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Giovedì, 25 Febbraio 2010 03:28

La Visita del Padre Generale in Cile

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Dal 27 ottobre il Padre Generale, accompagnato dal Vicario Generale, il P. Rosario Piazzolla, ha iniziato una visita pastorale alle comunità dell’Ordine presenti in Cile. Lo scopo fondamentale di questo nuovo viaggio che ha portato il P. Francesco Petrillo in questo paese a lui particolarmente caro per avervi trascorso ben 18 anni di apostolato, era quello di avviare anche nella Delegazione cilena il programa del 110 Capitolo Generale. Innumerevoli sono stati gli incontri con i singoli religiosi, con le comunità e l’intera Delegazione cilena alla quale ha presentato le linee programmatiche che ci vedranno impegnati tutti nei prossimi sei anni. Questa visita ha significato anche per l’Ordine in Cile una generale riorganizzazione delle sue opere e delle comunità con scelte ben precise. Con l’elezione del nuovo Delegato, il P. Alejandro Abarca e del suo consiglio, si è stabilito anche l’organo di governo di questa dinamica Delegazione alla quale il Padre Generale ha affidato il compito di rendere vivo e coinvolgente il programma capitolare. A queste attività con i religiosi il Padre Generale con il suo Vicario hanno aggiunto numerosi incontri con i Vescovi locali, il Nunzio Apostolico, gruppi, Direttori di Fondazioni, membri della pastorale di chimica e farmacia, i responsabili della pastorale giovanile e vocazionale OMD, comunità di base e singole persone. Già quasi alla fine di questa permanenza in Cile che si conclude il prossimo lunedi 22 cm, il Padre Generale ha presenziato sabato 20 novembre i solenni festeggiamenti per il 40 anniversario della Fondazione dell’Hogar dei minori a Quinta de Tilcoco, proprio nel giorno in cui si ricordava anche il settimo anniversario della morte del suo fondatore il P. Alceste Piergiovanni. La cerimonia si è realizzata nel nuovo ginnasio costruito nel recinto dell’Hogar e ha visto la partecipazione, oltre ai bambini che vi risiedono, di un gran numero di amici e di benefattori. Era presente anche una delegazione venuta dall’Italia di genitori adottivi, guidata dal signor Gianni Palombi, Presidente dell’associazione Pro ICYC . Durante l’omelia della solenne Eucarestia, il Padre Generale ha voluto sottolineare come il Padre Alceste Piergiovanni con la sua originale personalità sia riuscito a rendere concreto il comandamento dell’amore e come la sua opera, presente e più viva che mai, in questi 40 anni di esistenza, ha reso felici tanti bambini e tante famiglie che hanno adottato a Quinta. La felicià di tutti i presenti si è prolungata in una popolare agape, che si è svolta sotto le chiome dei frondosi alberi del parco che circonda questa cittadella dell’amore e della tenerezza per i bambini più abbandonati, mentre il tepore e i profumi della primavera cilena inondavano tutti di una profonda gioia.

 

Prima del rientro in Italia il Padre Generale ha partecipato anche alla solenne Eucarestia concebrata con tutti i Vescovi del Cile e alla presenza di oltre 300.000 persone che si è svolta domenica 21, solennità di Cristo Re, nel santuario nazionale della Madonna del Carmine di Maipù. È stata questa l’occasione con cui tutta la Chiesa cattolica in Cile ha voluto pregare per il Paese in occasione della conclusione delle celebrazioni per il bicentenario dell’Indipendenza e per ingraziare il Signore e la Vergine Madre pe ri favori concessi al Cile in questi duecento anni di storia repubblicana e per fare memoria delle radici cristiane che segnano fortemente l’anima di questo paese sudamericano. Con questa felice circostanza anche il Padre Generale e il suo Vicario si sono congedati dal Cile rendendo grazie al Signore e alla Vergine Madre per l’aiuto sperimentato in questa complessa e impegnativa visita pastorale.

 

