Curia Generale dell'Ordine
Rev.mo Padre Generale P. Luigi Antonio Piccolo OMD
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Omelia professione Livinus
12 settembre 2020 Domenica 24 dell’anno A
1. Nel discorso della Comunità cui l’evangelista Matteo dedica tutto il capitolo 18, viene affrontato oggi il tema del perdono. Nei rapporti fraterni, Gesù ci dice quale è l’atteggiamento giusto di un fratello nei confronti di un altro fratello che lo ha offeso. E’ Pietro che suscita l’intervento di Gesù, con la sua domanda: Quante volte devo perdonare? Gesù risponde con unna affermazione paradossale che certamente sconvolge le attese dell’Apostolo. Tanto è vero che Gesù continua, allargando il discorso, offrendici motivazioni definitive.
Dentro questo discorso, infatti, c’è la motivazione meglio la rivelazione di Dio. Chi è il nostro Dio? E’ quel re tanto compassionevole. E’ quel re che Gesù ci ha rivelato con la sua parola e con la sua vita, morte e risurrezione. Ecco dove si spinge la misericordia, a sacrificare il Figlio per noi.
2 Nessuno di noi ha il coraggio di prendere questo modello, questa misura: chi sarà capoe di fare lo stesso? Cos’è allora la professione religiosa? E’ il desiderio di essere avvolti in questa misericordia, di respirare la stessa compassione, di cercare la misura di Cristo.
La vocazione alla vita religiosa è questo desiderio di avvicinarsi al mistero di Dio, di abbandonarsi come Gesù nelle braccia del Padre, di non pensare alle cose del mondo, alla ricchezza, al potere, al prestigio, al piacere, al capriccio: è amare tutte le cose e tutte le persone con lo sguardo e l’amore di Dio.
La consacrazione o professione religiosa è il desiderio di amare tutte le cose con l’amore di Dio. L’immenso amore, l’infinita compassione che io ho sperimentato, voglio gridarla a tutti e dedicare la mia vita perché venga conosciuta e vissuta.
Rev.mo P. Vincenzo Molinaro
Rettore Generale OMD
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Carissimi fratelli Vishal e Velgith,
nella imminenza della vostra Solenne Professione, voglio farvi giungere il mio saluto e il mio augurio.
L’Ordine della Madre di Dio è davvero lieto di accogliere la vostra domanda e di ammettervi tra i propri membri, affidando anche a voi l’eredità spirituale che il Santo Fondatore ha lasciato alla Chiesa. Che la vostra Professione avvenga alla vigilia della solennità dell’Assunzione di Maria costituisce una coincidenza provvidenziale. Infatti il nostro Ordine ha in Maria Assunta la sua Patrona, in questo giorno rinnova i suoi voti, e quindi ciò stringe ancora di più i legami tra l’Ordine stesso e voi che in maniera definitiva vi inserite nel gruppo.
A Maria Assunta, quindi, voglio affidare la vostra consacrazione, le vostre persone, il vostro futuro, il vostro servizio apostolico. A Maria Assunta, in questo anno mariano, sarete consacrati per la vita, secondo l’esempio di San Giovanni Leonardi. Maria Assunta, sia dunque il vostro orizzonte, la vostra aspettativa, il vostro ideale. Avvicinatevi a Lei con totale fiducia, sarà la maestra per la vostra povertà, castità e obbedienza. Avvicinatevi a Lei per il vostro servizio, seguite il suo esempio di umiltà e dedizione.
Insieme a voi voglio salutare tutti i fratelli che rinnovano i voti e in particolare coloro che rinnovano allo scadere dei tre anni. Voglio salutare le vostre famiglie e augurare a tutti la pace interiore e la buona salute.
Sappiate che vi sono vicino e che tutto l’Ordine vi è vicino.
Ricevete la mia benedizione con l’assicurazione della mia preghiera.
