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Lunedì, 04 Febbraio 2013 17:05

Roma Associazione culturale la cantoria

la-cantoria-1Con un incontro musicale in Sala Baldini domenica 3 febbraio è stata inaugurata l’Associazione musicale la Cantoria. L’Associazione diretta dal Maestro Vincenzo di Betta e patrocinata dall’Ordine ed in collaborazione con il Centro Studi OMD, nasce con l’intento di tutelare e far conoscere il patrimonio musicale OMD. Il patrimonio culturale documentario, di altissimo valore storico, oltre che religioso,  conservato presso l’Archivio dei Chierici Regolari della Madre di Dio (OMD) e la Biblioteca Mater Dei, a Roma, comprende al suo interno anche un fondo musicale. Il fondo è costituito da manoscritti e stampe musicali di pregio, degni di grande considerazione, da un punto di vista archivistico, musicale e musicologico. Il materiale di proprietà della comunità religiosa dei Chierici Regolari della Madre di Dio fondata da San Giovanni Leonardi (1541-1609) era in uso per le attività liturgia, le accademie musicali e gli oratori come la tradizione dell’Ordine rileva fin dalle sue origini (1574). In effetti, esso comprende non soltanto opere sacre, ma anche secolari perlopiù provenienti dalla Casa sopressa di Monaco (Principato) nella metà del XX sec. E’ a seguito di tale circostanza che ritroviamo conservati nell’archivio musicale diversi volumi miscellanei di ariette francesi, curati da stampatori ed editori francesi, soprattutto parigini, della fine del XVIII secolo.  Il fondo comprende circa 150 unità archivistiche di manoscritti musicali, per la maggior parte del XVIII secolo, di musica sacra e profana. Per la musica a destinazione liturgica è doveroso  citare le numerose composizioni di Padre Francesco Giovannini, della metà del Settecento, che fu Prefetto della musica, ma anche opere di Giuseppe Iannacconi, Salvatore Meluzzi, Gaetano Capocci, compositori insigni di musica liturgica nel XIX secolo a Roma. Il fondo dei manoscritti comprende anche copie ottocentesche di opere di Saverio Mercadante, Giuseppe Anfossi, Domenico Cimarosa.
 
Lunedì, 04 Febbraio 2013 17:00

Roma festa del voto

omaggio-ISi è rinnovata sabato 2 febbraio la tradizionale memoria del patrocinio di Santa Maria in Portico sulla città di Roma. La festivitàè stata inaugurata dal solenne canto dei vespri presieduti da Mons. Pietro Bongiovanni Prefetto. Nei giorni festivi numerosi fedeli hanno avuto accesso al trono dell’altare maggiore dove è conservata la miracolosa immagine di Santa Maria in Portico. Prima dell’Eucarestia presieduta da S. E. Mons. Ennio Appignanesi Arcivescovo emerito di Potenza, una delegazione del Sindaco di Roma ha rinnovato il tradizionale gesto dell’omaggio floreale.

4 febbraio 2013
 
Lunedì, 04 Febbraio 2013 16:56

Roma Associazione culturale la cantoria

la-cantoria-1Con un incontro musicale in Sala Baldini domenica 3 febbraio è stata inaugurata l’Associazione musicale la Cantoria. L’Associazione diretta dal Maestro Vincenzo di Betta e patrocinata dall’Ordine ed in collaborazione con il Centro Studi OMD, nasce con l’intento di tutelare e far conoscere il patrimonio musicale OMD. Il patrimonio culturale documentario, di altissimo valore storico, oltre che religioso,  conservato presso l’Archivio dei Chierici Regolari della Madre di Dio (OMD) e la Biblioteca Mater Dei, a Roma, comprende al suo interno anche un fondo musicale. Il fondo è costituito da manoscritti e stampe musicali di pregio, degni di grande considerazione, da un punto di vista archivistico, musicale e musicologico. Il materiale di proprietà della comunità religiosa dei Chierici Regolari della Madre di Dio fondata da San Giovanni Leonardi (1541-1609) era in uso per le attività liturgia, le accademie musicali e gli oratori come la tradizione dell’Ordine rileva fin dalle sue origini (1574). In effetti, esso comprende non soltanto opere sacre, ma anche secolari perlopiù provenienti dalla Casa sopressa di Monaco (Principato) nella metà del XX sec. E’ a seguito di tale circostanza che ritroviamo conservati nell’archivio musicale diversi volumi miscellanei di ariette francesi, curati da stampatori ed editori francesi, soprattutto parigini, della fine del XVIII secolo.  Il fondo comprende circa 150 unità archivistiche di manoscritti musicali, per la maggior parte del XVIII secolo, di musica sacra e profana. Per la musica a destinazione liturgica è doveroso  citare le numerose composizioni di Padre Francesco Giovannini, della metà del Settecento, che fu Prefetto della musica, ma anche opere di Giuseppe Iannacconi, Salvatore Meluzzi, Gaetano Capocci, compositori insigni di musica liturgica nel XIX secolo a Roma. Il fondo dei manoscritti comprende anche copie ottocentesche di opere di Saverio Mercadante, Giuseppe Anfossi, Domenico Cimarosa.
 
