Curia Generale dell'Ordine
Rev.mo Padre Generale P. Luigi Antonio Piccolo OMD
ordine.madredidio@libero.it
Segreteria di Curia
P. Rafael Andres Pereira Barbato OMD
omdcuria@gmail.com
Indirizzo
Piazza Campitelli 9, 00186 Roma
Tel. e fax: (+39) 06.31073632
CONTATTACI
Con la relazione offerta dal P. Generale ai padri capitolari sul sessennio trascorso, si apre il confronto sul cammino finora condotto dall’Ordine della Madre di Dio. Un pacato racconto di questi sei anni nei quali P. Vincenzo fa emergere la gratitudine per il lavoro svolto insieme, quanto ricevuto dal precedente Capitolo e le “conquiste” di questi anni difficili segnati dalla pandemia.
L’icona che accompagna la riflessione del Rettore Generale che, d’ora in poi fungerà da Preside del Capitolo fino a nuove elezioni, è il racconto della Pentecoste; la “stanza alta” che vede radunati gli Apostoli insieme a Maria: “Noi confidiamo e preghiamo – ribadisce P. Vincenzo – che il Signore voglia ripetere per noi, per la famiglia di san Giovanni Leonardi, il mistero della effusione del suo Spirito per un rinnovamento profondo, interiore ed esteriore. Vogliamo mettere a disposizione dello Spirito, dal carisma che abbiamo ricevuto, la nostra esistenza. Vogliamo aprire, allargare la nostra visione e il nostro cuore fino agli estremi confini della terra. Nessuna creatura sia considerata estranea, nessuna lingua inintelligibile. Nessuno sia escluso dalla nostra comunione”.
P. Davide Carbonaro
Questa mattina alle ore 8.00 nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli a Roma si è celebrata la Santa Messa allo Spirito Santo per dare inizio ai lavori del 112° Capitolo Generale dell’Ordine della Madre di Dio. Il P. Generale - Vincenzo Molinaro - ha presieduto la S. Messa insieme a tutti i Religiosi dell’Ordine convocati per il Capito stesso a norma della Costituzioni e Regole.
Nella sua breve omelia P. Vincenzo ha dato voce alla Parola di Dio riprendendo versetti del profeta Osea e il Vangelo di Matteo, esortando i Religiosi a un vero atteggiamento di ascolto della Parola e una capacità relazionale fraterna. Il Vangelo ha ricordato che la messe è molta e gli operai sono pochi, riflessione che già durante gli esercizi spirituali è stato oggetto di commento da parte del predicatore, Don Davide.
Al termine della Messa si è snodata una processione verso l’altare dove è custodita l’urna del Santo Fondatore, accompagnata dal canto mariano del Sub tuum praesidium.
Alle ore 9.00 presso l’aula capitolare, posta nel piano della Curia generalizia, ha avuto inizio il lavoro capitolare con la nomina degli aventi diritto e il giuramento del P. Generale e di tutti i vocali al segreto di ufficio. Il primo adempimento è stato quella della nomina del Segretario del Capitolo. Successivamente sono stati eletti gli Assistenti al Capitolo, che avranno il compito insieme al P. Generale e al segretario di condurre l’andamento del Capitolo stesso.
Dopo la pausa pranzo, alle 15.00 l’Assemblea ha ancora votato per i Sindaci, due più un terzo, per esaminare i conti delle singole Comunità e Delegazioni che sono stati portati al Capitolo.
Alle 19.30 nella Chiesa i Padri hanno celebrato il Vespro. Dopo tanta attesa, gli esercizi spirituali vissuti a Montecompatri e purtroppo la presenza di qualche contagiato, è stato avviato il lavoro del 112° Capitolo dell’Ordine che ha come tema: Pronti e apostolici!
Domani mattina tutta l’attenzione sarà rivolta alla relazione del P. Generale sul sessennio appena terminato e sarà così possibile avere una visione più vicina alla realtà attuale dell’Ordine, in Cile e Colombia, India, Indonesia, Nigeria e Italia, nella speranza di poter avviare tutte quelle strategie per un miglioramento della vita religiosa dell’OMD.
La Vergine Maria e il Santo Fondatore dall’alto possano assistere e proteggere l’assise capitolare come solo loro possono fare, intercedendo presso la Trinità Santissima!
