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Con Cristo
misurate le cose
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Con Cristo
misurate le cose
La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo? Dicono che sei un profeta: una creatura di fuoco e roccia, di fuoco e luce, come Elia, come il Battista; dicono che sei voce di Dio e suo respiro. Gesù non si sofferma oltre su ciò che dice la gente. Lui sa che la verità non risiede nei sondaggi d’opinione. E pone la grande domanda, quella che fa vivere la fede: E voi, chi dite che io sia? Una domanda da custodire e amare, perché il Signore ci educa alla fede attraverso domande: tu, con il tuo cuore, la tua storia, il tuo peccato e la tua gioia, tu, cosa dici di Gesù? Ora non servono più libri o formule di catechismo; ognuno uscito dalle mani di Dio, ognuno caduto e risorto, affamato e incamminato deve dare la sua risposta. La Bibbia è piena di nomi di Dio pastore, sorgente, fuoco, rugiada, vino, amante, braccio forte, carezza : a Dio si addicono tutti i nomi. Un salmo lo chiama «roccia e nido» (84,4); un altro «sole e scudo» (5,13), ma è ancora «ciò che la gente dice», anche se con parole sante. C’è un ultimo nome, il nome che gli dà il mio patire e il mio gioire, che contiene il mio sapore di Dio, che viene dall’averlo molto cercato, qualche volta sentito, in qualche modo sfiorato con le dita dellanima: tu sei il Cristo. Non una persona di ieri, come Elia o il Battista, non un ricordo, niente sei tra le cose passate. Ma Cristo cos’è «per me»? Per me vivere è Cristo, ha detto Paolo; per me, adesso, Cristo significa vivere. Già solo nominarlo equivale a confortare e intensificare la vita, più Cristo equivale a più io. E cominciò a insegnare loro che il figlio dell’uomo doveva molto soffrire. Pietro si ribella, come mi ribello anch’io. Un Dio di molto patire non è ciò che mi attendevo. Posso seguire le indicazioni spirituali di Gesù, le sue regole morali mi convincono, mi seduce un Gesù guaritore e camminatore, accogliente e amicale, libero come nessuno, posso avere gli stessi suoi sentimenti. Ma la croce! La croce è l’impensabile di Dio, il mezzo più scandalosamente povero, ma è anche l’abisso dove Dio diviene l’amante, amore fino alla fine, senza inganno alcuno, Dio affidabile. Solo allora i discepoli capiranno chi è Gesù: disarmato amore, crocifisso amore, e per questo vincente. Se qualcuno vuol venire dietro di me, prenda su di sé una vita che sia simile alla mia, che sia croce e dono, non per patire di più, ma per far fiorire di più la zolla di terra del cuore, e poi essere nella vita datore di vita. Come Lui. (E. Ronchi)
Il racconto della guarigione del sordomuto non è il semplice resoconto di un miracolo, bensì un segno che contiene quello che il Signore Gesù vorrebbe operare in ogni suo discepolo, che ha un nodo in cuore, un nodo in gola; quello che vorrebbe realizzare con questa mia umanità infantile e immatura che non sa ascoltare e non sa dialogare. Che io sia uomo di ascolto, innanzitutto: «sordo» infatti ha la stessa radice di «assurdo». Entra nell’assurdo chi non sa ascoltare Dio e gli altri, e lascia andare a vuoto tutte le parole. Esce dall’assurdo chi impara ad ascoltare. «E gli condussero un sordomuto». Un uomo prigioniero del silenzio, una vita chiusa, accartocciata su se stessa come la sua lingua, un non-uomo. Gesù lo porta in disparte, per un dialogo fatto esclusivamente di sguardi: Io e te soli, dice Gesù all’uomo che non è ancora uomo. E sei così importante che ora le mie dita ti lavorano di nuovo, come un Creatore che plasmi da capo l’argilla di Adamo. Gesù inizia a comunicare così, senza parole, con il solo calore delle mani, con una carezza sugli orecchi, sulla bocca. Con quel volto fra le sue mani guarda in alto e sospira. E l’uomo comincia a guarire. Il mio volto fra le sue mani! E poi quel sospiro. Geme il Signore il suo dolore per il dolore del mondo, geme per tante vite che non ce la fanno a sfuggire all?ombra dell’assurdo, geme e fanno piaga in lui tutti i silenzi ostili della terra, tutte le relazioni spezzate... E infine ecco la parola che salva: «Effatà», «Apriti», arrivata così fino a noi, nella lingua di Gesù, viva ancora nel rito del Battesimo. Apriti, come si apre una porta all’ospite, una finestra al sole. Apriti come si apre uno scrigno prezioso o una prigione del cuore. Apriti come quando cede un argine o una diga o si spalanca la pietra del sepolcro e la vita dilaga. Non vivere chiuso, apriti alla Parola, al gemito e al giubilo del creato. «E comandò loro di non dirlo a nessuno». Gesù aiuta senza condizioni. Per lui è più importante la gioia del sordomuto, che non la sua gratitudine; la sua felicità conta di più, e di lui infatti non sapremo più nulla, scomparso nel gorgo della vita ritrovata. Il Vangelo di Marco riferirà ancora solo due altri miracoli, la guarigione di due ciechi. Per dire: prima è l’ascolto poi viene la luce. Solo se hai accolto in te la parola di Dio vedrai bene, capirai la verità di ciò che vedi, il senso di ciò che accade. (E. Ronchi).
