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Mercoledì, 09 Ottobre 2024 21:14

Il Card. Parolin per San Giovanni Leonardi

Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Città del Vaticano, ha presieduto la solenne Celebrazione Eucaristica della festa di San Giovanni Leonardi, nel santuario parrocchiale di Santa Maria in Portico in Campitelli, luogo dove riposano le sue spoglie mortali. Hanno concelebrato con il Cardinale, S. E. Rev.ma Mons. Davide Carbonaro OMD, il Rev.mo Padre Antonio Piccolo OMD, i membri della Curia generalizia, il Rettore del Collegio Urbano di Propaganda Fide e numerosi altri sacerdoti.

In rappresentanza del Sindaco di Roma Capitale era presente l'Onorevole Giovanni Zannola, Presidente della commissione mobilità, che ha consegnato a Sua Eminenza l'omaggio floreale come atto di devozione al Santo, a nome della Città di Roma.

Presenti anche il Nobile Collegio dei Farmacisti, di cui San Giovanni Leonardi è patrono dal 2009 per volere di Benedetto XVI, e una rappresentanza delle ACLI di Roma, con la vicepresidente Faida Di Santo.

Il servizio musicale è stato eseguito dalla Cappella Musicale di Santa Maria in Campitelli, diretta dal Mº Vincenzo Di Betta.

 

Pubblichiamo di seguito il testo dell'omelia:

OMELIA S. MESSA

450° ANNIVERSARIO FONDAZIONE ORDINE DEI CHIERICI REGOLARI DELLA MADRE DI DIO (OMD)

S. Maria in Portico in Campitelli

Roma, 9 ottobre 2024

Eccellenza Reverendissima,

cari Rettore Generale e membri dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio,

sacerdoti concelebranti,

fratelli e sorelle in Cristo,

 

sono lieto di presiedere questa celebrazione eucaristica in occasione della memoria liturgica di San Giovanni Leonardi, che quest'anno coincide con il 450° anniversario della fondazione dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio e ringrazio vivamente per l'invito.

Partecipo con gioia a questo evento di grazia, tale non solo per la comunità religiosa leonardina, ma per tutta la Chiesa, che venera in San Giovanni Leonardi un "affascinante uomo di Dio", una "luminosa figura di sacerdote"come l'ha definito Papa Benedetto XVI, il quale, durante l'Anno Sacerdotale del 2009, lo ha additato come "esempio a tutti i presbiteri" (Catechesi di mercoledì 7 ottobre 2009).

Mi piace evocare alcuni momenti della sua vita per spigolare alcuni messaggi che la Divina Provvidenza ha rinchiuso in essi.

Nacque nel 1541 in provincia di Lucca e morì a Roma nel 1609, vittima della peste contratta mentre serviva alcuni suoi confratelli. In questo meraviglioso Santuario veneriamo le sue spoglie mortali.

Ultimo di sette fratelli, ebbe un'adolescenza scandita dai ritmi di fede vissuti in un nucleo familiare sano e laborioso. Divenne farmacista-speziale. Per questo è stato dichiarato dalla Chiesa "Patrono dei farmacisti". A ventisei anni, il lasciò l'attività di farmacista e intraprese gli studi ecclesiastici. Divenne sacerdote nel 1572. Tuttavia, non abbandonò la passione per la farmacopea, perché - come osserva Benedetto XVI - «sentiva che la mediazione professionale di farmacista gli avrebbe permesso di realizzare appieno la sua vocazione, quella di trasmettere agli uomini, mediante una vita santa, "la medicina di Dio", che è Gesù Cristo crocifisso e risorto, "misura di tutte le cose"» (ib.).

Il 1° settembre 1574, 450 anni fa, fondò a Lucca l'Ordine dei Chierici Regolari della Beata Vergine, dedito all'apostolato con particolare attenzione alla formazione del clero. Molti giovani nobili abbandonarono la loro posizione sociale per seguire Cristo sulle sue orme.

La sua missione personale e quella dei suoi seguaci è descritta metaforicamente dal profeta Isaia nel brano che abbiamo ascoltato nella prima lettura: «Lo spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri".

Con coraggio profetico, egli sostenne in tutti i modi la necessità di un ritorno alla genuina pratica del Vangelo in un'epoca di decadenza dei costumi e di profonde divisioni nella Chiesa. Fa parte di quel gruppo di santi che contribuirono al rinnovamento spirituale della compagine ecclesiale, voluto dal Concilio di Trento, come Carlo Borromeo, Filippo Neri, Ignazio di Loyola, Giuseppe Calasanzio, Camillo de Lellis, Luigi Gonzaga.

Osò persino proporre a Paolo V, appena eletto Papa, la riorganizzazione del tessuto ecclesiale tramite Concili provinciali e regionali convocati periodicamente per discutere delle questioni pastorali, i quali a sua volta devono confluire in Concili nazionali da celebrarsi a Roma alla presenza del Papa, il quale «procurerà d'aver cognizione di tutte le infermità che patisce la Chiesa».