Roma, 12 agosto 2020 Dev. mo P. Vincenzo Molinaro
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Il 13 ottobre 2018 c’è stata la professione solenne di quattro Chierici dell’Ordine della Madre di Dio in Nigeria: r2t6qeph, Samson, Leonard e Innocent. La celebrazione è iniziata con la Santa Messa alle 10.00 di mattina nella comunità St. John Leonardi Mgbahiri in Imo State. Il delegato superiore nella persona di P. Stephen Oduh ha presieduto la celebrazione liturgica, affiancato dai nostri diaconi Rev.di Iheme Emmanuel e Manu Christogonus, in presenza del Rettore della casa padre Enyi Francis e di tutti i nostri chierici. Alla celebrazione c’erano tanti altri sacerdoti: i padri Clarettiani, i Missionari del Sacro Cuore, i Pallottini, il Vice Rettore di Seat of Wisdom Major Seminary, sacerdoti dalle diocesi di Aba, Orlu e arcidiocesi di Owerri, e una notevole presenza di persone consacrate e innumerevoli fedeli laici.
Il celebrante durante l’omelia ha spiegato che la consacrazione è un atto libero senza coercizione, e ha esortato i neo-professi a fissare sempre lo sguardo, la mente e il cuore al Cristo crocifisso come faceva il santo Fondatore, e ad amare la Beata Vergine Maria perché sia esaltata nella loro vita di tutti i giorni.
I neo-professi sono chiamati a testimoniare l’amore incondizionato di Cristo attraverso il Carisma leonardino che valorizza sempre l’evangelizzazione, la comunione e il servizio fraterno, la devozione e l’adorazione eucaristica. Attraverso i loro voti di castità, povertà e obbedienza i consacrati diventino segno e testimonianza della loro figliolanza divina.
La celebrazione si è conclusa con il ringraziamento da parte del Delegato rivolto a tutti gli intervenuti.
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Consacrazione totale dei tre Chierici Indiani
L'8 maggio 2018, tre fratelli della Delegazione indiana; chierici Jeyaprakash, Martin Innaiya e Abishek Rosario hanno fatto la loro professione solenne nell’Ordine della Madre di Dio. Il Delegato della Delegazione Indiana, padre Leo Antony Manohar Raj ha accolto i loro voti. Il Vice Delegato; padre Cyril nella sua omelia durante la solenne celebrazione Eucaristica con la presenza di molti sacerdoti del nostro Ordine, i parroci, religiosi, seminaristi, parenti e amici, ha esortato i neo-professi a rimanere sempre nell’amore di Dio e di guardare sempre la Madre di Dio per l’aiuto specialmente nei momenti difficili. Egli ha spiegato loro il significato della Professione Religiosa con le testimonianze di vita delle personalità importanti nella Chiesa e ha insistito sulla necessità di essere un religioso gioioso.
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PROFESSIONE SOLENNE IN CILE - I PRIMI COLOMBIANI
Santiago, Chile
Il giorno 22 aprile 2018, la domenica del Buon Pastore ci sono riuniti tutti i fratelli nella Chiesa di San Lazaro a Santiago per celebrare la professione solenne dei fratelli Oney Amaya e Welver Gambino. Si tratta della prima professione dei primi Colombiani nella nostra famiglia religiosa; l’Ordine della Madre di Dio, L´Eucaristia è stata presieduta dal Delegato della Delegazione Cilena-Colombiana, P. Alejandro Abarca, e concelebrata da tutti i confratelli.
Era un momento molto importante per la nostra famiglia leonardina perché ci ha risuscitato in noi quello zelo per servire ed amare e di vedere ognuno come confratello. Continuiamo a pregare per questi i nostri fratelli perché rimangano fedeli alle promesse che hanno fatto oggi, che le loro vite siano veramente un dono all’umanità per la salvezza di tutti.
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Il giorno 6 gennaio 2018, durante la Solennità dell’Epifania, hanno donato se stessi al Bambino Gesù cinque chierici della Delegazione Indiana: Stanley, Lucas, Allwin, Saju e Sagayaraj. Essi, attraverso la loro professione solenne, si sono consacrati all’amore di Dio. Il Rettore Generale, il Rev.mo P. Vincenzo Molinaro ha ricevuto i loro voti durante una celebrazione partecipata. La Delegazione indiana ha invitato tutti i fedli e i confratelli presenti a ricordare nelle loro preghiere i cinque neo-professi.