Indonesia-inagurazioneLa festa della Presentazione del Signore al Tempio è stata scelta come il giorno più opportuno per inagurare la  prima casa dell’Ordine della Madre di Dio in Indonesia.

Il giorno anteriore, il Padre Generale P. Francesco Petrillo insieme ai due confratelli omd indiani, destinati a questa missione, Padre Justino e il diacono James, hanno fatto visita al Vescovo di Kupang, per ottenere la sua benedizione e per presentargli il nostro carisma e lavoro apostolico nella sua Diocesi. Il vescovo si è mostrado assai benevolo verso i religiosi e si è interessato a conoscerli meglio con il tempo. Lo stesso giorno abbiamo salutato la comunità dei Missionari dei Sacri Cuore di Gesù e Maria, fondato da San Gaetano Errico, che nel loro seminario hanno accolto il primo sacerdote leonardino per un semestre e li abbiamo ringraziati dell’ospitalità ricevuta e del fraterno appoggio che ci è stato dato.

Il due febbraio si siamo spostati nella nuova casa di affitto che abbiamo sistemato nel migliore modo possibile, nonostante le difficoltà che si presentano ogni volta che si apre una nuova missione. I due giovani indiani OMD: P. Justino e il diacono James si sono molto adattati e contenti di essere i primi pionieri di quest’opera che lo Spirito ci ha mostrato in questo splendido Paese di 14.000 isole e di molte difficoltà religiose e sociali.

Il Padre Generale ha detto nel suo intervento durante l’atto di benedizione della casa religiosa, che noi siamo come i due piccioni che Maria e Giuseppe portano in dono per riscattare quel bambino. È vero, siamo poveri come Maria e Giuseppe. Non hanno altro che offrire due piccoli piccioni. Eppure sono stati sufficienti per dire a Israele che quel bambino è veramente la gloria del suo popolo, la luce del mondo. Al loro piccolo gesto di recarsi al tempio, hanno scatenato una rivoluzione così potente che  i veri poveri d’Israele abbiano visto la luce in quel bambino. Che veramente l’arca è in mezzo al suo tempio, non più come cassa preziosa  che portava i doni del Signore, ma il Signore stesso è entrato nel suo tempio.

 I nostri due piccoli “piccioni”, P. Justino e diacono James, hanno lo stesso compito: di offrirsi in riscatto perchè avvenga il riconoscimento del Signore per la loro vita di consacrati nell’ Ordine di san Giovanni Leonardi e portare Cristo in mezzo al tempio che è l’Indonesia.

Alla cerimonia si sono uniti i nostri più cari amici: il provinciale dei Clarretani, i Padri del seminario dei missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, il noviziato delle suore del Preziossimo Sangue di Gesù. Anche con loro abbiamo detto grazie al Signore per il dono della Vita Consacrata che propio il due febbraio si celebra.

Con un piccolo rinfresco, abbiamo detto a tutti i partecipanti, che la nostra fraternità è aperta e cordiale come loro ci hanno dimostrato in questo semestre.

Voglia la Vergine  Madre di Dio, a cui è affidata questa piccola casa dell’Ordine di san Giovanni Leonardi, vegliare su chi entra in questa comunità in modo che siano come Lei, Giuseppe, Simeone e Anna, che lodino perchè il Signore chi ha visitato.

