-
Con Cristo
misurate le cose
-
Con Cristo
misurate le cose
Latest (262)
Si è aperta il 21 novembre, al Salesianum di Via della Pisana, a Roma, la 80ª assemblea semestrale dell’Unione dei superiori generali alla quale partecipe il nostro P. Francesco Petrillo. All’ordine del giorno: 1) un confronto sul recente Sinodo episcopale sulla nuova evangelizzazione, 2) una riflessione sulla crisi economica e le sue implicanze sulla vita consacrata, 3) il rinnovo al completo del direttivo USG: presidente, vicepresidente, consiglio esecutivo, consiglio dei 16 e quello dei 18. Nel suo saluto iniziale, il presidente USG, don Pascual Chávez, ha ricordato come la vita consacrata si è sempre distinta per il suo impegno a favore della prima evangelizzazione. Nella "missio ad gentes» il suo apporto è stato ed è tuttora determinante. Oggi è chiamata a spendersi anche per la nuova evangelizzazione, riproponendo il vangelo a quanti, dopo essere stati evangelizzati, vivono la lontananza e l'indifferenza della fede. Il contributo fondamentale dei consacrati è quello di una testimonianza gioiosa, appassionata e profetica della vita trasformata dal vangelo. Il loro compito non può non essere che quello «di assumere fino in fondo lo spirito e le grandi scelte di questo Sinodo» con tutta la ricchezza dei propri carismi per il bene della Chiesa e di tutta la società. Subito dopo ha preso la parola Frédéric Mounier, inviato permanente de La Croix a Roma, offrendo una lettura “giornalistica, soggettiva, francese”. Con realismo, umiltà e lucidità i padri sinodali, ha detto, hanno affrontato i problemi della Chiesa e della società di oggi non come “flagelli ostili”, ma come “sfide da affrontare”. Nelle prime due settimane di lavori il Sinodo è andato prendendo quota, più di quanto, forse, non fosse previsto in partenza. Con una certa evidenza sono emerse due posizioni alquanto diverse l’una dall’altra. Alcuni sembravano accontentarsi di una “rifondazione”, di una specie di “riconquista” delle posizioni perdute. Altri sembravano spingere invece nella direzione di «richieste sacramentali e pastorali sempre più inedite» riguardanti divorziati risposati, copie di omosessuali che vorrebbero iscrivere il loro figlio al catechismo, partecipando agli incontri parrocchiali sulla vita di coppia. E’ apparsa lampante, inoltre, l’assenza al Sinodo della metà del mondo, cioè le donne, appena appena colmata «da alcune voci femminili, religiose e laiche». Paradossalmente la Chiesa mentre da una parte sembra l’ultima istituzione del mondo contraria alla parità tra uomini e donne, dall’altra «è una delle rare istituzioni che rivendicano l’importanza della differenza sessuale». Certamente il messaggio finale contiene uno slancio e un soffio significativo che vanno meditati, diffusi e capaci di dare buoni frutti. «E’ stato un Sinodo polifonico e polisemico. Ho sentito battervi il cuore della Chiesa. Vorrei sperare, ha concluso Mounier, che questo Sinodo sappia anche risvegliare il nostro desiderio di Chiesa». A nome dei superiori generali che avevano partecipato ai lavori sinodali, ha quindi preso la parola don Mario Aldegani, superiore generale dei Giuseppini del Murialdo. E’ stata un’esperienza “arricchente, di vera cattolicità”, nonostante una certa rigidità della struttura sinodale celebrativa. Nelle fasi preparatorie del Sinodo non erano mancati segnali preoccupanti. Sembrava che si stesse lanciando una specie di “chiamata alle armi” di tutte le forze della Chiesa per verificarne la loro efficienza, privilegiando l’attenzione ai movimenti e alle nuove aggregazioni ecclesiali quasi in alternativa alla spinta che da sempre la vita consacrata aveva dato e continua a dare anche nel campo della evangelizzazione. Di fatto, poi, «le cose non sono andate così e lo Spirito Santo ha compiuto la sua parte». Nei lavori del Sinodo, ha detto don Aldegani, è possibile incrociare i percorsi di riflessione e i cammini di rinnovamento che da lungo tempo stanno percorrendo anche i superiori generali nelle loro assemblee. Non c’è nuova evangelizzazione senza la disponibilità a lasciarsi evangelizzare, diventando trasparenza evangelica, vivendo in profondità il primato di Dio, valorizzando la fraternità. In un certo senso, il Sinodo «non ha detto nulla di nuovo dal punto di vista teologico o dottrinale». Però, ha concluso don Aldegani, anche da questo evento, la Chiesa ha imparato una volta in più che prima di parlare, dovrebbe saper «ascoltare la voce degli uomini e delle donne del nostro tempo», non dimenticando quanto è stato ricordato da un padre sinodale, e cioè che «non si tratta di costringere il mondo ad entrare nella Chiesa, così come essa è, ma di fare una Chiesa capace di accogliere il mondo come esso è». 