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Giovedì, 17 Settembre 2020 19:29

Professione Solenne Italia 2020

Prof.Sol.LivincoverOmelia professione Livinus
12 settembre 2020 Domenica 24 dell’anno A
1. Nel discorso della Comunità cui l’evangelista Matteo dedica tutto il capitolo 18, viene affrontato oggi il tema del perdono. Nei rapporti fraterni, Gesù ci dice quale è l’atteggiamento giusto di un fratello nei confronti di un altro fratello che lo ha offeso. E’ Pietro che suscita l’intervento di Gesù, con la sua domanda: Quante volte devo perdonare? Gesù risponde con unna affermazione paradossale che certamente sconvolge le attese dell’Apostolo. Tanto è vero che Gesù continua, allargando il discorso, offrendici motivazioni definitive.

Dentro questo discorso, infatti, c’è la motivazione meglio la rivelazione di Dio. Chi è il nostro Dio? E’ quel re tanto compassionevole. E’ quel re che Gesù ci ha rivelato con la sua parola e con la sua vita, morte e risurrezione. Ecco dove si spinge la misericordia, a sacrificare il Figlio per noi.

2 Nessuno di noi ha il coraggio di prendere questo modello, questa misura: chi sarà capoe di fare lo stesso? Cos’è allora la professione religiosa? E’ il desiderio di essere avvolti in questa misericordia, di respirare la stessa compassione, di cercare la misura di Cristo.

La vocazione alla vita religiosa è questo desiderio di avvicinarsi al mistero di Dio, di abbandonarsi come Gesù nelle braccia del Padre, di non pensare alle cose del mondo, alla ricchezza, al potere, al prestigio, al piacere, al capriccio: è amare tutte le cose e tutte le persone con lo sguardo e l’amore di Dio.

La consacrazione o professione religiosa è il desiderio di amare tutte le cose con l’amore di Dio. L’immenso amore, l’infinita compassione che io ho sperimentato, voglio gridarla a tutti e dedicare la mia vita perché venga conosciuta e vissuta.

Rev.mo P. Vincenzo Molinaro 
Rettore Generale OMD
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Martedì, 01 Settembre 2020 17:58

Ordinazione Sacerdotale in Nigeria 2020

ord.Sacer.nig2020coverCarissmi Rev.di Eze Leonard Ejiofor, Okereke Vitus Chibueze, Odo JohnMark Nuruchukwu e Umeadi KingsleyChukwumezie

La vostra ordinazione presbiterale avviene in un momento in cui non è consentito, per la nostra salute, fare grandi festa esterne. Non è neppure consetito fare muovere tutte le persone che vorrebbero partecipare.

Io desidero augurarvi, però, una grande festa, che vi inserisca nel mistero di Cristo come collaboratori della sua redenzione e per voi prego che la Vergine Maria e il nostro Santo Fondatore vi ottengano disponibilità e gioia.

Disponilità al suo servizio, senza limitazione e riserve.

Gioia, per portare il Vangelo, la buona notizia ai poveri.

La pandemia limita i movimenti esterni ma non puo limitare l’apertura del cuore. Vi auguro di aprire il cuore e la mente perché il sacramento vi renda gioiosi servitori della Chiesa in ogni parte del mondo.

L’augurio si estende alle vostre famiglie, alle comunità cristiane dei villaggi di provenienza. L’augurio va alla Delegazione nigeriana dell’Ordine della Madre di Dio: Il Signore toglie, il Signore dona. La perdita di P. Francis da un lato, la consolazione della vostra ordinazione dall’altro, egli ci invita tutti a un gioioso servizio.

Vi giunga a nome di tutto l’Ordine l’augurio di sentirvi non solo parte dell’Ordine stesso ma di tutta la Chiesa, e con questo la mia benedizione.

 
Dev.mo in Cristo
P. Vincenzo Molinaro
Rettore Generale OMD

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Venerdì, 21 Agosto 2020 21:22

Ordinazione Diaconale in India 2020

dia.india2020coverTantissimi auguri ai neodiaconi. I Rev.di Stephen Velgit e Halson Vishal sono stati ordinati diaconi ieri, il 19 agosto 2020 in India per l'imposizione delle mani e la preghiera consacrazione di Sua Eccellenza Mons. Thomas Paulsamy, Vescovo della diocesi do Dindugal. L'ordinazione avvenuta a Samayapuram. Che il Signore li aiuti nel loro servizio alla Chiesa e ai fratelli, che la Madonna li accompagni.

