Si compie il XV centenario dall’apparizione dell’icona di Santa Maria in Portico: 17 luglio 524- 17 luglio 2024. L’icona custodita nel santuario parrocchiale di Campitelli a Roma, è speciale protettrice della Città. Le celebrazioni centenarie avranno inizio il 1 febbraio 2024 e si concluderanno il 1 febbraio 2025. Una speciale indulgenza giubilare è stata concessa da Papa Francesco. La perdonanza si potrà ricevere presso le chiese e oratori dell’Ordine della Madre di Dio durante le solennità e feste mariane o pregando davanti ad una immagine della Madre di Dio, alle condizioni stabilite dalla Chiesa. Di seguito pubblichiamo l’articolo di Fausta Speranza apparso su Osservatore Romano del 28 novembre 2023.
Da luogo di approdo di navi a rifugio per poveri, da antichissima zona portuale a Romanae Portus Securitatis. La vicenda secolare di una delle più centrali chiese di Roma conserva nel suo nome la ricchezza della storia, la profondità della compassione, la bellezza della devozione. Si chiama Santa Maria in Portico in Campitelli e nella radice etimologica di “portico” suggerisce sia il richiamo all’antica area di navigli nel cuore di Roma tra il Campidoglio e l’Isola Tiberina, sia il significato del fiducioso abbandono alla Vergine «porto sicuro».
Nella sua monumentalità la chiesa conserva l’icona venerata come Romanae Portus Securitatis, che è tanto piccola nelle dimensioni quanto avvolgente nella sua iconocità. È un’immagine della Vergine con Bambino attorniata da arbusti racchiusi in un portico sorretto da due colonne. Sui due lati compaiono le effigi di Pietro e Paolo. La tradizione popolare la vuole immagine acheropita, non dipinta da mani d’uomo.
È doveroso citare la primitiva diaconia di Santa Maria in Portico la cui fondazione è attribuita a Gregorio Magno (540 circa-604) o a Giovanni I (470-526). In ogni caso, al VI secolo ci riporta la tradizione che narra dell’apparizione della Vergine Maria a Galla, nobildonna romana che assisteva poveri della città e pellegrini. La zona era sede della Statio Annonae, dove si gestivano le scorte di grano. Il Princeps senatus Quinto Aurelio Memmio Simmaco, padre di Galla, era con probabilità amministratore annonario, così come lo era stato il suo antenato Simmaco Senior del V secolo.
In questa storia di amministratori irrompe una donna. Il racconto è giunto fino a noi principalmente grazie alle cronache redatte nel XVII secolo dal presbitero Ludovico Marracci dei Chierici Regolari della Madre di Dio, che studia nell’allora annesso collegio romano. Nelle sue Memorie di S. Maria in Portico si legge della historia venerande, et incorruptibilis Imaginis Gloriose Virginis Marie. Spiega che miraculose collocata fuit Ecclesia, que dicitur S. Marie in porticu. Marracci riferisce che la nobile Galla, come ogni giorno, era intenta ad allestire la mensa per dodici poveri, «esercitando quest’atto di carità per imitare l’esempio del Redentore del mondo e onorare la beatissima Vergine Madre, della quale era estremamente devota, avendola eletta per sua avvocata e Signora».
Proprio mentre serviva a tavola — si legge nella narrazione di Marracci — apparve nella dispensa del suo palazzo un improvviso bagliore, «notato dal coppiere» il quale si precipitò ad avvertire la padrona. Galla accorse immediatamente e vide quell’insolita luce senza però scorgere ciò che in essa era contenuto: la sacra immagine di Maria. Comprese che serviva il giudizio del Vicario di Cristo e corse dunque al Laterano, dove il Papa risiedeva e «con umili e pesate parole», gli espose l’accaduto e «lo pregò che si degnasse trasferirsi nella sua casa».
Marracci sottolinea che il Papa non ritenne una favola le parole di Galla e per questo, «mosso da divino istinto», dopo lunga orazione, accompagnato da vescovi e cardinali e dal resto del clero e popolo romano si recò a casa di Galla «processionalmente a piedi, portando candele accese». Entrando e vedendo la meravigliosa luce, «alzò le mani al cielo in preghiera». A questo punto, avvenne un altro prodigio. «Tutte le campane della città di Roma, e particolarmente quelle delle Basiliche lateranense e vaticana, mosse da mano angelica cominciarono a suonare, per onorare l’apparizione della Regina del Cielo». Il Papa scorse nel mezzo della luce «due spiriti celesti che sostenevano nelle mani la preziosa immagine della Madre di Dio e la calaron nelle mani del Sommo Sacerdote di Dio». Il Papa dunque «uscì presso il popolo di Dio mostrando a tutti il sacro tesoro; con quello li benedisse e li rimandò alle proprie case e nel frattempo una terribile peste che aveva colpito Roma cessò immediatamente». Tutto questo, si racconta, avvenne il 17 luglio del 524.
L’icona ha ricevuto da Alessandro VII il titolo ufficiale di «protettrice della Città nelle pubbliche e private avversità» dopo la scampata peste del 1656. Ma, secondo quanto scriveva nel 1605 san Giovanni Leonardi, già diversi Papi in precedenza avevano legato il nome all’icona. Nell’opera Narrazione della miracolosa immagine di Santa Maria in Portico, Leonardi, che è stato il fondatore dell’Ordine dei Chierici regolari della Madre di Dio nonché promotore del Collegio Missionario di Propaganda Fide, ne nomina nove, citando la nascita della Confraternita, interventi di restauro o di ampliamento della chiesa. È interessante leggere che Adriano VI (1522-1523) ricorse alla Vergine per salvare Roma dalla peste, che Paolo III (1534-1539) la invocò a protezione delle invasioni turche. E poi c’è un aneddoto che colora di simpatia le cronache: Leonardi scrive che Paolo II (1464-1471) per devozione asportò di notte l’immagine, che però ritornò miracolosamente nello stesso luogo.
L’attuale immagine della Vergine Romanae Portus Securitatis, con molta probabilità, è una riproduzione dell’antica pittura, o mosaico, che era venerata nel portico di Galla, ed è attribuibile a una scuola italo-bizantina. Non sorprende, considerando che nell’area dove c’era la vecchia chiesa si stabilirono nell’ VIII secolo greci in fuga da Costantinopoli. Anche loro alla ricerca di porti sicuri. La storia, antica come la devozione, si arricchisce e restituisce significati sempre nuovi.