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Con Cristo
misurate le cose
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Con Cristo
misurate le cose
Il 14 Settembre 2014 ore 10,30 in S. Maria in Portico -Napoli.Sarà occasione per noi di stringerci intorno Lawerence per rivivere la nostra consacrazione e ringraziare il Signore per il dono di avere un altro confratello che cammina con noi sulle orme di S Giovanni Leonardi, sotto la protezione della Madre di Dio.
El RP. Francisco Petrillo, Superior General de la Orden de la Madre de Dios, junto con su Delegado General en Chile, RP. Alejandro Abarca M., y la familia Ahumada Salinas, anuncian e invitan a usted a la Ordenación Diaconal del clérico Saúl Gonzálo Ahumada Salinas, por la imposición de manos de Monseñor Pedro Ossandón B., obispo auxiliar de Santiago elDomingo 31 de Agosto a las 12.00 hrs. en la Parroquia San Lázaro, ubicada en Av. Ejército 415, esquina gorbea.
The Order of The Mother of God had another breakthrough in the Nigerian delegation on the 15th of August, 2014. This day, the people of God gathered together for the opening of a new school built by the Order through the sponsorship of the Bishops Conference of Italy and Esieggelle. The school, called St John Leonardi Nursery and Primary school is dedicated to our Father Founder, St John Leonardi. It is aimed to ensure an intellectual, moral, spiritual, physical and holistic formation and training of children in a conducive-learning environment where each child is exposed to modern learning facilities for a dependable future.
The ceremony began at 11.00am with the celebration of the Holy Eucharist presided over by Fr. General, Very Rev Fr. Dr. Francesco Petrillo, omd. The Arch-bishop of Owerri, His Grace Anthony J. V. Obinna who gave his blessings to the ceremony was unavoidably absent as the day fell on the feast of Assumption of Our Blessed Virgin Mary which is also the feast day of Owerri Arch-diocese. After the Eucharistic celebration, Fr. General proceeded with the ritual of the blessing of the house which culminated with the cutting of the tape, thereby officially declaring the new school open starting from the next academic session in October. What followed after this was jubilation and dances of joy from all who were present.
The people of Amakohia were filled with joy that this mission which the Order of The Mother of God started for them as a catechetical program for their children; has resulted to the establishment of a school for their children. There were dances, special numbers and special presentations, all these made the occasion grand. Special dignitaries attended the ceremony, among whom are: His Grace, Anthony J.V. Obinna represented by the Chancellor- Very Rev Fr. Alphonsus Oha, The permanent secretary, Ministry of Education in Imo State – Dr. Chibuzor Iwuagwu, Superiors of Religious Congregations and lots more.
The ceremony was coloured by heavy refreshment of eating and drinking which ended at about 5pm.
Sabato 9 d’agosto, il vescovo di Owerri, Mons. Antony Obinna, ha imposto le mani su 11 Diaconi Nigeriani. Di questi due appartengono all’Ordine della Madre di Dio e si trovano in Italia per completare la loro formazione culturale. Si tratta di Augustine e Francis. È stata una festa grandiosa, diremmo “all’africana”. Cinque ore di preghiere, di canto, di ringraziamento, di balli. Insomma tutti i sensi sono stati presi dal furore mistico che in Nigeria è naturale. Gli undici novelli sacerdoti hanno riempito, con le loro famiglia e comunità lo spazio danti alla cattedrale, diventando con la natura un'unica forma di lodare Dio. Accanto al vescovo c’era presente il Rev.mo P.Generale dell’OMD P. Francesco Petrillo. Subito dopo ci siamo riuniti in un salone appartenente alla cattedrale, per stringersi attorno ai due nuovi sacerdoti e per dire loro: coraggio, siete come Cristo. Imitatelo e sarete raggainti.
