Curia Generale dell'Ordine
Rev.mo Padre Generale P. Luigi Antonio Piccolo OMD
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Segreteria di Curia
P. Rafael Andres Pereira Barbato OMD
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Il contenuto del messaggio angelico è un vero e proprio «evangelo», una lieta notizia. La Parola che irrompe nel silenzio e accende la gioia, rivela la straordinaria benevolenza che Dio ha verso Maria. Le icone d’oriente e di occidente ripropongono la scena evangelica fondamentale: l’Angelo entra nella casa di Maria la quale è intenta nell’ascolto della Parola, libro aperto delle Scritture su di un leggio. Un cartiglio tra l’Angelo e Maria propone le parole del saluto. Si tratta di una sintesi meravigliosa fatta di parola-immagine che esprime con l’arte il dimorare visibile del Verbo. D’altro canto Maria è spesso rappresentata nella quotidianità del lavoro domestico. Intenta alla filatura, come la donna saggia descritta dalla tradizione sapienziale d’Israele (Pr 31,19). La Vergine di Nazareth, in definitiva, è colei che tesse il nuovo dialogo con Dio e concepisce la Parola. Con un saluto Dio «entra», (non appare) nella vita di Maria e nella nostra. Un saluto carico di parole antiche (Lv 23,20; Gdc 6,12; Is 29,19; Gl 2,21; Sof 3,14; Zc 2,14; 9,9) ma nuove, perché Dio che parla fa nuova ogni cosa. La gioia e la presenza del Signore sono i termini del saluto ed annunziano in modo inconfondibile l’avvento del Messia. Lo sposo incontra la sua sposa è gioisce nel vederla (Is 62,5), la chiama con un nome nuovo non classificabile fra le dinastie umane. Ella «è pura grazia», oggetto della benevolenza dell’Altissimo. Ora, la gratuità e la generosità di Dio si sono realizzate in Cristo (Lc 2,52) che Maria preannuncia e riceve. La singolare presenza di Dio: «il Signore è con te», investe Maria di una missione per la quale è segno di salvezza per il suo popolo «figlia di Sion». E non solo, per la novità inaugurata, Maria è il «segno» atteso che compie l’amore gratuito di Dio per tutti i popoli ed è primizia della umanità nuova. Le parole dell’Angelo preparano la grande rivelazione: «non temere». Non si tratta di avere paura di Dio, ma di accogliere la piccolezza e il limite di fronte alla grandezza dell’Onnipotente. La Bibbia riporta questa espressione ogni qualvolta la presenza del Signore fa’ breccia in mezzo agli uomini ( Gen 15,1; Gdc 6,23; Is 41,13; Ger 30,10; Dn 10,12; Sof 3,16; Zc 9,9; Mt 1,20; Mc 6,50; Lc 1,13; 5,10; Gv 12,15; Ap 1,17). La grande rivelazione è il cuore dell’evangelo a Maria. Gli eventi del «concepire», «partorire» e «chiamare per nome», legano insieme funzioni materne e paterne che Maria compie, perché «ha trovato grazia presso Dio»: (Gen 6,8; Es 33,16; Pro 12,2). L’ inaccessibile, l’ innominabile, si assoggetta alle leggi della natura umana e si lascia chiamare per nome (Gesù: «Dio salva»); ecco perché la grandezza del nascituro e le qualifiche che riceve dall’Angelo, richiamano le relazione salvifiche e le promesse che Dio ha stabilito con il suo popolo. Quelle parole accendono la memoria di Maria che comprende di essere scelta quale madre del Messia atteso, compimento delle antiche profezie (2 Sam 7,14). Il riferimento al trono di Davide il re-pastore, permette di chiarire il timore e la grandezza che albergano nel cuore di Maria. Altezza (Lc 1,35) e piccolezza (Lc 1,48) s’incontrano, Dio si fa uomo e l’uomo diventa Dio.