E’ stato pubblicato nel numero 390 (Maggio-Giugno 2012) della prestigiosa rivista Religiosi in Italia della Conferenza Italiana Superiori Maggiori (CISM), un articolo di p. Rosario Piazzolla, nel contesto degli studi “Ritorno alla vita interiore”, dal titolo: “L’originalità della preghiera cristiana nella domanda religiosa dell’uomo contemporaneo. Quale incontro e dialogo con Dio?”. Il contributo di P. Rosario, porta a riflettere sull'originalità della preghiera cristiana nella domanda dell'uomo contemporaneo. La risposta non sembra facile. L'uomo di oggi continua a portare dentro di sé un profondo senso di religiosità nonostante le contraddizioni che lo circondano. Quale incontro e dialogo con Dio, sapendo che la preghiera è un atteggiamento interiore e perciò difficile da scrutare? Nel primo momento l'autore si sofferma su tre elementi originali della preghiera cristiana: grido dal profondo, filiazione e invito di Gesù a pregare. Questi aspetti, che delineano l'originalità dell'orazione, permettono di conseguenza di instaurare un rapporto tra parola e gesto, e cioè di trasformare il fatto percettivo in azione. Concretamente, questo rapporto si può intravedere a livello della preghiera personale e liturgica per arrivare alla fine a una sorta di verifica, in cui l'incontro con il Signore diventa incontro con gli altri e rende qualificanti tutte le relazioni. L'ultimo obiettivo di questi tre livelli di preghiera è rispondere pienamente al comandamento dell'amore. Se da una parte la preghiera è un incontro con il Signore, dall'altra appare come un invito al reciproco dialogo. Si tratta di entrare in una relazione impegnativa e talvolta faticosa, ma sempre edificante e trasformatrice nella quale il nostro cuore si allarga e abbraccia tutte le invocazioni del mondo. 13 settembre 2012
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Loriginalità della preghiera cristiana - Rosario Piazzolla
Si presenta con una nuova veste grafica il sito della delegazione cilena accanto a questo strumento informatico la delegazione si avvale di una rivista cartacea “Leonardinos” che vede il primo numero nel mese di settembre e per l’anno delle Costituzioni OMD. http://www.omdchile.cl/ 13 settembre 2012
Come auspicio per l’inizio dell’anno delle Costituzioni il P. Generale ha accolto domenica 2 settembre nella Comunità di Santa Maria in Portico a Napoli i voti solenni dei fratelli Chierici Kenneth Obinna Ani, Augustine Akachukwu Agowuike, Francis Chukwudubem Enyi, provenienti dalla Delegazione nigeriana e che in questi anni portano a compimento il mistero della loro vocazione nella comunità formativa di Napoli. Durante l’omelia il P. Generale ha ricordato ai neoprofessi e ai religiose e fedeli presenti al rito che: “I nostri tre fratelli nigeriani, che oggi professano solennemente i voti nell’ Ordine della Madre di Dio, hanno scelto che fosse ascoltata la pagina evangelica delle Beatitudini. Il legame fra le ‘Beatitudini del Regno’ e la vita consacrata è davvero singolare. Gesù predicando le Beatitudini, risponde al nostro desiderio più profondo. In fondo, ciascuno di noi desidera, vuole una sola cosa: la "vita beata", la vita che è semplicemente vita, semplicemente la felicità. Le Beatitudini sono la risposta a questo desiderio. Esse ci dicono come soddisfare il nostro desiderio di ‘vita vera’”. 3 settembre 2012
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Omelia Professione Solenne 2 settembre 2012