12 agosto 2014
ltre quattrocento ministranti provenienti dalla Diocesi di Münster Germania, sono stati accolti nella Chiesa di Campitelli per un incontro di preghiera. Il gruppo è stato accompagnato dal Vescovo ausiliare S.E. Christoph Hegge che ha presieduto l’incontro Domenica 2 agosto. Papa Francesco martedì 5 agosto alle ore 18 incontrerà 50mila ministranti tedeschi. Il pellegrinaggio romano dal 4 all'8 agosto prossimi, è la prima tappa del pellegrinaggio internazionale dei ministranti europei che si terrà sempre nella capitale dal 3 al 5 agosto 2015. L’evento, programmato e in seguito organizzato dal Coetus Internationalis Ministrantium (CIM), avrà come tema focale il versetto di Isaia "Eccomi, manda me!" (Isaia 6,8).
4 agosto 2014
On 29th July, all the fathers of the Indian delegation, came together for their second session of the permanent formation programme , on the theme ' the healing of our love',animated by Rev.Dr.Sebastin, the Rector of St.Paul's theological seminary. He pointed out that in order to be healed, the diagnosis of the symptoms of the problems is important. So, he brought out beautifully the symptoms of the problems a priest can be diagnosed of in Indian situation. He listed out around 20 symptoms with his lengthy explanations for each symptom and then he called our attention to the problems and the way to heal or overcome them. For the second part also he gave number of suggestions, which were very practical and useful. All the participants felt it was a good travel that the animator has initiated to be made into oneself. Then there was meeting of the formators with delegate council to revise and fix the study programmes for each level of formation. The next permanent formation meeting is fixed for 8th October.
4 agosto 2014
La solenne eucaristia giovedì 17 luglio nel santuario parrocchiale di Santa Maria in Portico in Campitelli, in occasione del 1490 anniversario dell’apparizione dell’icona al Papa San Giovanni I e a Santa Galla, è stata presieduta da S. E. il Signor Cardinale Paolo Sardi. Riportiamo di seguito alcuni tratti dell’omelia: “In una delle circostanze nella quale Galla nobile romana esercitava la carità, apparve l’immagine che noi oggi veneriamo con grande fervore e devozione dal popolo. Il popolo romano è venuto varie volte a cercare conforto e guarigione da questa immagine miracolosamente giunta nel cuore dell’Urbe senza particolari meriti da parte dei cittadini. Il giorno in cui dal Papa Giovanni primo fu utilizzata l’icona per benedire il popolo era appunto il 17 luglio del 524. Il titolo attribuito all’immagine è Romanae portus securitatis: “Porto di sicurezza per i romani”, una qualifica che colpisce. In effetti, noi viviamo nel tempo che è un mare su cui le nostre rispettive barchette viaggiano ed a volte devono affrontare tempeste non facili. Nel mio stemma, quando sono diventato vescovo, ho scelto l’immagine di una barchetta sul mare e sopra un libro, la parola di Dio ed una stella. Maria Stella matutina, perché in questi riferimenti che può trovare sicurezza la nostra barca ed arrivare poi al porto che ci attende; il porto nostro è il Paradiso che tutti guardiamo con speranza. La Madonna è la nostra garanzia, la madre buona che è con noi per guidarci verso questo porto. Così, abbiamo ascoltato con interesse questa pagina del libro del Siracide che parla tutta al femminile: “Io sono uscita dalla bocca dell’altissimo, generata prima delle creatura”. Ma non è la Madonna la persona di cui si parla, qui è il Verbo di Dio, uscito dalla bocca dell’Altissimo e sceso sulla terra per redimere gli uomini; questo Verbo di Dio, è stato affidato dal Padre a Maria, la donna che lo ha portato in grembo e lo ha generato. Allora è a questo Verbo di Dio che bisogna guardare e mettersi in ascolto. Se vuoi trovare la Parola di Dio con sicurezza è a Maria che devi rivolgerti perché lei l’ha consegnato al mondo. Se a Maria ti rivolgi, puoi essere certo di trovare il Verbo in cui sta la nostra speranza di salvezza. Ma c’è un’altra parola che abbiamo pure ascoltato, e merita di essere meditata. Chi ha fatto questa liturgia ha scelto bene i testi. La seconda lettura tratta dall’Apocalisse di San Giovanni. Lì si