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Martedì, 18 Agosto 2020 22:33

Professione Solenne India 2020

p.s.india2020coverCarissimi fratelli Vishal e Velgith,
nella imminenza della vostra Solenne Professione, voglio farvi giungere il mio saluto e il mio augurio.

L’Ordine della Madre di Dio è davvero lieto di accogliere la vostra domanda e di ammettervi tra i propri membri, affidando anche a voi l’eredità spirituale che il Santo Fondatore ha lasciato alla Chiesa. Che la vostra Professione avvenga alla vigilia della solennità dell’Assunzione di Maria costituisce una coincidenza provvidenziale. Infatti il nostro Ordine ha in Maria Assunta la sua Patrona, in questo giorno rinnova i suoi voti, e quindi ciò stringe ancora di più i legami tra l’Ordine stesso e voi che in maniera definitiva vi inserite nel gruppo.

A Maria Assunta, quindi, voglio affidare la vostra consacrazione, le vostre persone, il vostro futuro, il vostro servizio apostolico. A Maria Assunta, in questo anno mariano, sarete consacrati per la vita, secondo l’esempio di San Giovanni Leonardi. Maria Assunta, sia dunque il vostro orizzonte, la vostra aspettativa, il vostro ideale. Avvicinatevi a Lei con totale fiducia, sarà la maestra per la vostra povertà, castità e obbedienza. Avvicinatevi a Lei per il vostro servizio, seguite il suo esempio di umiltà e dedizione.

Insieme a voi voglio salutare tutti i fratelli che rinnovano i voti e in particolare coloro che rinnovano allo scadere dei tre anni. Voglio salutare le vostre famiglie e augurare a tutti la pace interiore e la buona salute.

Sappiate che vi sono vicino e che tutto l’Ordine vi è vicino.

Ricevete la mia benedizione con l’assicurazione della mia preghiera.

Roma, 12 agosto 2020                                                          Dev. mo P. Vincenzo Molinaro


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Domenica, 05 Luglio 2020 14:22

P. Francis Enyi verso l'eterno riposo

p. francisIn memoriam .. P. Francis

L’Ordine della Madre di Dio vive con grande dolore il lutto per la morte di P. Francis Enyi. Un religioso così giovane, con un futuro di servizio alla missione della Chiesa, interrotto nel pieno della sua giovinezza. Ma gli occhi si alzano per guardare verso la croce di Gesù, è da lì che è venuta la nostra salvezza, quando Gesù ha portato al massimo la rivelazione del suo amore. Il dono della vita si è consumato in poche ore ma porta un frutto che non si esaurirà mai a favore dell’umanità e a questo frutto si associa ogni consacrato, ogni sacerdote nel tempo e nell’eternità.

P. Francis era un religioso, un consacrato, un sacerdote che viveva come Gesù la sua donazione al Padre attraverso la celebrazione quotidiana dell’Eucaristia, ministero della comunione con Cristo e con tutti i fedeli, offerta della propria vita in unione alla vita di Cristo, con Cristo sacerdote per sempre. La vita consacrata esalta questo atteggiamento di donazione in ogni gesto della giornata, facendo del lavoro, della preghiera, del servizio ai fratelli, dei pasti, un solo tentativo di trasfigurazione con Cristo.

Nell’Ordine P. Francis è stato un figlio obbediente, un fratello gioioso ed entusiasta, un padre amabile con i seminaristi in cammino verso la consacrazione affidati alle sue cure. Ha cercato di conoscere le nostre radici, i luoghi del Fondatore, di far conoscere i suoi scritti, di diffondere la sensibilità del farmacista santo che si prende cura di tutta la persona, della salute del corpo e dell’anima.

Nell’Ordine della Madre di Dio P. Francis ha trovato lo spazio ideale per far crescere il suo amore alla Vergine Maria. Così ha preso al volo ogni occasione per avvicinarsi alla Madre di Gesù, per frequentare i Santuari Mariani, per animare Gruppi di preghiera anche a distanza. Questi gruppi lo hanno apprezzato e valorizzato e lui si è donato instancabile per la loro crescita spirituale.