Giovedì, 25 Febbraio 2010 03:31

Pellegrinaggio del Movimento Laicale Leonardino

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Respirare aria di santità. Così ha esordito, cercando la motivazione di questo pellegrinaggio del Movimento Laicale Leonardino, il Padre Generale accogliendo nel santuario abruzzese di San Gabriele dell’Addolorata i Pellegrini provenienti da tutte le comunità OMD d’Italia nella splendida giornata di domenica 17 ottobre. In effetti dalla cronaca degli orrori di cui sono piene le pagine dei giornali o dal clima politico, fatto di avvelenati dossier che vanno e che vengono, l’aria è ammorbata di miasmi insopportabili. In questi casi i polmoni richiedono urgente ossigenazione e la mente sollecita panorami più affascinanti. Certamente non si trattava solo di andare in montagna, anche se ai piedi del gran Sasso d’Abruzzo questo relax era garantito, e neppure di guardare lo splendido golfo di Vasto, per risolvere il problema di asfissia. Il bisogno era più profondo. Era urgente ritrovare spazi di umanità, di freschezza di vita incontaminata, non perché fuori dal mondo, ma proprio perché immuni dai virus del mondo, come pregava Gesù per i suoi amici: “Padre, non chiedo che tu non li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal mondo”(Gv 17,15). Cosa c’è di meglio allora che incontrare i Santi? I Santi sono il nostro “mondo migliore”, il nostro ambiente incontaminato, la vera “ecologia umana”. Con loro si respira a pieni polmoni e si assapora la freschezza di una brezzarigenerante. Nella casa di san Gabriele dell’Addolorata, ai piedi della stupenda montagna del Gran sasso d’Italia, abbiamo fatto la nostra terapia di respirazione profonda.

Siamo giunti numerosi, quasi in trecento, dalle comunità Omd d’Italia, per una prima tappa al santuario di un giovane passionista morto a soli 24 anni, ma sufficienti per riempire di soave profumo una terra che attrae ancora milioni di persone, particolarmente i giovani. Il frate passionista che ci ha guidati a conoscere la vita e le tappe di questo giovane santo, ci ha descritto la vicenda di un ragazzo nato nel seno di una famiglia aristocratica di Assisi il 1° marzo 1838, vivace, bello, aperto alla vita e con grandi progetti. Ma a 18 anni Francesco Possenti, questo era il suo nome prima di farsi religioso, volta pagina, affronta una nuova vita e cambia nome: d’ora in poi si chiamerà Gabriele dell’Addolorata, perché sia chiaro che il passato non esiste più. La scelta della vita religiosa è radicale fin dall’inizio: si butta anima e corpo, da innamorato, per sempre. Ha trovato finalmente la pace del cuore e la felicità. Muore il 27 febbraio 1862. La sua è ritenuta da tutti la morte di un santo. Tutti ricordano i suoi brevi giorni, all’apparenza comuni. Il quotidiano è stato il suo pane, la semplicità il suo eroismo. Le piccole fragili cose di ogni giorno che diventavano grandi per lo spirito con cui le compiva. Fu proclamato santo dal Papa Benedetto XV il 13 maggio 1920 e nel 1926 diventa compatrono della gioventù cattolica italiana. Con grande efficacia la guida locale che ci ha illustrato la vita di san Gabriele, ci ha ripetuto che si può essere santi senza fare grandi cose, ma compiendo unicamente il nostro dovere. In questa società dell’immagine, dell’apparenza, della vetrina televisiva, insegna che il segreto del successo non dipende da come appariamo, da come ci vestiamo, ma da come realizziamo il quotidiano. Ricorda che essere amici di Dio non è rinunciare alla nostra vita, alle nostre attese, ma realizzare in pienezza e con gioia la vita, appagare tutti i desideri. Insegna che con Dio non valgono le mezze misure, con lui non si può stare part-time, ma a tempo pieno.

