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stemma e nome

anteprima OMD_17-07-13Con il Decreto del 14 Luglio 1926, la Sacra Congregazione dei Riti, accettava la richiesta del XXIV Rettore Generale, p. Giuseppe Tosto, e del suo Consiglio, perché la Festa di Santa Maria in Portico fosse riconosciuta e celebrata in tutte le nostre Comunità, Oratori e Chiese extra titolari e venisse celebrata la Messa Propria con il relativo Ufficio Divino, già approvati precedentemente. Il 110° Capitolo Generale, in vista di un recupero della forma mariana del nostro carisma, ci ha esortato a riprendere (o a fomentare) in tutte le nostre Case e Parrocchie o Unità pastorali, la devozione verso la sacra Icona di Santa Maria in Portico, venerata da tutti i nostri padri, a partire dal 1601, quando l’antica basilica fu affidata al nostro santo Fondatore che ne scrisse anche una Narrazione, e i locali annessi divennero l’abitazione del nostro Ordine a Roma. Da allora, come ha scritto il beato papa Giovanni Paolo II è nata una nuova storia fatta di dottrina e di culto, di studio e di cultura, e soprattutto di testimonianza, tra la preziosa immagine e la vita del nostro Ordine fino ad oggi (Lettera al Reverendissimo padre Vincenzo Molinaro, Rettore Generale dell’Ordine della Madre di Dio, Città del Vaticano, 25 Luglio 2001). Perché il desiderio capitolare sia reso fruibile da parte di tutti, si potranno scaricare i testi della Liturgia delle Ore, della Celebrazione eucaristica (Messale e Lezionario) e alcuni inni e preghiere.

17 luglio 2013


icon LEZIONARIO SMP 2013 (23.58 kB)
pdf  Messa SMP 2013 (81.72 kB)
pdf  Preghiera dei Fedeli SMP 2013 (15.3 kB)
pdf  SMP LH 2013 (131.49 kB)

pdf

 
Martedì, 16 Luglio 2013 17:11

A Napoli la festa di Santa Maria in Portico

news 16-07-13“Con Maria, bellezza di vita nuova”, Con questo tema sarà celebrata la solennità annuale di Santa Maria in Portico a Napoli. Nei giorni 15, 16 e 17 luglio saranno offerte una serie di “Lectio divine” ricavate dalla lettura biblica ed artistica di alcune pitture della Vergine conservate nella Chiesa di Santa Maria in Portico a Chiaia. “I dipinti presenti nella cappella dell’Assunta raffiguranti l’Incoronazione, la Dormitio, l’Assunzione. Stimolati dai testi delle Costituzioni,- ha affermato il parroco P. Michele Lopopolo-  che a più riprese rimandano all’effetto proprio dei Chierici Regolari loro trasmesso da S. Giovanni Leonardi”.  La “lettura” sarà guidata da don Franco De Marchi parroco di S. Maria di Piedigrotta  e sarà scandita da tre tematiche: “ Con Maria, pienezza di umanità”;   “Con Maria certezza di immortalità”; “Con Maria, bellezza di vita nuova”.

