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Con Cristo
misurate le cose
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Con Cristo
misurate le cose
Nella luminosa festività del quarantesimo giorno dal Natale, mentre la Chiesa celebra la Presentazione del Signore al Tempio, la comunità parrocchiale di Campitelli ha rinnovato il secolare ringraziamento alla Madre di Dio per i benefici concessi alla città di Roma. La solenne eucaristia di Domenica 2 febbraio è stata presieduta da S.E. il Signor Cardinale Salvatore De Giorgi, mentre ha rappresentato il Sindaco di Roma per il tradizionale omaggio floreale l’On. Daniela Tiburzi. La liturgia odierna, ha ricordato il Cardinale annunzia: “La prima offerta di Gesù al Padre che si prolunga fino alla croce”. In fondo, “è la festa di noi che accogliamo il Signore con gioia in questo santuario romano di Maria e in questa icona che ha segnato la nostra città da Gregorio Magno fino al Beato Giovanni Paolo II” e che raccoglie il grido e la fede del popolo. “Porto dell’umana sicurezza, la invochiamo anche questa sera - ha proseguito il Cardinale - per tante persone che nella nostra città e nel mondo intero vivono in difficoltà”; mentre riconosciamo “l’amore del popolo romano per Maria”, professiamo davanti a questa prodigiosa immagine “che il suo Figlio è l’unico salvatore del mondo”. Già la fede, non basta conoscerla solo nel suo sviluppo dottrinale: “Occorre incarnarla nella vita” come è accaduto ai santi ed in questo luogo a San Giovanni Leonardi che ha amato e servito il popolo di Dio “con il cuore di Cristo”. Ai cresimandi, Alessandro Viola e Stefania il Cardinale ha ricordato che il Signore ci invita a vivere il Vangelo attraverso la grazia della preghiera e che, “accostandoci ai sacramenti diventiamo il Paradiso di Dio”. Solo amando e servendo la vita, ha concluso il Cardinale, e per alcuni di noi la scelta della vita di speciale consacrazione, lasceremo come per Maria che: “la vita sbocci in noi e così la nostra città diventerà migliore, più fraterna, più umana”. 3 febbraio 2014
Un cammino verso la bellezza che conduce a Dio il sommo bene per la strada della carità. In effetti, non si può amare Dio che non si vede senza il fratello che è visibile, ricordava Giovanni alle prime comunità. Ed è sul senso estetico e mistico dei cicli pittorici che tracciano le nostre Chiese e Oratori, che si è soffermato don Daniele Martinelli, responsabile dei Beni culturali dell’Arcidiocesi di Lucca, durante l’intervento di Giovedì 30 gennaio nella Chiesa di San Giovanni Decollato a Roma su Vangelo e Arte: Percezione estetica o via mistica?. Portando ad esempio il ciclo del diacono Lorenzo nella Cappella niccolina a Roma, ha ricordato che quel ciclo manifesta al Papa successore di Pietro, e a quanti fruiscono dell’opera, che quel luogo dove si celebra l’Eucarestia, prolunga l’atto di amore di Gesù nel gesto della Chiesa che serve i poveri. La statura ieratica di Lorenzo che da l’elemosina ai poveri radunati sulla soglia, mentre si staglia sullo sfondo della navata basilicale, dice di questo percorso pendolare che va dall’Eucarestia ai poveri e dai poveri all’Eucaristia culmine dell’amore di Dio. E questo, ha sottolineato don Martinelli, non è filantropia, ma esercizio dell’amore credente. Così, ha proseguito: “Le immagini hanno il compito dell’annuncio, un messaggio che ci viene donato e che conduce all’adorazione del Mistero”. Inoltre, “L’opera d’arte è diaconia, servizio ai ‘poveri’ per aiutarli ad entrare nella conoscenza; via mistica che conduce all’incontro con Dio”. In effetti, ha concluso don Martinelli, se da una parte il bello genera “lo stupore e il desiderio”, dall’altra, la via della bellezza è quella che “più unisce; mentre la verità e la morale spesso dividono”. Occorre allora sostare e addentrarci, per questa “porta che ci immette sulla soglia del mistero”.