3 febbraio 2013
 
2-febbraio-1“Nelle gioie e nelle afflizioni del tempo presente” non dubitate che “la kenosi di Cristo è già vittoria pasquale”. Lo ha detto Benedetto XVI nell’omelia alla Messa celebrata questo pomeriggio nella Basilica vaticana, nella festa della Presentazione del Signore. Oggi è anche la XVII Giornata mondiale della Vita Consacrata e ai religiosi e alle religiose presenti, il Papa ha rivolto un invito ad alimentare la fede e a non unirsi "ai profeti di sventura che proclamano la fine o il non senso della vita consacrata nella Chiesa dei nostri giorni".Ai consacrati presenti Benedetto XVI ricorda che con i molteplici carismi di vita contemplativa e apostolica cooperano alla missione della Chiesa nel mondo e rivolge tre inviti. Prima di tutto, ad alimentare la fede, a fare memoria “del ‘primo amore’ con cui – dice - il Signore Gesù Cristo ha riscaldato il vostro cuore”. Da questo incontro d’amore, nell’adorazione, “voi lasciate ogni cosa per stare con Lui e mettervi come Lui al servizio di Dio e dei fratelli”. Quindi, l'esortazione ad una fede "che sappia riconoscere la sapienza della debolezza" : “Nelle gioie e nelle afflizioni del tempo presente, quando la durezza e il peso della croce si fanno sentire, non dubitate che la kenosi di Cristo è già vittoria pasquale”. “Nelle società dell’efficienza e del successo”, prosegue il Papa, la vostra vita segnata “dalla debolezza dei piccoli, dall’empatia con coloro che non hanno voce, diventa un evangelico segno di contraddizione”. Infine, l’invito a rinnovare la fede che “fa essere pellegrini verso il futuro”. La vita consacrata è infatti pellegrinaggio alla ricerca di un Volto che talora si manifesta e talora si vela: questo sia l’anelito costante del vostro cuore nei piccoli passi quotidiani e nelle grandi decisioni: “Non unitevi ai profeti di sventura che proclamano la fine o il non senso della vita consacrata nella Chiesa dei nostri giorni; piuttosto rivestitevi di Gesù Cristo e indossate le armi della luce – come esorta san Paolo – restando svegli e vigilanti”.

2 febbraio 2013

pdf  Omelia del Papa 2 febbraio 2013  
 
Sabato, 02 Febbraio 2013 08:19

Lo stupore inizio della sapienza

234«Fai anche da noi i miracoli di Cafàrnao!». Più che Dio vogliono miracoli, il cielo a portata di mano a garantire salute e benessere. Anch'io preferisco apparizioni e prodigi ai profeti, come loro: assicura pane e miracoli e saremo dalla tua parte! Moltiplica il pane e ti faremo re (Gv 6,15). Gesù stesso ha dovuto affrontare la tentazione dei miracoli: buttati, verrà un volo di angeli a portarti!

Ma Gesù sa che con il pane e i miracoli non si liberano le persone, piuttosto ci si impossessa di loro. Dio invece non si impossessa di nessuno, Dio non invade, si propone.

Perché l'uomo non ama colui chi si impone: sarà anche ubbidito, ma non amato. E Dio vuole essere amato da questi liberi, splendidi e meschini figli.

Non farò miracoli qui, dice Gesù, li ho fatti a Cafarnao e a Betsaida, il mondo è pieno di miracoli eppure non bastano mai, non fanno credere: Gesù risuscita Lazzaro e i farisei decidono non di seguirlo ma di ucciderlo!

Il punto di svolta del racconto è in una domanda: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Che un profeta sia un uomo straordinario, una personalità eccezionale, siamo pronti ad accettarlo. Ma che la profezia sia di casa nella casa del falegname, in uno che non è neanche sacerdote o scriba, che ha le mani segnate dalla fatica, come le mie, che ha più o meno i problemi che ho io, con quella famiglia così così, ci pare impossibile. Ma lo Spirito accende il suo roveto all'angolo di ogni strada. La Parola è dispersa in sillabe in ogni volto. Non sprechiamo i nostri profeti!

Nessuno è profeta in patria: è detto a me che non so più ascoltare con attenzione, guardare con meraviglia le persone di tutti i giorni. L'abitudine ha spento l'incanto.

Eppure non devo cercare lontano per intuire l'eco della voce di Dio, lo scintillio della sua luce: basta che riprenda a guardare con occhi nuovi, come se fosse la prima volta, ciò che credo di conoscere bene: i volti di chi mi vive accanto, il quotidiano ritorno della luce, le parole della preghiera che ripeto distratto, i riti dell'amicizia e dell'amore...