16 luglio 2013
 
Domenica, 14 Luglio 2013 08:35

L’eterno nome dell’uomo

editoriale 14-07-13Maestro, che cosa devo fare per essere vivo, per essere uomo vero? Gesù risponde con un racconto in cui è racchiusa la possibile soluzione della storia, la sorte del mondo e il destino di ognuno. Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico. Un uomo, dice Gesù. Guai se ci fosse un aggettivo, buo­no o cattivo, ricco o povero, dei nostri o straniero. Può essere perfino un disonesto, un brigante anche lui. È l'uomo, ogni uomo aggredito e che ha bisogno. Ogni strada del mondo va da Gerusalemme a Gerico. Il mondo geme, con le vene aperte; c'è un immenso peso di lacrime in tutto ciò che vive, un oceano di uomini derubati, umiliati, violati, naufragati per ogni continente. È questo il nome eterno dell'uomo. Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada. Il primo che passa, un prete, un uomo spirituale, passa oltre. Ma cosa c'è oltre? Oltre il dolore, oltre la carne dell'uomo non c'è lo spirito, bensì il nulla. Quel prete non troverà mai Dio. «Percorri l'uomo, dice sant'Agostino, e raggiungerai Dio». Uomo, via maestra verso l'assoluto! Invece un samaritano che era in viaggio lo vide, ne ebbe compassione, gli si fece vicino. Un samaritano: uno straniero, un extracomunitario d'oggi, ha compassione e si avvicina, scende da cavallo, forse ha paura, non è spontaneo fermarsi. Misericordia - avere cuore per il dolore - non è un istinto, ma una conquista. Bisogna avvicinarsi, vedere gli occhi, ascoltare il respiro, allora ti accorgi che quell'uomo è tuo fratello, un pezzo di te. E nulla di ciò che è umano ti può essere estraneo. Il racconto di Luca mette in fila dieci verbi per descrivere l'amore: lo vide, si mosse a pietà, si avvicinò, scese, versò, fasciò, caricò, lo portò, si prese cura, pagò... fino al decimo verbo: al mio ritorno salderò il debito se manca qualcosa. Questo è il nuovo decalogo, i nuovi dieci comandamenti, una proposta per ogni uomo, credente o no, perché l'uomo sia uomo, la vita sia amica, la terra sia abitata da «prossimi», non da avversari.  Ma chi è il mio prossimo? Gesù risponde: tuo prossimo è chi ha avuto compassione di te. Allora ricordati di amare i tuoi samaritani, quelli che ti hanno salvato, hanno versato olio e vino sulle tue ferite, e riversato affetto in cuore. Non dimenticare chi ti ha soccorso e ha pagato per te. Li devi amare, con gioia, con festa, con gratitudine. E poi da loro imparare. Va e anche tu fa lo stesso. Anche tu diventa samaritano, fatti prossimo, mostra misericordia. Il vero contrario dell'amore non è l'odio, è l'indifferenza.
 
Venerdì, 05 Luglio 2013 23:19

La prima enciclica di Papa Francesco

anteprima 07-07-13b“Lumen fidei”, “La luce della fede”: si intitola così la prima Enciclica di Papa Francesco, pubblicata oggi. Indirizzata a vescovi, presbiteri, diaconi, consacrati e a tutti i fedeli laici, e suddivisa in quattro capitoli, l’Enciclica – spiega Papa Francesco – era già stata “quasi completata” da Benedetto XVI. A quella “prima stesura” l’attuale Pontefice ha aggiunto “ulteriori contributi”. Obiettivo del documento è recuperare il carattere di luce proprio della fede, capace di illuminare tutta l’esistenza umana. Chi crede, vede. Chi crede, non è mai solo, perché la fede è un bene per tutti, un bene comune che aiuta a distinguere il bene dal male, a edificare le nostre società, donando speranza. È questo il cuore della Lumen fidei: quello di una fede che non separa l’uomo dalla realtà, ma lo aiuta a coglierne il significato più profondo. In un’epoca come quella moderna- scrive il Papa- in cui il credere si oppone al cercare e la fede è vista come un’illusione, un salto nel vuoto che impedisce la libertà dell’uomo, è importante fidarsi ed affidarsi, umilmente e con coraggio, all’amore misericordioso di Dio che raddrizza le storture della nostra storia. 

6 luglio 2013

iconLumen Fidei (497.2 kB)
 