Il cuore dell’uomo: una zolla arida dissetata dalla Parola, irrigata dalla grazia che proviene dall’alto, coronata dall’abbondanza dei frutti. Chi è il discepolo? Colui che è capace di dare la vita. Come la zolla di terreno che si apre, accoglie e genera in sé la vita. Ma senza il seminatore che esce a seminare, la zolla rimane zolla e il seme rimane tale e non può porta frutto. Grazie Signore, perché ancora oggi esci per seminare la tua parola, annunzio di frutti maturi e di buon pane che sfama la nostra povertà. Di chi racconta la parabola? Non è certo di un contadino inesperto, che sparge il seme per caso. Il vangelo odierno racconta di una fiducia che è posta nel piccolo seme, germoglio di vita e nella libertà del terreno preparato per accogliere. Quante volte l’indisposizione del discepolo, ha fermato il miracolo di Dio. L’ostinazione del cuore umano non ha permesso che l’altro cresca e porti frutto. Signore, riconosciamo nella tua tenacia a voler seminare anche dove non c’è possibilità, l’inesauribile fedeltà del tuo amore per noi. Riconosciamo che la forza non è in noi, ma nella semente che proviene da te, dalla tua mano sicura. Il contadino è ricordato solo all’inizio della parabola, la sua iniziativa da origine al racconto, poi scompare e al centro della scena sono i quattro tipi di terreno dove cade il seme: la strada, il terreno sassoso, le spine, la terra buona. Con probabilità il racconto parabolico allude all’opera evangelizzatrice della Chiesa, la quale com’è accaduto a Gesù, non si scoraggia nel raccogliere disinteresse, rifiuto e oppressione. Al triplice infruttuoso tentativo, corrisponde il triplice sovrabbondante rendimento. L’opera di Gesù porta frutto ieri e oggi dove il terreno è favorevole e dove orecchi, occhi e cuore sono disposti ad accogliere il dono della Parola. Che tipo di terreno siamo? La Parola ascoltata è soffocata dagli affanni e dalle contraddizioni della vita? La nostra testimonianza si ripiega su di noi o lascia spazio alla potenza di Dio che opera in chi lo accoglie? Perché le illusioni del mondo e l’ignoranza della Scrittura non scuotono il torpore e l’indifferenza umana? Gesù parla in parabole perché la logica del Regno è difficile da accettare. E’ una questione di fiducia e di risposta fedele a chi c’interpella. La terra, il seme, il frutto, ci fanno solidali con la creazione che geme e soffre. L’uomo e il creato gemono e attendono, per la novità che proviene da Dio. La Bibbia e la creazione sono i due libri scritti da Dio, ecco perché spesso troviamo nelle Scritture riferimenti alla natura e agli elementi naturali, vie privilegiate che accolgono l’uomo nella nuova creazione inaugurata con la resurrezione di Gesù.
Il 19 Maggio 2012 alle ore 19:30, il Rev.mo.Padre Generale accompagnato dal diacono ed altri ministeri ha conferito il ministero del lettorato a Augustine Agowuike e Francis Enyi nella Parochia di Santa Maria in Portico con la partecipazione dei fedeli durante la celebrazione solenne dei primi vespri dell’ascensione del Signore. Il giorno successivo, il 20 Maggio, i due Lettori istituiti hanno esercitato ufficialmente l’ufficio del lettore con la proclamazione della parola di Dio nella assemblea liturgica durante la messa dell’Ascensione del Signore.
23 maggio 2012
Qualcuno ha scritto che il Dio della Bibbia è un Dio “antropopatico”, ossia un Dio che prova pathos verso il suo popolo. Nel percorso dedicato alla conversione, la comunità del Sacro Cuore di Gesù di Gallipoli, commossa, si è lasciata avvolgere dalla “passione dell’amore, sofferente e misericordioso”, del Cristo partecipando all’adorazione della santa croce nella notte del venerdì santo con l’inaugurazione di una nuova immagine del crocifisso. Esposta alla venerazione dei fedeli, certamente susciterà emozione, tenerezza e sentimenti di rinnovamento.