I miracoli accadono davvero. Io li ho visti: ho visto genitori risorgere dopo il dramma atroce di un figlio morto, famiglie disarmarsi e perdonare la violenza subita, donne violate e tradite riprendere a sorridere e ad amare, persone capaci di dare tutto per un familiare o un bimbo sconosciuto, ho visto la primavera. I miracoli sono perfino troppi, per chi ha l'occhio puro. Salviamo lo stupore! È l'inizio della sapienza.
 
Catechesi“Credo lo Spirito Santo che è Signore e dà la vita”. E’ a partire dal contenuto di queste parole dell’articolo di fede che il Prof. Salvatore Martinez, Presidente del Rinnovamento nello Spirito, ha condotto giovedì 31 gennaio la Catechesi nella Chiesa romana di Santa Maria in Portico in Campitelli. L’incontro organizzato dalla I e II prefettura della Diocesi di Roma è stato guidato dal Vescovo Matteo Zuppi Ausiliare per il settore Centro. “Strategica” la posizione di questa chiesa e della Catechesi oggi svolta nel cuore della Città di Roma. Così ha esordito il Prof. Martinez, ricordando che del dono dello Spirito “il grande sconosciuto”, dovremmo  farne “un racconto continuo”. Ed è proprio su questo andamento narrativo e ricco di citazioni della Parola e del Magistero  che Martinez ravviva il bisogno di verità che alberga nel cuore dei credenti come postulato dalla figura biblica di Nicodemo: “ Occorre passare le nostre notti e rinascere di nuovo; è questo lo spazio del miracolo e della nostra pentecoste personale.  L’uomo spirituale, come dice l’apostolo Paolo, è colui che assume le sembianze di Cristo, e si lascia continuamente ricreare da Dio”. Così oggi: “La nuova evangelizzazione  deve fare i conti con la potenza dello Spirito ed è triste vedere che i cristiani nel tempo della crisi, si dichiarano impotenti. E’ la potenza spirituale che ci rende capaci di fare cose nuove, ma solo se accettiamo di rinascere dall’alto”. Martinez ricorda le parole di Benedetto XVI : “La potenza dello Spirito e la vita stessa di Dio”,  una forza che per certi versi, “ci fa trasferire di domicilio”; è amore in azione. Credere nello Spirito: “significa credere in questa potenza che non cesserà di riempire la vita della Chiesa”. Se c’è un protagonismo nella nuova evangelizzazione è da riservare allo Spirito Santo: “Evangelizzare è umanizzare; insegnare agli uomini l’arte di vivere”. Ecco perché quando diciamo: “Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita”, affermiamo non solo i valori non negoziabili, ma ciò che si sviluppa tra il nascere e il morire; il mondo del lavoro, dell’economia, della politica, dell’affettività:  “è tutta vita, è spirito di vita, che esorcizza le tenebre,  il male, tutto ciò che sfigura i figli di Dio”. In tali circostanze, lo Spirito addestra i discepoli di Gesù al “combattimento spirituale” nel quale sono chiamati a vivere una “secunda conversio”. Infatti, afferma il libro della Sapienza: “Lo Spirito se ne sta lontano dalla finzione ed è cacciato dal sopraggiungere dell’ingiustizia”. Così, prosegue Martinez: “Quanto amore umano non si traduce in carità, è lo spirito che dà la vita e arricchisce la vita della Chiesa con la conversione”. Senza la conversione del cuore, la fede non attrae le giovani generazioni, le chiese si spopolano, sono fredde “perché non rigenerate dall’amore dello Spirito”. I risultati:  “razionalismo”, “intellettualismo”, “omelie che non vibrano”. La domanda urge e richiama la quotidinità: “Perché le culture sono così decadenti?  I sistemi economici e politici così fragili?”. Perché spiritualmente infecondi, non illuminati  “dalla cultura del sovrannaturale”. Allora, occorre “mettere più amore, più Spirito Santo nella liturgia, nella famiglia, nell’accompagnare i giovani, nel pregare, nell’intercedere per coloro che soffrono”; “non possiamo vivere un sonno spirituale davanti alle tragedie ed emergenze, alle sfide di questo nostro tempo”. Una comunità cristiana autentica: “deve essere alimentata dall’ascolto vero e profondo dello Spirito Santo, se no non potrà creare le condizioni ideali in cui la fede possa trasmettersi e manifestarsi”. C’è un modo per esperimentare l’intimità con lo Spirito “è la preghiera. Lo Spirito si riceve pregando, non parlando e suo vertice è il silenzio. Egli ci insegna a pregare, lui stesso prega con insistenza per noi e in noi. Sono buono quando prego e per fare cose buone devo pregare; più prego e più vedo il bene, mi preparo a compierlo e sono capace di compierlo; più prego e più dipendo dalla bontà di Dio; più prego e meno mi sento stanco, sono paziente e disponibile; più prego e più affiora in me il desiderio di compiere le opere del Signore  e se si arresta la preghiera, l’anima si addormenta, il servizio appare anestetizzato e tutto intorno a me diventa stanco e sonnolento, ecco perché occorre liberare le sorgenti della preghiera. Gli uomini della preghiera hanno un grande potere spirituale da esercitare, hanno le chiavi del destino del mondo, essi sono i veri politici della storia. La censura interiore che si sta creando costringe gli uomini e Dio ad essere confinati in spazi sempre più privati ed insignificanti, mentre dobbiamo ripostulare la presenza dello Spirito come stile di vita e vita condivisa”.  Occorre pertanto: “Respirare al ritmo della grazia e il nostro tempo non respira certo a tale ritmo, ecco perché vediamo molte disgrazie, ma siamo noi l’ossigeno, il ritmo, il respiro, e se aumenteremo l’intensità, la forza della nostra preghiera, troveremo il senso della nuova evangelizzazione il coraggio di essere testimoni fino in fondo di ciò che abbiamo ricevuto. Questo deficit di preghiera e di pensiero spirituale è la più grande infamia, manchevolezza e paura di questo nostro tempo”.