Quanto a coloro che si proponevano di riformare la Chiesa, egli ritiene che essi «cerchino specialmente, e per prima cosa, la gloria di Dio e da lui, dal quale procede ogni bene, aspettino e insieme sperino l'aiuto per un compito così vantaggioso e difficile. Si presentino agli sguardi di quanti essi vogliono riformare come specchi di ogni virtù e come lucerne poste sul candelabro. Risplendano davanti a tutti quelli che si trovano nella casa di Dio per l'integrità della vita e l'eccellenza dei costumi" (Lettera al Papa Paolo V per la riforma universale della Chiesa (Archivio dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio).

Un programma che rimane sempre attuale, perché, come ci ricorda il Concilio Vaticano II, «mentre Cristo "santo, innocente, immacolato (cfr. Eb. 2,17) non conobbe il peccato (cfr. 2Cor 5,21), e venne solo allo scopo di espiare i peccati del popolo (cfr. Eb 2,17), la Chiesa, che comprende nel suo senso peccatori ed è perciò santa e insieme sempre bisognosa di purificazione, avanza continuamente per il cammino della penitenza e del rinnovamento» (LG n. 8). E questo rinnovamento della Chiesa - come precisa il Decreto sull Ecumenismo Unitatis Redintegratio, «consiste in una fedeltà più grande alla sua vocazione. La Chiesa è chiamata a questa continua riforma» (n. 6).

Ottenne tanti successi e consensi, come attestano tra l'altro le diverse mansioni affidategli dal Papa, che accolse pure il suo pressante suggerimento di fondare la Congregazione di Propaganda Fide, di cui è considerato cofondatore, e di istituire un Dicastero per i religiosi.

Ma ebbe anche tante incomprensioni e ostilità dalle Autorità civili e persino da alcuni suoi confratelli, sino al punto che fu costretto a lasciare la sua amata città di Luca e andare in esilio. Così sperimento cosa significasse «essere mandato come agnelli in mezzo ai lupi», come avvenne per i settantadue discepoli inviati da Gesù in ogni città dove egli stava per recarsi, secondo la narrazione del Vangelo che abbiamo appena ascoltato. E sull'esempio di San Paolo, che ci propone la seconda lettura, «non si preoccupò di essere giudicato da un tribunale umano».

Accettò l'incomprensione e la persecuzione con forza d'animo e umiltà, come egli confida ai confratelli: «A me non dovete cosa alcuna, perché per tutto il tempo non ho da parte mia fatto che guastare, ma se cosa di buono vi pare che vi sia stata, tutto è virtù e grazia di Dio, al quale tutto dovete. Quanto a portare la croce, ha da essere virtu di Quello che ha da scacciare da voi il timore e la paura, et un poco più levate li vostri cuori a Dio e con lui misurate le cose» (Lettera inviata ai Confratelli il 16 maggio 1592).

Leggendo il messaggio, che in occasione di questo 450° anniversario l'Arcivescovo di Lucca e il Rettore Generale dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio hanno inviato, congiuntamente, ai fedeli, sono rimasto sorpreso del lungo viaggio compiuto in questi 450 anni dalla "piccola barchetta" - secondo l'espressione usata dal Fondatore - che, «partendo dalle mura di Lucca, ha portato il messaggio di Cristo in varie parti del mondo: in Europa, in America Latina, in Africa e in Asia. I frutti sono stati abbondanti, maturi e dolci: in 450 anni di vita dell'Ordine tra i Leonardini non sono mancati vescovi, letterati, scienziati, teologi, catechisti, predicatori, missionari, archeologi, musicisti, che hanno offerto un contributo alla Chiesa e al mondo. Tanti religiosi e preti, consegnandosi a Dio e lasciando fare a lui, in una sottomissione piena di obbedienza, hanno offerto una testimonianza di come è possibile vivere il Vangelo ed essere felici».

Cari figli di San Giovanni Leonardi, la Chiesa vi ringrazia per tutto il bene che avete fatto in questi lunghi anni in essa e nella società. Continuate ad impegnarvi, come vi ha esortato San Giovanni Paolo II «per fare di ogni comunità una scuola di comunione, di fraternità e di servizio. Siano, cioè, autentico "approdo" per quanti sono in cerca di verità, di pace interiore e di amore divino» (Messaggio al Rettore Generale dei Chierici Regolari della Madre di Dio in occasione delle celebrazioni per il IV centenario dell'affidamento al Fondatore dell'Ordine, San Giovanni Leonardi, della chiesa romana di Santa Maria in Portico e dell'icona della Beata Vergine Maria Romanae Portus Securitatis, 25 luglio 2001).