Nel silenzio della cripta dove si venera il corpo di san Gabriele dell’Addolorata, tutti i pellegrini del Movimento Laicale Leonardino hanno avuto modo di chiedere a questo giovane esperto di Vangelo, l’aiuto per santificare il nostro quotidiano.E sempre per rimanere portare avanti la “terapia della santità”, il Padre Generale, P. Francecso Petrillo, ha successivamente tenuto una catechesi in una sala attigua al santuario, illustrando le ricette di spiritualità che san Giovanni Leonardi proponeva nei suoi sermoni. Grazie alla sua formazione di farmacista, il nostro santo Fondatore aveva acquisito un linguaggio che gli faceva cogliere la Parola di Dio, come un vero ricettario per una vita sana, bella, vera. Il Padre Generale, con l’aiuto di suggestive immagini, ha proposto una catechesi in cui il santo Fondatore, proprio come un buon farmacista, ha dispensato rimedi opportuni, terapie efficaci, cure dal risultato garantito. Abbiamo così conosciuto “il miele del crocifisso”, “la vera teriaca o rimedio per tutti i mali”, il “fiele della penitenza”, la “ricetta del giubileo”, “il perfetto caso clinico di Matteo il pubblicano”, la ricetta per le cataratte spirituali, etc. San Giovanni Leonardi ci ha fatto un checkout completo che senz’altro ha contribuito a raggiungere gli obietti proposti per questo pellegrinaggio: venir fuori dai mali che cicircondano, “avere vita e vita inabbondanza”, proprio come prometteva Gesù (Cf Gv 10,10). A questo punto bisognava veramente andare a prendere quel “farmaco di immortalità” che san Giovanni Leonardi indicava nell’Eucarestia. La solenne concelebrazione nella gremitissima nuova aula liturgica del santuario, ci ha fatti incontrare con “Cristo nostra medicina e farmaco di vita”. La sua parola e il suo corpo, sono stati assunti con la certezza che solo da lui possiamo essere guariti. Il Padre Generale, nella sua omelia centrata sulla parola di Dio del giorno, ha sottolineato che la preghiera, fatta insieme a quella di Gesù, il vero Mosè che con le sue mani alzate sulla croce e inchiodate nella permanente intercessione per tutti noi, è la garanzia di una vera preghiera cristiana, e che solo in comunione con Lui possiamo pregare veramente e senza interruzione. Dalla mensa eucaristica alla mensa fraterna del pranzo consumato tutti assieme nel vicino ristorante il passo è stato breve. I tempi sono slittati un poco a causa del gran numero di partecipanti che ha rallentato il servizio. Ma tutto questo non ci ha impedito, anche se con un pò più di fretta, di compiere anche l’atra tappa che ci eravamo proposti: Vasto. Questa ridente cittadina l’abbiamo riscoperta esattamente un anno fa quando le reliquie di san Giovanni Leonardi, il 13 settembre 2009, nel corso del pellegrinaggio giubilare, toccarono anche questa comunità dove per oltre 120 anni i suoi figli spirituali furono presenti e dove tuttora sono ricordati con il loro antico nome di “Padri Lucchesi”. Volevamo far conoscere questo luogo della memoria leonardina anche a molti confratelli e ai nostri laici del Movimento Leonardino e così, anche con qualche sacrificio, vista l’ora tarda e i molti chilometri da percorrere ancora, ci siamo recati alla Chiesa del Carmine, l’antica casa dell’Ordine della Madre di Dio a Vasto. Lì siamo stati accolti dal sacerdote incaricato e dalla confraternita che cura questa bellissima chiesa dove ci sono ancora i segni tipici della presenza dell’Ordine della madre di Dio. Ci è stata illustrata la storia, descritta la bellezza della Chiesa e riaccesa la nostalgia grata per il servizio pastorale e culturale che tante generazioni di figli di san Giovanni Leonardi hanno svolto in questa comunità. Al canto dell’inno giubilare di san Giovanni Leonardile cui parole iniziali, possono a ben ragione essere considerate il filo conduttore dell’intera giornata: “contempliamo lo splendore dei tuoi santi, nella Chiesa radunata su nel cielo…” ci siamo salutati con affetto, ringraziando il Signore di averci fatto respirare l’aria buona della santità e di aiutarci a ossigenare anche gli ambienti e le situazioni alle quali faremo ritorno.

 

Giovedì, 25 Febbraio 2010 03:31

Pellegrinaggio del Movimento Laicale Leonardino

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Respirare aria di santità. Così ha esordito, cercando la motivazione di questo pellegrinaggio del Movimento Laicale Leonardino, il Padre Generale accogliendo nel santuario abruzzese di San Gabriele dell’Addolorata i Pellegrini provenienti da tutte le comunità OMD d’Italia nella splendida giornata di domenica 17 ottobre. In effetti dalla cronaca degli orrori di cui sono piene le pagine dei giornali o dal clima politico, fatto di avvelenati dossier che vanno e che vengono, l’aria è ammorbata di miasmi insopportabili. In questi casi i polmoni richiedono urgente ossigenazione e la mente sollecita panorami più affascinanti. Certamente non si trattava solo di andare in montagna, anche se ai piedi del gran Sasso d’Abruzzo questo relax era garantito, e neppure di guardare lo splendido golfo di Vasto, per risolvere il problema di asfissia. Il bisogno era più profondo. Era urgente ritrovare spazi di umanità, di freschezza di vita incontaminata, non perché fuori dal mondo, ma proprio perché immuni dai virus del mondo, come pregava Gesù per i suoi amici: “Padre, non chiedo che tu non li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal mondo”(Gv 17,15). Cosa c’è di meglio allora che incontrare i Santi? I Santi sono il nostro “mondo migliore”, il nostro ambiente incontaminato, la vera “ecologia umana”. Con loro si respira a pieni polmoni e si assapora la freschezza di una brezzarigenerante. Nella casa di san Gabriele dell’Addolorata, ai piedi della stupenda montagna del Gran sasso d’Italia, abbiamo fatto la nostra terapia di respirazione profonda.