P. Domenico Aiuto
S. Messa allo Spirito Santo e convocazione preliminare
La definizione del Capitolo Generale è scritta nell’art. 140 delle nostre Costituzioni. Dice così: Il Capitolo Generale detiene la suprema autorità nel nostro Ordine a norma delle Costituzioni. Sia costituito dall’assemblea dei religiosi che legittimamente rappresentano tutto l’Istituto come segno di unità nella carità, al fine di promuoverne l’incremento e lo sviluppo.
Oggi, 5 luglio 2022 ha inizio il 112° Capitolo Generale dell’Ordine della Madre di Dio. Volendo usare un po’ di retorica, potremmo dire che questo avvenimento ha una portata storica. Infatti le sue decisioni vanno molto al di là di quanto noi possiamo prevedere. È un evento dello Spirito. Quindi potrebbe avere degli sviluppi molto più significativi di quanto noi osiamo immaginare.
Siamo 25 religiosi, provenienti dall’Italia, dal Cile, dall’India, dalla Nigeria e dalla Colombia, in rappresentanza di tutto l’Ordine e dedicheremo 15 giorni a esaminare lo stato dell’Ordine, in relazione al suo carisma: questo è infatti il suo patrimonio spirituale, la scintilla che fa scattare ogni nostra attività. Qui ovviamente, parlando di missione, la domanda è d’obbligo: cercheremo i luoghi da evangelizzare o la maniera di farlo (Cost. 144, a). Ci affidiamo allo stimolo della parola di Papa Francesco, ma ci affidiamo anche alla preghiera di tutti i nostri fedeli, i parrocchiani, i simpatizzanti, gli affiliati, le Madrine delle vocazioni. Cercheremo ogni giorno di tenervi al corrente, se volete seguire le News sul sito oppure sulla pagina facebook.
Signore Gesù, sii tu a suggerire e guidare le
decisioni dei Padri Capitolari,
aiuta tutti noi a cercare sempre la tua volontà
perché possiamo servire la tua chiesa e
mai servirci di essa.
NB. Per ragioni di sicurezza, il 112° Capitolo Generale OMD non inizierà questa mattina,02 luglio, bensì martedì 5 luglio 2022.
Roma, Santa Maria in Campitelli, 2 luglio 2022
In nomine Domini. Amen
Dopo i giorni degli esercizi spirituali, vissuti in grande armonia nella casa San Silvestro di Montecompatri, si apre oggi il nostro Capitolo Generale, il 112° della serie.
Abbiamo pregato e meditato, non solo in questa settimana, su quello che ci aspetta durante i prossimi 15 giorni. Certo ci aspetta, con profonda impazienza. Ecco allora l’incontro con Papa Francesco. Ma ci aspetta il confronto sulla missione. Tutta la chiesa si fa questa domanda. Come evangelizzare? Chi evangelizzare? La risposta sarà articolata, comprenderà anche la elezione del P. Generale, del suo Consiglio; comprenderà una verifica approfondita delle nostre strutture portanti, le Delegazioni, delle nostre comunità, ma alla fine tutti dovremo rispondere: la evangelizzazione dell’Ordine della Madre di Dio si muoverà su questi sentieri. Dove troveremo la risposta se non nelle pagine del vangelo, come abbiamo fatto durante gli esercizi spirituali? Dove troveremo l'indicazione specifica per noi OMD se non nella nostra Magna Carta, ossia le Costituzioni e Regole: se non sappiamo dove ci porterà l’evangelizzazione, sappiamo però da dove comincia. Comincia dalle nostre comunità, dalla vita fraterna che si condivide ogni giorno, dalla ricerca e dalla preghiera quotidiana, dal dialogo, dallo studio, dallo scambio umano e spirituale che ci costituisce segno. Segno di una presenza, della presenza, della dimora di Dio.
A tutti i fratelli, lontani e vicini, chiedo la preghiera e faccio gli auguri, perché sia l’evento rigenerante che aspettiamo in dono dal Padre della misericordia.
Signore Gesù, che in Maria tua madre e nostra Celeste
Patrona, ci dai il modello della docilità allo Spirito,
assisti i lavori dei Padri Capitolari e preservaci
tutti dall'ostacolare l'azione dello Spirito.
La stanza superiore
Gli apostoli vanno a fare i preprativi, per mangiare la Pasqua, ma in effetti è Gesù dietro di loro che predispone l’occorrente. L’uomo con la brocca d’acqua, il padrone di casa condiscendente, la casa grande a due piani, una sala che piace a Gesù per l’arredamento. È in questo luogo così ricercato che avviene il grande dono. Come succede sempre, avviene quello a cui non si pensa. Il gesto del dono, lo fa Gesù, nessuno lo costringe, è così imprevedibile, coglie tutti di sorpresa. Eppure è tutto fatto in casa. Ha il profuno della casa e come tale va vissuto. Deve conservare il profumo di cosa familiare, che non si trova a ogni angolo della strada.