Anche Papa Francesco recentemente vi ha rivolto la stessa esortazione: «La vostra vita fraterna sia opera di evangelizzazione, segno efficace del mandato di Cristo all'amore vicendevole e gratuito, via maestra per mostrare l'appartenenza a Cristo e unica via per la pace perfetta e duratura» (Messaggio al Rettore Generale dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio, in occasione dei 1500 anni di culto della venerata immagine di Santa Maria in Portico - Romanae Portus Securitatis, protettrice della Città Eterna, 29 giugno 2024).

Nel leggere la biografia di San Giovanni Leonardi, mi ha particolarmente colpito la sua devozione verso la Madonna. Il primo biografo, Padre Ippolito Marracci, annota che egli «pose la Vergine Maria tra le fondamenta della sua istituzione». Ci informa che era solito ripetere: «Fratelli io vi prego con tutto il cuore che amiate la Beata Vergine», sottolineando che questo significava imitarla nelle sue virtù più singolari ed evitare qualsiasi offesa «benché minima» (P. Ludovico Marracci, Vita del Venerabile Padre Giovanni Leonardi lucchese, Roma, 1673, p. 369).

Un altro illustre biografo, Padre Giuseppe Bonafede, narra un episodio che può essere considerato «il testamento fondazionale» dei Chierici Regolari della Madre di Dio: «Una mattina in particolare celebrando Messa offrì tutto se stesso e tutti i suoi figliuoli presenti e futuri alla Beatissima Vergine Regina degl'Angeli, dicendo che li riponeva tutti sotto le braccia, e sotto il manto suo, e dipoi tornato in sagrestia rivolto al Padre Cesare Franciotti disse a lui, et in lui a tutti gli altri con ardore di parole che non temessero punto, perché esso gl'haveva offerti, e donati tutti alla Regina degl'Angeli, la quale in ogni luogo dove fossero andati avrebbero trovata in loro protezione, et il tutto poi meravigliosamente si avverò» (G. Bonafede, Vita del Venerabile Padre Giovanni LeonardiManoscritto Archivio della Curia OMD Roma, 200v).

Tra le giaculatorie a lui care vi era quella che, richiamando le parole del Cantico dei Cantici (1 4), esprimeva il profondo desiderio di seguire Cristo, partendo dal discepolato di Maria: «Attirami a te, o Madre Santa», oppure «Trascinami dietro di te».

Anche noi le ripetiamo questa sera queste invocazioni, davanti all'immagine della venerata immagine di Santa Maria in Portico, affinché, Ella ci aiuti a realizzare la massima di San Giovanni Leonardi di avere Cristo come misura di tutto, che ieri sera il Rettore Generale ha così commentato: «La sintesi della vita cristiana è avere Gesù come punto di riferimento, come centro, vivere per lui».

Maria di Nazareth, infatti, oltre ad essere Madre di Gesù, si è messa alla scuola del Figlio e meditando le sue parole «diventava, in un certo senso, la prima discepola di suo Figlio, la prima alla quale egli sembrava dire: 'Seguimi', ancor prima di rivolgere questa chiamata agli apostoli o a chiunque altro" (San Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater, 20).

Concludendo, con le parole di Papa Francesco, auguro a tutti ma in particolare a voi cari Padri leonardini, che «guardando a Maria discepola di Cristo e Madre della Chiesa, il vostro apostolato possa essere canale di grazia e strumento per l'annuncio gioioso del Vangelo» (Messaggio del 29 giugno 2024, cit.).

Così sia per altri secoli! Amen.

Pietro card. Parolin

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Pubblicato in 2024
Il Padre Generale OMD, Antonio Piccolo, ha presieduto nella chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli, in Roma, i Primi Vespri solenni e la memoria del beato transito del Santo Padre Fondatore Giovanni Leonardi. 

"Sull'esempio dell'Apostolo Paolo, come Giovanni Leonardi - ha affermato p. Antonio - siamo chiamati a scoprire Cristo come Signore della nostra vita, del nostro cuore. Nel racconto del transito si percepisce come egli si senta già nelle mani di Dio: «Ho lasciato le cose a posto. Hanno le Costituzioni, osservino quelle e basterà»". La regola di vita, che la traduzione del Vangelo è riassunta in una massima del Santo: «Abbiate Cristo come misura di tutto». "La sintesi della vita cristiana è avere Gesù come punto di riferimento, come centro, vivere per lui" - ha affermato il Rettore. E infine, "celebrando il transito di San Giovanni Leonardi, celebriamo il raggiungimento della grazia. Il taglio del traguardo. Abbiamo la necessità di conformarci alla morte di Cristo per partecipare della sua gloria. Chiediamo a Giovanni Leonardi di intercedere affinché anche noi possiamo non distogliere lo sguardo dal traguardo, Cristo Gesù nostro Signore".