Venerdì, 05 Luglio 2013 23:11

Nigeria: La nuova scuola di Amakohia

anteprima 07-07-13aL’edificio scolastico di Amakohia è arrivato al suo terzo piano, manca la copertura, il tetto, come in tutte le case, il tetto per i bambini in età scolare della periferia di Owerri. È il progetto che la EsseGiElle e l’Ordine della Madre di Dio hanno ideato, mentre il finanziamento della CEI Comitato per gli interventi Caritativi per il Terzo Mondo, ha reso fattibile a partire dal gennaio 2012. Nel mese di giugno P. Francesco Petrillo OMD, al rientro dalla missione nigeriana, ci ha portato una testimonianza sullo stato dei lavori. Ha visitato il cantiere salendo per le tre rampe di scale della struttura, e percorrendo la lunga fila di colonne che passano da un’aula all’altra lungo il perimetro e tra un piano e l’altro. Un suggestivo gioco di linee e sguardi, quasi a ricordare la bellezza artistica di altri tempi. Ma ciò che qui si esprime è la bellezza della solidarietà e del donare, del dare senza ricevere ad un altro sconosciuto. Non è l’amico che primo o poi ricambierà, è lo sconosciuto e lontano. Questo aggiunge sapore al nostro intervento e ci spinge a continuare sulla strada intrapresa per il diritto all’istruzione di tutti i bambini e le bambine del mondo, come recita il secondo obiettivo di sviluppo del millennio da raggiungere entro il 2015. Vogliamo arrivare pronti a questo appuntamento avendo almeno provato a fare la nostra parte. Uno sforzo in più è richiesto a tutti a questo punto per rifinire l’edificio, mancano i pavimenti, gli infissi, i bagni. Poi occorrerà equipaggiarlo affinchè il prossimo anno didattico la nuova scuola possa aprire le porte ai bambini di Amakohia. Grazie a tutti coloro che, in gruppo o singolarmente, da ogni parte d’Italia hanno contribuito a mettere un mattone, a partire dalle Comunità OMD di S. Ferdinando di Puglia dove si organizzano le cene solidali e si vende il riso dell’iniziativa “Abbiamo riso per una cosa seria…”,  così come a Lariano, Napoli, Lucca, Roma e Gallipoli, dove oltre le tradizionali attività, si affiancano le pesche di beneficenza, le mostre e i concerti. Grazie a coloro che contribuiscono con il Sostegno Scolastico a Distanza, a chi con il 5 per mille ha firmato per la EsseGiElle scegliendo di destinare una parte delle imposte in occasione della dichiarazione dei Redditi e che continua a farlo. Grazie a tutti i volontari impegnati a promuovere le nostre missioni nelle varie sedi.

7 luglio 2013
 
Venerdì, 05 Luglio 2013 23:04

La casa della pace

editoriale 07-07-13Partono senza pane, né sacca, né denaro, senza nulla di superfluo, anzi senza nemmeno le cose più utili. Solo un bastone cui appoggiare la stanchezza e un amico a sorreggere il cuore. Senza cose. Semplicemente uomini. Perché l'incisività del messaggio non sta nello spiegamento di forza o di mezzi, ma nel bruciore del cuore dei discepoli, sta in quella forza che ti fa partire, e che ha nome: Dio. La forza del Vangelo, e del cristianesimo, non sta nell'organizzazione, nei mass-media, nel denaro, nel numero. Ancora oggi passa di cuore in cuore, per un contagio buono.  Partono senza cose, perché risalti il primato dell'amore. L'abbondanza di mezzi forse ha spento la creatività nelle chiese. Il viaggio dei discepoli è come una discesa verso l'uomo essenziale, verso quella radice pura che è prima del denaro, del pane, dei ruoli. Anche per questo saranno perseguitati, perché capovolgono tutta una gerarchia di valori.  Gesù affida ai discepoli una missione che concentra attorno a tre nuclei: Dove entrate dite: pace a questa casa; guarite i malati; dite loro: è vicino a voi il Regno di Dio. I tre nuclei della missione: seminare pace, prendersi cura, confermare che Dio è vicino. Portano pace. E la portano a due a due, perché non si vive da soli, la pace. La pace è relazione. Comporta almeno un altro, comporta due in pace, in attesa dei molti che siano in pace, dei tutti che siano in pace. La pace non è semplicemente la fine delle guerre: Shalom è pienezza di tutto ciò che desideri dalla vita. Guariscono i malati. La guarigione comincia dentro, quando qualcuno si avvicina, ti tocca, condivide un po' di tempo e un po' di cuore con te. Esistono malattie inguaribili, ma nessuna incurabile, nessuna di cui non ci si possa prendere cura. Poi l'annuncio: è vicino, si è avvicinato, è qui il Regno di Dio. Il Regno è il mondo come Dio lo sogna. Dove la vita è guarita, dove la pace è fiorita.  Dite loro: Dio è vicino, più vicino a te di te stesso; è qui, come intenzione di bene, come guaritore della vita.  E poi la casa.  Quante volte è nominata la casa in questo brano! La casa, il luogo più vero, dove la vita può essere guarita. Il cristianesimo dev'essere significativo nel nostro quotidiano, nei giorni delle lacrime e della festa, nei figli buoni e in quelli prodighi, quando l'amore sembra lacerarsi, quando l'anziano perde il senno e la salute. Lì la Parola è conforto, forza, luce; lì scende come pane e come sale, sta come roccia la Parola di Dio, a sostenere la casa.
 

Roma, 1 di agosto 2012



Pax Christi!