Omilia del P. Generale nell’occasione della Professione Solenne in India
Celebriamo questa eucaristia con la stessa meraviglia dei pastori che si vedono sostituiti accanto al presepe da personaggi così importanti di stirpe regale. Celebriamo con la meraviglia dei bambini che in tanta parte del mondo, in questo giorno ricevono i doni, come accade per la prima volta a Gesù Bambino nel racconto di Matteo. Pur nella semplicità della narrazione, inserisce buona parte dell’annuncio evangelico. Celebriamo questa eucaristia come sigillo di un percorso compiuto da cinque dei nostri fratelli, i quali oggi vogliono depositare davanti all’altare un dono molto speciale al Bambino Gesù. Con questo mi piace di salutare i candidati alla professione solenne nell’Ordine della Madre di Dio, mi piace salutare tutta l’assemblea, e in essa i genitori e i parenti dei candidati, il P. Delegato dell’Ordine, il suo Consiglio, i confratelli tutti, i sacerdoti concelebranti, i professi, i postulanti, aspiranti.
Mi piace leggere questa pagina meravigliosa della storia dell’Ordine alla luce del mistero grande che celebriamo. Il Verbo Incarnato, il Figlio di Dio venuto tra gli uomini che si manifesta a tutta l’umanità. E’ questo un grido di gioia, ma è anche un grido di attesa per la grande moltitudine dell’umanità ancora priva di questo annuncio mentre nel medesimo tempo si diffonde tra i credenti uno spirito di secolarizzazione che contagia molti e li allontana dalla fede, se non da quella professata da quella vissuta. Questa nostra celebrazione risponde a una situazione di necessità, non tanto personale, familiare o di Istituzione, quanto a una necessità spirituale, di base, che non si può definire se non evangelica. Tante persone, tanta popolazione hanno fame di Dio, aspettano come diceva san Francesco Saverio qualcuno che parli di Cristo e non si trovano pastori, evangelizzatori, ministri della parola e dei sacramenti
Ebbene, fratelli e sorelle, ecco qui cinque candidati che stanno per compiere un passaggio decisivo. Questo non solo aprirà loro la porta al ministero sacerdotale, prima ancora li costituirà come Gesù consacrati al Vangelo, consacrati alla chiesa, all’Ordine della Madre di Dio. La professione religiosa dei voti di castità povertà e obbedienza significa propriamente mettere la propria esistenza nelle mani del Signore. Offrirla, come un dono, come una offerta, come un sacrificio puro e senza macchia portato davanti all’altare. La preziosità di questi doni è tale che non si può paragonare al più costoso dei regali. Veramente oggi abbiamo davanti a noi l’oro, l’incenso e la mirra del Vangelo. Senza fare allusioni troppo ardite di cui non abbiamo bisogno, possiamo dire che il dono dell’oro, dell’incenso e della mirra rappresentano i voti religiosi. Infatti Gesù riceve questi doni dai Magi, ma è lui che li trasforma rendendoli preziosi. E’ lui il vero re dell’universo, il redentore dell’umanità caduta nella colpa e assetata di Dio, è lui che si fa dono con gesto regale, è lui che dall’alto della Croce, innalzato, attrae a sé ogni creatura. Il dono dell’obbedienza che possiamo leggere dentro il gesto di Gesù di consegnarsi al Padre con totale fiducia, è quella obbedienza indefettibile che oggi i nostri fratelli prometteranno davanti a tutti. Non si tratta di una ispirazione del momento, venuta all’istante della lettura del vangelo che ha fatto sorgere nei loro cuori questo desiderio e questo slancio. Quanti anni, fratelli carissimi, avete covato questo sogno dentro di voi, forse con varie tentazioni e incertezze, ma oggi state per deporre sull’altare non tanto l’atto formale di una promessa, quanto l’aspirazione profonda che portate in cuore. Vivere da re, come Gesù, non facendosi governare e guidare dalle proprie esigenze o dai propri gusti, ma solo dalla parola del Signore che si manifesta a volta a volta nella parola del vangelo e in quella della chiesa.