23 novembre 2012
La rivista “Testimoni” delle Dehoniane, quindicinale di informazione spirituale e vita consacrata, proprone per il numero 19 del 2012 pag. 20-22 una articolo di P. Davide Carbonaro su P. Ludovico Marracci traduttore del Corano e della Bibbia arabica. Lo scopo del suo impegno, in pieno XVII secolo, fu di offrire ai missionari un manuale insieme apostolico e apologetico, per la propagazione della fede tra i musulmani. Con lui l’orientalismo scientifico compie i suoi primi passi. 22 novembre 2012
pdf
Testimoni
Nel corso delle celebrazioni del quarto centenario della nascita di Ludovico Marracci, teologo e traduttore del Corano in lingua latina, nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli, il 16 novembre 2012, la Cappella Musicale Santa Maria in Campitelli e l'Ensemble La Cantoria, hanno eseguito un concerto, diretto da Roberto Gini, dedicato a due compositori del '600: Giovanni Felice Sances (Roma 1600 – Vienna 1679) e Michelangelo Falvetti (Reggio Calabria 1642 – Messina 1692). Due autori poco noti, espressione di due scuole assai diverse tra loro, romana per il primo e napoletana per il secondo. L'idea di avvicinare, non per contrapporre, ma per confrontare individuando ispirazioni comuni, deriva dalla stessa opera di Ludovico Marracci, entrato a 15 anni, nel 1627 a far parte dei Chierici Regolari della Madre di Dio, nel Collegio romano di S. Maria in Campitelli, il quale si dedicò alla traduzione dall'arabo al latino del Corano, contribuendo, appunto, alla conoscenza e al confronto, i quali sono alla base del rispetto e della pacifica coesistenza. La chiesa sita nel portico, nel cuore della Roma che si affaccia nel quartiere ebraico, ovvero dei romani più autentici perché da oltre due millenni residenti nel cuore della Città Eterna eppure gelosi custodi delle proprie origini. Un altro confronto, ma del quale non ci occupiamo in questa sede. Sances fu tra i primi, e possiamo ritenere, allo stato delle ricerche archivistiche attuali, il primo assoluto a comporre Cantate nel '600 romano, prima di recarsi alla corte asburgica a Vienna. Sicuramente ebbe modo di conoscere la monodia della seconda pratica monteverdiana e la la produzione vocale e strumentale di Girolamo Frescobaldi, probabilmente presente a Roma già dal 1607. Le Cantate per voce e basso continuo di Sances sono datate nel triennio 1633-36, perciò contemporanee ai Fiori Musicali del ferrarese; la circostanza testimonia l'assenza di un vero e proprio debito. Tutt'altra biografia per Michelangelo Falvetti, la cui vita si svolse quasi interamente tra Calabria e Sicilia, sotto l'influsso della scuola napoletana, che aveva assorbito, metabolizzato il contributo dei musicisti fiamminghi che a Napoli avevano operato lungo la seconda metà del XVI secolo, e aveva sperimentato nuovi linguaggi, in autonomia da Roma, con grandi personalità come Carlo Gesualdo da Venosa, Andrea Falconiero, Giovanni Maria Trabaci, Giovanni Maria Sabino, Pietro Giramo, e molti altri, ovvero una Scuola nell'accezione più propria. La dott.ssa Gaia Vazzoler, che ha introdotto la serata, ha voluto tracciare un parallelo tra l'attività di Marracci di studioso tra oriente e occidente, e il confronto tra due musicisti, in qualche misura influenzati da culture, se non proprio da fedi distanti tra loro. L'esecuzione musicale è stata affidata ad un complesso costituito da specialisti diretti da uno dei pionieri dell'interpretazione di musica antica in Italia: Roberto Gini, direttore, violoncellista e violista