Le ultime parole di P. Francis che io ho potuto ascoltare sono in un messaggio wa che mi ha inviato domenica 21 giugno da Amakohia. Nella foto che accompagnava il messaggio, egli era steso sul lettino della St. John Leonardi Missionary Clinic e mi diceva che stava meglio e che i medici della Clinic lo stavano curando della malaria…Purtroppo i nostri medici, e tanti altri, nulla hanno potuto contro il male che lo ha portato alla morte. L’impegno di P. Francis per la crescita, lo sviluppo della Clinic, per un servizio pieno alla popolazione era davvero esemplare. Possiamo dire che da quando vi si è dedicato, la Clinic è cresciuta in maniera straordinaria. Attrezzature mediche, personale, medicine, infermiere sempre a disposizione, tutto dovuto a lui. Era capace di trovare finanziamenti, di suscitare partecipazione dai vicini e dai lontani. L’ultimo suo impegno, il progetto già predisposto e finanziato per l’ampliamento della struttura. Era la risposta alle mamme che vi avevano partorito dentro e lui riteneva che avessero diritto a un luogo più grande e adeguato per accogliere la vita. Questo progetto sarà portato a termine, speriamo in breve tempo. Credo piacerebbe a tutti se fosse ricordato per la sua dedizione agli ammalati, per la sua sensibilità verso i poveri, per la sua attenzione verso gli ultimi. Chissà, alla prossima pandemia, grazie a P. Francis, magari avremo una struttura che non rifiuta nessun malato ma dedica a tutti tutte le forze di cui dispone. Come ha fatto questo nostro fratello. Il Signore lo accolga con le parole del vangelo: venite, benedetti dal Padre mio: ero malato e mi avete visitato, ero bisognoso e mi avete amato

P. Vincenzo Molinaro
Rettore Generale OMD

Domenica, 12 Aprile 2020 15:52

E' LA PASQUA

B. Pasqua_sito_cover"Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. 10I discepoli perciò se ne tornarono di nuovo a casa".


Maria di Màgdala vede Gesù  RISORTO, IL SEPOLCRO NON LO POTEVA TRATTENERE, CRISTO HA VINTO, ALLELUIA!!!

11"Maria invece stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto». 14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. 15Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo»".

GV 20:1-15
Venerdì, 01 Novembre 2019 23:06

Convegno di Studi su P. Cosimo Berlinsani

convegno anna_e_cosimoConoscere per amare - Convegno di studi su P. Cosimo Berlinsani
Dò anzitutto il benvenuto a tutti i presenti ed esprimo il grazie in anticipo a coloro che hanno preparato questo convegno con dedizione e professionalità. A Madre Daniela, Superiora Generale delle Oblate del SS.mo Bambino Gesù, a tutte le Suore del medesimo istituto e ai confratelli dell’Ordine della Madre di Dio, un saluto affettuoso. Quando già si cominciano a vedere le prime luci dell’alba, ogni minuto sembra più lungo, però si pregusta la dolcezza dell’aurora, e questa fortifica la nostra attesa.

Mi domando con quale atteggiamento ci apprestiamo a entrare più da vicino nel mistero di un’anima sacerdotale, come Padre Cosimo Berlinsani, mi piacerebbe fosse l’apertura allo Spirito. La fiducia che il Soffio dall’alto guida la storia delle persone, delle comunità, della chiesa. La nostra non è soltanto una ricerca storica, per quanto interessante, non è una ricerca intellettuale, nemmeno una orgogliosa rivendicazione dei nostri Istituti. E’ invece l’aprirsi a un profumo penetrante e irresistibile, quello della Incarnazione del Verbo di Dio, che non ci lascerà più. E’ la svolta della vita per il credente. Lo è stata per Cosimo Berlinsani, il quale non ha potuto contenerne per sé il profumo e l’energia e l’ha diffusa intorno a sé in ogni gesto, respiro.

