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Sabato, 04 Giugno 2016 10:00

Dal commento a Giobbe (Fasc. 9. C. 54)

339
Cos’è questa milizia di cui parla Giobbe? Mentre la milizia terrena è a servizio del governo corporale, l’altra è necessaria per il governo spirituale. Nell’una si esibiscono le armi umane nell’altra quelle spirituali.  Con l’una si combattono i nemici, con questa le potenze del male, ricevendo rispettivamente una corona corruttibile per l’una, mentre incorruttibile per l’altra. Poiché come afferma l’apostolo Paolo: “Siamo diventati spettacolo al mondo” (1Cor 4,9). 


Quanto è attuale la lettura odierna! La vita dell’uomo è un duro servizio sulla terra (Gb 7,1) anzi un combattimento. Nella milizia umana vi sono ordini, obbedienze si tengono a posto le armi, si ascoltano le sentinelle, si aspira alla vittoria, si combatte aspramente, si sopportano le sofferenze, si dorme male, si mangia senza mormorare, si è mercenari, si da tutto al capo, si pone attenzione al nemico, non si fugge, si è uniti, si mette a disposizione la vita, insomma si vive con accortezza! Siamo a conoscenza della vita militare! 

Nella vita spirituale il buon soldato segue il suo capitano che è Cristo Gesù, come egli stesso afferma nel Vangelo: “le mie pecore mi seguono e mi ascoltano” (Cf Gv 10). Se nella vita militare si ha conoscenza delle armi terrene, nella vita spirituale ciò che importa è stare nella conoscenza di Cristo.

Sabato, 28 Maggio 2016 11:58

Santissimo Corpo E Sangue Di Cristo

338
Da un Sermone sulla circoncisione del cuore (C. 432)


Coloro che sono esperiti nelle scienze mediche ogni volta che curano qualche infermità osservano il tempo e le cause dell’infermità. Così avviene per il celeste e divino medico delle nostre anime. Mi sembra che oggi accada quanto avvenne alla giovane Rut che andava dietro ai mietitori raccogliendo le spighe avanzate nel campo appartenente a Booz (Cf Rt 2,3). 

Mi sembra anche a me oggi di intervenire come Rut nel campo del Vangelo nel quale i mietitori hanno già tagliato il primo grano, l’abbondanza delle divine ispirazioni e io mi trovo qui a raccoglierne gli avanzi. Come Rut vado dietro ai mietitori guadagnando alcune spighe delle divine ispirazioni. O come colui che va raccogliendo i piccoli grappoli di uva l’autunno dopo la vendemmia.

Ora confidando nello Spirito so che come le spighe raccolte e i piccoli grappoli sogliono essere pane per gli affamati e i grappoli dolcezza per gli assetati, così avverrà oggi se voi affamati e assetati della divina parola preparerete i vostri cuori pregando per me, perché io cominci a raccogliere le spighe e gli acini di questo piccolo Vangelo. Prendeteli dunque, con quell’affetto che da me oggi giunge a voi.
Sabato, 21 Maggio 2016 12:47

Santissima Trinità

337La conoscenza di Gesù noi la possediamo per fede, la quale è più sicura delle cose che si possono vedere attraverso i sensi. Ora la fede di per sé è morta per coloro che vivono nel peccato ed è viva in coloro che sono in grazia.  A questi è possibile la conoscenza di Gesù Cristo […].

Ai cristiani insensati Gesù ricorda: “tanto tempo sono stato con voi (Cf. Gv 14,9). Infatti, da tanti anni siete cristiani, abitate con me e non mi conoscete. Non sapete che io sono colui che vi ha creato, redento, io sono il vostro giudice. Cosa amate? Di Dio possiamo conoscere quanto rivelato. Egli infatti è una cosa sola con il Padre. […] 

La comprensione della vita divina è stata concepita diversamente. Per alcuni Gesù è emanazione del Padre, come noi; altri che fosse lo stesso Padre, ma incarnato; per altri non aveva vero corpo umano, ma celeste; altri hanno privilegiato una delle due nature; altri che fosse figlio adottivo non naturale; altri che direttamente dalla Vergine Santa avesse preso il corpo; altri che fosse un uomo qualsiasi.

Per i  cristiani  è vero profeta di Dio,  generato dall’eternità dallo Spirito Santo, la stessa cosa con il Padre; che il Padre è in lui e lui è nel Padre e che nel tempo ha preso carne umana vera, venendo ad abitare in Israele. Per questo motivo Gesù riprende Filippo dicendo che in me avete visto tanti miracoli e avete udito la voce del Signore. In effetti, Filippo forse non intendeva bene il mistero della S. Trinità quasi che il Padre fosse maggiore del Figlio. Per questo Gesù gli dice: non credi che io sono nel Padre? (Cf. Gv 14,12)  E ancora di più, e non avete visto ed udito la voce del Padre dal Tabor? (Cf. Mt 17,5). Questi miracoli testimoniano ancora oggi come: tanto tempo sono stato con voi… (Gv 14,9).