Alla celebrazione era presente un nutrito gruppo di sodali della Arciconfraternita della Trinità dei Pellegrini e dei Convalescenti, un gruppo di seminaristi del Collegio Urbano di Propaganda Fide e diversi sacerdoti del territorio parrocchiale.

Il servizio liturgico musicale è stato prestato dalla Cappella Musicale di Santa Maria in Campitelli, diretta dal Maestro Vincenzo Di Betta.

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Pubblicato in 2024

Questa mattina, nella Chiesa romana di Santa Maria in Portico in Campitelli, si è svolta una solenne Celebrazione Eucaristica in occasione della memoria del beato transito di San Giovanni Leonardi, fondatore dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio. La celebrazione è stata presieduta dal Rettore Generale dell'Ordine, Padre Antonio Piccolo, insieme ai membri della Curia Generale.

Durante l'omelia, Padre Piccolo ci ha offerto un'occasione preziosa per riflettere sul percorso della santità alla luce delle parole di San Paolo, tratte dal capitolo III della Seconda Lettera ai Corinzi. Paolo afferma che noi, come in uno specchio, riflettiamo l'immagine di Cristo e veniamo trasformati "di gloria in gloria". Questo cammino ci porta a lasciarci afferrare da Cristo, permettendo allo Spirito Santo di plasmare in noi la Sua immagine, dapprima in modo incerto e progressivamente più nitido, fino a riflettere pienamente il volto di Cristo nella nostra vita.

L'immagine dello specchio utilizzata da Paolo si riferisce alle lastre di metallo lucidato dell’epoca, che pur levigate non restituivano mai un riflesso perfetto. Questa metafora si adatta perfettamente al nostro cammino verso la santità: da soli non siamo in grado di riflettere il volto di Dio. Solo attraverso Cristo e nella docilità all'azione dello Spirito possiamo diventare sempre più trasparenti e manifestare la luce divina. Questo cammino è quello della conversione e della riforma della vita, in cui ogni credente è chiamato a far salire il Signore Gesù sulla "barca" della propria esistenza.

Accogliendo la presenza di Cristo, siamo invitati a riorientare la nostra vita verso la meta che Egli ci indica, mettendo da parte le nostre aspettative e fallimenti. In questa disponibilità, riconosciamo la nostra fragilità come "vasi di creta", ma non siamo abbandonati. Gesù ci incoraggia: "Non temere, io sono con te". È Lui che trasforma la nostra debolezza in forza e ci rende capaci di dare la vita per i nostri fratelli.

In questo contesto, la celebrazione del transito di San Giovanni Leonardi diventa un momento per meditare su questo "passaggio" spirituale. Il transito non è solo un evento fisico, ma un'esperienza di riflessione e di luce. Il cristiano è chiamato a far brillare la luce di Cristo in ogni aspetto della propria vita, permettendo che questa luce interiore si manifesti all’esterno, in ogni gesto e parola.

La santità, quindi, è un continuo "transitare", lasciando che Cristo prenda pieno possesso di noi, fino a che la nostra vita non sia un riflesso luminoso della Sua presenza. La nostra morte, vissuta nella fede, non è altro che l’ultimo passaggio, un transito dalla vita terrena a quella eterna, dove la luce di Cristo ci accoglie nella gloria.

L'omelia si è conclusa con un invito a lasciare spazio a Gesù nella nostra vita, per consentire a Lui di orientare le nostre scelte e condurci verso la pienezza della santità.

Al termine della celebrazione, Padre Piccolo ha impartito una benedizione solenne su tutti i membri dell'Ordine, sulla città di Roma e sui fedeli presenti, affinché possano continuare a vivere nella luce di Cristo, riflettendo sempre più chiaramente il suo volto nel mondo.

 

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Pubblicato in 2024

Il Vescovo leonardino di Punta Arenas (Cile), S.E. Mons. Óscar Hernán Blanco Martínez, O.M.D., in occasione del 450° anniversario di fondazione dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio, ha inviato un videomessaggio augurale al Rettore Generale e a tutti i membri della famiglia leonardina. "Annunciare Gesù Cristo ai nostri fratelli e sorelle che sono relegati nelle periferie territoriali ed esistenziali" questo l'invito del presule. La famiglia leonardina si senta chiamata, sull'esempio del Santo fondatore, ad avere Cristo come misuta di tutto, in qualsiasi mare la "piccola barchetta" si trovi a navigare.

Seguono la trascrizione e la traduzione del video messaggio. 

 

 

Hoy, 1 de septiembre de 2024, llenos de agradecimiento celebramos 450 años de la nacimiento de la Orden de la Madre de Dios. Fundata por San Juan el 1 de septiembre de 1574. Esta es una hermosa y propicia ocasión para agradecer a Dios por el don dado a Juan Leonardi, para servir a su Iglesia.

