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stemma e nome

Mercoledì, 07 Agosto 2013 22:40

Giovani leonardini cileni alla GMG

notizia 07-08-13Una delegazione di 85 giovani, sacerdote e religiosi leonardini (delle quattro parrocchie dell´Ordine in Cile) sono stati presenti alla GMG in Rio di Janerio, Brasile. E’ stato un momento di grazia nel quale le parole di papa Francesco, la condivisione della fede con tanti giovani di molte nazione e diverse lingue, hanno rimarcato l’identità di credenti  e amici del carisma di san Giovanni Leonardi. Nel frattempo le comunità cilene si preparano il prossimo 15 di agosto, solennità dell’Assunto alla professione solenne dei chierici Claudio Godoy e Javier Gonzàlez nella parrocchia di san Lazzaro Santiago del Cile ore 17,00.

7 agosto 2013


 invitacion-profesion     icon Invito professione 15-08-2013 (111.73 kB)


Lunedì, 05 Agosto 2013 16:05

La Mostra Evento Itinerante


VISIONE: IL PASSATO PER IL PRESENTE E PER IL FUTURO

MOSTRA LEONARDINA DELLE COSTITUZIONI


Nell’Anno delle Costituzioni la Mostra Evento Itinerante, voluta dal Consiglio Generale, sponsorizzata dal Rettore Generale, p. Francesco Petrillo,  curata da p. Rosario Piazzolla e per la parte grafica dal dott. Stefano Paradiso della VICIS, ha lo scopo di “mostrare”, l’evoluzione, il progetto e l’importanza delle Costituzioni dell’Ordine della Madre di Dio, sia per i religiosi che per tutti coloro che in qualche mondo incontrano il carisma trasmessoci da San Giovanni Leonardi.

La Mostra Evento Itinerante è il tentativo, lo sforzo sperimentale di comunicare attraverso il linguaggio visivo i documenti più importanti e l’esperienza viva di un carisma che si trasmette proprio attraverso il patrimonio raccontato e codificato nelle Costituzioni, nelle sue fasi, nei suoi molteplici risvolti.

Le Costituzioni additano uno stile di vita, un impegno apostolico. Quasi come una madre, proteggono perché il cammino sia più spedito, custodiscono perché niente dell’esperienza antica e nuova vada perduta.

Tutti, lo sappiamo per esperienza, abbiamo bisogno di “regole” per vivere. Le Costituzioni ci indicano un cammino concreto per seguire Gesù, nella via leonardina.

 

IL GRANDE BANNER

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1ParteSan Giovanni Leonardi indica l’obbedienza. Tutta la sua iconografia lo mostra sempre con le Costituzioni in mano il suo distintivo, l’opera a cui ha più tenuto. L’appello all’“obbedienza”, è un impegno a vivere con responsabilità il dono ricevuto. E’ l’invito ad esseri liberi per… 2ParteL’elogio più grande sulle Costituzioni fatto dal p. Carlo Erra: un capolavoro che rischiara la mente e il cuore, come nell’esperienza dei discepoli di Emmaus (Lc 24, 13-35).
Lo sfondo presenta l’inno proprio di San Giovanni Leonardi egli è riconosciuto con un titolo speciale: “Legifer”, legislatore, epiteto che condivide, nell’innodia, solo con san Benedetto.



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3ParteLo stemma dell’Ordine con il classico MP ΘY (Madre di Dio) e una frase dalla sua ultima lettera-testamento del 2 Ottobre 1609. La firma del Santo dice la veridicità di quanto scritto e prima ancora vissuto.  4ParteMostra i diversi testi delle Costituzioni, da quello del primo nucleo e dei primi compagni, scritte dopo un decennio di sperimentazione, cammino di santificazione e di servizio pastorale, all’ultimo approvato secondo lo spirito del Concilio Vaticano II.
L’evoluzione grafica ci aiuta a comprendere il passaggio storico, in una tradizione mai interrotta, non senza un legittimo progresso.


banner grande_5 5ParteI Quadrangoli storici mostrano per la prima volta ad un vasto pubblico, le Bolle papali, conservati gelosamente nell’Archivio e i Decreti di approvazione fino ai nostri giorni. 
In grande, sotto, il testo in carta pecora delle più antiche Costituzioni approvate il 1 Maggio 1584, ora finalmente alla visione di tutti. Questo è il testo usato da San Giovanni Leonardi e dai suoi primi Compagni a santa Maria Corteorlandini.