parlava della “Fidanzata”, la “Sposa dell’Agnello”; anche qui non è Maria, si tratta della Chiesa. Tuttavia sappiamo che la Madonna è immagine della Chiesa, e perciò in qualche modo vale anche per lei questa pagina del libro dell’Apocalisse. Mi interessa raccogliere due particolari. Il primo è dato dalla città cinta da un grande muro, con dodici porte e poi dodici angeli; la città è costruita sopra dodici basamenti che sono gli Apostoli. Questa città è la Chiesa, nella Chiesa hai speranza di salvezza. Ma la Chiesa, non è un’accozzaglia di persone che entrano ed escono a piacimento, come a volte avviene nelle chiese materiali, con piena libertà di scelta. Se vuoi essere nella Chiesa devi metterti a disposizione di chi è responsabile della Chiesa. Infatti, l’immagine dell’Apocalisse, indica che la città è cinta da un alto muro, non ci si accede con libertà non ci sono le porte aperte per entrare e per uscire. Poi vi sono gli Angeli che la proteggono, gli Apostoli che le garantiscono l’autenticità. La Madonna che è immagine della Chiesa, proprio a questo ci invita: guardate che la Chiesa è una realtà semplice, avete la fortuna di farne parte, sappiate raccogliere gli impegni che da questa partecipazione derivano per ciascuno di voi. Mettetevi in ascolto della Chiesa, entrate in sintonia con la Chiesa, collaborate nella evangelizzazione insieme con la Chiesa. Un altro pensiero che raccolgo dice che la città, la comunità dei salvati, non ha bisogno della luce del sole , né della luce della luna, perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello. Come possiamo interpretare questo? La luce del sole, la luce della luna, è una luce materiale, una luce umana, creata; di questa luce l’umanità si deve anche servire, penso a tutto lo sforzo che nel corso della storia i popoli hanno fatto per capire meglio quali erano le norme che reggevano l’universo in cui si trovavano collocati, le norme che reggevano il loro fisico per trattarlo in modo conveniente e non creare guai. La scienza è necessaria, la luce del sole e della luna immagine della luce dell’intelletto e della scienza son pur necessarie. Ma per entrare nella città di Dio, per accedere alla strada giusta che porta verso il cielo, non è alla scienza che ti devi rivolgere, ma è alla parola di Dio che la Chiesa ti presenta e che la Madonna ti raccomanda. Allora bisogna prendere coscienza di questo: Non è necessario avere tanta scienza e cultura, anche se è da rispettare. Ciò che conta non è la luce del sole o della luna, i mezzi naturali di conoscenza, ciò che conta è la luce di Dio e questa ti viene donata se hai fede, se hai amore per lui. E’ importante coltivare nella preghiera l’apertura alla fede, l’impegno dell’amore. Nell’ultima lettura breve, ma estremamente densa, abbiamo sentito che Gesù stava parlando ed una donna uscì con questo grido di ammirazione: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai reso il latte”. Una grande lode che chiamava in causa la madre. La risposta di Gesù potrebbe sembrare persino poco rispettosa per sua madre, ma egli disse - il ma indica una direzione diversa- “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano”. Se ci pensi è questa la gloria di Maria, non tanto quella di aver dato la vita umano e di aver generato il Verbo, ma quella di essersi messa in ascolto del Figlio suo Verbo incarnato e per aver in tutta la sua vita osservato la Parola, a cominciare dalla prima parola registrata nei vangeli: “Ecco la serva del Signore, si faccia di me secondo la tua parola”. L’osservanza della Parola di Dio ha accompagnato la Madonna, e sappiamo, che non è stata una vita facile la sua, una vita con numerose difficoltà. Tanto che, ricordano i vangeli nell’episodio dello smarrimento del fanciullo Gesù nel Tempio, apprese dalle sue labbra: “Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio”. Giuseppe e Maria non capirono questa risposta, ma la Madonna conservava nel suo cuore queste parole, meditandole, e piano piano ha compreso sempre meglio il mistero di suo Figlio e la missione singolarissima che il Padre aveva affidato a lui. La strada di Maria non è stata facile, alle volte siamo tentati di pensare che la Madonna abbia vissuto in un