da gamba. L'Ensemble della Cantoria, diretta Vincenzo Di Betta, composto da Paola Rocchetti (S), Arianna Miceli (S), Antonello Dorigo (A), Andrés Montilla Acurero (T) e Giovanni Marucci (B). La Cappella Musicale è stata presente con Paolo Perrone (Violino I), Giulio Arrigo (Violino II), Emma Ascoli (Viola da braccio), Jasmina Capitanio (Violone da gamba), Luca Marconato (Tiorba), Angela Picco (Cembalo) e Gianmichele Costantin (Organo). La disposizione degli interpreti ha sfruttato a pieno sia la cantoria superiore che lo spazio anteriore della navata, alternativamente. Di Giovanni Felice Sances: Iste Confessor, Magnificemus in Cantico, Ave, Maris Stella, tutti à due soprani e due violini obligati e b.c. e lo Stabat Mater à voce sola, b.c. viola da gamba ò alto e Salve Regina à quattro voci: canto, alto, tenor, basso, b.c e parti di ripieno se piace. Di Michelangelo Falvetti, dall'oratorio Diluvio Universale Dialogo a Cinque Voci e strumenti: Ecco l'iride paciera, à due soprani e strumenti e Or tra sacre olive, à cinque voci concertate e strumenti. Roberto Gini è uno specialista di rango internazionale, il suo curriculum è costellato di concerti e registrazioni che hanno segnato la storia recente della musica antica; grazie alla reciproca stima che lega Gini a Vincenzo Di Betta, Maestro di Cappella di S.Maria in Campitelli e della Cantoria, è stato possibile dar vita ad un concerto che a lungo sarà ricordato dagli appassionati, che in tanti hanno affollato la chiesa. Gini ha scelto di mantenere continuità musicale assoluta lungo l'intera serata, per raggiungere tale scopo i continuisti hanno eseguito pagine strumentali coeve tra un brano e l'altro. Angela Picco , Gianmichele Costantin e Luca Marconato rispettivamente al cembalo, all'organo e alla tiorba, oltre ad avere realizzato il continuo dei brani, si sono prodotti nelle pagine musicali, che definire di collegamento sarebbe un'imperdonabile diminutio. Di buona qualità i cantori, tutti dotati di intonazione rigorosa, frutto di abitudine ad interpretare musica antica; in particolare Paola Ronchetti, Arianna Miceli e Antonello Dorigo hanno dimostrato padronanza di fraseggio e nelle diminuzioni. Intenso lo Stabat Mater di Sances, nella duttile interpretazione di Antonello Dorigo. Analoghe note di rilievo positivo meritano gli strumentisti, guidati da Gini, Paolo Perrone, Giulio Arrigo, Emma Ascoli e Jasmina Capitanio, per non riperci sui meriti dei già citati, hanno dato suono ad un barocco nitido ma vario negli andamenti e negli accenti, con vibrato ridottissimo, a vantaggio dell'intonazione e della intelligibilità contrappuntistica. A conclusione del concerto, in accoglienza dei calorossissimi applausi, la ripetizione del brano più vivave e coinvolgente, ovvero Or tra sacre olive, a 5 voci e strumenti, di Michelangelo Falvetti. 19 novembre 2012
Così ha affermato il Card. Tauran, che ha aggiunto:”Il dialogo interreligioso non è tra religioni, ma tra credenti” nella conclusione del Convegno Internazionale sulla figura e l’opera di Padre Ludovico Marracci primo traduttore del Corano nel 1698, organizzato dall’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio (OMD) il 15-16 novembre, nella Sala Baldini in Piazza Campitelli, 9. La sezione mattutina – presieduta da Miguel Angel Ayuso Guixot, Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso – ha preso il via dalla relazione di Giovanni Pizzorusso, dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, che ha descritto la vivacità dell’ambiente orientalista romano del XVII secolo - nel quale Marracci era perfettamente inserito - specchio dell’interesse del Papato verso l’Oriente e l’Islam. “Il Corano non contraddice il Vangelo quando dice la verità”, ha affermato il relatore, ponendo l’accento sulla comprensione del testo da parte della Chiesa che spinse Papa Gregorio XVI, nel 1622, alla fondazione della Congregazione “de Propaganda Fide” e all’istituzione di numerosi centri di studio presso gli ordini religiosi. Le fonti usate da Marracci sono state al centro della riflessione di Roberto Tottoli dell’Orientale di Napoli, che si è soffermato