L’Eucaristia
Questa è un po’ la celebrazione della Eucaristia, che Gesù affida agli apostoli: fate questo in memoria di me. Gli apostoli l’hanno consegnata a noi. E noi la ripetiamo ogni giorno. E non ci stanchiamo, ci piace ripetere il gesto perché sappiamo cha a ogni gesto corrisponde la sua presenza, pronto a donarsi, pronto a morire per noi. Celebrare vuol dire rivivere quella presenza di Gesù che lava i piedi, serve, perdona a Pietro, perdona i crocifissori, ma chiede a noi di ricordarlo mentre sta celebrando la Pasqua, mentre si fa riferimento agli antichi riti e lui ne propone uno nuovo. Pane e vino e servizio. Fino alla morte.
Signore Gesù, che ti sei fatto obbediente
fino alla morte di croce,
aiutaci a non chiuderci in noi stessi perchè, fedeli
al nostro carisma, possiamo donarci fino in fondo
nel tuo servizio.
Quaranta giorni vissuti nel deserto sono stati una evangelizzazione? Certo, per noi. Gesù continua a parlarci e ci dice che ha voluto assumere il lungo tempo che il popolo è rimasto nel deserto. Le tentazioni sofferte dal popolo di Israele sono quelle che vive Gesù e sono quelle che viviamo oggi. Ma il deserto è un luogo speciale, dove tutto può accadere. La condizione è quella di affidarsi allo Spirito. Come ha fatto Israele che nel deserto ha ricevuto la legge e ha ricominciato a camminare.
Come avrà fatto la comunità cristiana a recuperare le notizie riguardo a Gesù che sconfigge il tentatore? La comunità ha bisogno di un annuncio affidabile, perché tutti coloro che ripeteranno l’annuncio siano credibili. Così la comunità primitiva ha inserito nella storia di Israele la storia di Gesù di Nazaret, che non si sottrae alla tentazione, dall’inizio alla fine. Con in bocca le parole del salmo, come ultimo grido di fede.
In Gerico, Gesù incontra prima il cieco e lo guarisce, poi incontra Zaccheo e gli offre la guarigione dell’anima, liberandolo dalla solitudine e dalla cupidigia. La città è il luogo dell’incontro, del cercarsi reciprocamente. Gesù si muove verso chi ha bisogno, chi grida aiuto, chi si mostra arrampicandosi sul sicomoro.
La città è Gerusalemme sulla quale egli versa lacrime di amarezza. Infatti la percepisce nella sua contraddizione. Ispirata e mercantile, religiosa e farisea. Gesù vi entra da signore perché entra a cavallo di un puledro. Animale innocuo, che non incute timore. Intanto Gesù viene riconosciuto a motivo della sua debolezza. Ma è signore se ha bisogno? Sì, e avrà sempre bisogno di noi per continuare l’annuncio, disarmato e invincibile.
Signore Gesù, che ci hai chiamati a seguirti sulla via
della povertà, castità e obbedienza,
fa' che corrispondiamo con fedeltà e gioia
alla grazia della nostra vocazione.
La fragilità della barca, sia pure in uno specchio d’acqua come il lago di Cafarnao, si comunica facilmente a coloro che la utilizzano. Essa è parte integrante della loro vita. Dei loro successi e della loro sopravvivenza. La barca è il lavoro, la casa, la chiesa. Gesù e Pietro. Questi, un po’ spavaldo, si lascia guidare dalla parola mite ma decisa. Gettate le reti. Pietro si arrende. Che lavorio Gesù comincia a operare su di lui. Pietro si fida.
Questa fiducia viene premiata dalla pesca così abbondante da far gridare al miracolo. Non basta una barca, ce ne vuole un’altra, anche questa viene riempita. Dove, o Signore, potremo imparare questa lezione, se non con te?
San Giovanni Leonardi ha paragonato la nostra famiglia religiosa, dei primi anni, a una barchetta. In essa c’è la paura, la fragilità, il lavoro comune, c’è il Maestro. Sulla barca ci sentiamo bene, c’è vita. Sempre piccola, ma tiene il mare.