P. Cosimo, come ascolteremo, è entrato nell’Ordine della Madre di Dio da adulto, già sacerdote. In questa sua scelta si trova certamente gran parte della sua spiritualità, ma possiamo dire con sicurezza che vi si trova il grande desiderio di lasciarsi portare dal vento dello Spirito. Se c’erano santi nella sua memoria, c’era davanti ai suoi occhi l’immagine di Giovanni Leonardi, la cui memoria p. Cosimo ha respirato a pieni polmoni, per i luoghi che ha conosciuto a Lucca e a Roma, per la potenza della fraternità in cui ha chiesto di inserirsi, per lo stimolo creativo a livello culturale, pastorale, comunitario dove è vissuto. I fratelli Marracci uno grande mariologo l’altro grande orientalista, P. Erra, che ci ha lasciato memoria scritta di quei decenni, erano i suoi compagni di viaggio…

Abbiamo di P. Cosimo una bella immagine, ieratica, se vogliamo convenzionale, essa lascia trasparire però la sua delicata tenerezza per i sofferenti, per i perseguitati, per gli ultimi, per gli assetati di umanità presenti anche oggi davanti alle nostre chiese e spesso trascurati. Il suo è uno sguardo penetrante, esce dalla cornice, si posa sull’uomo. Non trovo molta distanza nell’azione pastorale, evangelizzatrice, educativa, umanitaria di P. Cosimo e quella che potrebbe essere l’attività pastorale di oggi in una comunità parrocchiale o all’interno di una istituzione.

Come affronterebbe il grido dei poveri, la distanza provocatoria dei giovani, la rabbia di tanti anziani abbandonati nella loro solitudine? P. Cosimo non si lascerebbe certo sorprendere come non è stato sorpreso dalla nequizia che condannava alla morte civile le ragazze del suo tempo. Attraverso la sua risposta alle loro esigenze, giunge anche a noi una proposta per coloro che sono vittime dell’ingiustizia di oggi. P. Cosimo non è scappato quando ha incontrato l’uomo o la donna feriti e abbandonati. E’ stato presente con l’esempio generoso, con la parola paterna, con una straordinaria creatività, con fiducia nella provvidenza, e anche con caparbia insistenza e decisione. Affrontando disagi e incomprensioni che potevano anche costargli caro. Ha fatto l’obbedienza di fronte a ordini non proprio illuminati. Ma ha portato a compimento e ha proiettato nel futuro la bellezza della sua intuizione. Oggi l’istituto delle Oblate del SS.mo Bambino Gesù porta avanti quello spirito che insieme ad Anna Moroni, P. Cosimo ha acceso nella chiesa e nella storia dell’uomo, salvato da Gesù Redentore, ma bisognoso di continuo avvicinamento alle sorgenti…

Che c’è tra P. Cosimo e noi?

Il tempo non ha cancellato il profumo. Lo Spirito fa sentire anche oggi la sua voce. E’ la voce della chiesa che si fa carico dell’uomo, anche del più piccolo. Non lo abbandona, lo cura, lo nutre, lo riabilita consegnandogli la dignità di figlio di Dio. E’ l’opera di P. Cosimo e Madre Anna che si espande in ogni continente.

Roma, 25-26 ottobre 2019

P. Vincenzo Molinaro OMD.

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Venerdì, 01 Novembre 2019 22:43

Diecimo, 25° Missione OMD in India

25smo missione_indiana9 ottobre 2019.    1. Essere qui e tentare di assorbire la potenza dello Spirito che soffia da secoli su questo luogo, sul battistero dove i coniugi Leonardi portano il loro bambino, in questa chiesa che ha accolto le sue prime preghiere, le sue prime celebrazioni eucaristiche e successivamente ha raccolto la tempesta dolorosa nel suo cuore innescata dalle avversità e dal rifiuto nei suoi confronti creati ad arte …Qui certamente si è rifugiato quando è dovuto partire di nascosto, la mattina presto, senza salutare i confratelli, i suoi figli spirituali, spaventati perché lo avevano accolto per un giorno, benché avesse la protezione delle bolla pontificia, mentre gli avversari erano alla porta, pronti a chiudere ogni canale di sostentamento. In questo luogo, mi piace crederlo, Giovanni Leonardi ha trovato tanta pace e invece di rinunciare ai sogni ne ha concepito di più arditi, come varcare i confini dell’Italia, confini abbastanza stretti intorno a lui, quasi a diventare mura di detenzione, e da qui ha guardato il mondo e le sue necessità, l’urgenza di essere evangelizzato lo ha spinto a formulare un progetto con il quale diversi secoli fa egli è approdato alle Indie.