31 gennaio 2014
E’ del 14 gennaio 1614 il breve di Paolo V che stabilisce l’unione fra i Chierici riformati della Beata Vergine fondati a Lucca dal Leonardi è l’opera delle Scuole Pie istituita dal Calasanzio. Si compiono in questi giorni i quattrocento anni dall’unione . L'avvio dell'opera non fu facile: tra il 1604 e il 1612 (anno in cui la scuola venne trasferita presso la chiesa di San Pantaleo) si avvicendarono all'insegnamento nella scuola oltre ottanta maestri, ma di questi solo quattro o cinque rimasero a lungo legati a Calasanzio.Per assicurare un futuro alla sua scuola, il fondatore pensò di legare la sua congregazione all'ordine dei chierici regolari della Madre di Dio di Giovanni Leonardi e papa Paolo V sancì l'unione delle due famiglie religiose il 13 giugno 1614; ma l'insegnamento non era tra le finalità principali dei leonardini e l'unione non si rivelò proficua né per loro né per le scuole, così nel 1616 Calasanzio fondò una nuova scuola a Frascati e chiese al pontefice di sciogliere l'unione (cosa che avvenne il 6 marzo 1617). Per l’occasione pubblichiamo un articolo dello Scolopio P. Manuel Rodríguez Espejo: S. Juan Leonardi y Calasan: ¿Quién influyóen quién?.
23 Gennaio 2014
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S. Juan Leonardi y Calasan
In occasione dell’apertura della stagione 2014 dell’Associazione “La Cantoria “, la chiesa di S. Maria in Campitelli ha l’onore di accogliere l’antico organo costruito da Pellegrino Pollicolli nel 1635. Venerdi 17 gennaio 2014 , nella Chiesa di S. Maria in Campitelli in Roma , il maestro
Vincenzo Di Betta ha diretto, l’omonima cappella musicale dell’Ordine dei Chierici Regolari della madre di Dio, e l’Ensemble “La Cantoria”, inaugurando la stagione musicale di quest’ultima ed eseguendo la Messa a 4 voci da cappella composta nel 1650 da Claudio Monteverdi. Michele Vannelli, maestro di cappella della Basilica di S. Petronio, interpreterà a sua volta per l’occasione le parti organistiche dei fiori musicali composti a Roma da Girolamo Frescobaldi nel 1635: anno in cui fu costruito da Pellegrino Pollicolli (noto organaro della scuola romana) l’organo accolto da ora in poi nella Chiesa di S. Maria in Campitelli. Lo strumento, di soli cinque registri e del tipo “ad ala” per l’andamento delle canne, fu Costruito a Viterbo, distinguendosi ben presto per la sua elegante cassa a due facciate chiuse da portelle. In occasione del giubileo del 1750, la cassa dell’organo fu decorata ed impreziosita da un epigrafe commemorativa del noto organista e Maestro di Cappella a S. Rufino ad Assisi Giacomo Carissimi. Fu proprio il Duomo di Assisi , infatti, che ha custodito l’organo per circa quattro secoli, recando non poco pregiudizio alle sue prestazioni sonore. Ormai ridotto in pessime condizioni, lo strumento fu acquistato da un antiquario collezionista, in nome della propria passione per la musica e del suo spiccato culto per le arti in genere. Sua figlia, la signora Fiorella Cottier-Angeli, Decise nel 1999 di affidarne, dopo la morte del padre, il restauro alla fabbrica Pinchi Ars Organi di Foligno, in segno di onore alla memoria del defunto genitore.
Sebbene dopo il restauro la stessa famiglia Cottier Angeli decise di affidare lo strumento in comodato d’uso alla Accademia di Musica Italiana per Organo di Pistoia, la benefattrice ha ritenuto in ultima analisi di trasferire, dopo il ventennio pistoiese, la responsabilità del prezioso strumento alla Cappella di S. Maria in Campitelli in Roma. L’obiettivo è di valorizzarne al massimo le qualità sonore, rendendolo al contempo uno strumento patrimonio fruibile a qualunque Ensemble di musica barocca oggigiorno presente nel panorama Internazionale.
22 gennaio 2014
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La Cantoria: Stagione Musicale 2014
The permanent formation programme was held on 12th January. This is the fifth and last session under the topic 'Reconciliation' with Fr. Maria Antony.