sull’analisi dei manoscritti di provenienza andalusa e morisca presenti a Roma e riferiti direttamente al Corano. La relazione di Giovanni Rizzi dell’Università Urbaniana ha focalizzato l’attenzione del pubblico sulla traduzione di Marracci, della “Biblia sacra arabica”, definita espressione della ”lingua araba cristiana”. L’opera, come ha sottolineato il relatore, aveva il duplice intento di fornire un testo valido alle comunità cristiane di lingua araba e contemporaneamente favorire un accostamento anche da parte dei musulmani. La sezione mattutina si è conclusa con un dibattito che ha visto i relatori impegnati a rispondere alle numerose domande del pubblico, circa il mancato apprezzamento del mondo islamico nei riguardi di Marracci, sulla sua competenza nell’uso delle fonti anche ebraiche e la sua vocazione missionaria e filologica. Nel pomeriggio, il Cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, ha presieduto la sezione conclusiva del convegno. “Per noi cristiani la novità non è il libro, ma Cristo” ha affermato, marcando una differenza con la fede islamica ma altresì ricordando che non può esserci un vero dialogo interreligioso senza la disponibilità verso l’altro, proprio perché “la religione esprime l’uomo come apertura al trascendente”. Da parte sua Giovanni Maria Vian, Direttore de L’Osservatore Romano, ha ribadito l’importanza dei testi sacri, sottolineando il fatto che mentre “il Corano fino al X secolo è considerato intoccabile”, nel senso di intraducibile, le scritture per i cristiani sono“ispirate da Dio”, ma “non nella loro costituzione letteraria, o nella singola parola” ma in modo da permettere al cristiano “una certa distanza che lo protegga dal fondamentalismo”. P. Francesco Petrillo, Rettore Generale dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio, ha concluso ringraziando “abbiamo scoperto in questo convegno un carisma in più di S. Giovanni Leonardi, lo spirito missionario” L’evento si è concluso con un Concentus Commemorativo nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli: “Il '600 romano e il regno delle due Sicilie” eseguito dalla Cappella Musicale Santa Maria in Campitelli ed Ensemble La Cantoria, che ha proposto un programma con autori raramente eseguiti e di notevole interesse come i mottetti di Giovanni Felice Sanches ed il Dialogo a cinque voci e strumenti dal “Diluvio universale” di Michelangelo Falvetti. Il concerto è stato diretto dal M° Roberto Gini interprete di punta della musica antica internazionale. 17 novembre 2012
Al via i lavori del Convegno Internazionale che si sta svolgendo a Roma, nella Sala Baldini in Piazza Campitelli, 9: ”Corano e Bibbia. L’uso delle fonti in P. Ludovico Marracci”, organizzato dall’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio che siconcluderàdomani, 16 Novembre. Numerosi gli interventi, davanti ad un pubblico attento e competente, seguiti al saluto diP. Francesco Petrillo, Rettore Generale OMD, che ha aperto il convegno sottolineando l’importanza di Marracci come “grande rappresentante del suo tempo, pioniere della comprensione del Corano”, aggiungendo che “mettersi all’ascolto di Marracci significa entrare in dialogo con l’Islam”. A seguire, nella sua pregevole esposizioneGiovanni Maria Vian, Direttore dell’Osservatore Romano, ha percorso una panoramica sulla storia dell’orientalismo nella tradizione cristiana, lungo l’età tardo-antica fino a Marracci, concludendo che “l’orientalistica contemporanea si fonda su queste basi”. Da parte sua, ilProf. Gianluca D’Errico, dell’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, si è soffermato sul ruolo di Marracci nel Sant’uffizio. “Il suo lavoro in Curia è stato marcato dall’attenzione missionaria che ha imparato da San Giovanni Leonardi” ha ricordato, soffermandosi sul singolare permesso accordatogli di consultare libri a quel tempo proibiti. Ha concluso questa prima giornata del convegno,Paolo Aranha, del Warburg Institute (London), analizzando il ruolo di Marracci nella Congregazione di Propaganda Fide, mettendone in luce il profilo missionario profondamente legato al suo slancio evangelizzatore.