Secondo le nostre tradizioni, quando egli consultò il suo confessore esprimendo il desiderio di partire per la missione, gli fu risposto: Padre Giovanni, le tue Indie sono l’Italia.

Da questo rifiuto è nata Propaganda Fide, oggi Congregazione dell’Evangelizzazione dei Popoli, che deve proprio al Leonardi la sua ideazione. Una di quelle idee che facilmente si definiscono stramberie, stranezze, fantasticherie, e poi quando pian piano prendono forma e si concretizzano manifestano tutta la forza profetica proveniente dallo Spirito.

Andare nelle Indie fu il sogno di Giovanni Leonardi, sogno compiuto in maniera imprevedibile, da altri protagonisti, che perciò conserva fino ad oggi la sua inarrestabile valenza di intuizione grandiosa, una di quelle che riempiono la vita non di una sola persona, ma di una moltitudine.

Con il 25° che celebriamo oggi, forse non corrispondono i numeri: è una storia molto più antica, ma corrisponde l’ideale e più ancora corrisponde una Parola, la Parola, quella che abbiamo ascoltato e che non può non riscaldare il nostro cuore e la nostra volontà.

2. Se oggi ascoltiamo la Parola di Dio accolta, interpretata e vissuta da San Giovanni Leonardi, anche noi usciremo convinti che la nostra esistenza non può essere contenuta entro i semplici schemi a cui ci siamo adattati: tutti dobbiamo uscirne, tutti dobbiamo diventare portatori di questo messaggio, con lo slancio giovanile di chi si imbarca su una nave o su un aereo, oppure di chi più pragmaticamente si mette a disposizione della stessa Parola in ambito più familiare ma non per questo meno bisognoso dell’annuncio. Quando faremo nostre le indicazioni di Papa Francesco che spinge la Chiesa a mettersi in uscita, allora ci accorgeremo che tanti fratelli e sorelle lo hanno fatto prima di noi.

Qual è la caratteristica degli annunciatori che Gesù manda a preparare la strada davanti a lui? Cosa devono portare? Come devono vestirsi? Cosa devono studiare? La sobrietà, mi piace chiamarla così, che gli apostoli dovranno indossare, è funzionale al contenuto di quello che annunciano. Non servono studi prolungati, non servono apparati elettronici potenti e sofisticati, non servono vestiti sontuosi: quello che serve è la fede, la fede, la certezza che la Parola basta a se stessa, che se io credo la Parola esplode, fa i miracoli, guarisce i malati…quando gli apostoli tornano e raccontano a Gesù dimostrano con la loro meraviglia che ancora non avevano compreso, dicono: anche satana era sottomesso a noi…se diciamo la Parola di Gesù, anche i malati guariscono, anche gli spiriti immondi sono allontanati.

La Parola annuncia il Regno, il Regno è Gesù. Abbiamo ascoltato questa Parola? Abbiamo accolto Gesù? Come lo accolse Giovanni Leonardi, come lo hanno accolto tanti e tante nella chiesa? Senza cavilli, senza vestiti belli, senza cercare il primo posto? …Questo è l’annuncio. L’annuncio prima di tutto deve conquistare noi. I primi a esserne investiti, i primi a cambiare vita, i primi a mettersi a disposizione, i primi a raccontare con emozione quello che il Signore ha fatto per noi. Gesù è la Parola, quando l’ascolti, quando l’accogli la vita cambia, comprendi che ormai gli appartieni. Gesù, il salvatore, il Verbo di Dio incarnato, è lui che ci ottiene il dono dello Spirito per cui la nostra vita viene trasformata e diventa dono, come quella di Gesù. D’ora in poi, fa di me quello che credi…Cristo è la misura di tutte le cose, come dirà Giovanni Leonardi e come oggi ripete a noi. Tutto quello che avete fatto e tutto quello che avete intenzione da fare, ha valore e senso se entra nella misura di Cristo. Ecco la partenza di ogni missionario. Credo che oggi dobbiamo dire a ogni fratello che chiede di entrare nell’Ordine fondato da Giovanni Leonardi, se ha preso la giusta misura per la sua vita. Se si è liberato da ogni forma di mondanità, da ogni personalismo, se è pronto a partire per le Indie. E’ questa la condizione perché anche i non credenti si avvicinino al Vangelo e quindi il regno si estenda, se la misura dei nostri passi, delle nostre intenzioni è Cristo.