Siamo giunti numerosi, quasi in trecento, dalle comunità Omd d’Italia, per una prima tappa al santuario di un giovane passionista morto a soli 24 anni, ma sufficienti per riempire di soave profumo una terra che attrae ancora milioni di persone, particolarmente i giovani. Il frate passionista che ci ha guidati a conoscere la vita e le tappe di questo giovane santo, ci ha descritto la vicenda di un ragazzo nato nel seno di una famiglia aristocratica di Assisi il 1° marzo 1838, vivace, bello, aperto alla vita e con grandi progetti. Ma a 18 anni Francesco Possenti, questo era il suo nome prima di farsi religioso, volta pagina, affronta una nuova vita e cambia nome: d’ora in poi si chiamerà Gabriele dell’Addolorata, perché sia chiaro che il passato non esiste più. La scelta della vita religiosa è radicale fin dall’inizio: si butta anima e corpo, da innamorato, per sempre. Ha trovato finalmente la pace del cuore e la felicità. Muore il 27 febbraio 1862. La sua è ritenuta da tutti la morte di un santo. Tutti ricordano i suoi brevi giorni, all’apparenza comuni. Il quotidiano è stato il suo pane, la semplicità il suo eroismo. Le piccole fragili cose di ogni giorno che diventavano grandi per lo spirito con cui le compiva. Fu proclamato santo dal Papa Benedetto XV il 13 maggio 1920 e nel 1926 diventa compatrono della gioventù cattolica italiana. Con grande efficacia la guida locale che ci ha illustrato la vita di san Gabriele, ci ha ripetuto che si può essere santi senza fare grandi cose, ma compiendo unicamente il nostro dovere. In questa società dell’immagine, dell’apparenza, della vetrina televisiva, insegna che il segreto del successo non dipende da come appariamo, da come ci vestiamo, ma da come realizziamo il quotidiano. Ricorda che essere amici di Dio non è rinunciare alla nostra vita, alle nostre attese, ma realizzare in pienezza e con gioia la vita, appagare tutti i desideri. Insegna che con Dio non valgono le mezze misure, con lui non si può stare part-time, ma a tempo pieno.

Nel silenzio della cripta dove si venera il corpo di san Gabriele dell’Addolorata, tutti i pellegrini del Movimento Laicale Leonardino hanno avuto modo di chiedere a questo giovane esperto di Vangelo, l’aiuto per santificare il nostro quotidiano.E sempre per rimanere portare avanti la “terapia della santità”, il Padre Generale, P. Francecso Petrillo, ha successivamente tenuto una catechesi in una sala attigua al santuario, illustrando le ricette di spiritualità che san Giovanni Leonardi proponeva nei suoi sermoni. Grazie alla sua formazione di farmacista, il nostro santo Fondatore aveva acquisito un linguaggio che gli faceva cogliere la Parola di Dio, come un vero ricettario per una vita sana, bella, vera. Il Padre Generale, con l’aiuto di suggestive immagini, ha proposto una catechesi in cui il santo Fondatore, proprio come un buon farmacista, ha dispensato rimedi opportuni, terapie efficaci, cure dal risultato garantito. Abbiamo così conosciuto “il miele del crocifisso”, “la vera teriaca o rimedio per tutti i mali”, il “fiele della penitenza”, la “ricetta del giubileo”, “il perfetto caso clinico di Matteo il pubblicano”, la ricetta per le cataratte spirituali, etc. San Giovanni Leonardi ci ha fatto un checkout completo che senz’altro ha contribuito a raggiungere gli obietti proposti per questo pellegrinaggio: venir fuori dai mali che cicircondano, “avere vita e vita inabbondanza”, proprio come prometteva Gesù (Cf Gv 10,10). A questo punto bisognava veramente andare a prendere quel “farmaco di immortalità” che san Giovanni Leonardi indicava nell’Eucarestia. La solenne concelebrazione nella gremitissima nuova aula liturgica del santuario, ci ha fatti incontrare con “Cristo nostra medicina e farmaco di vita”. La sua parola e il suo corpo, sono stati assunti con la certezza che solo da lui possiamo essere guariti. Il Padre Generale, nella sua omelia centrata sulla parola di Dio del giorno, ha sottolineato che la preghiera, fatta insieme a quella di Gesù, il vero Mosè che con le sue mani alzate sulla croce e inchiodate nella permanente intercessione per tutti noi, è la garanzia di una vera preghiera cristiana, e che solo in comunione con Lui possiamo pregare veramente e senza interruzione. Dalla mensa eucaristica alla mensa fraterna del pranzo consumato tutti assieme nel vicino ristorante il passo è stato breve. I tempi sono slittati un poco a causa del gran numero di partecipanti che ha rallentato il servizio. Ma tutto questo non ci ha impedito, anche se con un pò più di fretta, di compiere anche l’atra tappa che ci eravamo proposti: Vasto. Questa ridente cittadina l’abbiamo riscoperta esattamente un anno fa quando le reliquie di san Giovanni Leonardi, il 13 settembre 2009, nel corso del pellegrinaggio giubilare, toccarono anche questa comunità dove per oltre 120 anni i suoi figli spirituali furono presenti e dove tuttora sono ricordati con il loro antico nome di “Padri Lucchesi”. Volevamo far conoscere questo luogo della memoria leonardina anche a molti confratelli e ai nostri laici del Movimento Leonardino e così, anche con qualche sacrificio, vista l’ora tarda e i molti chilometri da percorrere ancora, ci siamo recati alla Chiesa del Carmine, l’antica casa dell’Ordine della Madre di Dio a Vasto. Lì siamo stati accolti dal sacerdote incaricato e dalla confraternita che cura questa bellissima chiesa dove ci sono ancora i segni tipici della presenza dell’Ordine della madre di Dio. Ci è stata illustrata la storia, descritta la bellezza della Chiesa e riaccesa la nostalgia grata per il servizio pastorale e culturale che tante generazioni di figli di san Giovanni Leonardi hanno svolto in questa comunità. Al canto dell’inno giubilare di san Giovanni Leonardile cui parole iniziali, possono a ben ragione essere considerate il filo conduttore dell’intera giornata: “contempliamo lo splendore dei tuoi santi, nella Chiesa radunata su nel cielo…” ci siamo salutati con affetto, ringraziando il Signore di averci fatto respirare l’aria buona della santità e di aiutarci a ossigenare anche gli ambienti e le situazioni alle quali faremo ritorno.