Sabato, 14 Maggio 2016 10:33

Pentecoste

336Da un Sermone sulla festa della Martire Caterina (C. 409)

Desidero che lo Spirito compia oggi in voi quanto avvenne in questa santa Martire. Ma come potrà compiersi ciò, se non ci si lascierà smuovere dal medesimo Spirito nell’agire? 

Ora, a te o Santo Spirito io dico Vieni! Sei tu che ci raduni qui. Tu ci disponi, Tu vedi il bisogno, ed il desiderio della conversione! O Spirito Santo con te impariamo persino dal nostro peccato a trasformare la malizia in grazia; ed in tal modo oggi, ci convertiamo a te con tutto il cuore, perché convertiti,  possiamo tornare in quel cielo da dove sei disceso. 

E voi o anime! Preparate il vostro cuore, innalzatevi verso Dio a lui raccomandatevi. In effetti, è possibile notare che operando in unità, le stesse virtù si uniscono insieme per resistere al male. Come quando il fuoco arde un legno verde, notate come fa fumo e non si accende subito. Sentite come stride e  spuma.  Così accade ai cristiani che si oppongono al maligno.

Sabato, 07 Maggio 2016 10:50

Ascensione del Signore

335Da un sermone (C. 384)

Ecco come si entra in cielo e come si va in paradiso. Attraverso molte tribolazioni! (Cf At 14,21)

E tu superbo dimmi con quale volto vorrai andare tra quelli che patirono umiliazioni?

Tu ambizioso con quale volto fra quelli che fuggirono l’ambizione?

Tu che cerchi solo te stesso con quale volto andrai tra coloro che hanno disprezzato se stessi?

Tu che sei avaro con quale volto andrai fra quelli che davano tutto di sé? 

Tu che usi il matrimonio con malizia con quale volto andrai tra quelli che lo vissero in santità?

Tu che sei sepolto in questi pensieri, sarai  fra quelli che acquistarono valore con il loro umile passaggio. 
Sabato, 30 Aprile 2016 09:45

VI domenica di Pasqua

334Dal sermone Siate imitatori di Dio, Ef 5,1 (C.199)

[…] Ci è dato di imitare le cose in modo perfetto ed in modo imperfetto è questo in se stessi e negli altri. Come il pittore che ritrae dalla copia o da un altro ritratto, così noi abitando l’essenza di Dio, possiamo scorgere in noi lo stesso Dio. 

Dirà qualcuno. Forse posso conoscere il cielo e la terra e fare quello che Dio compì in sei giorni? Si! Afferma infatti la Scrittura che Dio pose nell’uomo la sua immagine e lo fece simile a lui (Cf. Gen 1,26). 

Dio dice: il cielo e la terra, e tu puoi fare della terra il cielo, vivendo bene su questa terra. Puoi trasformare questo tuo corpo in cielo! Produsse dalla terra il frutto e a te dice: fa che la terra della tua anima produca i suoi frutti (Cf. Gen 1,11). 

Fa nascere il sole sopra i buoni ed i cattivi; e tu annunzia la bontà sia ai buoni che ai malvagi. Dio fece i grandi luminari in cielo; e tu fai risplendere nel mondo tutti coloro che siedono nelle tenebre. 

[…] Insomma, ogni cosa Dio fece per amore. Creò il cielo e la terra per amore; il sole, la luna per amore, il corso delle stelle e il loro influsso per amore, scavò la terra per amore, riempì l’acqua per amore. L’amore, l’amore, guida ogni cosa divina. E che altro possiamo dire di più, se non che Dio è Amore! (Cf. 1Gv 4,16)
Sabato, 23 Aprile 2016 09:21

V Domenica di Pasqua

333Dal Sermone per rimanere nella preghiera (C. 305)

Anche la preghiera deve avere il suo tempo! Al mattino offrite i vostri sacrifici ricorda, il profeta Amos! Come che voglia dirci che, se vuoi essere più accetto a Dio e più fruttuoso il tuo sacrificio, compilo la mattina, quando attraverso il silenzio tutte le cose ti spingono ad elevarti nella divina contemplazione. Ora questo considerate e quanto ciò sia pieno di buoni frutti.

Il mattino è il tempo più adatto per la preghiera, quando la mente è scarica dagli strepiti del giorno trascorso e dalle esasperazioni; quando il corpo non avverte la stanchezza essendosi riposato; quando lo stomaco non è aggravato dal cibo, quando il chiasso delle cose è quietato; quando la mente ancora non ha dato consenso agli impeti negativi; quando i tumulti del giorno ancora non l’hanno assalita. 

Il Mattino dunque è il tempo più atto alla preghiera. Dà o cristiano queste primizie al tuo Dio, dà i primogeniti al tuo Creatore! Levati dal tuo riposo per entrare nel riposo di Dio! A questo fine t’invitano tutte le cose. Tutte le creature dei cieli che nel far del giorno si rallegrano! Considera poi i fiori che si aprono, i prati che gioiscono nel donare i loro frutti, gli uccelli che non appena appare la luce del giorno con il loro canto lodano il creatore.