Servitori, amministratori di questa Parola, non proprietari, obbligati a pronunciarla perché Gesù ci ha preceduti. Il suo è un richiamo irresistibile. Con lui diciamo ai più poveri, ai prigionieri, agli umiliati: il Regno è alle porte. Conta usare la misura di Cristo, cioè mostrare che non siamo noi a possedere la Parola ma è la Parola che possiede noi, noi vogliamo solo servire, ma volgiamo farlo con tutto il cuore. Non possiamo farlo per umana convenienza, ma solo perché è Gesù con il suo amore che ci spinge. Questa Parola ci fa respirare l’umanità e la sua disperata esigenza di essere messa a contatto con Cristo. Cadano i personalismi, si affermi la misura di Cristo.

3. Lo sbarco in India, 25 anni fa, è stata una risposta tardiva? Una obbedienza fuori ordinanza, oppure il compimento di un progetto che è più grande di noi, non solo di quelli che ci abbiamo lavorato e ci stiamo lavorando, ma di tutti noi e delle nostre belle intenzioni? Anche oggi siamo chiamati e inviati, chiamati alla fede, chiamati ai sacramenti, chiamati a vivere nella comunità cristiana e nello stesso tempo inviati: inviati a testimoniare, a ripetere con le nostre parole e con le nostre opere, con le nostre scelte, con le nostre rinunce, con le nostre lacrime, inviati a ripetere: il Regno è dentro di voi, Gesù è qui, il nostro Salvatore, colui che ha garantito per noi…Un impegno troppo grande per potere dire che è stata opera nostra. La missione è un’opera grande anche oggi. Rispondere ogni mattino alla chiamata, è più grande di me, ho bisogno di aiuto, di stimoli per rinnovare il mio sì. Tutti noi, battezzati, ogni giorno veniamo chiamati a spingere in avanti i confini del regno, ma sappiamo quanta fatica. Fatica a convincersi che il Signore ci chiama, fatica ad accettare che la nostra missione si svolga alla porta di casa, fatica a spogliarci del nostro abbigliamento sfarzoso, delle nostre comodità, dei nostri pregiudizi, dei nostri diritti che si contrappongono ai diritti di altri. Questa fatica quotidiana si può solo superarla con la ferma fede che noi tutti siamo chiamati, operai anche della ultima ora, il tramonto: ma chiamati da una voce che ci coinvolge. Lasciamoci dunque coinvolgere, mettiamoci nella tenuta di chi è pronto a partire, ogni mattina, e diamo la nostra disponibilità. Tempo, servizi, compagnia, denaro, coinvolgimento, presenza, testimonianza, c’è ancora una chiamata per te, quella che solo puoi leggere nel tuo intimo, quella che ti chiede di dire il tuo sì incondizionato…pronuncialo e parti. E non voltarti indietro. Il tuo cuore sia per Cristo. Ecco la missione, anche oggi e anche domani. Non fare i conti, non dare alla missione lo scarto del tuo tempo o dei tuoi bene, dà il cuore. Dallo ogni giorno.

Venticinque anni fa, dopo sei anni di preparativi, siamo andati in India. Eravamo in quattro, con me c’era P. Bruno, il primo sacerdote indiano, P. Maschio, uno studente. I lavori sono in corso, in quella che sarà la nostra prima casa e quindi veniamo accolti in una struttura diocesana vicina. Sperimentiamo la povertà, la provvisorietà…

Guardando adesso gli anni che sono passati, possiamo solo ringraziare il Signore che ci ha spinti alla missione, ci ha fatto incontrare le persone giuste, ha guidato i nostri passi incerti, tenendoci per mano.