On this last day of the on-going formation, 2013 - 14, the topic of the input was handling of one's own emotions which play a crucial role in one's relationship. The facilitator pointed out that no emotion is bad in itself, but it is improper handling of emotions that create a lot of havoc. Then a few concrete methods of handling our emotions were proposed - the methods such as pro-act, swish, brainstorming, getting rid of fear etc.
The next session is fixed for 31st March, under the topic 'Eucharist' with another facilitator.
15 Gennaio 2014
Sarà il Cardinale Salvatore De Giorgi Arcivescovo emerito di Palermo a presiedere la festa della Presentazione al Tempio e la memoria del Patrocinio di Santa Maria in Portico sulla città di Roma. Domenica 2 febbraio 2014 ore 18,30. 14 Gennaio 2014
Ha ricevuto il ministero dell’accolitato dal P. Generale il chierico Lowrence domenia 12 gennaio nella Parrocchia di Santa Maria in Portico a Napoli. 13 gennaio 2014
El sábado 4 de enero de cumple un año de la pascua de nuestro hermano. El día domingo se oficiará una misa en recuerdo en la Parroquia San Lázaro (Av. Ejército 415, esquina Gorbea). P. Baldo nace el 19 de mayo de 1921 en Braga (Italia), hijo de Elvira Lucherini y Amedeo Santi. A la edad de doce años (1933) ingresa al seminario menor de la Orden de la Madre de Dios en el Santuario de la Estrella de Migliano. Luego, ya como religioso, estudió en la Universidad Gregoriana de Roma cuando se vivía uno de los conflictos bélicos mundiales. Realizó su profesión perpetua (profesión para toda la vida de los votos de obediencia, pobreza y castidad) el 26 de enero de 1946. En la basílica de san Juan de Letrán en Roma, el 20 de abril del año 1946, fue ordenado sacerdote, de manos de Mons. Traglia, Vicario de su Santidad. En el año 1946, el 12 de noviembre, se embarca junto a otros religiosos (P. Juan Bautista Vinci, P. Hugo Migliaccio, P. Mario Feroci, P. Esteban Palagi y el Hno. Edison) hacia nuestro país para fundar la primera comunidad en Chile en Quinta de Tilcoco, VI región. Al año siguiente fue parte de los que fundaron la comunidad de Guadalupe, en Quinta Normal. Posteriormente, fue nombrado Delegado General del Rector General, servicio que brindó por varios años. Junto con lo anterior, sirvió durante más de cuatro décadas en Caritas Chile y fue impulsor de la Clínica Familia para enfermos terminales de SIDA y Cáncer (fundación Pro Dignitate Homini), también del Centro Escucha San Juan Leonardi. En 1994 recibe, de manos del Presidente Eduardo Frei la nacionalidad chilena por gracia. Los últimos años los pasó junto a la comunidad formativa San Juan Leonardi, en Santiago centro. En esta misma, la madrugada del 04 de enero del 2013 vive su pascua para gozar de la vida plena en Dios, al modo como lo testimoniaba san Juan Leonardi: “A ti Señor, elevo mis or2t6q, por ti conquistados”. 3 gennaio 2013
« È venuto nella nostra storia, ha condiviso il nostro cammino. È venuto per liberarci dalle tenebre e donarci la luce. In Lui è apparsa la grazia, la misericordia, la tenerezza del Padre: Gesù è l’Amore fattosi carne. Non è soltanto un maestro di sapienza, non è un ideale a cui tendiamo e dal quale sappiamo di essere inesorabilmente lontani, è il senso della vita e della storia che ha posto la sua tenda in mezzo a noi». Così Papa Francesco, nella sua prima messa della notte di Natale in San Pietro, ha spiegato il senso della festa cristiana nella quale si fa memoria della nascita di Gesù. All'inizio della celebrazione, è stato il Papa stesso a deporre nella mangiatoia posta davanti all'altare, la statua di Gesù Bambino. Bergoglio, che oggi pronuncerà il suo messaggio natalizio Urbi et Orbi, nell'omelia della messa della notte ha meditato sulla profezia di Isaia: «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce». Una profezia - ha detto - che «non finisce mai di commuoverci... E non è solo un fatto emotivo, sentimentale; ci commuove perché dice la realtà profonda di ciò che siamo: siamo popolo in cammino, e intorno a