Una larga historia de vida… llena de rostros humanos, rostros de vida consagrada, de comunidades religiosas, comunidades parroquiales, pastorales, de unidades pastorales. Todas realidades en donde se ha hecho presente el carisma de San Juan Leonardi. Ha sido una historia de hombres y mujeres que se han ido uniendo a este carisma y formando la gran familia Leonardina.

Este evento es un invito a renovar nuestra fè en Jesucristo, nuestro carisma leonardino y  nuestro amor a la Iglesia, tal como lo hizo san Juan Leonardi, junto a sus primeros compañeros y tantos otros hermanos a lo largo de esta historia de 450 años.

Como toda familias, también nosotros tenemos una historia que contar, una caminar que se ha ido abriendo paso entre luces y sombras,  penas y alegría, gozos y esperanzas. Es una historia digna de ser transmitida y testimoniada con nuestra propia vida, el contrario sería archivarla dentro de un corazón cerrado, por el contrario la actitud justa  es la generosidad, la creatividad y la pasión de seguir anunciando a Jesucristo en nuestro tiempo.

Hoy queremos pedirle a nuestra Madre Santísima que nos siga inspirando, para seguir siendo personas siempre listas a anunciar Jesucristo a nuestros hermanos, especialmente a aquéllos che se encuentran relegados en las periferias territoriales y existenciales. Che el don de 450 años de experiencia de servicio sean la fehaciente de la protección de María para seguir “navegando” juntos en esta pequeña barquichuela, donde se encuentra el aroma de la  leonardinidad y la vital y única esperanza de Jesucristo muerto y resucitado.

Desde Punta Arenas, en donde también està presente el carisma leonardino, sobre todo en el anuncio de  Jesucristo como medida de todo, saludo a todos mis hermanos leonardinos, al Padre General, al P. Luigi Piccolo, sucesor de san Juan Leonardi, para nuestro tiempo y a sus Delegados Generales, a todos los sacerdotes, religiosos y laicos leonardinos, todos miembros de esta gran familia.

¡Feliz aniversario! Que Dios nos bendiga y nos ayude a seguir caminando juntos, sigamos siendo sus discípulos y misioneros al estilo de san Juan Leonardi.

¡Muchas felicidades!


Oggi, 1° settembre 2024, celebriamo con gratitudine i 450 anni della nascita dell’Ordine della Madre di Dio. Fondato da San Giovanni il 1° settembre 1574. È un’occasione bella e propizia per ringraziare Dio per il dono fatto a Giovanni Leonardi di servire la sua Chiesa.

Una lunga storia di vita… ricca di volti umani, volti di vita consacrata, di comunità religiose, comunità parrocchiali, comunità pastorali, unità pastorali. Tutte realtà in cui il carisma di San Giovanni Leonardi è stato presente. È stata una storia di uomini e donne che si sono uniti a questo carisma e hanno formato la grande famiglia leonardina.

Questo evento è un invito a rinnovare la nostra fede in Gesù Cristo, il nostro carisma leonardino e il nostro amore per la Chiesa, proprio come fece San Giovanni Leonardi, insieme ai suoi primi compagni e a tanti altri fratelli e sorelle nel corso di questi 450 anni di storia.

Come ogni famiglia, anche noi abbiamo una storia da raccontare, un cammino compiuto tra luci e ombre, dolori, gioie e speranza. È una storia che merita di essere trasmessa e testimoniata con la nostra stessa vita, il contrario sarebbe archiviarla in un cuore chiuso, invece, l’atteggiamento giusto è la generosità, la creatività e la passione di continuare ad annunciare Gesù Cristo nel nostro tempo.

Oggi vogliamo chiedere alla nostra Madre di continuare a ispirarci, di continuare a essere persone sempre pronte ad annunciare Gesù Cristo ai nostri fratelli e sorelle, soprattutto a coloro che sono relegati nelle periferie territoriali ed esistenziali. Che il dono di 450 anni di esperienza di servizio sia la prova della protezione di Maria per continuare a “navigare” insieme in questa piccola barca, dove troviamo l'aroma della Leonardinità e la speranza vitale e unica di Gesù Cristo morto e risorto.

Da Punta Arenas, dove il carisma leonardino è presente, soprattutto nell’annuncio di Gesù Cristo come misura di tutto, saluto tutti i miei fratelli, il Padre Generale, Padre Luigi Piccolo, successore di San Giovanni Leonardi per il nostro tempo e i suoi Delegati Generali, tutti i sacerdoti, i religiosi e i laici leonardini, tutti i membri di questa grande famiglia.

Buon Anniversario! Che Dio ci benedica e ci aiuti a continuare a camminare insieme, a continuare a essere suoi discepoli e missionari nello stile di San Giovanni Leonardi.

Tanti auguri!