Dobbiamo dire che da subito si è capito che si trattava e si tratta di una missione in cui non si può scindere la valenza umana, sociale, economica, promozionale da quella evangelica. Il vescovo ci ha chiesto di portare nella diocesi l’esperienza della nostra umanità soprattutto nell’ambito scolastico. Così ci siamo lasciati coinvolgere in un lavoro di qualificazione delle strutture e di aiuto alle persone, soprattutto agli ultimi, che in India vuol dire le donne. Così oltre alla costruzione o al rifacimento degli edifici, veniva il progetto di scuola superiore per le ragazze. Questo è stato il filo del nostro radicamento: in India è non si può entrare se non come turisti, è proibito predicare all’esterno delle chiese, ma è consentito far crescere dentro le mura di una scuola i valori della giustizia e della verità. Accanto alle scuole sono venuti i due seminari, i luoghi dello spirito per i nostri giovani, e poi pian piano le parrocchie e il desiderio di crescere e di testimoniare anche fuori dall’India le meraviglie che il Signore ha compiuto. Con i 25 anni si può dire che un ciclo si chiude e un altro si apre. Finora la missione è stata nella sua minore età, ha avuto bisogno di continuo sostegno. Oggi, si volta pagina sia sul piano economico che progettuale. La missione guarda lontano e si prepara a partire.

 Dal primo viaggio fatto insieme a P. Francesco, fino all’ultimo dello scorso marzo per la visita canonica e per la celebrazione iniziale del 25° della missione non si possono contare solo gli anni. Ci sono state tante persone, sia in India che in Italia, che hanno sostenuto la stessa missione e ne hanno fatto motivo di vita…Come non ricordare P. Bruno, la sua presenza di uomo di preghiera, capace di sopravvivere con qualche biscottino, dedito però alla missione e quindi impegnato a imparare la difficile lingua tamil, per potere almeno celebrare…e poi P. Innocenzo, P. Tommaso e, ovviamente, P. Francesco che dall’inizio ha sostenuto la missione e ha dato l’impulso per la costruzione della nuova scuola che oggi costituisce una speranza per il futuro…. Quindi P. Methos che parte per la Nigeria, seguito da P. Sekar, per impiantare anche in quella nazione la presenza dei Padri leonardini. E così gli altri Delegati, P. Lourdu e P. Manohar, fino all’attuale P. Donathius. Voglio salutarli tutti e ringraziarli a nome dell’ordine e della Chiesa. Nel gennaio scorso, il grande dono di otto nuovi sacerdoti, preludio dei 25 anni. Essi sono tutti già impegnati nel campo della missione, uno di loro nella lontana Indonesia dove il seme è già stato sparso e comincia a spuntare. Ma la Delegazione indiana, oggi, è attiva non solo in India, nei due seminari e in sette parrocchie e nel paese natale del Fondatore, ma è presente numerosa in Italia e anche in Cile con un sacerdote parroco a Quinta de Tilcoco. E sta alla ricerca di nuovi lidi, dove portare il proprio servizio e la testimonianza.

Diremo a tutti loro il nostro grazie? Sì. Ma con la consapevolezza che il grazie va allo Spirito che suscita buoni desideri, noi possiamo dire solo: siamo servitori, abbiamo fatto quello che dovevamo. E vogliamo farlo con il medesimo atteggiamento di servizio. Questo ci avvicina al Santo Fondatore, al suo servizio totale alla Chiesa, e ci identifica con Cristo Gesù, venuto per servire e non per essere servito.

4. Qui era prevista la conclusione dell’omelia. Ma ieri è giunto il rescritto della Penitenzieria Apostolica nel quale Papa Francesco ha voluto concedere all’Ordine della Madre di Dio e a tutti i fedeli animati dai medesimi sentimenti di fede speranza e carità il dono della indulgenza plenaria, da ottenere ogni qual volta, durante l’Anno Mariano, si celebrerà in onore della Vergine Madre. Mi piace così chiudere entrando una volta di più in questo tempio dedicato a Maria Assunta in cielo. A lei la custode della nostra fede, chiediamo che sia custode della fedeltà alla nostra vocazione. Non solo quella religiosa o presbiterale, anche quella familiare. Come non riconoscere che la famiglia del nostro Santo è stato il vero cenacolo dove si è temprato il suo carattere e la sua fede con la devozione alla Vergine Assunta? Come non riconoscere che la devozione all’Assunta ha conservato nel corso dei secoli questa comunità, questo borgo, unito, attivo e fiero della propria storia? Diamo gloria a Dio per i secoli di fede di questa comunità cristiana, diamo gloria per i 445 anni dell’Ordine e specialmente diamo gloria a Dio per i 25 anni di gioiosa donazione della missione indiana e chiediamo al nostro Santo di accompagnare tutta la sua famiglia, lo sguardo fisso alla realtà eterna che ci attende, e impegnata a lato di tutti i fratelli e sorelle che sulla terra attendono un gesto e una parola di incoraggiamento.