mondo diverso, è vissuta nel nostro mondo, ha dovuto affrontare i problemi del nostro mondo, pensaci pure tu! E’ vissuta in un paese accanto a Giuseppe suo sposo e al figlio Gesù. Un paesetto Nazareth dove ci saranno state le polemiche, i pettegolezzi, le tensioni a volte gli scontri tra la gente. Venivano anche avventori alla bottega di Giuseppe e magari, a volte non pagavano; sono le difficoltà della vita quotidiana che la famiglia di Nazareth ha accettato, ha affrontato ed ha superato. Non parliamo dell’ultima fase di questa vita quando il Figlio viene catturato, flagellato e poi portato sul Calvario e muore sulla croce. La Madonna è lì accanto a lui e non fa polemiche, accetta e Gesù a lei dice: “Ecco tuo figlio”, guardando a Giovanni e in questa parola è contenuto l’affidamento di tutti noi alla materna protezione della Madonna. Vogliamo stasera guardare a Maria che è rappresentata in questa piccola icona, tanto bella e tanto venerata dall’antichità: Romanae portus securitatis, Porto della romana sicurezza, diciamo pure dell’umana sicurezza, quindi anche nostra, siamo qui a Roma e di conseguenza questa parola vale anche per noi, ma vale anche per qualsiasi essere umano in cammino sulla terra verso il destino ultimo che è il cielo. Che la Madonna ci sia accanto, lei che è: “Porto dell’umana sicurezza” voglia accoglierci nel porto dove tutti siamo incamminati perché è là che troverà piena realizzazione la nostra esistenza”. La liturgia è stata animata dalla Cappella musicale di Santa Maria in Campitelli che il cardinale al termine della celebrazione ha ringraziato con queste singolari parole: “Devo dire un grazie al Coro e al suo Maestro per la grande esecuzione corale di tutte le parti liturgiche, sia polifoniche che di canto gregoriano. Non è facile sentire un coro così ben preparato e partecipe che sappia eseguire e rendere solenne la liturgia. Il coro svolge una funzione educativa e di unità per l'assemblea liturgica”. Nei locali della Parrocchia il Cardinale ha salutato i convenuti e sono state distribuite le ceramiche commemorative dell’icona di Santa Maria in Portico in occasione del 1490° anniversario dell’apparizione.
Con una solenne conclebrazione presieduta da P.Leocir Pessini Superiore Generale dei Cammilliani si sono concluse, lunedì 14 luglio le celebrazioni per il IV Centenario della nascita al Cielo di San Camillo De Lellis. Così nell’omelia il neo P. Generale nella Chiesa della Maddalena a Roma, dove riposano le spogle del santo patrono degli infermi: “In questi mesi abbiamo percepito con chiarezza che il cuore materno della Chiesa ha protetto la purezza originaria della “piccola pianticella” del nostro carisma, e ci ha spinti con coraggio a rilanciare il dono prezioso della carità misericordiosa verso i malati. È fresco nella nostra mente e nel nostro cuore l’augurio accorato che papa Francesco ci ha rivolto domenica, durante l’Angelus in piazza San Pietro. Ci sentiamo quindi particolarmente responsabili nel custodire e nel far crescere il patrimonio carismatico che ci è stato depositato nel cuore e nelle mani”. Il Superiore ha ricordato che “San Camillo non rispondeva solo alla malattia, ma accoglieva ogni persona ferita dalla malattia nella sua più profonda ed inalienabile dignità, realizzando un’accoglienza incondizionata verso tutti quei poveri e miserabili che non rientravano nella logica elitaria del grande rinascimento”. “Oggi – ha proseguito padre Pessini – siamo chiamati ad essere discepoli missionari nel mondo della salute, contribuendo ad accrescere la cultura dell’incontro in opposizione alla cultura dell’indifferenza, dell’efficienza a tutti i costi e dello scarto, uscendo dal nostro egoismo”. Il Superiore generale ha concluso con “un invito alla preghiera per tutti i malati, in particolare per i nostri confratelli ammalati che, nella stagione difficile dell’anzianità o della sofferenza, continuano ad essere testimoni fedeli del carisma; una preghiera per chiedere al Signore il dono di sante vocazioni e la perseveranza fedele di tutti noi e in particolare dei giovani confratelli in formazione perché con il loro entusiasmo possano contagiarci per un autentico rinnovamento della nostra vita consacrata”.