 

Pubblicato in 2024

Quest'anno, l'importante ricorrenza dei 450 anni dalla fondazione dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio ci invita a riflettere sulla storia e sull'impatto nella Chiesa e nella società. Ideato nel 1574 da San Giovanni Leonardi, questo Ordine religioso ha saputo mantenere viva la sua missione attraverso secoli di cambiamenti sociali, culturali e politici, continuando a svolgere un ruolo cruciale nella vita spirituale e comunitaria di molti.

L'Ordine nasce in un periodo di grande fermento per la Chiesa Cattolica, segnato dalla Riforma protestante e dalla Controriforma. Padre Giovanni Leonardi, insoddisfatto dell'andamento delle Istituzioni religiose, decise di intraprendere un cammino di rinnovamento spirituale e di riforma. La sua visione era chiara: formare una comunità di chierici dediti all'educazione religiosa, all'assistenza spirituale e alla predicazione, con un forte legame alla figura della Genitrice di Dio.

L’affidamento alla Madre di Dio e la confidenza che il Leonardi vi riversava sono evocatrici non solo della materna fiducia alla quale deputava le sorti temporanee dei suoi figli, ma lo sguardo gettato sul futuro della nascente Congregazione che, non avrebbe dovuto temere perché posta sotto la protezione di “così gran Signora”. È il biografo Bonafede a consegnarci un episodio di normale quotidianità, divenuto il testamento fondazionale dei Chierici Regolari della Madre di Dio: “Una mattina in particolare celebrando Messa offerì tutto se stesso e tutti i suoi figliuoli presenti e futuri alla Beatissima Vergine Regina degl’Angeli, dicendo che li riponeva tutti sotto le braccia, e sotto il manto suo, e dopoi tornato in sagrestia rivolto al Padre Cesare Franciotti disse a lui, et in lui a tutti gli altri con ardore di parole che non temessero punto, perché esso gl’haveva offerti, e donati tutti alla Regina degl’Angeli, la quale in ogni luogo dove fossero andati haverebbero trovata in loro protettione, et il tutto poi maravigliosamente si haverò” (Bonafede, Vita 200v).

"Vi ho offerti alla Regina degli Angeli, poiché ovunque voi andrete, Ella sarà il vostro rifugio e protezione." Con queste parole, i primi biografi di San Giovanni Leonardi ci offrono una significativa istantanea della fondazione dei Chierici Regolari della Madre di Dio, avvenuta a Lucca nel piccolo Oratorio di Santa Maria della Rosa il 1 settembre 1574. Successivamente, il Padre Ippolito Marracci, anch'esso originario di Lucca e noto scrittore mariano, tra i discepoli più illustri del Santo di Diecimo, annoterà: "Pose la Vergine Maria tra le fondamenta della sua istituzione". In una lettera indirizzata ai religiosi, egli sottolinea la spiritualità mariana di Leonardi, evidenziando come la preghiera dell'Angelus fosse tra le più gradite al Santo, il quale spesso lasciava che la memoria dell'Incarnazione illuminasse la sua mente e il suo cuore. Tra le giaculatorie a lui care vi era quella che, richiamando le parole del Cantico dei Cantici (1,3), esprimeva il profondo desiderio di seguire Cristo, partendo dal discepolato di Maria: "Attirami a te, o Madre Santa".

Da queste brevi annotazioni risulta evidente che la Vergine Maria rappresentò per Padre Giovanni la sua vera dimora, il luogo in cui egli sperimentò l'indissolubile primato di Cristo nella sua vita e l'appassionato amore per la Chiesa, immacolata e ferita. Se egli amava ripetere ai suoi confratelli: "Abbiate Cristo davanti agli occhi della vostra mente e misurate con Lui le cose", è evidente che alla "scuola" della Madre di Dio dovette la sua capacità di riflettere profondamente su tali verità nel cuore (Lc 2,51). La sua esistenza si trascorse "tra le Case di Maria".

Se da un lato Leonardi scelse di porre la sua dimora in colei che, nel suo grembo immacolato, aveva accolto l'Altissimo, la sua vita non fu soltanto influenzata dalla presenza di Maria; egli, simile all'apostolo Giovanni, la considerò tra le realtà più preziose della sua esistenza (cfr. Gv 19,27). Fin dalla gioventù, nel piccolo borgo di Diecimo e nella vicina frazione di Villa Basilica, nel silenzio delle antiche pievi dedicate all'Assunta, pose Maria quale custode della sua castità, scegliendola come sua celeste Patrona e, successivamente, dell'Ordine. Da giovane sacerdote, egli comprese che le istituzioni guidate dallo Spirito erano il riflesso del "sì" incondizionato pronunciato da Maria per la salvezza dell'umanità.

La prima regola che egli tracciò per i suoi compagni fu l'obbedienza, intesa come la capacità di porre mente e cuore alla volontà di Dio, servendolo in modo radicale. Quasi a voler confermare il suo desiderio di dimorare presso la Vergine e di costruire in mezzo agli uomini una casa per Lei.