15 novembre 2012
Venerdì 16 novembre 2012, ore 20, 30 nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli a Roma Concentus Commemorativo nel IV centenario della nascita di Ludovico Marracci OMD: “Il '600 romano e il regno delle due Sicilie” eseguito dalla Cappella Musicale Santa Maria in Campitelli ed Ensemble La Cantoria. Il concerto in programma sarà diretto dal M° Roberto Gini interprete di punta della musica antica internazionale. La Cappella Musicale propone un programma con autori raramente eseguiti ma di notevole interesse come i mottetti di Giovanni Felice Sanches ed il Dialogo a cinque voci e strumenti dal “Diluvio universale” di Michelangelo Falvetti, opera affascinante tra l'altro per la tensione ritmica che la attraversa nonché per le soluzioni che anticipano sorprendentemente la “musica a programma”. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.13 novembre 2012
pdf
Programma Concerto
La comunità di Taizé, in collaborazione con il Vicariato di Roma, sta organizzando un incontro europeo di giovani a Roma. Per parteciparvi, dal 28 dicembre 2012 fino al 2 gennaio 2013 saranno riunite nella capitale italiana qualche decina di migliaia di giovani. Questa sarà una nuova tappa del "pellegrinaggio di fiducia sulla terra" cominciato da frère Roger 35 anni fa. L’incontro di Roma permetterà ai giovani di fare un pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli fino alle catacombe, di pregare nelle basiliche romane ed incontrare il Papa Benedetto XVI. I giovani pellegrini saranno accolti dalle famiglie e dalle comunità religiose di Roma e di tutta la regione romana. Il mattino s’incontreranno in quasi tutte le parrocchie della diocesi, il pomeriggio e la sera si ritroveranno nel centro di Roma per i pasti, le preghiere comuni e gli incontri a tema. Il 31 dicembre, dopo la preghiera della sera, tutti ritorneranno nelle parrocchie per una veglia per la pace ed una semplice festa dei popoli, insieme ai parrocchiani. Una sera ci si riunirà in San Pietro per una preghiera con il Santo Padre. In un messaggio indirizzato da Benedetto XVI ai giovani riuniti a Berlino per l’incontro di fine anno 2011 leggiamo: "Il Santo Padre esprime la gioia nell’accogliervi il prossimo anno per il 35° incontro europeo del vostro pellegrinaggio di fiducia sulla terra. Roma vi accoglierà calorosamente!" La comunità di Taizé non vuole organizzare un movimento di giovani attorno a se stessa, cercando invece di accompagnare i ragazzi nell’approfondimento della fede e di stimolarli ad impegnarsi nella Chiesa, in particolare nelle proprie parrocchie. Ogni anno, tra Natale e Capodanno, la comunità organizza in una metropoli europea un incontro di giovani, come tappa del "pellegrinaggio di fiducia sulla terra". Questo "pellegrinaggio di fiducia" ha fatto tappa a Parigi, Barcellona, Londra, Praga, Budapest, Vienna, Monaco, Varsavia, Lisbona, Zagabria, Ginevra, Bruxelles, Rotterdam, Berlino... e cinque volte in Italia: a Roma nel 1980, 1982 e 1987 e a Milano nel 1998 e nel 2005. Gli incontri europei vogliono essere un sostegno ai giovani in ricerca, affinché siano testimoni di riconciliazione e di pace, non solo tra i cristiani ma anche tra i popoli. Permettendo ai giovani di diverse nazionalità di trovarsi insieme, l’incontro europeo è anche un’opportunità per riflettere sui grandi temi del nostro tempo, siano essi spirituali o legati alla vita pubblica. In questi incontri i giovani si preparano ad assumere delle responsabilità per la costruzione di un’Europa più umana e fraterna. Video http://www.taize.fr/it_article14393.html Preghiera quotidiana con l’equipe di Taizé http://www.taize.fr/it_article14337.html Taizé a Roma http://taizeroma.wordpress.com/
11 novembre 2012
E’ stato scelto il Santuario parrocchiale di Santa Maria in Campitelli tra le tappe che i pellegrini giungendo a Roma potranno percorrere per professare la Fede presso la tomba di Pietro in Vaticano. Quattro tappe per un cammino di fede che lascia il segno. L’Anno della Fede vissuto a Roma grazie all’ Opera Romana Pellegrinaggi ha il sapore della testimonianza dei martiri e dei grand santi a partire da Pietro e Paolo. I pellegrini che giungono a Roma potranno così mettersi in cammino verso la “porta della fede che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa.” Durante l'Anno della Fede il Santo Padre Benedetto XVI concederà ai fedeli l'Indulgenza plenaria che potrà essere acquisita dai fedeli anche “Ogniqualvolta visiteranno in forma di pellegrinaggio una Basilica Papale, una catacomba cristiana, una Chiesa Cattedrale, un luogo sacro designato dall’ Ordinario del luogo per l’Anno della fede (ad es. tra le Basiliche Minori ed i Santuari dedicati alla Beata Vergine Maria, ai Santi Apostoli ed ai Santi Patroni) e lì parteciperanno a qualche sacra funzione o almeno si soffermeranno per un congruo tempo di raccoglimento con pie meditazioni, concludendo con la recita del Padre Nostro, la Professione di Fede in qualsiasi forma legittima, le invocazioni alla Beata Vergine