Se desideri accendere il fuoco dell’amore di Dio; se desideri fare un vero sacrificio di te stesso e di tutte le tue cose; se desideri la benedizione di Dio, se desideri saziare la tua anima; se vorrai che la celeste manna scenda dal cielo; se vorrai piantare nella tua anima il seme della celeste luce;

se da Dio vorrai ottenere misericordia; se vorrai portare molto frutto. Prega di buon mattino! E questo per compiere il bene.
Sabato, 16 Aprile 2016 12:15

IV Domenica di Pasqua

33
Dal Sermone sulle nozze regali (C.468)


Entrando nella sala di nozze per vedere gli invitati, il re scrutando, ne vede uno senza la veste nuziale, tanto da offendere il convito. Costoro sono coloro che si recano a ricevere l’Eucaristia con addosso il proprio peccato. […]. 

Tuttavia entra Cristo nelle loro anime e questi riprendono la strada. Infatti, chi non tremerebbe in un tale convito? Per questo cristiani, chiamandovi il buon pastore alle sue nozze, al suo convito, deponete le seduzioni ed oggi apprendiamo dal Vangelo e dall’Apostolo Paolo come entrare in questo convito. Egli è il buon pastore e vuole riconoscere le sue pecore. Questo desidera realizzare oggi con noi! 

Anzi è lui che esorta e invita a queste nozze! Venite dunque e le vostre preoccupazioni non siano gli svaghi o gli affari! Venite, venite con la veste nuziale, solamente per Dio rivestiti di virtù. Affinché giungendo l’ospite alla mensa, possa egli stesso intrattenervi alla sua cena in un convito eterno.
Sabato, 09 Aprile 2016 08:49

III Domenica di Pasqua

332
Dal Sermone beati gli occhi che vedono (C. 346)


“Beati i vostri occhi che vedono”. Bellissima e degna di considerazione, questa sentenza di Gesù. Quattro cose vi si ossevano. La prima, riguarda gli occhi a cui il Signore si riferisce. La seconda, di che beatitudine si tratta. Cosa vedono gli Apostoli per essere beati? La quarta, in che senso gli Apostoli sono lodati. 

Per intendere questa massima dobbiamo tenere presente il ringraziamento che Gesù fa al Padre per aver manifestato attraverso la parola i suoi segreti, nascondendoli ai malvagi (Cf. Mt 11,25).  

Così il Maestro, chiamati da parte i discepoli con volto pacato dice loro: beati i vostri occhi perché vedono. Quasi volendo esprimere loro: Beati e felici voi ai quali è fatta tanta grazia, offerto tanto dono, nel vedere cose grandi e comprendere tanti misteri! 

Di quali occhi parla il Salvatorie? Non certo quelli del corpo, perché sarebbero stati beati anche i Fariseri che vedevano come gli Apostoli. Gesù parla degli occhi dell’anima, cioè dell’intelletto, nel quale risiede la fede. L’intelligenza umana  è come un occhio, attraverso il quale l’anima vede le cose appartenenti alla nostra salvezza.

Sabato, 02 Aprile 2016 09:37

II Domenica di Pasqua

255Da un sermone sulla domenica in albis (C. 338)

[…]  Stette Gesù in mezzo! E’ stato sempre suo desiderio essere in mezzo alla nostra umanità: quando nacque in un presepe; stette in mezzo tra i due ladroni sulla croce, piantato sulla terra; oggi è in mezzo ai suoi discepoli. Questo per mostrarci, o carissimi, che è lui la regola della vita cristiana. 

Pace a voi! (Gv 20,19) Dolce voce, soave voce, poiché come dice la Scrittura: egli dispone le fondamenta della terra (Cf. Pr 8,29). Ora mi voglio soffermare sul senso della pace […]

Vedete carissimi, ciascuna cosa cerca il proprio ordine, la propria disciplina. Infatti, per quanto riguarda la pace, ciò che Dio fece nell’universo, lo realizzò nel mondo più piccolo, nell’uomo che egli  ha fatto giusto (Cf. Qo 7,29). Ora nell’ordine divino, dato che i sensi sono sottoposti alla volontà, non vi è tranquillità e pace davanti al peccato. […] Occorre essere in pace con Dio e con se stessi, pace con il prossimo come comanda il Signore, è necessaria la pace tra le nostre famiglie cosicché ne provenga beneficio a colore che le abitano.  

Pace ai governanti, perché abbiano davanti ai loro occhi, l’ordine stabilito da Dio ed il suo onore. Ugualmente sia fatta giustizia al povero come al ricco, perché il Signore sta in mezzo a noi. Pace affinché i poveri siano soccorsi. 

E finalmente questa pace ha sempre voluta Cristo. Per questo venne dal cielo in un tempo di pace e gli angeli cantarono la pace, apparve ai suoi discepoli e lasciò loro la pace, ma soprattutto sul duro legno della croce egli fu la nostra pace.
 

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