Cari confratelli,
Sono appena tornato da lunghi viaggi per l’India, l’Indonesia e la Nigeria con tante notizie e tante suggestioni che ci spingono: "Duc in altum – Prendi il largo" (Lc 5, 4). Ma, innanzitutto, credo che sia necessario farvi partecipi dell’impegno che noi abbiamo preso con le suore del Bambino Gesù, i stituto fondato dal nostro P. Cosimo Berlisani e Anna Morioni per portarli alla beatificazione.
Qui di seguito vi faccio partecipi, brevemente, di ciò che ho detto loro nel 340° anniversario della fondazione e che potete consultare per intero nel nostro sito www.omdei.org   [continua...]



DOWNLOAD

iconLettera Circolare P. Generale - Indizione ANNO delle COSTITUZIONI (205.42 kB)





Lunedì, 01 Luglio 2013 14:28

COME VIANDANTI E PELLEGRINI

Celebrazione di inizio pellegrinaggio


document COME VIANDANTI E PELLEGRINI (59 kB)



Canto

Noi siamo popolo di Dio
da lui scelti, da lui chiamati
per annunciare al mondo
le meraviglie del suo amore,
del suo amore.


La Chiesa del Signore noi formiamo
noi siamo testimoni tra i fratelli
per dire a tutti gli uomini il suo amore.

Saluto

C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T. Amen.
C. Il Padre delle misericordie e Dio di ogni consolazione,
il Figlio risorto da morte,
e lo Spirito Santo, fonte di ogni carisma, 
sia con tutti voi.
T. E con il tuo spirito.
monizione introduttiva
C.Seguire le orme di Cristo e seguire la via spirituale tracciata dal nostro santo Fondatore, giunta fino a noi attraverso le Costituzioni, implica una dimensione fisica.
Non si tratta di sentimentalismo o archeologia, né di turismo religioso.
Questo pellegrinaggio vuole aiutarci a scoprire le tracce gloriose di Cristo Risorto, consegnate a San Giovanni Leonardi, nella sua vita, nei suoi scritti e nella sua testimonianza.
Vogliamo crescere nella conoscenza e nell’amore dell’umanità e della santità del nostro Santo, per riprendere speranza.
Abbiamo bisogno proprio di questo: vedere i villaggi che lui aveva visti, percorrere gli stessi sentieri, respirare gli stessi profumi, ammirare gli stessi orizzonti… e coinvolgerci.
Questo il nostro pellegrinaggio: dai luoghi fisici e storici, dalle fonti e gli archivi ai luoghi interiori per riscoprire la gioia e la bellezza di essere cristiani, testimoni del Risorto, chiamati a vivere quella radicalità che sa fare di Cristo la misura di tutte le cose.


Lettura della Parola di Dio

L.Ascoltate la Parola di Dio dalla Lettera ai Galati
Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù. Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà.

Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l'amore siate invece a servizio gli uni degli altri.Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: Amerai il tuo prossimo come te stesso.
Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito


Responsorio

Noi siamo popolo di Dio
da lui scelti, da lui chiamati
per annunciare al mondo
le meraviglie del suo amore,
del suo amore.


Lo Spirito di Dio vive in noi
lo Spirito ci fa una cosa sola
insieme camminiamo verso il Padre.

Dopo un momento di silenzio un religioso legge il primo capitolo delle Costituzioni (1-7).

L. Dalle Costituzioni dei Chierici Regolari della Madre di Dio
(Capitolo I – L’Ordine della Madre di Dio nella Chiesa 1-7)

1. L'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio, che lo Spirito Santo suscitò nella Chiesa per opera di S. Giovanni Leonardi, si propone come fine la santificazione dei propri figli e il generoso servizio delle anime, mediante la professione dei consigli evangelici e della vita comune, nella pronta disponibilità ai carismi dello Spirito.

2. I membri della nostra famiglia religiosa, seguendo l'esempio del Fondatore, realizzano la perfezione della carità specialmente attraverso l'obbedienza alla Chiesa, l'amore all'Eucarestia, la devozione alla Madonna e l'osservanza delle costituzioni e regole.

3. I religiosi esplicano l'esercizio dell'apostolato in spirito di apertura ai segni dei tempi e nelle forme sempre aggiornate della pastorale. In particolare si dedicano all'annuncio della parola di Dio e alla catechesi, all'amministrazione dei sacramenti, soprattutto dell'Eucarestia e della Penitenza, alla diffusione del culto mariano e agli altri ministeri secondo le esigenze dei luoghi.