Maria e, secondo il caso, ai Santi Apostoli o Patroni”. Roma è la città che ha ricevuto la testimonianza offerta da grandi santi, primi fra tutti i Santi Pietro e Paolo, ed è stata eletta a sede della Cattedradi Pietro e custode della Tradizione Apostolica.La proposta di pellegrinaggio a Roma dell’ ORP è un cammino in quattro tappe: la preghiera e la riflessione sul tema della fede come preparazione prossima alla via da percorrere; la celebrazione del Sacramento della Penitenza e la celebrazione del Sacramento dell’Eucaristia; l’incontro con i Santi, testimoni della fede, e la loro spiritualità; la Solenne Professione di Fede nella Basilica di San Pietro e l’ascolto della parola del Successore di Pietro. Sette itinerari proposti e chiese dove i fedeli trovano pannelli illustrativi della tappa, i fogli guida per la riflessione, un prezioso aiuto catechetico nel percorso a Roma lungo le Vie della Fede, tutto in quattro lingue. Le sette Vie della Fede porteranno i fedeli, secondo l’invito del Papa, a riscoprire i contenuti della fede pregata e meditata, celebrata, vissuta e professata. Il Credo, il simbolo nel quale la Chiesa ha raccolto il nucleo delle verità fondamentali della propria fede, guiderà i fedeli attraverso i diversi momenti di meditazione e di celebrazione in varie chiese e Basiliche romane, seguendola tradizione della redditio symboli delle prime comunità cristiane, con la professione pubblica di fede sulla tomba di Pietro. Per rendere accessibile a tutti questo pellegrinaggio nel cuore della fede di Roma l’Opera Romana Pellegrinaggi ha individuato itinerari alternativi attraverso i quali seguire il cammino delle quattro tappe del Cammino del Credo. Diverse aree di Roma per convergere convergono tutti verso la Basilica di San Pietro. Gli itinerari sono stati concepiti per facilitare il pellegrino negli spostamenti, permettendo di compiere a piedi il percorso e approfondire la conoscenza di quella particolare zona della città di Roma. Il pellegrino avrà così l’opportunità di scoprire o riscoprire tutta la bellezza dei luoghi visitati, segno e testimonianza della fede di tante generazioni di cristiani che hanno vissuto o si sono recate a Roma. Così si può partire da Santa Prassede all’Esquilino e vistare Santa Maria Maggiore, Santa Maria degli Angeli e Martiri fino a San Pietro. Oppure da Santa Croce in Gerusalemme poi a San Giovanni in Laterano, i Santi Quattro Coronati al Laterano, da Santa Maria in Portico in Campitelli, Santa Maria in Aracoeli al Campidoglio , San Marco Evangelista al Campidoglio e i Santi XII Apostoli, o magari San Giovanni alla Pigna e poi Santa Maria sopra Minerva e Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio, Sant’Agostino in Campo Marzio. Si può partire da San Salvatore in Lauro e poi Santa Maria in Vallicella e Sant’Agnese in Agone. Per chi preferisce Trastervere la partenza è da Santa Cecilia, poi Santa Maria in Trastevere e San Bartolomeo all’Isola. Per chi invece preferisce rimanere nella zona di San Pietro si parte Da Santa Maria in Traspontina, Santo Spirito in Sassia, San Giovanni dei Fiorentini e in fine San Pietro. Proprio per vistare la basilica pregando e non come turista nel kit del pellegrino debitamente preparato c’è anche un braccialetto che permette ai fedeli di usufruire di un percorso apposito dedicato alla preghiera. Nei pressi della Piazza i pellegrini avranno modo di condividere i loro pensieri ed emozioni durante tale importante evento sul “Faith Scroll”, il luogo dove potranno scrivere i loro pensieri, insieme ai cattolici di tutto il mondo, sul tema “che cosa è la fede per voi”. Questa iniziativa permetterà diaccogliere in un unico posto (il Faith Scroll che sarà posizionato accanto a Piazza San Pietro) i pensieri di chi è venuto in pellegrinaggio a Roma durante l’Anno della Fede. Il risultato sarà una sorta di “collage” multiculturale che sarà condiviso con il resto del mondo tramite la rete. Inoltre il “Faith Scroll” sarà anche il luogo di “raccolta” delle intenzioni di preghiera per le quali una volta al mese verrà celebrata appositamente una messa nella Basilica di San Pietro. www.operaromanapellegrinaggi.org 9 novembre 2012
Poste Italiane ha emesso un annullo filatelico in occasione del Convegno Internazionale che si svolgerà a Roma il 15 ed il 16 novembre per celebrare il IV Centenario della nascita di P. Ludovico Marracci (1612-1700). Durante le giornate del Convegno sarà a disposizione nella Sala Baldini (Piazza Campitelli 9) un servizio filatelico di Poste Italiane. 10 novembre 2012
Con una lettera della Presidenza della Repubblica, è stata comunicata l’Adesione del Capo dello Stato On. Giorgio Napolitano alle celebrazioni per il IV Centenario della nascita di P. Ludovico Marracci (1612-2012), orientalista e traduttore del Corano e della Bibbia arabica. Il Presidente, ha inoltre voluto destinare , quale suo premio di rappresentanza al Convegno internazionale, una medaglia e gli auguri per il successo dell’iniziativa. 31 ottobre 2012
Altro...