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Venerdì, 01 Novembre 2019 21:55

Professione Solenne in Nigeria, 2019

prof solen_2019nigThe profession took place in the motherhouse of the Order of the Mother of God, Nigerian Delegation, at Mgbahiri Emii Owerri North of Imo state. The occasion started with the arrival of the invitees, and the beginning of the Holy Mass at 10 am with Very Rev. Fr. Stephen Oduh OMD (delegate superior) as the principal celebrate in the company of all the priests of the delegation and a good number of invited priests and deacons that graced the occasion, and the unavoidable presence of the family members of our beloved brothers who came from far and near to join in the joyous celebration, with also the presence of seminarians from the religious house and seminarians around us. The Homilist (Rev. Fr. Isidor Peter), pinpointed on the fulcrum of religious life and highlighted the reward that awaits all who have left all to follow Christ in line with the Gospel of Mark 10:17-31. Furthermore, the brothers, like the Blessed Virgin Mary, pronounce their ‘fiat’ to total surrender which led to the full exhibition of the ritual for the profession, which made them full members of the Order. More so, the Mass ended with great joy, followed by group photographs and an immediate short reception encapsulated with entertainment display by the Host community that brought the whole occasion to remarkable close with all leaving with great happiness and in congratulations of our dear brothers and obvious growth of the Nigerian Delegation.
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Mercoledì, 09 Ottobre 2019 09:45

LA FESTA DEL SANTO NELL'ANNO MARIANO OMD

festa-di-un-santo 2S. Giovanni Leonardi
Giovanni Leonardi, Fondatore dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio e Cofondatore del Collegio Urbano di Propaganda Fide, nacque a Diecimo (Lu) nel 1541, morì a Roma il 9 ottobre 1609 e fu canonizzato il 17 aprile 1938. Dalla sua prima giovinezza fino alla piana maturità, contemporaneamente alla professione di speziale, frequentò la compagnia dei Colombini, uno dei centri laicali nei quali si coagulava la reazione cattolica al diffondersi sempre più capillare nello stato luchese delle sollecitazione cattolica luterane. Questa prima esperienza di impegno ecclesiale lo indusse ad una scelta più radicale e totalizzante, attraverso il sacerdozio, realizzata nel 1571. Tre anni dopo fondò l’Ordine della Madre di Dio. Gli inizi del suo sacerdozio sono contrassegnati dalla premura verso i fanciulli per i quali istituì la Compagnia della Dottrina Cristiana e pubblicò un manuale di catechesi. Il suo radicalismo evangelico lo pone in conflitto con il diffuso dissenso religioso. Giovanni Leonardi dovette pagare con la velata diffidenza o l’aperto contrasto, fino all’esilio, le sue scelte di ortodossia e di fedeltà al pontificato romano. Nel 1592 è Amministratore Apostolico nel Santuario della Madonna dell’Arco (Napoli). Dal 1596 al 1601 visita e riforma, per incarico di Clemente VIII , le Congregazioni benedettine di Montevergine e di Vallombrosa e poi quella dei Servi di Maria di Firenze. Infine intorno al 1607 – 1608 dà vita a quello che in seguito sarebbe divenuto il Collegio di Propaganda Fide, in realtà ufficialmente eretto da Urbano VIII, ma il cui primo progetto fu espresso dalla creatività del Leonardi. Nell’estate del 1609, nel corso di un’epidemia di tipo influenzale, colpito da una febbre violenta, all’alba del nove ottobre rendeva a Dio la sua anima. La figura del Leonardi si colloca in tutto quel moto di revisione ecclesiale più noto col nome di riforma cattolica. Egli ebbe il dono di una singolare lettura dei segni di un tempo che andava trasformandosi radicalmente. Come suo personale carisma seppe proporre le nuove tensioni e gli antichi interrogativi dell’uomo in termini di continua verifica interiore e di coerente testimonianza evangelica.

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