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stemma e nome

Sabato, 29 Giugno 2013 12:07

Dipendenti dal cielo

editoriale 29-06-13Tre brevi dialoghi su come seguire Gesù. Il primo personaggio che entra in scena è un generoso e dice: Ti seguirò, dovunque tu vada!  Gesù deve avere gioito per lo slancio, deve aver apprezzato l'entusiasmo giovane di quest'uomo. Eppure risponde: Pensaci. Neanche un nido, neanche una tana, solo strada, ancora strada. Non un posto dove posare il capo, se non in Dio, quotidianamente dipendente dal cielo. Così è Gesù: nudo amore che deve essere amato in nuda povertà. Eppure seguirlo è scoprire una ricchezza che mai avrei immaginato; è diventare ricchi, non di cose, di luoghi o nidi, ma di incontri, di opportunità, di luce. Gesù non ha una casa, ma ne trova cento sul suo cammino, colme di volti amici. Le parole di Gesù sono sempre, anche quelle dure, una risposta al nostro bisogno di felicità. Il secondo riceve un invito diretto: Seguimi! E questi risponde: sì. Solo permettimi di andare prima a seppellire mio padre. La richiesta più legittima che si possa pensare, dovere di figlio, compito di umanità. Gesù replica con parole tra le più dure del vangelo: Lascia che i morti seppelliscano i morti! Parole che dicono: è possibile essere dei morti dentro, vivere una vita spenta, una religiosità oscura, tenebrosa, intrisa di paure. Parole dure che sottintendono però: segui me, io ti darò il segreto della vita autentica! Il Vangelo è sempre un inno alla vita, scoperta di bellezza, incremento di umanità. Infine il terzo dialogo: Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che mi congedi da quelli di casa. Una richiesta delicata e naturale. È così duro il cammino senza amici e senza affetti! Tutto si gioca attorno a una parola-simbolo: «prima». La cosa da fare prima, indica la priorità del cuore, quello che sta in cima ai tuoi pensieri, il tuo Dio o il tuo idolo. La risposta di Gesù: Non voltarti indietro, non guardare a ciò che ti mancherà, ma a ciò che ti viene donato. Non guardare alle difficoltà, ma all'orizzonte che si apre. Non alla nostalgia, ma alla strada e ai grandi campi del mondo. La fede spalanca orizzonti più grandi. Chi si volta indietro non è adatto al Regno. Ma allora chi è adatto? Chi non si è mai voltato indietro? Non Pietro, non Giacomo e gli altri. Non ce l'hanno fatta i Dodici, come posso pensare di farcela io? Ma Gesù non cerca eroi incrollabili per il suo regno, ma uomini e donne autentici che sappiano sceglierlo ogni giorno di nuovo, che sappiano rispondere «sì», ogni volta, come Pietro, all'unica domanda: mi vuoi bene?
 
21-06-13cE’ stato ordinato sabato 15 giugno a Santa Maria in Portico in Campitelli P. Ani Kenneth primo sacerdote nigeriano ad essere consacrato in Italia. Il rito è stato presieduto da S. Ecc. Rev.ma Mons. Matteo Zuppi Vescovo Ausiliare di Roma per il Settore Centro. Durante l’omelia il Vescovo ha ricordato che Ani è “frutto di una storia di amore”, certamente voluta da Dio e che si intreccia con l’Ordine leonardino che oggi a maggior titolo diventa la famiglia di Ani nella quale servire la Chiesa. Questa lezione, ha proseguito Mons. Zuppi, la conosceva bene San Giovanni Leonardi: “Solo amando e servendo la Chiesa potremo guarirla e far risplendere la bellezza di sposa di Cristo. Non trattarla con sufficienza, con scontatezza, con tiepidezza! Questa madre ti aiuterà nell’amore che da senso a tutti gli amori, quel Cristo che contempliamo nell’amore più grande, quello di cadere in terra per donare tutto e per liberarci dalla paura di amare”. “Oggi ti ungo, ha concluso il Vescovo, è l’olio di gioia, lo è se non sarà per te, per darci gloria uno all’altro”.  Intorno a P. Ani si sono radunati il P. Generale i confratelli, alcuni fedeli provenienti dalle comunità italiane e un nutrito gruppo di connazionali del novello sacerdote tra i quali l’ambasciatore di Nigeria e la signora, che hanno ritmato nella danza il rendimento di grazie a Dio per il nuovo eletto.