 

Giovedì, 25 Febbraio 2010 03:28

La Visita del Padre Generale in Cile

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Dal 27 ottobre il Padre Generale, accompagnato dal Vicario Generale, il P. Rosario Piazzolla, ha iniziato una visita pastorale alle comunità dell’Ordine presenti in Cile. Lo scopo fondamentale di questo nuovo viaggio che ha portato il P. Francesco Petrillo in questo paese a lui particolarmente caro per avervi trascorso ben 18 anni di apostolato, era quello di avviare anche nella Delegazione cilena il programa del 110 Capitolo Generale. Innumerevoli sono stati gli incontri con i singoli religiosi, con le comunità e l’intera Delegazione cilena alla quale ha presentato le linee programmatiche che ci vedranno impegnati tutti nei prossimi sei anni. Questa visita ha significato anche per l’Ordine in Cile una generale riorganizzazione delle sue opere e delle comunità con scelte ben precise. Con l’elezione del nuovo Delegato, il P. Alejandro Abarca e del suo consiglio, si è stabilito anche l’organo di governo di questa dinamica Delegazione alla quale il Padre Generale ha affidato il compito di rendere vivo e coinvolgente il programma capitolare. A queste attività con i religiosi il Padre Generale con il suo Vicario hanno aggiunto numerosi incontri con i Vescovi locali, il Nunzio Apostolico, gruppi, Direttori di Fondazioni, membri della pastorale di chimica e farmacia, i responsabili della pastorale giovanile e vocazionale OMD, comunità di base e singole persone. Già quasi alla fine di questa permanenza in Cile che si conclude il prossimo lunedi 22 cm, il Padre Generale ha presenziato sabato 20 novembre i solenni festeggiamenti per il 40 anniversario della Fondazione dell’Hogar dei minori a Quinta de Tilcoco, proprio nel giorno in cui si ricordava anche il settimo anniversario della morte del suo fondatore il P. Alceste Piergiovanni. La cerimonia si è realizzata nel nuovo ginnasio costruito nel recinto dell’Hogar e ha visto la partecipazione, oltre ai bambini che vi risiedono, di un gran numero di amici e di benefattori. Era presente anche una delegazione venuta dall’Italia di genitori adottivi, guidata dal signor Gianni Palombi, Presidente dell’associazione Pro ICYC . Durante l’omelia della solenne Eucarestia, il Padre Generale ha voluto sottolineare come il Padre Alceste Piergiovanni con la sua originale personalità sia riuscito a rendere concreto il comandamento dell’amore e come la sua opera, presente e più viva che mai, in questi 40 anni di esistenza, ha reso felici tanti bambini e tante famiglie che hanno adottato a Quinta. La felicià di tutti i presenti si è prolungata in una popolare agape, che si è svolta sotto le chiome dei frondosi alberi del parco che circonda questa cittadella dell’amore e della tenerezza per i bambini più abbandonati, mentre il tepore e i profumi della primavera cilena inondavano tutti di una profonda gioia.

 

Prima del rientro in Italia il Padre Generale ha partecipato anche alla solenne Eucarestia concebrata con tutti i Vescovi del Cile e alla presenza di oltre 300.000 persone che si è svolta domenica 21, solennità di Cristo Re, nel santuario nazionale della Madonna del Carmine di Maipù. È stata questa l’occasione con cui tutta la Chiesa cattolica in Cile ha voluto pregare per il Paese in occasione della conclusione delle celebrazioni per il bicentenario dell’Indipendenza e per ingraziare il Signore e la Vergine Madre pe ri favori concessi al Cile in questi duecento anni di storia repubblicana e per fare memoria delle radici cristiane che segnano fortemente l’anima di questo paese sudamericano. Con questa felice circostanza anche il Padre Generale e il suo Vicario si sono congedati dal Cile rendendo grazie al Signore e alla Vergine Madre per l’aiuto sperimentato in questa complessa e impegnativa visita pastorale.