La luce della fede è una ricchezza preziosa per la vita dell’uomo: così Benedetto XVI in San Pietro nella Messa conclusiva del XIII Sinodo generale dedicato alla nuova evangelizzazione. Nella sua omelia, il Papa ha ribadito che la Chiesa ha il compito di evangelizzare e che è dovere di tutti i cristiani annunciare il Vangelo con gioia. Tra le preghiere dei fedeli, anche una in arabo per la pace in Siria e in Medio Oriente.
28 ottobre 2012
pdf
Messaggio al popolo di Dio
pdf
OMELIA PER LA CONCLUSIONE DEL SINODO DEI VESCOVI
Nel luogo dove oggi sorge il santuario era presente nel XIV secolo un'edicola votiva dedicata alla Madonna, chiamata Madonna dell'Arco in quanto situata nei pressi di un antico arco romano, nelle vicinanze del quale, ogni anno, si svolgeva una festa in onore della Vergine Maria. Il lunedì dopo Pasqua del 1450, durante la festa, un uomo adirato per la sconfitta subita al gioco della pallamaglio, bestemmiando, scagliò violentemente una boccia contro l'immagine sacra: l'effigie della Madonna avrebbe cominciato a sanguinare dalla guancia sinistra, facendo così gridare al miracolo la folla che si era accalcata nel posto. Il 2 aprile 1589, ancora una volta era un lunedì dopo Pasqua, durante la festa dedicata alla Madonna, una donna, Aurelia del Prete, che si era recata nella cappella per ringraziare la Madonna di una grazia ricevuta, bestemmiò più volte contro la Vergine a causa della perdita di un piccolo maiale che si era smarrito tra la folla. L'anno dopo la signora rimase costretta a letto per parecchio tempo a causa di una malattia ai piedi, fino a che un giorno i piedi si staccarono dalle gambe; la donna associò subito l'evento alle bestemmie che aveva rivolto alla Madonna l'anno prima, e l'accaduto non fece che aumentare la fama della Madonna dell'Arco. I piedi furono esposti in una gabbietta di ferro e ancora oggi sono visibili nel santuario. La donna, dopo che le caddero i piedi, esclamò in napoletano Car MM' Cost che in italiano significa Caro mi costa questo.Nel 1592, Papa Clemente VIII inviò da Roma padre Giovanni Leonardi da Lucca, a cui era stato dato l'incarico di amministrare le elemosine ed i beni temporali. La prima pietra del santuario fu dunque posata da lui nel 1593. Questo amore a Maria, animò i passi del Santo riformatore. Tra i suoi primi incarichi, portare la pace intorno alla memoria mariana dell’Arco a Sant’Anastasia (Napoli) che il 9 ottobre, festa del santo, gli ha dedicato l’aula liturgica.Vista la grande affluenza di fedeli è stata realizzata, in effetti, una nuova aula liturgica di circa 1.500 m²; la sua struttura in cemento e legno armato occupa un'area sul versante settentrionale del complesso religioso, alle spalle della chiesa e del chiostro.Nel pomeriggio del 9 ottobre il P. Generale dell’Ordine della Madre di Dio, P. Francesco Petrillo è stato accolto dal Priore provinciale dei Domenicani fra Francesco La Vecchia, dal Rettore del santuario P. Rosario Carlo Licciardello, dal convento dei domenicani e da tutta la comunità dei fedeli, per celebrare insieme la festa di san Giovani Leonardi, fondatore del santuario e per dedicare al santo la nuova aula liturgica.Al termine della celebrazione liturgica il Padre Generale e il Rettore del santuario si sono diretti verso la porta centrale dell’Aula per scoprire la targa e benedirla. Subito dopo il P. Generale si è portato all’altare per consegnare al Priore Provinciale un reliquiario moderno di san Giovanni Leonardi opera di Todisco Michele. Al suo interno è conservato un frammento del cranio del santo. Al P. Generale la comunità domenicana ha voluto offrire una bellissima ceramica che rappresenta la Vergine dell’Arco e san Giovanni Leonardi sullo sfondo del santuario.22 ottobre 2012