21 giugno 2013
 
Sabato, 22 Giugno 2013 09:12

Nigeria - Visita fraterna del P. Generale

21-06-13bIl P. Generale accompagnato da P. Petrongelli sta visitando in questi giorni la Delegazione Nigeriana.

21 giugno 2013
 
Sabato, 22 Giugno 2013 08:59

Una risposta mai finita

editoriale 21-06-13Le folle chi dicono chi io sia? La risposta è bella e sbagliata. Dicono che sei un profeta: una creatura di fuoco e di luce, voce di Dio e suo respiro.

La seconda domanda arriva diretta, esplicita: Ma voi chi dite che io sia? Preceduta da un «ma», come se i Dodici appartenessero ad un'altra logica. Scrive Cristina Campo: ci sono due mondi / noi siamo dell'altro.

La terza domanda, sottintesa, è diretta a me: ma tu chi dici che io sia? Gesù non chiede una risposta astratta: «chi è Dio», o «chi sono io»; mette in questione ciascuno di noi: tu, con il tuo cuore, la tua fatica, il tuo peccato e la tua gioia, «Chi sono io per te?» Non è la definizione di Cristo che è in gioco, ma quanto di lui vive nella tua esistenza. Allora chiudere tutti i libri e aprire la vita. Gesù ci educa alla fede attraverso domande, perché niente è ovvio, né Dio né l'uomo, né il bene né il male. Non servono studi, letture, catechismi, ma fame di pane e di assoluto. Ciascuno, che ha Dio nel sangue, deve dare la sua risposta.

Ed è una risposta infinita, mai finita. Cristo non è ciò che dico di lui, ma ciò che vivo di lui; non è le mie parole ma la mia passione. La verità è ciò che arde. «Il Tuo nome brucia su tutte le labbra: Tu ardi» canta Efrem Siro. Se Cristo non è io non sono. Gesù stesso offre l'inizio della risposta: il Figlio dell'uomo deve soffrire molto, venire ucciso e poi risorgere. Ecco chi è: un Crocifisso amore, dove non c'è inganno. Che inganno può nascondere uno che morirà di dolore e di amore per te? Disarmato amore che non è mai entrato nei palazzi dei potenti se non da prigioniero, che non ha assoldato guardie, che i nemici non li teme, li ama. Amore vincente. Pasqua è la prova che Dio procura vita a chi produce amore.

Amore indissolubile, da cui «nulla mai ci separerà» (Rm 8,38). Nulla mai: due parole assolute, perfette, totali. Niente fra le cose, nessuno fra i giorni. Se qualcuno vuol venire dietro a me, prenda la sua croce e mi segua. Non è un invito alla rassegnazione, non occorreva Gesù per questo. La Croce è invece la sintesi della sua storia: scegli per te una vita che sia il riassunto della mia vita. Prendi su di te la tua porzione d'amore, altrimenti non vivi. Accetta la porzione di croce che ogni passione porta con sé, altrimenti non ami.

Non un invito a patire di più, ma a far fiorire di più la zolla del cuore, a conquistare la sua infinita passione per Dio e per l'uomo, per tutto ciò che vive sotto il sole, e oltre il grande arco del sole.
 
22-06-13aCon la solenne processione del “Corpus Domini” si è concluso il mese dedicato alla Vergine Santissima, che ha registrato una buona partecipazione di fedeli. Ogni Domenica si sono succedute varie corali: Castiglione, Diecimo, Fornoli, Ghivizzano, Migliano, Palleroso. Il 2 giugno tutti i paesi del Comune di Fosciandora hanno voluto rendere omaggio alla Madonna e al Santissimo Sacramento. Dopo la solenne Eucaristia dalle ore 18 si è snodata la processione, molto partecipata, che partendo dal Santuario ha raggiunto il sagrato della Chiesa Parrocchiale di Migliano dove è stata impartita la Solenne Benedizione. Tutto si è concluso con il concerto delle campane, che dopo vari anni, hanno rifatto sentire la loro voce. P. Cruz e P. Paolo hanno ringraziato i fedeli di tutti i paesi, per la loro fattiva collaborazione, i campanari provenienti da Lucca, Monteperpoli e Migliano. La Banda musicale “ I Ragazzi del Giglio” una realtà del nostro Comune. 