20 maggio 2012
Sabato 12 e domenica 13 maggio l’immagine della Madonna di Guadalupe venerata da oltre due secoli nella Basilica di San Nicola in Carcere a Roma è stata traslata per una breve sosta nella Chiesa parrocchiale di Santa Maria in Portico in Campitelli. Alla presenza di S. Ecc.za Mons. Gianfranco Girotti reggente della Penitenzieria apostolica. In serata la Comunità di Campitelli ha celebrato le lodi di Maria con il canto dell’inno Akathistos. La solenne Eucaristia celebrata dal Rev.mo P. Generale domenica 13 maggio ha preceduto la processione di ritorno nella Basilica di San Nicola in Carcere dove , L’immagine della Madonna di Guadalupe, copia di quella originaria di Messico, venerata da oltre due secoli, fu dipinta in Messico agli inizi del XVIII secolo. Venerata dai Padri della Compagnia di Gesù, durante le repressioni messicane per evitare che fosse bruciata da mano sacrilega i Gesuiti di nascosto la condussero a Roma e per un certo tempo fu venerata nella Chiesa di Santa Maria in Vinea probabilmente nel quartiere Trevi. Nel 1776 fu traslata nella Basilica di San Nicola in Carcere dove ancora oggi è molto venerata dai numerosi Messicani e Latino americani presenti nell’Urbe. Nell’ultimo decennio del 1800 Papa Leone XIII indisse un sinodo per il Messico e i Vescovi presenti a Roma per quella occasione si radunarono davanti all’icona mariana. I Vescovi promisero che avrebbero offerto alla Vergine una corona d’oro. L’incoronazione venne compiuta nei primi del novecento. Nel 1796 l’immagina di santa Maria di Guadalupe di San Nicola mosse gli occhi per diciassette giorni consecutivi dal 15 al 31 luglio.
17 luglio 2012
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Omelia P. Generale Guadalupe 13-05-12
Si conclude quest’anno il percorso della Formazione Permanente OMD. Gli incontri si svolgeranno a Lariano (RM) rispettivamente nei giorni 15-16 e 22-23 maggio animati dall’equipe formativa di P. Giovanni Salonia. Un tempo di verifica nel quale ripensare i criteri interni ed esterni della vita relazionale. Se da una parte i conflitti hanno la loro necessità fisiologica dall’altra la riconciliazione nella sua gradualità e gratitudine rispetta tempi, spazi, storie, relazioni, vissuti, che accadono in sé e nell’altro.
Con una lettera rivolta ai confratelli dell’Ordine il Vicario ha annunciato che il P. Generale dopo, il periodo di convalescenza a causa del suo malore, ha ripreso le facoltà di Governo a norma delle Costituzioni. Nella missiva si fa anche riferimento agli ultimi eventi della vita dell’Ordine.
27 gennaio 2012
La festa del 1° settembre, giorno di ringraziamento per la fondazione dell’Ordine avvenuta a Lucca nel 1574 è stata celebrata in tutte le Comunità dell’Ordine, ma particolarmente nella Comunità formativa Oothuppatty di Madurai dove i novelli sacerdoti ordinati lo scorso agosto si sono ritrovati per rendere grazie al Signore e alla Madre di Dio. La vigilia del 31 la solenne Eucaristia è stata presieduta da P. Sekar mentre P. Cruz ha pronunziato l’omelia erano presenti il P. Delegato e diversi sacerdoti amici. Nel suo ringaziamento il Rettore, P. Beno Vaz, ha ricordato con gioia la presenza dei noveli sacerdoti che la Comunità di Madurai ha accompagnato nei tempi della prima formazione, ed ha invitato i farmandi a sognare il giorno in cui anch’essi potranno celebrare con gioia l’Eucaristia.
