Era il 29 settembre 1662 ed il Papa Alessandro VII della famiglia Chigi, ratificando il voto della città di Roma do po la terribile pestilenza degli anni cinquanta del XVII secolo, incaricò l’architetto Carlo Rainaldi di eseguire il monumentale progetto dell’attuale Chiesa di Campitelli abbattendo l’antica chiesa romanica edificata nel XIII secolo da Papa Onorio III. Con un decreto il Pontefice aveva ordinato la traslazione dell’icona di Santa Maria in Portico dalla vecchia chiesa situata dove oggi sorge l’Anagrafe di Roma (via Petroselli), nella Chiesa di Campitelli. L’icona fu traslata nel gennaio 1662 e sistemata in modo provvisorio nella vecchia chiesa di Campitelli, mentre il 5 maggio dello stesso anno venivano traslate le reliquie di San Giovanni Leonardi e deposte nel pavimento del presbiterio accanto alla venerata icona della Madre di Dio. In agosto con un altro decreto Alessandro VII ordinava che la comunità di Santa Maria in Portico vecchia e di Campitelli fossero unificate nella nuova Chiesa che ebbe il titolo di “Santa Maria in Portico in Campitelli”. Fu lo stesso Papa Alessandro VII il 29 settembre del 1662, come affermano le cronache, accolto dalla comunità OMD unificata, a porre la prima pietra del nuovo santuario mariano, concedento all’icona di Santa Maria in Portico il titolo di
Romanae Portus Securitatis.