I 6 PANNELLI


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Il primo: Le Regole
Cerca di ricordare a tutti l’importanza delle regole per vivere, ad ogni livello, nella vita quotidiana,  nelle relazioni interpersonali, nella scelta di fede, in ogni stato di vita…
Il secondo: San Giovanni Leonardi: una vita per la regola.
Traccia un ipotetico itinerario di vita del nostro Santo, mostrando la sua attenzione alla “regola” per vivere, per testimoniare. Gli eventi, le date, non sono allora pura casualità, ma un filo rosso attraversato dalla grazia per divenire Santi per santificare.
 
Il terzo: Santi per Santificare.
Il quadro anonimo conservato nell’Ufficio del Rettore Generale, mostra San Giovanni Leonardi che scrive la prime righe del 1604. È riportato il capitolo che sintetizza il fine dell’Ordine, senza precludersi niente, aperti ai segni dei tempi.
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Il quarto (1574-1964) e il quinto (1962-1988): raccontano e cronicizzano gli eventi che hanno portato alle Costituzioni rinnovate. Una piccola storia che racconta la vita, l’esperienza di fede, il desiderio di vivere il carisma ricevuto.
Di particolare importanza l’Autografo del Card. Cesare Baronio,  con l’approvazione definitiva delle Costituzioni, per la prima volta mostrato a tutti. La traduzione a fronte vuole essere un ulteriore aiuto alla comprensione.
Il sesto: Tre papi e un Santo.
Dal Concilio Vaticano II ad oggi, i Papi che si sono succeduti (Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI) hanno detto qualcosa di San Giovanni Leonardi, in maniera specifica. 
Come successori di Pietro, ci confermano nella fede e nelle Costituzioni e ci rammentano che non c’è solo una storia da ricordare e raccontare, ma una grande storia da costruire.
In basso, l’ultimo elogio è di coloro che abbracciano lo stile di vita voluto da San Giovanni Leonardi: è l’augurio migliore da scambiarsi con la sicura certezza che guadagnando ogni giorno qualcosa dell’osservanza, c’è possibilità di una vita riuscita, di una vita buona, di un vangelo vissuto, davanti a Dio e agli uomini.



Doverosi sono i ringraziamenti: a p. Rafael, p. Cesar, p. Innocenzo, per la fattiva collaborazione nelle diverse fasi del progetto fino alla sua conclusione e ai collaboratori del gruppo VICIS, per la loro competenza. Grazie al p. Generale che ha creduto in questa Mostra Evento Itinerante, che rimarrà oltre questo anno delle Costituzioni, come una possibile mostra permanente, importante anche per le Case di Formazione.