16 luglio 2014
Un antico borgo medievale, arroccato tra i Monti Volsini ed il Lago di Bolsena, Latera conserva da trecento anni una copia dell’icona di Santa Maria in Portico giunta in questo luogo per vie alquanto insolite. Santa Lucia Filippini (1672- 1732) agli inizi del 1700 aprì a Latera una scuola. L’incontro tra la Filippini ed il Servo di Dio Don Domenico Canepuccia (1687-1739) a Montefiascone fu provvidenziale. Il Canepuccia, stimato dal Cardinale Marco Antonio Barbarigo (1640-1706), confidò alla fondatrice delle Maestre Pie di voler ampliare la scuola di Latera fornendola di abitazione e di una nuova chiesa. Così il 4 maggio 1708 venivano poste le fondamenta di Santa Maria della Consolazione. Mentre la fondazione si andava completando con notevoli disagi e privazioni, nel 1711 la Provvidenza mandò a don Canepuccia “un soccorso inaspettato”. Un giorno al Servo di Dio, mentre recitava il breviario per strada, gli si fecero innanzi alcuni ladri che tentarono di assalirlo e derubarlo. Il pio sacerdote non perdette l’occasione di far tornare sui loro passi i profittatori, ammonendoli con parole forti e persuasive. Cosicché, dopo un atto di ravvedimento consegnarono a don Canepuccia la loro borsa carica di refurtiva ed un’immagine della Madonna “artisticamente dipinta”. Il Canepuccia non sapendo la provenienza del denaro lo adoperò per portare al termine la costruzione della chiesa della Consolazione che venne consacrata l’11 settembre 1712; ed il 20 giugno 1713 don Canepuccia concesse l’uso della chiesa della Consolazione alle figlie di Santa Lucia Filippini. Il quadretto della Madonna consegnato dai ladri, fu deposto sull’altare maggiore ed il vescovo stabilì che se ne facesse memoria nella festa del SS. mo nome di Maria. Nell’anno 1808 in occasione di alcuni lavori di restauro: “Fu spolverata ancora la Madonnina della detta Chiesa, dipinta in oro zecchino in una tavoletta, e dietro la tavoletta in presenza delli Signori D. Clemente Arciprete Poscia, e lo d.o D. Francesco Penna e Giuseppe Levanti vi si lesse scritta la seguente scrittura, quale da me sacerdote Benedetto Marsiliani fedelmente qui si trascrive perché ne resti permanente la memoria – Copia vera effigie di S. Maria in Portico. Quale più volte ha liberato la Città di Roma dalla Peste, e da altre gravi calamità: e nel contaggio dell’anno 1656 e seguente, essendo ad essa con solenne voto ricorso l’inclito Popolo Romano, la liberazione della Città e di tutto lo Stato Ecclesiastico benignamente ne impetrò- Dipinta da me Agostino Gabrini di Carpegna l’anno 1711 li 15 Luglio”. La testimonianza così redatta è conservata nell’Archivio delle Maestre Pie di Latera: “Libro manoscritto di Memorie, p. 253”. Ancora oggi nella piccola chiesa della Consolazione è possibile venerare l’icona di Santa Maria in Portico custodita in una cornice, circondata da Angeli e per secoli onorata dalle Maestre Pie e dai fedeli delle contrade di Latera.
Celebrata la prima messa di P. Claudio Godoy nel suo paese natale a Peralillo il giorno dei santi Pietro e Paolo presso la parrocchia di San Francesco Saverio. Il neo sacerdote accompagnato dal P. Generale e dai confratelli e fedeli della parrocchia di Rancagua ha celebrato la solenne eucaristia accolto dal Parroco P. Richard Knuckey con la tradizionale processione dei “cuosimodisti” come è tradizione quando si accoglie un novello sacerdote. Durante la celebrazione è stata donata una reliquia di San Giovanni Leonardi alla parrocchia di P. Godoy.
12 luglio 2014