Da Maria – scrive in una lettera l’Arcivescovo di Potenza, Davide Carbonaro - la nostra famiglia religiosa apprende quella compassione evangelica che indirizza la vita comune e il servizio apostolico nella Chiesa. Il Leonardi in uno dei suoi sermoni parlò proprio di “viscere della Madre”. In questa immagine profondamente umana, ma chiaramente evangelica, appare evidente l’unione di Maria con il corpo di Cristo. Sotto la croce, nel compimento del mistero pasquale lei è un tutt’uno con il Figlio. Allo stesso modo, nella Chiesa, “con viscere di Madre” è un tutt’uno con i figli del suo Figlio”.

Il Santo Padre Francesco, nel recente messaggio del 29 giugno, ha invitato i Chierici della Madre di Dio e i fedeli a loro vicini a promuovere la pace nella costruzione di comunità riconciliate e riconcilianti: “La vostra vita fraterna sia opera di evangelizzazione, segno efficace del mandato di Cristo all’amore vicendevole e gratuito, via maestra per mostrare l’appartenenza a Cristo e unica via per la pace perfetta e duratura”.

Oggi, a 450 anni di distanza, - affermano l’Arcivescovo di Lucca, Paolo Giulietti, e il Rettore Generale O.M.D., Antonio Piccolo - ringraziamo il Signore per questa piccola barchetta che dalle mura di Lucca è giunta in diverse parti del mondo: in Europa, in America latina, in Africa e in Asia. I frutti sono stati abbondanti, maturi e dolci: in 450 anni di vita dell’Ordine tra i Leonardini non sono mancati vescovi, letterati, scienziati, teologi, catechisti, predicatori, missionari, archeologi, musicisti, che hanno offerto un contributo alla Chiesa e al mondo. Tanti religiosi e preti, consegnandosi a Dio e lasciando fare a lui, in una sottomissione piena di obbedienza, hanno offerto una testimonianza di come è possibile vivere il Vangelo ed essere felici. Ringraziamo il Signore anche per tutti i fratelli e le sorelle laici che hanno accolto con gioia la possibilità di vivere e lavorare nelle opere e istituzioni diverse e sempre nuove che l’Ordine ha compiuto, collaborando alla fatica e alla gioia di evangelizzare e partecipando di uno stesso carisma. Essi sono – ieri e oggi – come una sola famiglia con i religiosi dell’Ordine”.

Pubblicato in 2024

Pubblichiamo di seguito i collegamenti agli ariticoli di varie testate giornalistiche che hanno riportato la notizia del XV centenario di Santa Maria in Portico.

 

Articoli in PDF:

In santamariainportico.it:

 

 

Pubblicato in 2024

Mercoldì 17 luglio 2024, il Cardinale Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della C.E.I., ha celebrato la memoria romana di Santa Maria in Portico particolare protettrice della Città, nel 1500° anniversario dell’Apparizione al Papa san Giovanni I e a santa Galla. Insieme a numerosi confratelli e sacerdoti, hanno concelebrato con lui il sig. Cardinale Michael Louis Fitzgerald M.Afr., del Titolo di Santa Maria in Portico, l'Arcivescovo di Potenza - Muro Lucano - Marsico Nuovo, Mons. Davide Carbonaro O.M.D., Padre Antonio Piccolo, Rettore Generale dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio e il Vicario Generale, Padre Luigi Murra O.M.D., che dal prossimo mese di settembre assumerà l'incarico di Parroco di Campitelli.

Al termine della Celebrazione Eucaristica il segretario generale, p. Rafael Andres Pereira Barbato O.M.D. ha dato lettura della lettera che il Santo Padre Francesco ha voluto rivolgere ai fedeli di Santa Maria in Portico in Campitelli e all'Ordine della Madre di Dio in occasione di questo importante anniversario.

 

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Pubblicato in 2024
Mercoledì, 17 Luglio 2024 12:20

Padre Antonio Piccolo presiede la Supplica

Il Rettore Generale dei Chierici Regolari della Madre di Dio e Amministratore parrocchiale di Campitelli, P. Antonio Piccolo, alle ore 12:00 ha presieduto la Supplica a Santa Maria in Portico, Romanae Portus Securitatis, particolare protettrice della città di Roma nelle pubblice e private avversità.

La preghiera, in questo giorno solenne, ci ricorda che la celeste apparizione dell'immagine della Vergine Maria è segno di sicura speranza, segno che è "apparsa in Cristo la grazia di Dio apportatirice di salvezza".

Maria, Madre della Chiesa, faccia di noi un popolo santo e devoto. 