La comunità di San Ferdinando di Puglia mercoledì 29 agosto commossa, ha reso il suo saluto cristiano ad Antonio Miccolis papà di P. Ignazio consigliere generale e parroco di Gallipoli. Alla celebrazione erano presenti il P. Generale e numerosi confratelli dell’Ordine insieme ai delegati generali. “In questi momenti comprendiamo che l’Ordine è una famiglia la quale ci vede uniti nei momenti belli e meno belli”, ha affermato P. Ignazio ringraziando per l’affetto e la preghiera di tutti. Durante l’omelia il Vicario Generale, P. Rosario Piazzolla, ha ricordato che: “Antonio è veramente uomo delle beatitudini. La sua vita semplice, nascosta ma nello stesso tempo energica per l’amore e la cura alla famiglia, ci trasmettono nel ricordo il volto di un uomo che ha vissuto il Vangelo di Gesù”. A lui e alla sua sposa il ringraziamento della Chiesa e dell’Ordine per il dono del figlio, religioso e sacerdote. E mentre ricordiamo Antonio nella fede della risurrezione, lo affidiamo alla Madre di Dio e a San Giovanni Leonardi nei quali, durante la vita terrena, ha confidato. 5 settembre 2012
Come aiutare ed accompagnare un teenager nella riscoperta dell’amore? È questa la domanda che catechisti ed animatori si son posti scegliendo il tema ed il relativo materiale per il 2° campo estivo parrocchiale. Ed è cosi che in 52 ci si è trovati a Villa Mater Dei a Lariano per metterci alla prova con l’amore, a confrontarci con nostro modo d’amare, scoprendo che l’amore è attesa, ricerca, rischio…è vivere delle relazioni autentiche, sentendosi custodi del fratello, è volgere lo sguardo oltre il proprio piccolo mondo sapendo che l’abbraccio del Signore ci sostiene sempre. Essere sentinelle del mattino, per usare l’espressione del profeta Isaia, essere coloro che annunciano con il loro impegno che amare è donare non il di più ma la vita intera proprio come ha fatto il Maestro. Così con attenzione e profonda cura ogni giovane ha lavato il viso del suo fratello, questo il momento conclusivo del campo, un gesto semplice ma impegnativo, che ti porta a guardare e toccare il tuo prossimo da vicino, nella semplicità che solo l’amore sa fare. “Ama e dillo con la vita”, questa a frase di sant’Agostino che ogni ragazzo ha ricevuto su un bracciale colorato, non solo per portarlo sempre con se ma soprattutto per vivere nell’amore sempre.
2 settembre 2012
Si è concluso nel 438° anniversario della fondazione dell’Ordine il primo incontro dei delegati OMD definito “storico” dal P. Generale. In effetti, è la prima volta che l’Ordine sente l’esigenza di incontrare i delegati generali e mettere a fuoco alcune prospettive per la crescita spirituale di tutto l’Ordine in consonanza al Carisma che il Signore ha suscitato nella Chiesa per opera di San Giovanni Leonardi. I Padri del Consiglio Generale e delle delegazioni hanno riflettuto sugli apporti del percorso voluto dal 110° Capitolo Generale e quali risvolti ha avuto nelle delegazioni. Così si è riconoscita la valenza della Formazione Permanente quale strumento di comunione e di crescita spirituale e carismatica. L’Ordine in questi anni respira una certa orizzontalità e interculturalità dovute alla presenza di nuovi fratelli soprattutto dall’India dalla Nigeria e dal Cile. Questo è certamente garanzia che la famiglia fondata da San Giovanni Leonardi è aperta all’universalità della Chiesa ed è chiamata con il suo carisma a servire tutti popoli. In tale prospettiva, i Padri hanno redatto gli “statuti” delle nuove delegazioni ascoltando le diverse esigenze in spirito di comunione fraterna. Nell’Eucaristia celebrata il la mattina del primo settembre all’altare di San Giovanni Leonardi, il P. Generale ha ricordato la meravigliosa storia alla quale siamo chiamati e nella quale dobbiamo far crescere l’unico Vangelo di Cristo di cui siamo testimoni: “C’è una storia fatta di calendari e di date figlia dello scorrere del tempo; tuttavia, la nostra storia appartiene alla storia di Cristo che la trasforma da dentro e la fa diventare storia della salvezza per noi e per gli altri”. Il P. Generale alla presenza dei Delegati ha rinnovato gli auguri all’Ordine che si appresta a celebrare l’Anno Delle Costituzioni come momento di speciale esercizio della sapienza del cuore che rigenera chi si affida a Cristo unico legilatore e salvatore dell’umanità. 2 settembre 2012
«Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me»: il cuore lontano, il cuore assente, il cuore altrove. È il lamento di Dio. Tanto più che, nella prima lettura, aveva lanciato la sua sfida: «Quale nazione ha un Dio così vicino a sé, come il Signore è vicino a noi?» Un Dio vicino, un cuore lontano. Ecco il dramma della storia sacra. Mentre il Padre si fa vicino, il figlio si allontana da casa. Il rischio del cuore lontano è quello della falsa religione: emozionarsi per le folle oceaniche ai raduni religiosi, e non saper pregare; amare la liturgia con la sua musica, i fiori, l'incenso, i marmi antichi e non «soccorrere il dolore di orfani e vedove»; volere segni esterni e citazioni verbali del cristianesimo e non viverlo. La polemica di Gesù è costruita su di una coppia di contrari, fuori e dentro: «Non c'è nulla fuori dell'uomo che entrando dentro possa contaminarlo». Gesù benedice di nuovo le cose. Ogni cosa è pura fin da principio, il cielo, la terra, l'acqua, ogni erba e ogni cosa che nutre. Il creato è benedetto, il suo senso profondo è la santità. Non c'è luogo o angolo di cui si possa dire: il male è qui, questo è il suo nascondiglio, qui allignano le sue radici. Non creatura che possa dirsi malvagia. Unico spazio del male è il cuore dell'uomo: «Dal di dentro, dal cuore degli uomini escono le intenzioni cattive». Per Gesù la vera religione inizia con l'analisi del cuore. Per 900 volte nella Bibbia ricorre questo termine. Non semplice simbolo dei sentimenti e dell'affettività, ma luogo dove si distingue e si ama la verità, dove nascono le azioni, dove si sceglie la vita o la morte, dove Dio seduce. È il tempio del silenzio (Pèguy), luogo di continue nascite, luogo del ritorno, dove lo Spirito riporta e riaccende le parole di Gesù. Tutta la vita è un pellegrinaggio verso il luogo del cuore (Clèment). La donna del cuore è santa Maria che custodisce, conserva e medita, nel cuore - sottolinea Luca per due volte - le parole, gli eventi e i silenzi di Dio. È necessario molto cuore per ascoltare i silenzi di Dio. L'altro nome della verginità è molto cuore. Ma dentro l'uomo c'è di tutto, radici di veleno e frutti di luce, campi seminati di buon grano ed erbe malate, oceani che minacciano la vita e che la generano. Che cosa, io, ne farò uscire fuori? Nell'arte di coltivare se stessi e il cuore, l'istintività va' conosciuta e incanalata. Se fai uscire da te segnali di morte non sei «spontaneo e autentico» come ti illude una falsa psicologia, ma avveleni le tue relazioni. Non far uscire «prostituzioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigia, inganno, invidia, calunnia, superbia, stupidità». Non dare loro libertà, non permettere loro di abitare la terra. Manda solo segnali di vita attorno a te, e non avrai più «il cuore lontano». (E. Ronchi)
Con un rito speciale che la Curia OMD ha pubblicato in questi giorni, avrà inizio il 1 settembre l’anno Delle Costituzioni indetto dal P. Generale. Il rito di apertura vuole essere un segno di gratitudine e di impegno per il dono delle Costituzioni all’osservanza delle quali San Giovanni Leonardi, nostro Fondatore ha vincolato il cammino della santità personale e della santificazione del prossimo: santi per santificare. Nella sua sobrietà, si svolge in un clima familiare, in ogni comunità locale che nella testimonianza della vita religiosa e nelle attività apostoliche manifesta il carisma ereditato dal santo Fondatore ed approvato dalla chiesa. Possono partecipare anche i laici, soprattutto le madrine e gli affiliati. 1 settembre 2012
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RITO DI APERTURA