pdf
Omelia del P. Generale 18 agosto 2012 (Lucca)
“Gli occhi negli occhi” espressione che implica la fraternità e l’amicizia non estranea alla parola di Gesù e a quanto è stato vissuto nella Comunità di Torre Maura domenica 21 ottobre, giornata mondiale delle missioni. Il Cardinale Gianfranco Ravasi ha ordinato presbiteri i diaconi Bastin e Cesar dell’Ordine della Madre di Dio nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Leonardi a Torre Maura- Roma. Gremita di fedeli e di numerosi sacerdoti per il rito che perpetua la trasmissione del dono ministeriale proveniente da Cristo. La Sua presenza Eminenza, ci conduce sulla “soglia della porta della fede”, ha esordito il P. Generale nell’indirizzo di saluto. Possiamo dire veramente che P. Bastin e P. Cesar sono “i primi preti dell’anno della fede” e che il primato dell’evengelizzazione li tocca da vicino e ci fa tutti partecipi delle prospettive di fedeltà al Concilio Vaticano II. Il Cardinale Ravasi ha colto questa familiarità ed ha affermato che la liturgia porta con sé uno sguardo che si concentra su Cristo il Sommo Sacerdote della Nuova Alleanza. “L’amicizia con i suoi voluta da Cristo nell’ultima cena, si concentra nell’amore segno che contraddistingue i suoi amici”. Il sacerdozio di Cristo: “è un fiume che alimenta la sorgente di tutti i sacerdoti”. Raccogliendo la Parola di Dio domenicale, il presule ha lasciato emergere due tratti fondamentale che guidano i gesti di ordinazione. Innanzitutto, siamo chamati e sollecitati “dallo sguardo glorioso e penetrante di Cristo che si manifesta con le ferite della passione” conducendo per mano l’uomo nella “gamma oscura della sofferenza: la paura, la solitudine, il tradimento fino a sperimentare la stessa sofferenza fisica, la morte ed il silenzio di Dio”. In questo primo tratto della conteplazione del volto glorioso e ferito di Gesù, il cardinale ha augurato agli ordinandi di assomigliare a Cristo “che comprende tutte le sofferenze e le porta dentro di sé” diventando “fratelli di coloro che soffrono”. Il secondo tratto è quello che smaschera l’uso o l’abuso del potere anche in ambito ecclesiale. Occorre ritornare al senso della parola “ministro” derivante dal latino “minus”; “farsi minimo”. E la parola ministro è vicina all’umanissima “minestra”. Chi amministra i beni umani e spirituali è colui che fa dono di sé e del cibo per la sussistenza fisica. Assomigliate a Cristo, ha concluso il Cardinale Ravasi: “che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita”.
pdf
Saluto al Cardinale Gianfranco Ravasi
La Comunidad de Laicos Leonardinos, se propone estudiar un nuevo modo de vivir la espiritualidad de San Juan Leonardi en el hoy que nos toca vivir. (110 cap. general). Compuesta por laicos de las parroquias de la Orden en Chile. Nos juntamos periódicamente para conocer, vivir y promover la Espiritualidad Leonardina. Este 15 de Octubre realizamos nuestra primera jornada de reflexión en el recinto de la Clínica Familia, Santiago. La Oración, trabajo en grupo, actividades lúdicas y la Santa Misa fue el programa del día. Seguir realizando jornadas, retiros, encuentros de oración y trabar2t6q pastorales son desafíos que se propone la COLL- Chile.
18 ottobre 2012