                                                                                                      P. Rosario Piazzolla omd
 
Sabato, 03 Agosto 2013 10:37

Povertà e libertà

editoriale 03-08-13Un uomo ricco ha avuto un raccolto abbondante. Un particolare mi colpisce: non c'è nessuno attorno a quest'uomo. Nessun nome, nessun volto, nessuno nella casa, nessuno nel cuore. Ricco e al centro di un deserto! La ricchezza crea un deserto di relazioni autentiche, le cose soffocano gli affetti veri. Un uomo solo e non felice, perché la felicità dipende da due cose: non può mai essere solitaria e ha a che fare con il dono. Solitario, il cuore si ammala; isolato, muore. Un uomo che ripete continuamente un unico aggettivo «mio»: i miei raccolti, i miei magazzini, i miei beni, la mia vita, anima mia. Questa ossessione del mio. Le cose dominano il suo futuro, la sua vita ruota attorno ad esse. Vivere così è un lento morire. Infatti: «Stolto, questa notte morirai», anzi stai già morendo, hai allevato, hai nutrito la morte dentro di te. L'uomo non vive di solo pane, anzi di solo pane, di sole cose l'uomo muore... Stolto, dice Gesù, non perché cattivo, ma perché poco intelligente. Ha investito sul prodotto sbagliato, sul denaro e non sull'amore. La tua vita non dipende dai tuoi beni. Gesù non disprezza i beni della terra, quasi volesse disamorarci della vita, offre invece una risposta alla domanda di felicità. Il Vangelo dà per scontato che la vita umana sia, e non possa non essere, un'incessante ricerca di felicità. Vuoi vita piena, felicità vera? Non andare al mercato delle cose. Le cose promettono ciò che non possono mantenere. Sposta il tuo desiderio su altro, desidera dell'altro, un mondo dove l'evidenza non sia: più denaro è bene, meno denaro è male; un mondo come Dio lo sogna, che «amore e luce ha per confine». Non dai beni, da che cosa dipende allora la vita? Da tre cose: dalla tua vita interiore, dalle persone accanto a te, da una sorgente che non è in te ma in Dio. E queste tre cose devono essere in comunione, innestate tra loro. Allora sei vivo. Un giorno un visitatore arriva nella cella di un monaco del deserto. E conversando gli domanda: come mai hai così poche cose nella tua cella? Un letto, un tavolo, una sedia, una lampada. Il monaco replica: e tu come mai hai solo una sacca con te? Ma perché io sono in viaggio, risponde il visitatore. E il monaco: anch'io sono in viaggio. Fragile e precaria è la vita ma non perché finisce, solo perché sempre incamminata verso un altrove. In questa migrazione verso la vita, povertà e libertà fanno riscoprire la bellezza del mondo e la bontà delle cose, e come gustarle senza bisogno di possedere.
 
notizia 01-08-13In ritorno dalla GMG di Rio un gruppo di giovani provenienti dalla Parrocchia St r2t6qeph di Hong Kong Cina, hanno sostato nella casa di Campitelli. Accompagnati da sacerdoti e animatori hanno ringraziato il Signore per l’esperienza vissuta e si sono raccolti davanti all’immagine di Santa Maria in Portico. Nella visita all’altare di San Giovanni Leonardi il Parroco, P. Davide Carbonaro, ha ricordato loro che il santo è stato cofondatore di Propaganda Fide e che desiderò in vita visitare le terre di Oriente. Alla sua intercessione sono stati affidati tutti i giovani che in questi giorni come ha affermato papa Francesco hanno fatto esperienza dell’evangelica “medicina della misericordia”.

1 agosto 2013
notizia 31-07-13bCome da tradizione l’Ordine rinnoverà i voti il giorno dell’Assunta. In questo anno speciale dedicato alla Fede e alle Costituzioni un rito particolare è stato dedicato dalla Commissione per la Formazione Permanente per la celebrazione di questo atto che voluto da San Giovanni Leonardi è proprio delle Comunità religiose OMD.

31 luglio 2013


pdf button Rinnovazione dei voti nel giorno dell'Assunzione di Maria


notizia 31-07-13a“Siete 4 giovani dell’India, ma vi siete diffusi, come apostoli di Cristo,  fino ai confini del mondo con spirito missionero”. Così ha affermato il P. Generale, P. Francesco Petrillo, ai 4 Diaconi che domenica 13 luglio, il vescovo di Kottar, S. Ec.za  Mons. Peter Remigius, ha ordinato sacerdoti con l’imposizione delle mani e la preghiera. In effetti i 4 giovani già sono  sparsi  per differenti mansioni: P. James in Indonesia, per iniziare la presenza dell’Ordine in quella immensa  nazione di isole; P. Esron in Roma, per portare avanti la sua Licenza; P. Ajin in Azhikal, come vice parroco della nostra ultima comunità dell’India; P. Francis in Samaypuram per formare i postulanti. La  festa della loro ordinazione è stata di grande gioia e di immensa participazione dei parenti e degli amici. Il luogo è stato preparato davanti alla nuova scuola che sarà inaugurata ad Agosto per i numerosi alunni che si sono iscritti. La scuola risplendeva di nuovo, di colori,  di luci,  di manifesti. I canti erano guidati dal coro di Azhikal con grande competenza. Al  cerimonia dell’ordinazione erano presenti 33 preti dell’Ordine della Madre di Dio e di altre congregazioni e Diocesi. “Voi quattro – ha detto il Vescovo- siete come luci di Cristo. Risplendete davanti agli uomini e davanti a Dio. Portate al mondo ciò che Cristo ha compiuto in voi”. Dopo la celebrazione liturgica, gli ospiti si sono radunati intorno ai quattro sacerdoti per ricevere la loro benedizione e condividere con loro la cena di festa.