Lo Spirito sollecita i credenti, li scuote dal torpore e dal veleno del mondo conclude Martinez: “ Nessuno si dica più ignorante”, lo Spirito insegnerà ogni cosa ed  “il Vangelo è dato ai semplici”. “Nessuno si dica povero, la povertà è la veste di Cristo”. “Nessuno si dica smemorato” , lo Spirito ricorderà, egli è “la memoria vivente di Cristo”. “Nessuno si dica sfiduciato”. Lo Spirito guiderà alla verità tutta intera, “non ci fa mollare, soprattutto quando la fede implica il disagio della coscienza e della coerenza. In questo nostro tempo, sempre meno cristiano, nessuno si dica impotente, lo Spirito renderà testimonianza”. In definitiva: “Nella Chiesa non ci sono alibi se viviamo sotto l’effusione dello Spirito”. “Senza Lo Spirito Santo l’evangelizzazione  sarà come un fiume che ristagna, la carità sarà un fuoco senza calore, la Parola sarà un verbo indeclinabile, l’Eucaristia un mistero impenetrabile, l’uomo non sarà mai il mio prossimo, il mondo sarà un inferno, il paradiso realtà dimenticata, lo stesso Spirito straniero inospitato, la Chiesa una madre senza amore”. Abbiamo una grande responsabilità per consegnare alle giovani generazioni queste parole preziose del deposito della nostra fede: “Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita”.

1 febbraio 2013
visita-ValliniIn una città come Roma dove tutto parla di cristianesimo cosa dicono i cristiani oggi? Come annunziano il Vangelo? Sono significativi mentre vivono una quotidianità che li omologa alle pretese del mondo. Sono alcune delle provocazioni che il Cardinale Agostino Vallini, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma ha offerto durante la visita pastorale avvenuta sabato 26 gennaio nella chiesa parrocchiale di Santa Maria in Campitelli a Roma. Accolto dal Parroco P. Davide Carbonaro e dai Confratelli del Collegio internazionale. Dopo aver sostato dinanzi alle reliquie del Santo Fondatore e all'icona di Santa Maria in Portico, il Cardinale ha condotto nella Sala Baldini l'incontro con gli operatori pastorali. Nell'indirizzo di saluto il Parroco ha ricordato che Campitelli, è:  "Nel cuore della città di Roma, ai piedi del Campidoglio e sulle rive del Tevere ed è una delle 'Case di Maria' in mezzo alle case degli uomini, nel corso dei secoli luogo della manifestazione della grazia divina nei confronti di questa nostra Città e crocevia della carità e della santità. La nostra piccola famiglia parrocchiale intorno a questo programma evangelico vive il tempo di grazia che gli è dato nell'oggi. Gioisce, fatica, spera e desidera oggi da Vostra Eminenza di essere confermata nella fede trinitaria che il nostro Vescovo il papa Benedetto XVI indica quale comune 'coinvolgimento  nella stessa gloria del Padre, Figlio e Spirito Santo per quanti credono'". Durante l'omelia il Cardinale raccogliendo le fila della Parola di Dio ascoltata ha ricordato "che questo nostro tempo rischia come il popolo di Dio al tempo di Neemia di perdere la propria identità. Solo rimanendo fedeli alla Parola è possibile anche per noi ritrovare la nostra originaria vocazione". Infine , ha invitato la comunità parrocchiale ad essere "un laboratorio per evangelizzare la Città" testimoni nel territorio alimentando gruppi della Parola nelle famiglia, in tal modo da risvegliare la fede  soprattutto nelle nuove generazioni.