 

Giovedì, 25 Febbraio 2010 03:28

La Visita del Padre Generale in Cile

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Dal 27 ottobre il Padre Generale, accompagnato dal Vicario Generale, il P. Rosario Piazzolla, ha iniziato una visita pastorale alle comunità dell’Ordine presenti in Cile. Lo scopo fondamentale di questo nuovo viaggio che ha portato il P. Francesco Petrillo in questo paese a lui particolarmente caro per avervi trascorso ben 18 anni di apostolato, era quello di avviare anche nella Delegazione cilena il programa del 110 Capitolo Generale. Innumerevoli sono stati gli incontri con i singoli religiosi, con le comunità e l’intera Delegazione cilena alla quale ha presentato le linee programmatiche che ci vedranno impegnati tutti nei prossimi sei anni. Questa visita ha significato anche per l’Ordine in Cile una generale riorganizzazione delle sue opere e delle comunità con scelte ben precise. Con l’elezione del nuovo Delegato, il P. Alejandro Abarca e del suo consiglio, si è stabilito anche l’organo di governo di questa dinamica Delegazione alla quale il Padre Generale ha affidato il compito di rendere vivo e coinvolgente il programma capitolare. A queste attività con i religiosi il Padre Generale con il suo Vicario hanno aggiunto numerosi incontri con i Vescovi locali, il Nunzio Apostolico, gruppi, Direttori di Fondazioni, membri della pastorale di chimica e farmacia, i responsabili della pastorale giovanile e vocazionale OMD, comunità di base e singole persone. Già quasi alla fine di questa permanenza in Cile che si conclude il prossimo lunedi 22 cm, il Padre Generale ha presenziato sabato 20 novembre i solenni festeggiamenti per il 40 anniversario della Fondazione dell’Hogar dei minori a Quinta de Tilcoco, proprio nel giorno in cui si ricordava anche il settimo anniversario della morte del suo fondatore il P. Alceste Piergiovanni. La cerimonia si è realizzata nel nuovo ginnasio costruito nel recinto dell’Hogar e ha visto la partecipazione, oltre ai bambini che vi risiedono, di un gran numero di amici e di benefattori. Era presente anche una delegazione venuta dall’Italia di genitori adottivi, guidata dal signor Gianni Palombi, Presidente dell’associazione Pro ICYC . Durante l’omelia della solenne Eucarestia, il Padre Generale ha voluto sottolineare come il Padre Alceste Piergiovanni con la sua originale personalità sia riuscito a rendere concreto il comandamento dell’amore e come la sua opera, presente e più viva che mai, in questi 40 anni di esistenza, ha reso felici tanti bambini e tante famiglie che hanno adottato a Quinta. La felicià di tutti i presenti si è prolungata in una popolare agape, che si è svolta sotto le chiome dei frondosi alberi del parco che circonda questa cittadella dell’amore e della tenerezza per i bambini più abbandonati, mentre il tepore e i profumi della primavera cilena inondavano tutti di una profonda gioia.

 

Prima del rientro in Italia il Padre Generale ha partecipato anche alla solenne Eucarestia concebrata con tutti i Vescovi del Cile e alla presenza di oltre 300.000 persone che si è svolta domenica 21, solennità di Cristo Re, nel santuario nazionale della Madonna del Carmine di Maipù. È stata questa l’occasione con cui tutta la Chiesa cattolica in Cile ha voluto pregare per il Paese in occasione della conclusione delle celebrazioni per il bicentenario dell’Indipendenza e per ingraziare il Signore e la Vergine Madre pe ri favori concessi al Cile in questi duecento anni di storia repubblicana e per fare memoria delle radici cristiane che segnano fortemente l’anima di questo paese sudamericano. Con questa felice circostanza anche il Padre Generale e il suo Vicario si sono congedati dal Cile rendendo grazie al Signore e alla Vergine Madre per l’aiuto sperimentato in questa complessa e impegnativa visita pastorale.

 

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Sono stati presentati nella Sala Baldini a Roma giovedì 4 novembre, i lavori di recupero, catalogazione e digitalizzazione di uno dei fondi degli Archivi dei Comitati Civici conservati nella comunità di Campitelli da P. Lucio Migliaccio che fu stretto collaboratore del Prof. Luigi Gedda (1902-2000) e Assistente Nazionale dei Comitati Civici. Così, in una risposta a Don Gianni Baget Bozzo su Repubblica del 5 dicembre 1981 Gedda definiva in sintesi l’esperienza dei Comitati Civici: “Un’articolazione della coscienza cristiana e quella politica”. L’intuizione nacque dalla mente lucida e dinamica di Luigi Gedda dopo una udienza avuta con Pio XII.