21 giugno 2013
 
padre BertelloSarà presieduta dal Cardinale Giuseppe Bertello, Presidente del Governatorato della Città del Vaticano, la celebrazione annuale della solennità di Santa Maria in Portico. L’icona particolarmente venerata da san Giovanni Leonardi è custodita nel santuario parrocchiale di Santa Maria in Campitelli. La solennità annuale celebra l’evento dell’apparizione di Maria avvenuta il 17 luglio del 524 a Santa Galla ed al Papa Giovanni I. L’Eucaristia presiduta dal Cardinale Bertello sarà mercoledì 17 luglio ore 18,30.

13 giugno 2013
 
Mercoledì, 12 Giugno 2013 17:34

Gallipoli nuova statua del Cristo Risorto

Cristo-RisortoAnche quest’anno la Pasqua nella nostra parrocchia è stata allietata dalla suggestiva processione di Gesù Risorto,giunta ormai al terzo anno.
Durante la veglia pasquale,è stata benedetta la nuova statua,che ha fatto il suo ingresso in chiesa tra le note del “Gloria”,che annunciava la Resurrezione di Gesù.
Il giorno dopo,complice una meravigliosa giornata incorniciata da un solo a dir poco brillante,che ricordava la luce del volto di Cristo Risorto,la processione si è snodata per le vie della parrocchia,accompagnata dalle voci festanti di grandi e piccini e dal suono allegro della banda.
Entusiasmo,gioia e curiosità ci hanno accompagnati per tutta la durata della processione.
Un nuovo inno è stato composto per l’occasione e cantato dalle argentine voci bianche del coro parrocchiale.
Per noi parrocchiani è stato un evento meraviglioso e ricco di fede e preghiera,che ci ha portato tanta gioia nel cuore.

12 giugno 2013
 
Riforma-1E’ il titolo dell’ultima pubblicazione di Padre Pascucci , presentata mercoledì 5 giugno scorso a Lucca nei Saloni Monumentali della Biblioteca Statale.
“Questo è un vero memoriale di Padre Pascucci –ha  esordito l’Arcivescovo di Lucca, mons. Castellani, introducendo l’incontro- perché questi temi e questi luoghi  sono profondamente legati alla sua persona .
Egli può essere descritto come un discepolo alla sequela del Maestro, nel carisma di San Giovanni Leonardi.
E del fondatore è stato un  vero cantore”.
Riforma permanente della Chiesa e del cristiano; in questo volume è a tema la Chiesa  del Concilio Vaticano II, in particolare il Decreto sull’Ecumenismo. Cristo è universale, la Chiesa è universale.
L’evangelizzazione,  cara a San Giovanni Leonardi , anche oggi cerca linguaggi nuovi, adatti al  nostro tempo.
Il Direttore della Biblioteca, dott. Marco Paoli, ha ricordato Padre Pascucci come storico e della sua lunga attività in questo campo il libro può essere un bilancio.  Grazie al suo prezioso lavoro il patrimonio storico dell’Ordine, fino a 20-30 anni fa negletto, è diventato patrimonio degli studiosi, anche sul web.
A conclusione dell’incontro è stato presentato il quadro Madonna con Bambino e i Santi Cecilia e Domenico,
restaurato per iniziativa di Padre Pascucci.
Carolina Cannizzaro,  la curatrice del restauro, in un intervento molto commosso nel ricordo di Padre Pascucci, ha illustrato il suo intervento documentando lo stato precedente e quello attuale dell’opera.
Il quadro fu eseguito alla fine del ‘600 da un pittore lucchese, fu proprietà di un convento domenicano femminile e venne  poi ceduto a Santa Maria di Corte Orlandini.
Nel 2008 Padre Pascucci  decise di destinare al restauro dell’opera una somma ricevuta in dono per i suoi 50 anni di sacerdozio.
 
