Per un’antichissima tradizione che risale agli inizi della Chiesa di Roma, i cristiani celebrano il mistero del Natale del Signore nel cuore della notte, ricordando il silenzio che tutto avvolgeva quando il Figlio di Dio si fece uomo e la luce brillò davanti ai pastori, i quali accolsero il lieto annunzio della nascita del Salvatore. Anche i cristiani, nella notte santa, celebrano, in comunione con il Santo Padre Benedetto XVI, il mistero del Natale del Signore: mistero della Luce che brilla nelle tenebre, della Parola fatta carne, del Pane disceso dal cielo; e con tutti i cristiani che nel mondo fanno memoria di questo evento della Salvezza. Prima dell’inizio della Santa Messa è stato proclamato l’annunzio della nascita del Signore, attraverso il canto dell’antico testo della ‘Kalenda’, l'annuncio del Natale che è un canto di splendida ricapitolazione dell'attesa universale del compimento dell'Avvento del Signore. Al termine della Kalenda, un diacono ha sollevato il velo che copriva la statua di Gesù Bambino, collocata davanti all’altare della Confessione.
Nell’omelia della Santa Messa della notte di Natale, papa Benedetto XVI ha detto che l’essenza del Natale è in un verbo della lettera di san Paolo apostolo a Tito, che “inizia solennemente con la parola ‘apparuit’, che ritorna poi di nuovo anche nella lettura della Messa dell’aurora: apparuit
– ‘è apparso’. E’ questa una parola programmatica con cui la Chiesa, in modo riassuntivo, vuole esprimere l’essenza del Natale. Prima, gli uomini avevano parlato e creato immagini umane di Dio in molteplici modi. Dio stesso aveva parlato in diversi modi agli uomini. Ma ora è avvenuto qualcosa di più: Egli è apparso. Si è mostrato. È uscito dalla luce inaccessibile in cui dimora. Egli stesso è venuto in mezzo a noi. Questa era per la Chiesa antica la grande gioia del Natale: Dio è apparso. Non è più soltanto un’idea, non soltanto qualcosa da intuire a partire dalle parole. Egli è ‘apparso’. Ma ora ci domandiamo: Come è apparso? Chi è Lui veramente?... Anche oggi, persone che non riescono più a riconoscere Dio nella fede si domandano se l’ultima potenza che fonda e sorregge il mondo sia veramente buona, o se il male non sia altrettanto potente ed originario quanto il bene e il bello, che in attimi luminosi incontriamo nel nostro cosmo”. Quindi la celebrazione del Natale, ha sottolineato papa Benedetto XVI, non è sentimentalismo, o festa commerciale, ma realtà oggettiva: “Proprio nella nuova esperienza della realtà dell’umanità di Gesù si rivela il grande mistero della fede. Francesco amava Gesù, il bambino, perché in questo essere bambino gli si rese chiara l’umiltà di Dio. Dio è diventato povero. Il suo Figlio è nato nella povertà della stalla. Nel bambino Gesù, Dio si è fatto dipendente, bisognoso dell’amore di persone umane, in condizione di chiedere il loro, il nostro, amore. Oggi il Natale è diventato una festa dei negozi, il cui luccichio abbagliante nasconde il mistero dell’umiltà di Dio, la quale ci invita all’umiltà e alla semplicità. Preghiamo il Signore di aiutarci ad attraversare con lo sguardo le facciate luccicanti di questo tempo fino a trovare dietro di esse il bambino nella stalla di Betlemme, per scoprire così la vera gioia e la vera luce”.
25 dicembre 2011
Benedetto XVI omelia della Notte di Natale 25 dicembre 2011Video messa di mezzanotte 25 dicembre 2011