Dal 27 ottobre il Padre Generale, accompagnato dal Vicario Generale, il P. Rosario Piazzolla, ha iniziato una visita pastorale alle comunità dell’Ordine presenti in Cile. Lo scopo fondamentale di questo nuovo viaggio che ha portato il P. Francesco Petrillo in questo paese a lui particolarmente caro per avervi trascorso ben 18 anni di apostolato, era quello di avviare anche nella Delegazione cilena il programa del 110 Capitolo Generale. Innumerevoli sono stati gli incontri con i singoli religiosi, con le comunità e l’intera Delegazione cilena alla quale ha presentato le linee programmatiche che ci vedranno impegnati tutti nei prossimi sei anni. Questa visita ha significato anche per l’Ordine in Cile una generale riorganizzazione delle sue opere e delle comunità con scelte ben precise. Con l’elezione del nuovo Delegato, il P. Alejandro Abarca e del suo consiglio, si è stabilito anche l’organo di governo di questa dinamica Delegazione alla quale il Padre Generale ha affidato il compito di rendere vivo e coinvolgente il programma capitolare. A queste attività con i religiosi il Padre Generale con il suo Vicario hanno aggiunto numerosi incontri con i Vescovi locali, il Nunzio Apostolico, gruppi, Direttori di Fondazioni, membri della pastorale di chimica e farmacia, i responsabili della pastorale giovanile e vocazionale OMD, comunità di base e singole persone. Già quasi alla fine di questa permanenza in Cile che si conclude il prossimo lunedi 22 cm, il Padre Generale ha presenziato sabato 20 novembre i solenni festeggiamenti per il 40 anniversario della Fondazione dell’Hogar dei minori a Quinta de Tilcoco, proprio nel giorno in cui si ricordava anche il settimo anniversario della morte del suo fondatore il P. Alceste Piergiovanni. La cerimonia si è realizzata nel nuovo ginnasio costruito nel recinto dell’Hogar e ha visto la partecipazione, oltre ai bambini che vi risiedono, di un gran numero di amici e di benefattori. Era presente anche una delegazione venuta dall’Italia di genitori adottivi, guidata dal signor Gianni Palombi, Presidente dell’associazione Pro ICYC . Durante l’omelia della solenne Eucarestia, il Padre Generale ha voluto sottolineare come il Padre Alceste Piergiovanni con la sua originale personalità sia riuscito a rendere concreto il comandamento dell’amore e come la sua opera, presente e più viva che mai, in questi 40 anni di esistenza, ha reso felici tanti bambini e tante famiglie che hanno adottato a Quinta. La felicià di tutti i presenti si è prolungata in una popolare agape, che si è svolta sotto le chiome dei frondosi alberi del parco che circonda questa cittadella dell’amore e della tenerezza per i bambini più abbandonati, mentre il tepore e i profumi della primavera cilena inondavano tutti di una profonda gioia.
Prima del rientro in Italia il Padre Generale ha partecipato anche alla solenne Eucarestia concebrata con tutti i Vescovi del Cile e alla presenza di oltre 300.000 persone che si è svolta domenica 21, solennità di Cristo Re, nel santuario nazionale della Madonna del Carmine di Maipù. È stata questa l’occasione con cui tutta la Chiesa cattolica in Cile ha voluto pregare per il Paese in occasione della conclusione delle celebrazioni per il bicentenario dell’Indipendenza e per ingraziare il Signore e la Vergine Madre pe ri favori concessi al Cile in questi duecento anni di storia repubblicana e per fare memoria delle radici cristiane che segnano fortemente l’anima di questo paese sudamericano. Con questa felice circostanza anche il Padre Generale e il suo Vicario si sono congedati dal Cile rendendo grazie al Signore e alla Vergine Madre per l’aiuto sperimentato in questa complessa e impegnativa visita pastorale.