4. Patrona dell'Ordine è la Vergine Madre di Dio, contemplata nel suo trionfo dell'Assunzione al cielo, mistero particolarmente caro ai religiosi che abbracciano la regola di S. Giovanni Leonardi, avendo egli affidato alla Madonna il nascente istituto.

5. Dell'Ordine, di natura sua clericale, fanno parte Chierici e Fratelli per vivere insieme nella carità il mistero di Cristo, senza alcuna distinzione se non quella che deriva dall'Ordine sacro e dalle costituzioni e regole.

6. Nell'Ordine si possono accettare anche Oblati, sacerdoti o laici, i quali si inseriscono nella nostra vita comune osservando le regole per essi stabilite.
 
7. Il titolo dell'Ordine, che fa parte dei Chierici Regolari, è: Ordine della Madre di Dio (in latino: Ordo Clericorum Regularium Matris Dei); la sigla comunemente usata: O.M.D.


Al termine della lettura, tutti cantano:

Grazie Signore, rendiamo grazie a te che regni nei secoli eterni.


Preghiera corale

C.Ti rendiamo grazie, Padre,
che in questi giorni di gioia per la Resurrezione del tuo Figlio
ci rendi viandanti e pellegrini.
T. Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe,
Padre di Gesù e Padre nostro:
ti lodiamo e ti benediciamo
perché ci concedi di camminare
sulle orme di san Giovanni Leonardi.

C. Ti rendiamo grazie, O Cristo Crocifisso e risorto per noi,
che in questi giorni ci fai sperimentare la fraternità,
segno vero della comunione, segno del tuo amore vissuto.
T. Figlio di Dio e Signore Gesù Cristo,
nostro fratello e Redentore:
sii Guida e Maestro in questo pellegrinaggio.
Arda il nostro cuore
nel percepire l'eco intramontabile del tuo vangelo
e del suo riflesso nelle nostre Costituzioni,
parola minuscola della tua Parola maiuscola.

C. Ti rendiamo grazie, Spirito Santo,
fonte di ogni dono, carisma e servizio nella Chiesa,
che in questi giorni ci fai sperimentare la diversità nell’unità,
fondamento del nostro annuncio ai fratelli.
T. Spirito Santo, luce di sapienza e vigore di carità:
rinnova anche per noi il prodigio della Pentecoste
vieni e trasformaci in veri discepoli,
con il desiderio di una riforma che duri tutta la vita.

C. A te, Padre, che ci ami,
a te, Figlio, che ci hai chiamato,
a te, Spirito Santo, che ci santifichi per santificare,
la lode e la gloria, nei secoli dei secoli.
T. Amen! Alleluia!


Benedizione

C. Il Signore sia con voi.
T. E con il tuo spirito.

C. Dio nostra salvezza
ci guidi nella prosperità e nella pace.
T. Amen.

C. Il Signore ci assista e ci accompagni nel cammino.
T. Amen.

C. Con l'aiuto del Signore
giunga felicemente a termine questo pellegrinaggio
che iniziamo nel suo nome.
T. Amen.

C.E la benedizione di Dio onnipotente
Padre e Figlio + e Spirito Santo
discenda su di voi e vi accompagni.
T. Amen.

C. Procediamo nel nome di Cristo.
T. Amen.
 

Contempliamo lo splendore dei tuoi santi,
nella Chiesa radunata su nel cielo,
e nel coro immenso dei santi testimoni
Giovanni ci riflette la tua luce.

Salve, Giovanni Leonardi,
sentinella fedele della Chiesa,
l’anno di grazia da vigore a questa fede
Canta con noi le meraviglie del Signore.

Salve, nobile Signora dell’Eterno,
santa Vergine e Madre del Signore,
a te San Giovanni affida questi figli,
magnifica con noi il tuo creatore. 



Lunedì, 01 Luglio 2013 14:21

LA CAMERA AL PIANO SUPERIORE

Le fasi della vita, luogo di santità


document  LA CAMERA AL PIANO SUPERIORE (60 kB)



* “Di Lucca l’onore, di Diecimo il  vanto” (Inno tradizionale a Diecimo).
Questo luogo ci viene tramandato come il luogo della nascita di San Giovanni Leonardi. Anche la casa, ogni casa è stata santificata dal Mistero Pasquale di Cristo.
La casa ci richiama non solo le pareti, ma la famiglia, piccola Chiesa, luogo in cui cresciamo negli affetti, nell’educazione umana e sociale, qui veniamo iniziati alla fede.
E in questo contesto religioso che cresce e si forma il nostro Santo.