Nel nostro Re, che oggi veneriamo bambino insieme ai Magi, splende anche il voto della povertà. Lo stiamo contemplando nella sua nascita in una condizione di povertà che oggi fa gridare allo scandalo. Poche sono le nazioni dove una madre che sta per partorire non trova accoglienza. Se questo accade noi gridiamo allo scandalo. Gesù invece, sceglie questa povertà. Anche voi, fratelli, oggi scegliete questa povertà. Fra un anno o fra dieci anni, non gridate allo scandalo se vi mancheranno le cose necessarie. Quello che oggi promettete è proprio questo, rinunciare a tutto. Rinunciare a una casa, a una famiglia, a una professione redditizia, a una discendenza, a dei figli, al denaro, al potere…rinunciate a tutto per diventare re come Gesù Cristo che non ha dove posare il capo. A quale scopo rinunciare a tutto? Per somigliare a Gesù, per servire come lui, per pensare solo al prossimo. Una sfida, fratelli, un andare contro corrente e qualcuno dice contro natura. Voi avete riflettuto bene su tutto questo e siete giunti alla decisione, donare, donare tutto, la vita e la morte. Nulla sia tra voi e il Cristo. La mirra, questo forte unguento allontana da voi l’odore e il timore della morte e vi conservi intatti fino alla venuta di Cristo Signore. Anche il vostro corpo partecipi di questa purezza, con il dono della castità che alla fine significa solamente amare Dio e amare il prossimo più di se stessi. Questo non vuol dire fare lo straordinario, vuol dire fare come Gesù. E’ lui che ha amato più di se stesso, si è consegnato alla morte, ma il Padre ha gradito il suo gesto e lo ha liberato dai lacci della morte. Questa è la nostra fede, fratelli, quello che muove i nostri passi e nostri sentimenti, le nostre decisioni, i nostri affetti.
Anche l’incenso ha la sua parte nella messa ed è un simbolo bellissimo della consacrazione del nostro cuore prima ancora del nostro corpo.
Mi pare di lasciare indietro una cosa importante se non dedicassi una riflessione al nostro Fondatore, san Giovanni Leonardi. Voglio cominciare dalla sua giovinezza, quando studiava come farmacista e secondo l’usanza conciliava lo studio con il lavoro. Alla fine, terminato il suo percorso, era pronto a installare una farmacia nel suo paese natio, per far felice sua madre e la sua famiglia. Ma il progetto di Dio su di lui era un altro. Egli si lasciò guidare, non considerò quanto era stato sprecato negli studi farmaceutici, ma semplicemente che tutto era grazia. Avvicinare tanti ammalati, tante persone dipendenti dalla medicina, tante persone bisognose di aiuto, di una parola, di un gesto. Ecco, quello che aveva imparato non sarebbe stato buttato via, ma valorizzato nell’ambito spirituale. Dalla malattia del corpo sarebbe passato a un trattamento spirituale. Giovanni Leonardi diventa sacerdote e si innamora dell’annuncio. Dell’accompagnamento spirituale, della riforma e della missione della chiesa. Il suo desiderio espresso nelle parole della tradizione di andare alle Indie, significava la sua volontà di andare dove c’era necessità dell’annuncio, non importa il paese quanto importa il bisogno. Con questa stella come guida, l’Ordine giunge in India e con la medesima stella giungerà a ogni luogo dove si manifesterà l’esigenza dell’annuncio.
Cari Fratelli, davanti a voi un percorso impegnativo, pieno di tentazioni. A volte vi sentirete soli: vi mancherà la vostra famiglia, vi mancherà una moglie, vi mancherà la tenerezza dei figli. A volte sarete tentai dalla ricchezza. Potere comprare quello che si desidera, le cose belle. Sentirsi importanti. Più spesso ancora sarete tentati dall’orgoglio, dalle vedute personali. Come vivere l’obbedienza? Come accettare che un altro ci dica quello che dovrete fare? La stella, la guida, la luce che non vi mancherà mai e che dovrete seguire per trovare la pace del cuore, la cometa che vi porterà a Betlemme, sarà solo l’Eucaristia. Il Pane, il Corpo donato, il sangue versato, ricevuto come pane di vita dal nostro Fondatore, è quello traccia il cammino. Non c’è consacrazione, non ci sono voti, non c’è fede senza il dono di sé. E non diventiamo anche noi Eucaristia, pane donato, sangue versato. Non si capisce l’obbedienza, la povertà, la castità senza la Pasqua del Signore. Oggi è la vostra Pasqua, il sacramento della vostra vita offerta, donata, gioiosamente. Offerta, donata, gioiosamente. Senza rimpianti, senza guardarsi indietro, al contrario pronti, vigilanti per rispondere a ogni chiamata dei fratelli che hanno bisogno di voi. La Vergine Maria che consegnò il Bambino Gesù ai Magi come lo consegnò al nostro Fondatore, oggi lo consegni a voi e voi fatene dono al mondo.