L’8 febbraio del 1948 in vista delle elezioni politiche del 18 aprile che videro la vittoria della DC con oltre il 48% dei suffragi, i Comitati si stabilirono in tutto il territorio nazionale ed ebbero come finalità, ha affermato il Prof. Ernesto Preziosi dell’Università Cattolica di Milano e Storico dell’Azione Cattolica Italiana: “La formazione della coscienza civica, la formazione di una coscienza democratica, l’anticomunismo che avversava l’ateismo pratico”. Questa capillare sensibilizzazione nazionale ebbe una preparazione remota in quei movimenti spontanei che fin dal 1946 si svilupparono in molte diocesi italiane “una sorta di aratura civile del paese”. Si trattò di una nuova partecipazione dei cattolici alla vita politica italiana coinvolgendo le giovani generazioni in questo impegno. Il recupero della memoria del fondo archivistico conservato a Campitelli, come anche la sistematizzazione del complesso patrimonio degli “Archivi Gedda”, offre uno “scorcio visivo sull’intero movimento cattolico italiano ed un apporto consistente che apre ad una nuova stagione storiografica” ha proseguito Preziosi. Non si tratta di integrismo cattolico, né di cambiamento ideologico, ma di autentico impegno politico del cristiano. Lo stesso uso delle immagini nei manifesti pubblicitari che costituiscono una cospicuo corpo dell’Archivio “è una propaganda evocativa e non descrittiva come accadeva in quella social-comunista”. Si trattava, inoltre, “di un impianto fortemente motivante” anche se, occorre ricordare che, l’Azione Cattolica e la Chiesa non potevano agire direttamente in politica perché impediti da una norma concordataria. In questa prospettiva, l’opera dei Comitati Civici, fu per certi versi, “un canale inibito” per altri “un percorso di mediazione prepartitica”.

Nei loro saluti il P. Vittorio Pascucci a nome del Padre Generale ha ricordato che quello dei Comitati Civici: “fu uno sforzo formidabile di cultura politica”, mentre il Presidente dell’Istituto di Studi Politici “San Pio V” Prof. Antonio Iodice, che ha concorso al riordino del Fondo del Comitato Civico di Campitelli sotto la cura del Dott. Marco Tabacco, ha riferito che si tratta di una occasione da cogliere nell’ambito delle celebrazioni dei centocinquanta anni dell’Unità d’Italia: “Per rinnovare la memoria storica ed evitare rimozioni e riletture di comodo. Tale lavoro potrà illuminare la conoscenza di un passato glorioso”. Inoltre, “la depurazione della memoria - ha concluso Iodice - potrà far bene alla coscienza collettiva”. In effetti, la Chiesa italiana: “Da Loreto, Reggio Calabria, Verona, fino al recente progetto educativo per il prossimo decennio, vuole riproporre un messaggio ad una società che rischia di smarrirsi”. Ben venga dunque, la fruizione di una delle pagine importanti della nostra storia italiana.

 

Mercoledì, 22 Gennaio 2014 19:17

Centro Studi OMD



Il Centro Studi OMD è istituito nel gennaio 2003, ma già operativo nella Commissione Culturale OMD fin dal 1998. Il Centro ha come scopo di indagare sulle origini, le fonti e la spiritualità dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio fondato nel 1574 da San Giovanni Leonardi (1541-1609).

Come indole propria il Centro Studi OMD, prende l’ispirazione dalla nostra tradizione culturale, dalle Costituzioni e dalle disposizioni capitolari del 1998 che nel n° 19 del Documento finale auspicava un’ampia base culturale del cammino di Formazione permanente intrapreso dall’Ordine. Il 4 luglio 2005 è riconosciuto dalla CEI ed inserito nell’elenco dei centri culturali cattolici nell’ambito del Servizio Nazionale per il progetto culturale (Prot. n. 61/05/SPC).

Tra gli strumenti il Centro si avvale delle competenze di chierici e laici che vivono la spiritualità dell’Ordine. L’intento è la produzione e la maggiore conoscenza di materiale, attraverso la trascrizione delle fonti primarie, la critica dei testi, le traduzioni in altre lingue delle principali opere, le riflessioni interpretative. Accanto a queste opere di studio, saranno disponibili nel tempo “luoghi” di dialogo e di confronto culturale come Convegni di studio, pubblicazione di Atti, aggiornamento dei cataloghi, sistemazione degli Archivi e Biblioteche storiche dell’Ordine e del patrimonio storico-artistico che da più di quattro secoli ne costituisce l’ossatura spirituale e culturale.