* Tu sei stato piccolo e ora sei grande, e sai che la camera è testimone della nostra vita, delle gioie e dei dolori, delle stanchezze e dei sogni. La camera raccoglie il nostro corpo come il figlio una mamma.
La camera ha un valore estremamente ricco.
La camera assiste a tutte le trasformazioni che in una giornata avvengono nella vita quotidiana.
Al mattino vede il suo inquilino vestirsi; ciò che lo attende è il confronto con gli altri e con il mondo.
È inevitabile darsi un contegno e, anche se non si mettono maschere, il vestito aiuta a costruire l'immagine che si vuole dare agli altri.
Nella tarda mattinata la camera è silenziosa, non più abitata, e tutto parla di un'assenza che evoca una presenza. Per il pranzo in alcune realtà, la casa torna ad animarsi e la camera può diventare il luogo del riposo e della ricarica. Nella notte ci  si toglie la parte più formale degli abiti che uno ha portato durante il giorno. Nella notte, la camera diventa testimone dell'abbandono al sonno, dell'affidamento tra le braccia dell'amore del Padre.

La camera mi ha visto bambino molto piccolo e adulto.
È il luogo della vita e dell'intimità.
Penso alla mia vita, a ciò che mi ha aiutato a essere quello che sono.
Che cosa mi ha permesso di esistere, di manifestarmi per quello che sono?

Quali sono i momenti della mia esistenza in cui vivo maggiormente la mia interiorità? (Li elenco)

Il  segreto della «mia camera»: come lo vivo nella mia giornata? So creare momenti per me?
Quali? Provo a indicarli.

Quali scelte faccio ogni giorno per educare all'interiorità?
(Le elenco)

So testimoniare il valore del silenzio, di un luogo «per sé», dell'autenticità? Quali sono i gesti che, come religioso/presbitero, pongo per far percepi­re il valore dell'intimità come autenticità di relazione?

 

* Rimanendo in silenzio in questa camera, pensiamo al mistero della vita, al dono che ci è stato fatto, ed anche alla nostra chiamata alla vita religiosa, in ogni sua tappa, in ogni nostro crescere.
E’ un buon momento per ringraziare e per riconoscere che ogni percorso, ogni anno, ogni crescita, ogni fase della vita ha bisogno di essere evangelizzato.
Ci aiuta a pregare il Salmo 70 (71), la preghiera di un adulto che sa riconoscere un Dio presente sempre nella sua vita: dall’infanzia alla vecchiaia il nostro “rifugio” è Cristo.


salmo 70 (71)
Fiducia in Dio in ogni situazione della vita

1 In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
2 Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami.
3 Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
4 Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio,
dal pugno dell'uomo violento e perverso.
5 Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
6 Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno:
a te la mia lode senza fine.
7 Per molti ero un prodigio,
ma eri tu il mio rifugio sicuro.
8 Della tua lode è piena la mia bocca:
tutto il giorno canto il tuo splendore.
9 Non gettarmi via nel tempo della vecchiaia,
non abbandonarmi quando declinano le mie forze.
10 Contro di me parlano i miei nemici,
coloro che mi spiano congiurano insieme
11 e dicono: «Dio lo ha abbandonato,
inseguitelo, prendetelo: nessuno lo libera!».
12 O Dio, da me non stare lontano:
Dio mio, vieni presto in mio aiuto.
13 Siano svergognati e annientati quanti mi accusano,
siano coperti di insulti e d'infamia
quanti cercano la mia rovina.
14 Io, invece, continuo a sperare;
moltiplicherò le tue lodi.
15 La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza,
che io non so misurare.
16 Verrò a cantare le imprese del Signore Dio:
farò memoria della tua giustizia, di te solo.
17 Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.
18 Venuta la vecchiaia e i capelli bianchi,
o Dio, non abbandonarmi,
fino a che io annunci la tua potenza,
a tutte le generazioni le tue imprese.
19 La tua giustizia, Dio, è alta come il cielo.
Tu hai fatto cose grandi: chi è come te, o Dio?
20 Molte angosce e sventure mi hai fatto vedere:
tu mi darai ancora vita,
mi farai risalire dagli abissi della terra,
21 accrescerai il mio onore
e tornerai a consolarmi.
22 Allora io ti renderò grazie al suono dell'arpa,
per la tua fedeltà, o mio Dio,
a te canterò sulla cetra, o Santo d'Israele.
23 Cantando le tue lodi esulteranno le mie labbra
e la mia vita, che tu hai riscattato.
24 Allora la mia lingua tutto il giorno
mediterà la tua giustizia.
Sì, saranno svergognati e confusi
quelli che cercano la mia rovina.