Sabato, 08 Giugno 2013 21:29

Parole di vita

252Una donna, una bara, un corteo. Sono gli ingredienti di base del racconto di Nain che mette in scena la normalità della tragedia in cui si recita il dolore più grande del mondo. Quel buco nero che inghiotte la vita di una madre, di un padre privati di ciò che è più importante della loro stessa vita. Quel freddo improvviso e spaventoso che ti stringe la gola e sai che d'ora in poi niente sarà più come prima.

Quella donna era vedova, aveva solo quel figlio, che per lei era tutto. Due vite precipitate dentro una sola bara. Quante storie così anche oggi, quante famiglie dove la morte è di casa. Perché questo accanirsi, questa dismisura del male su spalle fragili? Il Vangelo non dà risposte, mostra solo Gesù che piange insieme alla donna, e sono due madri che piangono, sono due vedove. Gesù non sfiora il dolore, penetra dentro il suo abisso insieme a lei.

 Entra in città da forestiero e si rivela prossimo: chi è il prossimo? Gli avevano chiesto. Chi si avvicina al dolore altrui, se lo carica sulle spalle, cerca di consolarlo, alleviarlo, guarirlo se possibile. Il Vangelo dice che Gesù fu preso da grande compassione per lei. La prima risposta del Signore è di provare dolore per il dolore della donna. Vede il pianto e si commuove, non prosegue ma si ferma, e dice dolcemente: donna, non piangere. Ma non si accontenta di asciugare lacrime. Gesù consola liberando. Si avvicina a una persona che, forse, in cuor suo sta maledicendo Dio: «Perché a me, perché a me? Cosa ho fatto?»

Nessun segnale ci dice che quella donna fosse credente più fervida di altri. Nessuno. Ciò che fa breccia nel cuore di Gesù, il Signore amante della vita, è il suo dolore. Quella donna non prega, ma Dio ascolta il suo gemito, la supplica universale e senza parole di chi non sa più pregare o non ha fede, e si fa vicino, vicino come una madre al suo bambino. Si accosta alla bara, la tocca, parla: Ragazzo dico a te, alzati. Levati, alzati in piedi, sorgi, il verbo usato per la risurrezione. E lo restituì alla madre, restituisce il ragazzo all'abbraccio, all'amore, agli affetti che soli ci rendono vivi, alle relazioni d'amore nelle quali soltanto troviamo la vita.

E tutti glorificavano Dio dicendo: è sorto un profeta grande! Gesù profetizza Dio, il Dio della compassione, che cammina per tutte le Nain del mondo, che si avvicina a chi piange, ne ascolta il gemito. Che piange con noi quando il dolore sembra sfondare il cuore. E ci convoca a operare «miracoli», non quello di trasformare una bara in una culla, come lui a Nain, ma il miracolo di stare accanto a chi soffre, lasciandosi ferire da ogni gemito, dal divino sentimento della compassione.
 
Mercoledì, 05 Giugno 2013 09:10

India Simple Profession

Profession-2013On 31st May, on the feast of the Visitation of our Lady, 7 novices in Indian delegation, namely Stanley, Prakash, Lucas, Allwin, Shaju, Martin & Abisheck, made their simple profession. The ritual was celebrated in a con-celbrated High Mass, presided by Fr. Lourdurajan, Delegate of Fr.General for Indian Delegation with fathers of the delegation, Parish priests of our novices, fathers and sisters from nearby religious houses and seminarians and relatives of the newly professed. In the homily, Fr. Delegate brought forth the gracious presence of Mother Mary, the Ark of the New Covenant in the life of the Church and her every members. The newly professed were reminded of their Consecration as an effective means for their personal  sanctification & generous service of souls. Their surrender to the Will of the Lord is to say' Everything of you and Nothing of me' which is completely at contrast to the worldly view that is 'Nothing of you and everything of me'. Their surrender should be like that of a poor widow in the Gospel, who gave up everything because she thought she belonged to the Lord, and like that of a widow in the time of Elijah, who had complete trust in God, and like that of Mary and Jesus who said, 'Not my will but Thy Will be done". The newly professed were encouraged to go on in their journey with the sure hope on the support from Our Patroness and Our Father & Founder, and having with them always the guidance of our Constitutions, the lived experience of our Founder.

4 giugno 2013
 
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