EVENTI

ANNO DELLE COSTITUZIONI OMD
1 settembre 2012 - 9 ottobre 2013

IV CENTENARIO DELLA MORTE DI P. LUDOVICO MARRACCI
15-16 novembre 2012 

Lunedì, 10 Marzo 2014 12:58

Cile: Professione temporanea

tre-noviziSabato 8  marzo tre novizi, due colombiani (Welver e Oney) e uno cileno (Alexis), hanno emesso i primi voti (con la professione temporanea) nell’Ordine. L’Eucaristia, è stata celebrata  nella capella della casa di formazione (Regina Apostolorum), Rettore Generale P. Francesco Petrillo, chi ha ricordato ai novelli religiosi “che poter vivere i consigli evangelici oggi è un dono del Signore e anche segno per ogni realtà, in più in questo tempo che Dio ci offre la Chiesa, perche possiamo riconoscere quelle risposte che Gesù fa nelle tentazione nel deserto. Non ricchezze, non potere e non possedere; ma autentica povertà, generosa castità e disponibile e volontaria obbedienza”. Inoltre, ha sottolineato che questo momento comporta anche un evento storico per l´Ordine, perché la prima volta che due colombiani fanno professione nell’ Ordine e questo segna l´inizio della missione che tra alcune settimane si inaugurerà in Bogotá. 

9 marzo 2014
siria1Una veglia di preghiera per la pace in Siria sarà animata domenica 9 febbraio 2014 ore 19,30 nel santuario parrocchiale di Santa Maria in Portico in Campitelli sullo stile ecumenico di Taizé. L’incontro è in collaborazione con il Centro per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese, l’Ufficio per la Pastorale delle Migrazioni della Diocesi di Roma, insieme alla “Finestra per il Medio Oriente” e la Comunità melchita di Santa Maria in Cosmedin. La Veglia sarà presieduta dal Vescovo Matteo Zuppi ausiliare di Roma per il settore centro ed incaricato per la Cooperazione missionaria tra le Chiese. Saranno presenti i fratelli delle comunità mediorientali di Roma. 

27 Gennaio 2014
CantoriaLunedì 11 novembre 2013, alle 20:45, presso la Basilica dei Santi XII Apostoli, Piazza Santi Apostoli, 51 in Roma,  nell'ambito della III edizione del Festival di Musica Rinascimentale e Barocca, La Cantoria, in collaborazione con il Centro studi OMD dell’Ordine dei Chierici regolari della Madre di Dio e l’Ordine dei Frati Minori Conventuali e Casa Kolbe, presenta: Musica Sacra nella Sicilia del Seicento. Nell'occasione sarà eseguita una partitura sacra inedita di  Fra Bonaventura Rubino OFMConv ( 1600- 1668): la Messa di morti a 5 Concertata dall’ Opera Quarta, edita in  Palermo, Giuseppe Bisignani 1653. Gli interpreti saranno Cappella Musicale Santa Maria in Campitelli, Ensemble La Cantoria e lo Studio di Musica Antica Antonio Il Verso di Palermo, direttore il M° Vincenzo Di Betta. L’opera Inedita è una prima esecuzione moderna del patrimonio culturale seicentesco siciliano. Bonaventura Rubino nasce a Montecchio, frazione di Darfo Boario Terme, in Lombardia, ricoprì la carica di Maestro di Cappella presso la Cattedrale di Palermo, soggiornando nel capoluogo siciliano, dcumentatemente, dal 1643 ql 1665, anno a partire dal quale non si rinvengono notizie di attività musicale, pur non potendo escludere che la permanenza in Sicilia si sia protratta ulteriormente. Fu figura di primo piano della vita musicale palermitana nei decenni centrali del XVII secolo, insieme con  Giovan Battista Fasolo e i palermitani Vincenzo Amato e Bonaventura Aliotti. Il catalogo di composizioni sacre di questi autori si incentrava intorno alla musica devota in onore della Santa patrona , Rosalia, eseguita durante gli imponenti festeggiamenti, di 'u fistinu, del 14 luglio, favoriti dalla qualità del clima, e ravvivati da una accesa devozione alla Santa. Di Bonaventura Rubino è un dialogo sacro, la cui musica non è arrivata a noi, composto nel 1652 in onore della patrona palermitana: La Rosalia guerriera. Il catalogo delle opere di Rubino consiste in Sette raccolte di musica sacra scritte tra il 1645 e il 1658, tutte composte e stampate a Palermo. Vi si annoverano  i Salmi che compongono il Vespro per lo Stellario della Beata Vergine, del 1644, recuperato e ricostruito partendo da diverse fonti manoscritte, custodite a Malta e a Bologna oltre che a Palermo e riproposto nel 1990.

17 ottobre 2013

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