* Può essere utile percorrere le tappe della vita del nostro Fondatore: nascita, infanzia, fanciullezza a Villa Basilica, adolescenza a Lucca, maturità come farmacista “colombino”, laico impegnato, chiamata al sacerdozio, ordinazione, fondatore, esiliato a Roma, visitatore, missionario, santo: una vita alla ricerca della santità, una vita alla ricerca della “regola giusta”, della buona misura per rendersi ogni giorno strumento sempre più flessibile per corrispondere alla divina volontà (cfr. Lettera del 16 settembre 1603).

La Chiesa guarda a San Giovanni Leonardi  come un santo “legislatore” (titolo che oltre a lui è stato dato solo a San Benedetto nell’innodia) che dalla sua nascita fino alla morte compie la volontà del Padre:

Salve, Joànnes legifer,
Decus beatis àdditum,
Divo coruscans lùmine,
Fruens superna gloria.

Tuo dicata nomini,
Dies recurrit annua
Jucunditatis canticis
Aedes sacrata personet.

Lucensis urbis òppidum
Amore solitudinis,
Orationis spiritu
Te vidit admirabilem.

Mundi caduca rèspuens
Et vanitàtes saeculi,
Dumtàxat in caelestibus
Verum locasti gaudium.

Puris piisque moribus
Christi sacerdos emicas;
Nactus sodales nobiles,
Viam salutis edoces.

Exinde formas clèricos
Matris Dei purissimae,
Quae cor tuum perenniter
Sancto replevit Jubilo.

Nunc e superna patria
Nosmet tuere supplices,
Possimus ut fideliter
Exempla Patris subsequi.

Praesta, Pater piissime,
Patrique compar unice
Cum Spiritu Paraclito
Regnans per omne saeculum. Amen
Salve Giovanni Legislatore.
Bellezza aggiunta ai beati,
che brilli di luce divina,
che godi di gloria celeste.

Al tuo nome dedicato
il giorno ogni anno ricorre:
l'altare consacrato risuoni
nella festosità dei canti.

Il borgo della città di Lucca
ammirabile ti vide
nell'amore per la solitudine,
nell'ispirazione della parola.

Rifiutando le caducità del mondo
e le vanità del secolo,
soltanto nei cieli
collocasti il vero gaudio.

Sacerdote di Cristo eccelli
per i modi santi e puri:
trovati compagni nobili
mostrasti la via della salvezza.

Da allora dai forma (fondasti) ai chierici
della Madre di Dio purissima,
colei che il tuo cuore perennemente
colmò di santo giubilo.

Ed ora dalla patria celeste
veglia su di noi supplici
perché possiamo fedelmente
seguire gli insegnamenti del Padre.

S'innalzi a Dio Padre Santo la lode,
al Figlio unigenito,
sia lode al Santo Spirito
che regna per tutti i secoli dei secoli. Amen



Lunedì, 01 Luglio 2013 14:12

IL GREMBO DELLA CHIESA

La chiamata alla santità


document  IL GREMBO DELLA CHIESA (47 kB)



* Tra le parti più importanti di una chiesa ha un posto di rilievo il Battistero, il luogo cioè in cui è collocato il fonte battesimale. In quel luogo si celebra il Battesimo, primo sacramento della Nuova Alleanza, in forza del quale gli uomini, aderendo nella fede a Cristo Signore, ricevono lo Spirito di adozione a figli. Essi vengono chiamati e sono veramente figli di Dio tanto da chiamarlo “Abbà, Padre” come Gesù.
Uniti a Cristo con una morte e una risurrezione simile alla sua, entrano a far parte del suo corpo; segnati dall'unzione dello Spirito, diventano tempio santo di Dio, membri della Chiesa, «stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato».

* In questo battistero, venne battezzato Giovanni Leonardi nel 1541.
E’ l’inizio dell’avventura della santità. Una chiamata universale per tutti coloro che attraverso il passaggio nell’acqua e nello Spirito sono divenuti immagine e somiglianza di Cristo stesso.
La vita consacrata radicalizza il battesimo, perché nulla della sua forza vada perduto (Cfr. PC 5, LG46).

