera abbiamo ascoltato il Vangelo con la gioia di Cristo, la gioia di Gesù, perché Dio ha rivelato il suo amore ai piccoli. Dunque tutti noi possiamo accogliere questo amore di Dio, perché tutti noi siamo piccoli, siamo come dice sempre Papa Francesco: peccatori. Tutti noi possiamo allora accogliere questo amore. Siamo piccoli, imperfetti ed anche nella fede siamo piccoli, e questo dobbiamo anche accettare, che qualche volta la nostra fede è piccola. E allora che fare? C’è la tentazione di tornare verso la paura o la rassegnazione, quando vediamo i nostri peccati, la piccola fede. C’è dunque la tentazione della paura o della rassegnazione. Anche questa è una realtà che dobbiamo accettare. C’è la paura, c’è la rassegnazione, ma c’è qualcos’altro: l’amore di Cristo! Dobbiamo avere il coraggio di tornare verso questo amore di Cristo. Noi seguiamo il Cristo non perché siamo perfetti, ma perch il Cristo ci ami. Questo deve essere sempre il fondamento della nostra fede. E dobbiamo oggi osare di sentire l’amore di Dio, anche con il nostro sentimento, anche con il nostro cuore, sentire questo amore di Dio anche con il nostro spirito, con l’intelligenza. Sentire l’amore di Dio, questo è il messaggio che questa sera che volevo condividere con voi.”
5 aprile 2014