 

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Pubblicato in 2024

Durante i primi dei Vespri che inaugurano la solennità di Santa Maria in Portico nel 1500° anniversario dall’apparizione,  martedì 16 luglio si è rinnovato l’antico rito dell’ostensione dell’icona di Santa Maria in Portico. Dopo l’antica orazione che ricorda come l’immagine della Madre di Dio è stata “in questo luogo” esaltata dagli Angeli, il Rettore Generale dell'Ordinde dei Chierici Regolari della Madre di Dio, P. Antonio Piccolo ha aperto le quattrocentesche porticine che custodiscono l’icona, rendendola manifesta ai fedeli al suono festante delle campane e dell’organo. Di seguito il canto dei Vespri presieduti da S. E. Mons. Davide Carbonaro, Arcivescovo Metropolita di Potenza - Muro Lucano - Marsico Nuovo, già parroco di Santa Maria in Portico, e animati dalla Cappella musicale di Campitelli diretta dal M° Vincenzo Di Betta.
Durante la riflessione Mons. Carbonaro ha ricordato 
la gratitudine che dobbiamo alla Madre di Dio, per la predilezione che ha per la Chiesa e per questa nostra città di Roma.

La presenza di Maria ci è significata da una piccola icona, quasi una carezza calda e materna. Fra Mariano da Firenze già nel 1517 definiva questa icona ‘Pietra di Zaffiro nella quale si vede miracolosamente impressa l’immagine della Vergine e di Gesù bambino’. Da secoli il Popolo romano viene qui per scaldarsi al cuore, al focolare della Madre invocando con fede "Santa Maria in Portico, Porto della Romana Sicurezza".

Da Gerusalemme, con Maria, nel cenacolo, a Roma nella casa di Galla, ancora oggi si perpetua il dono della presenza della Madre di Dio, degli Apostoli e della carità di Cristo.

Pubblicato in 2024

"Qui è l’immagine della Madre di Dio apparsa a Galla, mentre timorosa serviva i poveri"

Questo antico verso latino scolpito su pietra fin dal XI secolo, indicava il sacello medievale, oggi scomparso, dove era custodita l’icona di Santa Maria in Portico: “Porto della Romana Sicurezza”. In poche battute, il testo raccoglie, per i pellegrini che si accostavano in devota venerazione, il cuore degli avvenimenti accaduti il 17 luglio del 524, 1500 anni fa. Quelle parole sono ancora oggi la testimonianza di una straordinaria presenza di Maria nella casa di una donna dedita al servizio dei poveri, piena del timore di Dio, che caratterizza la vita dei giusti. L’esercizio della Carità evangelica, è vocazione primordiale che stabilisce il primato della Chiesa di Roma, chiamata appunto, a “presiedere nell’Amore”. Galla in quel momento è la mano caritatevole e accogliente del Pontefice Giovanni I, che confermerà in quella primitiva dimora, la presenza luminosa della Madre di Dio. Il racconto dei fatti, è raccolto in una antica “legenda” trasmessa dalla fede devota di Roma, ma anche custodita in un’antica orazione rivolta a Dio per intercessione di Santa Maria in Portico.

Ecco il testo:

Dio onnipotente ed eterno, tu hai dato a Mosè la legge scritta  con il tuo dito sulle tavole di pietra e hai fatto innalzare il serpente di bronzo nel deserto. Concedici di onorare devotamente la santissima immagine della Madre del Figlio tuo, plasmata dalle tue mani e in questo luogo mirabilmente esaltata per mezzo dei tuoi santi angeli. Fa che guardando a lei siamo liberati dal mortale contagio dell’antico serpente e da ogni altro male.

Più volte il culto alla Madre di Dio, apparsa agli albori del VI secolo a Santa Galla e al Papa Giovanni I, fu celebrato e vissuto dalla Città, in tempi di singolari epidemie o avversità. L’orazione lo evidenzia, mettendo in relazione il male fisico e lesivo della persona umana, in rapporto al contagio “dell’antico serpente” all’origine di tutti i mali. L’orazione veniva recitata dal Papa o da un suo delegato durante il rito popolare dell’ostensione dell’icona. Quanti vi partecipavano avevano lo sguardo fisso in alto e il desiderio di intravvedere la “luce apparsa” nella casa di Santa Galla. Tutto questo fu rappresentato in modo suggestivo nell’architettura della gloria angelica dell’Altare Maggiore di Campitelli,  disegnata da Carlo Rainaldi ed eseguita dalle maestranze berniniane che lavorarono su commissione di papa Alessandro VII nella seconda metà del XVIII secolo. Il cielo squarciato e Maria che scende nella sua prodigiosa icona - “non fatta da mano d’uomo” (Acheropita) - per proteggere i suoi figli. Tutto questo è cifra del barocco, ma anche profonda rilettura della fede popolare di Roma, che affrontò coraggiosa il terribile contagio del 1656. Due “testimoni” dunque, accompagnano ancora oggi la secolare memoria di Santa Maria in Portico: uno scolpito su pietra, l’altro cantato dalla fede orante del popolo di Dio.

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