31 luglio 2013

 
Martedì, 30 Luglio 2013 13:55

Il numero 171 di Notiziario OMD

news 30-07-13Pubblicato il n° 171 di Notiziario OMD oltre la cronaca dell’Ordine continua lo speciale a cura del P. Generale “ricette dalla spezieria” di san Giovanni Leonardi, l’articolo è dedicato al “buon consiglio”. Di seguito il “pellegrinaggio leonardino” e i 75 anni dalla canonizzazione del santo fondatore.

30 luglio 2013
Domenica, 28 Luglio 2013 07:51

Il dialetto del cuore

editoriale 28-07-13Signore insegnaci a pregare!» Tutte le preghiere di Gesù riportate dai Vangeli (oltre cento) iniziano con la stessa tipica parola: «Padre», il modo migliore per rivolgersi a Dio. Ma specifico di Gesù, esclusivamente suo, è il termine originario «Abbà» che i Vangeli riportano nella lingua di Gesù, l'aramaico, e il cui senso è «papà, babbo». È la parola del bambino, il dialetto del cuore, il balbettio del figlio piccolo. È parola di casa, non di sinagoga; sapore di pane, non di tempio. «Nella moltitudine delle preghiere giudaiche non si trova un solo esempio di questa parola 'Abbà' riferita a Dio» (Jeremias). Solo in Gesù: Abbà-papà. Nel linguaggio corrente la parola «pregare» indica l'in­sistere, il convincere qualcuno, il portarlo a cambiare atteggiamento. Pregare per noi equivale a chiedere. Per Gesù no: pregare equivale a evocare dei volti: quello del Padre e quello di un amico. Nella preghiera di Gesù l'uomo si interessa della causa di Dio (il nome, il regno, la volontà) e Dio si interessa della causa dell'uomo (il pane, il perdono, il male), ognuno è per l'altro. E imparo a pregare senza mai dire io, senza mai dire mio, ma sempre Tu e nostro: il tuo Nome, il nostro pane, Tu dona, Tu perdona. Il Padre nostro mi vieta di chiedere solo per me: il pane per me è un fatto materiale, il pane per mio fratello è un fatto spirituale (Berdiaev). Pregare cambia la storia. «Amico prestami tre pani perché è arrivato un amico». Una storia di amicizia svela il segreto della preghiera. La parabola mette in scena tre amici: l'amico povero, l'amico del pane e il viaggiatore inatteso, carico di fame e di stanchezze, che rimane sullo sfondo ma è in realtà una figura di primo piano: rappresenta tutti coloro che bussano alla mia porta, che senza essere attesi sono venuti, che mi hanno chiesto pane e conforto. A Gesù sta a cuore la causa dell'uomo oltre a quella di Dio: non vuole che la preghiera diventi un dialogo chiuso, ma che faccia circolare l'amore (i tre pani) nel corpo del mondo. Da duemila anni ripetiamo il Padre Nostro, ma non siamo diventati fratelli e il pa­ne continua a mancare. Una domanda enorme corrode le nostre preghiere: Dio esaudisce? «Dio esaudisce sempre, ma non le nostre richieste bensì le sue promesse» (Bonhoeffer): Io sarò con te, fino alla fine del tempo. Dio si coinvolge, intreccia il suo respiro con il mio, mescola le sue lacrime con le mie. Se pregando non ottengo la cosa che chiedo, ottengo però sempre un volto di Padre e il sogno di un abbraccio.
 