26 gennaio 2013

Sabato, 26 Gennaio 2013 10:58

I poveri principi del Regno di Dio

233Luca ci racconta la scena delle origini, scena da stampare nel cuore. Lo fa quasi al rallentatore, per farci comprende­re l'estrema importanza di questo momento. «Gesù arrotola il volume, lo consegna, si siede. Tutti gli occhi sono fissi su di lui». Ri­suonano le prime parole ufficiali di Gesù, «oggi la parola di Isaia diventa carne»: si chiudono i libri e si apre la vita. Dalla carta scritta al respiro vivo. Dall'antico profeta a un rabbi che non impone pesi, ma li toglie, non porta precetti, ma libertà. L'umanità è tutta in quattro aggettivi: povera, prigioniera, cieca, oppressa. Sono i quattro nomi dell'uomo. Adamo è diventato così, per questo Dio diventa Adamo.

Con quattro obiettivi: portare gioia, libertà, occhi nuovi, liberazione. E poi con un quinto perché spalanca il cielo, delinea uno dei tratti più belli del volto di Dio: «proclamare l'anno di grazia del Signore», un anno, un secolo, mille anni, una storia intera fatta solo di benevolenza, perché Dio non solo è buono, ma esclusivamente buono, incondizionatamente buono. I primi destinatari sono i poveri. Sono loro i principi del Regno, e Dio sta alla loro ombra. È importante: nel Vangelo ricorre più spesso la parola poveri, che non la parola peccatori. La Buona Notizia non è una morale più esigente o più elastica, ma Dio che si china come madre sul figlio che soffre, come ricchezza per il povero, come occhi per il cieco, come libertà da tutte le prigioni, come incremento d'umano.

Dio non mette come scopo della storia se stesso, ma l'uomo; il Regno che Gesù annuncia non è un Dio che riprende il potere su una umanità ribelle e la riconduce all'ubbidienza, per essere servito, ma il Regno è un uomo gioioso, libero da maschere e da paure, dall'occhio luminoso e penetrante, incamminato nel sole.

Un sublime capovolgimento. Dio dimentica se stesso, non di sé si ricorda, ma di noi: non offre libertà in cambio di ossequio, ama per primo, ama in perdita, ama senza contraccambio.

La parola chiave del programma di Gesù è libertà, ripetuta due volte.

Come mi libera Cristo? «Cristo è dentro di me come una energia implacabile, fintanto che tutto il nostro essere non diventa lumi­noso; dentro di me come germe in via di rag­giungere la maturazione; come un sogno di pienezza di vita, indomabile e attivo, un de­siderio di libertà» (G. Vannucci); come un lievito mite e possente che trasforma il mio pianto in danza, il mio sacco in veste di gioia. (E. Ronchi)
 
Sabato, 26 Gennaio 2013 10:53

Scossa di terremoto a Fosciandora

fosciandora-1Nel pomeriggio di venerdì 25 gennaio l’epicentro dela scossa di terremoto avvertita nel nord Italia è stata localizzata a Pieve Fosciano, non si rilevano danni a persone o cose, il Rettore del Santuario della Stella a Fosciandora P. Paolo Biagi, dopo un’accurata ispezione ha constatato l’integrità dei locali. Invochiamo la Vergine della Stella che protegga quanti sono nel timore e nell’apprensione.

26 gennaio 2013
 
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