Il seme, la terra, il miracolo dell’inverno che continua a operare senza che l’agricoltore se ne accorga. Egli però sa aspettare. Tutto comincia con il gesto lento ma sciolto di Gesù, quello di radunare intorno a sè le folle desiderose di ascoltarlo. Sembra che vogliano ascoltare almeno quanto lui vuole parlare. La parola cade in ogni tipo di terreno e tutti reagiscono. Nessuno rimane indifferente.
Ascoltando dal seme che cade in vari terreni, il nostro sguardo si allarga sul mondo. Eccolo il campo di Dio, dove qualcuno ha seminato prima di noi e altri continuerà dopo di noi. Riconoscenza per coloro che ci hanno creduto prima e speranza per coloro che verranno dopo.
A tutti la parola di Gesù che li raggiunge suscita una reazione di piacere, la gioia di essere visitati, la soddisfazione di sapere che qualcuno ha fiducia in noi. E si aspetta cose belle alla mietitura.
Lo troviamo in una mangiatoia, appena nato, mentre viene riscaldato dalla presenza tradizionale del bue e dell’asino, che sono gli abitanti regolari della stalla. Poi ci sono i clandestini. Dio ci dimora. Avrà un vestitio bello? No, le fasce dei neonati, le fasce le avrà ancora dopo morto per essere sepolto provvisoriamente nel sepolcro nuovo. La mangiatoia come dimora di Dio è un luogo piacevole, si mangia…a Gesù piace mostrarsi in questo gesto così usuale e così inevitabile. Anche l’ultimo suo gesto prima di morire era stata una lauta cena, quella che non smettiamo mai di rinnovare.
E poi c’è Nazaret. Gesù sta a Nazaret 30 anni, quanto tempo sprecato in un minuscolo villaggio, potremmo dire maledetto da tutti perché zona di confine, quasi sporco per gli affari, non amato…eppure è la dimora di Dio più lunga sulla terra. Che ci sarà di importante? Cosa è importante per la nostra evangelizzazione? Certo non dobbiamo scegliere dove evangelizzare accampando ragioni di prestigio, di ricchezza. Nazaret è un’altra cosa.
La sinagoga è un altro luogo abitato da Gesù. Non sempre vi si trova bene. Ma non la sfugge. La prima volta è a Cafarnao, con quella liturgia dei segni e dell’annuncio che ti prende il cuore a sentirla. Ma non avrà successo. Mentre a noi la parola del compimento ci fa trasalire, quasi potessimo vedere un miracolo istantaneo, ai Nazaretani che lo vivevano suscita il rifiuto. Viene letta come fosse una auto celebrazione, la pubblicità di se stesso. E l’ammirazione per Gesù si trasforma in rabbia e violenza.
Quante sinagoghe, quanti luoghi calpesterà Gesù nei suoi anni di strada, inseguendo l’uomo, a cominciare dall’uomo religioso quello che frequenta i luoghi di culto. Questi luoghi diventano vivi quando la parola li illumina.
Ecco il saluto del Cardinale Fitzgerald per il 112° Capitolo Generale.
Signore Gesù, sii tu a suggerire e a guidare
le decisioni dei Padri Capitolari,
aiuta tutti noi a cercare sempre la tua volontà
perchè possiamo servire la tua Chiesa e mai servirci
di essa.
Il Capitolo Generale dell’Ordine della Madre di Dio si è aperto con gli Esercizi Spirituali. Siamo a Montecompatri, nella Casa San Silvestro, luogo ideale per ricaricarsi nell’ascolto della Parola di Dio, favoriti dal silenzio della natura e dal panorama incantevole.
Il tema è la missione. Luca ci invita a fare un percorso di riscoperta della fede che professiamo. Abbiamo creduto ai testimoni oculari, siamo diventati servitori della Parola, abbiamo una opportunità ulteriore: quella di verificare la solidità degli insegnamenti ricevuti (cfr. Lc 1,1ss e At 1, 1ss).
Don Davide Caldirola, presbitero della diocesi di Milano, ci guida in questo approfondimento che nei giorni successivi potrebbe tramutarsi in decisioni concrete per tutti.
Intanto facciamo conoscere il saluto inviatoci da Mons. Oscar Blanco OMD vescovo di Calama (Cile) e lo ringraziamo sentitamente per il suo incoraggiamento.
Signore Gesù, che hai promesso di essere presente
dove due o tre sono radunati nel tuo nome,
effondi sul nostro Ordine il tuo Santo Spirito,
perchè riscoprendo la grazia delle origini, possiamo
misurare tutto in te.