Lunedì, 22 Luglio 2013 13:08

Tenerezza di madre

editoriale 21-07-13C'era tanta gente che non avevano neanche il tempo di mangiare. Gesù mostra una tenerezza come di madre nei confronti dei suoi discepoli: Andiamo via, e riposatevi un po'. Lo sguardo di Gesù va a cogliere la stanchezza, gli smarrimenti, la fatica dei suoi. Per lui prima di tutto viene la persona; non i risultati ottenuti ma l'armonia, la salute profonda del cuore. E quando, sceso dalla barca vede la grande folla il suo primo sguardo si posa, come sempre nel Vangelo, sulla povertà degli uomini e non sulle loro azioni o sul loro peccato. Più di ciò che fai a lui interessa ciò che sei: non chiede ai dodici di andare a pregare, di preparare nuove missioni, solo di prendersi un po' di tempo tutto per loro, del tempo per vivere. È un gesto d'amore, di uno che vuole loro bene e li vuole felici. Scrive sant'Ambrogio: «Si vis omnia bene facere, aliquando ne feceris, se vuoi fare bene tutte le tue cose, ogni tanto smetti di farle», cioè riposati. Un sano atto di umiltà, nella consapevolezza che non siamo noi a salvare il mondo, che le nostre vite sono delicate e fragili, le energie limitate.

Gesù insegna una duplice strategia: fare le cose come se tutto dipendesse da noi, con impegno e dedizione; e poi farle come se tutto dipendesse da Dio, con leggerezza e fiducia. Fare tutto ciò che sta in te, e poi lasciar fare tutto a Dio. Un particolare: venite in disparte, con me. Stare con Gesù, per imparare da lui il cuore di Dio. Ritornare poi nella folla, portando con sé un santuario di bellezza che solo Dio può accendere. Ma qualcosa cambia i programmi: sceso dalla barca vide una grande folla ed ebbe compassione di loro. Prendiamo questa parola, bella come un miracolo, come filo conduttore: la compassione. Gesù cambia i suoi programmi, ma non quelli dei suoi amici. Rinuncia al suo riposo, non al loro. E ciò che offre alla gente è per prima cosa la compassione, il provare dolore per il dolore dell'altro; il moto del cuore che muove la mano a fare.

Stai con Gesù, lo guardi agire, e lui ti offre il primo insegnamento: «come guardare», prima ancora di come parlare; uno sguardo che abbia commozione e tenerezza, le parole e i gesti seguiranno. Quando impari il sentimento divino della compassione, il mondo si innesta nella tua anima. Se an­cora c'è chi si commuove per l'ultimo uomo, questo uomo avrà un futuro.

Gesù sa che non è il dolore che annulla in noi la speranza, non è il morire, ma l'essere senza conforto. Facciamo in modo di non privare il mondo della nostra compassione, consapevoli che «ciò che possiamo fare è solo una goccia nell'oceano, ma è questa goccia che può dare significato a tutta la nostra vita»  (E. Ronchi)

 
anteprima OMD_18-07-13La solenne celebrazione che ricorda l’apparizione della Madre di Dio  al Papa Giovanni I e a Santa Galla è stata presieduta mercoledì 17 luglio nella Chiesa di Campitelli da S. E. il Cardinale Giuseppe Bertello Presidente del Governatorato per la Città del Vaticano. Nell’indirizzo di saluto il parroco p. Davide Carbonaro, ha ringraziato Sua Eminenza: “Che viene a celebrare questa memoria di Maria cara alla tradizione romana. E’ lei infatti che insegna ai discepoli del suo Figlio la carità solidale che si rinnova nei gesti evangelici della comunità credente”.  Il Cardinale Bertello durante l’omelia ha ricordato come il saluto evangelico uscito dalle labbra della donna anonima, attraverso l’elogio alla Madre “Beato il seno da cui hai preso il latte”:  “Viene presentato a noi colui che vince il male”. La beatitudine proclamata nel Vangelo non è solo una felicità effimera o la fortuna capitata a Maria: “Ma la capacità di sapersi mettere nelle mani di Dio, solo così si può trovare la vera pace”. Tale beatitudine in effetti, ha proseguito il Cardinale: “Nasce da chi sa ascoltare, credere e mettere in pratica quanto ascoltato. Ma quanto siamo capaci di ascolto? Siamo veramente capaci di trasformare ciò che ascoltiamo nella vita?”. L’odierna festività mariana cara alla tradizione romana, ha concluso Sua Eminenza, ci ricorda che: “La parola ascoltata non si vive da soli, ma nella carità espressione della comunione ecclesiale”.

18 luglio 2013
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