noi – e anche dentro di noi – ci sono tenebre e luce». «E in questa notte - ha continuato il Papa - mentre lo spirito delle tenebre avvolge il mondo, si rinnova l’avvenimento che sempre ci stupisce e ci sorprende: il popolo in cammino vede una grande luce. Una luce che ci fa riflettere su questo mistero: mistero del camminare e del vedere». Bergoglio ha spiegato che il verbo camminare «ci fa pensare al corso della storia, a quel lungo cammino che è la storia della salvezza, a cominciare da Abramo, nostro padre nella fede, che il Signore chiamò un giorno a partire, ad uscire dal suo paese per andare verso la terra che Lui gli avrebbe indicato. Da allora, la nostra identità di credenti è quella di gente pellegrina verso la terra promessa». «Questa storia - ha aggiunto Francesco - è sempre accompagnata dal Signore! Egli è sempre fedele al suo patto e alle sue promesse». Anche se da parte del popolo si alternano «momenti di luce e di tenebra, fedeltà e infedeltà, obbedienza e ribellione». Anche nella nostra storia personale «si alternano momenti luminosi e oscuri, luci e ombre. Se amiamo Dio e i fratelli, camminiamo nella luce, ma se il nostro cuore si chiude, se prevalgono in noi l’orgoglio, la menzogna, la ricerca del proprio interesse, allora scendono le tenebre dentro di noi e intorno a noi». «Chi odia suo fratello – scrive l’apostolo Giovanni– è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi». Ma in questa notte, «come un fascio di luce chiarissima» è apparsa «la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini». La grazia che «è apparsa nel mondo è Gesù, nato dalla Vergine Maria, vero uomo e vero Dio. Egli è venuto nella nostra storia, ha condiviso il nostro cammino. È venuto per liberarci dalle tenebre e donarci la luce. In Lui è apparsa la grazia, la misericordia, la tenerezza del Padre: Gesù è l’Amore fattosi carne. Non è soltanto un maestro di sapienza, non è un ideale a cui tendiamo e dal quale sappiamo di essere inesorabilmente lontani, è il senso della vita e della storia che ha posto la sua tenda in mezzo a noi». «I pastori - ha detto ancora il Papa - sono stati i primi a vedere questa “tenda”, a ricevere l’annuncio della nascita di Gesù. Sono stati i primi perché erano tra gli ultimi, gli emarginati. E sono stati i primi perché vegliavano nella notte, facendo la guardia al loro gregge. È legge del pellegrino fare la veglia, e loro la facevano. Con loro ci fermiamo davanti al Bambino, ci fermiamo in silenzio. Con loro ringraziamo il Signore di averci donato Gesù, e con loro lasciamo salire dal profondo del cuore la lode della sua fedeltà: Ti benediciamo, Signore Dio Altissimo, che ti sei abbassato per noi. Tu sei immenso, e ti sei fatto piccolo; sei ricco, e ti sei fatto povero; sei l’onnipotente, e ti sei fatto debole». Il Papa ha concluso ricordando che «Dio ci ama, ci ama tanto che ha donato il suo Figlio come nostro fratello, come luce nelle nostre tenebre. Il Signore ci ripete: "Non temete", come hanno detto gli angeli ai pastori. E anch’io ripeto a tutti voi: Non temete! Il nostro Padre è paziente, ci ama, ci dona Gesù per guidarci nel cammino verso la terra promessa. Egli è la luce che rischiara le tenebre. Egli è la misericordia, nostro Padre perdona sempre. Egli è la nostra pace». 25 dicembre 2013
Domenica 22 dicembre IV domenica di avvento, nella parrocchia N. S. del Carmine, sono stati ordinati diaconi i chierici Javier González e Claudio Godoy. Il rito è stoto presieduto dal Vescovo Mons. Miguel Caviedes, emerito della Diocesi degli Angeli ad accompagnare i nuovi diaconi i religiosi, novizi, amici sacerdoti, famiglie e fedeli. Mons. Caviedes si è rivolto agli ordinandi ed a tutto il popolo, ed indicato ciò che significa questo gradino del sacramento dell’Ordine, sottolineando che: “soprattutto, siete servitori, ma non qualunque, se non servitori sul modello di Gesú, il diacono per antonomasia”. Dopo la celebrazione i neo diaconi hanno salutato tutti i presenti icontrandoli in un momento di condivisione. 24 dicembre 2013