* Al momento di vestirci per celebrare l’Eucarestia rinnoviamo il nostro essere in Cristo e rivestiti di Lui, resi santi per santificare. Riscopriamoci consacrati, uomini eucaristici e offerta viva al Signore.
Preghiamo con le nostre Costituzioni:

Se uno è in Cristo, è una creatura nuova.
Le cose di prima sono passate, ne sono nate di nuove.
Alleluia! Alleluia! Alleluia!

8. Signore Gesù, che ci hai chiamato alla vita nuova con il Battesimo e ci hai resi tua immagine e tua somiglianza, donaci ogni giorno di ricordarci che il dono della sequela della consacrazione religiosa, che consiste essenzialmente nella professione dei consigli  evangelici, è una delle espressioni più alte dei valori e delle esigenze battesimali. Determinata dall'amore, essa tende a renderlo in noi sempre più perfetto, mediante l'intimità feconda con te, Divino Modello, che, vergine e povero, nell'obbediente immolazione hai salvato il mondo e così sei entrato nella gloria.

9. Tu ci hai amato per primo, tu ci rendi capaci di amare e donare amore per rispondere alle esigenze profonde del tuo Regno. O Signore, fa che tutti i nostri religiosi sappiano chiaramente che il dono totale di sé, mediante i voti, non ostacola minimamente lo sviluppo della propria personalità; al contrario ne facilita l'espansione perché offre al consacrato ricche possibilità di raggiungere, in Te, la pienezza dell'uomo perfetto, per raggiungere l'ampiezza, l'altezza, la lunghezza, la profondità del tuo amore che sorpassa ogni conoscenza, per essere ricolmi di tutta la pienezza di Dio

10. Sei tu che ci esorti a rinunciare a tutto e perfino a noi stessi per seguirti e amarti di più, fa che la rinunzia volontaria di certi beni molto apprezzabili non implicano disconoscimento o disistima dei valori terrestri, ma diventano, sul Tuo esempio affermazione e testimonianza della loro provvisorietà e migliore manifestazione dei beni celesti già presenti in questo mondo che abbiamo ricevuto in te, per te e con te.

11. La completa appartenenza a Te o Cristo, unico amore della nostra vita, anziché chiuderci in noi stessi, ci rende disponibili al mistero della Chiesa, aperti ad una illimitata comprensione verso tutti gli Uomini, nostri fratelli, che attendono da ognuno di noi la vivente espressione delle beatitudini e un segno profetico del regno dei cieli.

12. Donaci una dilatazione del cuore capace di essere come te, per compiere continuamente il progetto del Padre tuo e Padre nostro.
Gesù, che nel tuo passaggio hai sanato e beneficato tutti passando la notte in preghiera, donaci la saggezza di ricordare che il grande segreto di un vero apostolato dipende dalla nostra intimità con Dio, la quale a sua volta viene rinvigorita dall'esercizio dell'apostolato.
Donaci di alimentare la nostra vita nascosta, nell'intimità con Te in Dio Padre tuo e nostro. Donaci di diventare innanzitutto uomini di preghiera, di rimanere fedeli alle costituzioni, vangelo reso accessibile.
Donaci la certezza che sarà proprio questo la più valida garanzia del nostro efficace contributo all'attività apostolica nell'edificazione del Corpo Mistico.

13. SeguirTi o Cristo, impegna costantemente ad uniformare la propria vita e la propria volontà alla Tua, ad aderire a Te con tutto il nostro essere, assimilandone il pensiero e i sentimenti sino alla completa identificazione che si raggiunge con la piena docilità all'azione dello Spirito Santo. Donaci con abbondanza lo Spirito del Tuo amore, tu che solo puoi donarlo senza misura, fa che esso ci trasformi, ci trasfiguri, ci renda te.

14. Questa profonda unione con Te o Cristo viene resa assoluta e definitiva dai vincoli perpetui dei tre voti, la cui professione ci consacra associandoci al Tuo sacrificio perenne, che si rinnova nel mistero eucaristico. Donaci di sentirci tutt'uno con te che per noi ti sei donato con un amore senza fine, donaci di donarci con te e come te con un amore senza fine.


Costituzioni dei Chierici Regolari della Madre di Dio
(Capitolo II - Consacrazione religiosa 1. Principi generali, in forma di preghiera)


 
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