Curia Generale dell'Ordine
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Cos’è questa milizia di cui parla Giobbe? Mentre la milizia terrena è a servizio del governo corporale, l’altra è necessaria per il governo spirituale. Nell’una si esibiscono le armi umane nell’altra quelle spirituali. Con l’una si combattono i nemici, con questa le potenze del male, ricevendo rispettivamente una corona corruttibile per l’una, mentre incorruttibile per l’altra. Poiché come afferma l’apostolo Paolo: “Siamo diventati spettacolo al mondo” (1Cor 4,9).
Quanto è attuale la lettura odierna! La vita dell’uomo è un duro servizio sulla terra (Gb 7,1) anzi un combattimento. Nella milizia umana vi sono ordini, obbedienze si tengono a posto le armi, si ascoltano le sentinelle, si aspira alla vittoria, si combatte aspramente, si sopportano le sofferenze, si dorme male, si mangia senza mormorare, si è mercenari, si da tutto al capo, si pone attenzione al nemico, non si fugge, si è uniti, si mette a disposizione la vita, insomma si vive con accortezza! Siamo a conoscenza della vita militare!
Nella vita spirituale il buon soldato segue il suo capitano che è Cristo Gesù, come egli stesso afferma nel Vangelo: “le mie pecore mi seguono e mi ascoltano” (Cf Gv 10). Se nella vita militare si ha conoscenza delle armi terrene, nella vita spirituale ciò che importa è stare nella conoscenza di Cristo.
La conoscenza di Gesù noi la possediamo per fede, la quale è più sicura delle cose che si possono vedere attraverso i sensi. Ora la fede di per sé è morta per coloro che vivono nel peccato ed è viva in coloro che sono in grazia. A questi è possibile la conoscenza di Gesù Cristo […].
Ai cristiani insensati Gesù ricorda: “tanto tempo sono stato con voi (Cf. Gv 14,9). Infatti, da tanti anni siete cristiani, abitate con me e non mi conoscete. Non sapete che io sono colui che vi ha creato, redento, io sono il vostro giudice. Cosa amate? Di Dio possiamo conoscere quanto rivelato. Egli infatti è una cosa sola con il Padre. […]
La comprensione della vita divina è stata concepita diversamente. Per alcuni Gesù è emanazione del Padre, come noi; altri che fosse lo stesso Padre, ma incarnato; per altri non aveva vero corpo umano, ma celeste; altri hanno privilegiato una delle due nature; altri che fosse figlio adottivo non naturale; altri che direttamente dalla Vergine Santa avesse preso il corpo; altri che fosse un uomo qualsiasi.
Per i cristiani è vero profeta di Dio, generato dall’eternità dallo Spirito Santo, la stessa cosa con il Padre; che il Padre è in lui e lui è nel Padre e che nel tempo ha preso carne umana vera, venendo ad abitare in Israele. Per questo motivo Gesù riprende Filippo dicendo che in me avete visto tanti miracoli e avete udito la voce del Signore. In effetti, Filippo forse non intendeva bene il mistero della S. Trinità quasi che il Padre fosse maggiore del Figlio. Per questo Gesù gli dice: non credi che io sono nel Padre? (Cf. Gv 14,12) E ancora di più, e non avete visto ed udito la voce del Padre dal Tabor? (Cf. Mt 17,5). Questi miracoli testimoniano ancora oggi come: tanto tempo sono stato con voi… (Gv 14,9).
Da un Sermone sulla festa della Martire Caterina (C. 409)
Desidero che lo Spirito compia oggi in voi quanto avvenne in questa santa Martire. Ma come potrà compiersi ciò, se non ci si lascierà smuovere dal medesimo Spirito nell’agire?
Ora, a te o Santo Spirito io dico Vieni! Sei tu che ci raduni qui. Tu ci disponi, Tu vedi il bisogno, ed il desiderio della conversione! O Spirito Santo con te impariamo persino dal nostro peccato a trasformare la malizia in grazia; ed in tal modo oggi, ci convertiamo a te con tutto il cuore, perché convertiti, possiamo tornare in quel cielo da dove sei disceso.
E voi o anime! Preparate il vostro cuore, innalzatevi verso Dio a lui raccomandatevi. In effetti, è possibile notare che operando in unità, le stesse virtù si uniscono insieme per resistere al male. Come quando il fuoco arde un legno verde, notate come fa fumo e non si accende subito. Sentite come stride e spuma. Così accade ai cristiani che si oppongono al maligno.
Dal Sermone beati gli occhi che vedono (C. 346)
“Beati i vostri occhi che vedono”. Bellissima e degna di considerazione, questa sentenza di Gesù. Quattro cose vi si ossevano. La prima, riguarda gli occhi a cui il Signore si riferisce. La seconda, di che beatitudine si tratta. Cosa vedono gli Apostoli per essere beati? La quarta, in che senso gli Apostoli sono lodati.
Per intendere questa massima dobbiamo tenere presente il ringraziamento che Gesù fa al Padre per aver manifestato attraverso la parola i suoi segreti, nascondendoli ai malvagi (Cf. Mt 11,25).
Così il Maestro, chiamati da parte i discepoli con volto pacato dice loro: beati i vostri occhi perché vedono. Quasi volendo esprimere loro: Beati e felici voi ai quali è fatta tanta grazia, offerto tanto dono, nel vedere cose grandi e comprendere tanti misteri!
Di quali occhi parla il Salvatorie? Non certo quelli del corpo, perché sarebbero stati beati anche i Fariseri che vedevano come gli Apostoli. Gesù parla degli occhi dell’anima, cioè dell’intelletto, nel quale risiede la fede. L’intelligenza umana è come un occhio, attraverso il quale l’anima vede le cose appartenenti alla nostra salvezza.
Da un sermone sulla domenica in albis (C. 338)
[…] Stette Gesù in mezzo! E’ stato sempre suo desiderio essere in mezzo alla nostra umanità: quando nacque in un presepe; stette in mezzo tra i due ladroni sulla croce, piantato sulla terra; oggi è in mezzo ai suoi discepoli. Questo per mostrarci, o carissimi, che è lui la regola della vita cristiana.
Pace a voi! (Gv 20,19) Dolce voce, soave voce, poiché come dice la Scrittura: egli dispone le fondamenta della terra (Cf. Pr 8,29). Ora mi voglio soffermare sul senso della pace […]
Vedete carissimi, ciascuna cosa cerca il proprio ordine, la propria disciplina. Infatti, per quanto riguarda la pace, ciò che Dio fece nell’universo, lo realizzò nel mondo più piccolo, nell’uomo che egli ha fatto giusto (Cf. Qo 7,29). Ora nell’ordine divino, dato che i sensi sono sottoposti alla volontà, non vi è tranquillità e pace davanti al peccato. […] Occorre essere in pace con Dio e con se stessi, pace con il prossimo come comanda il Signore, è necessaria la pace tra le nostre famiglie cosicché ne provenga beneficio a colore che le abitano.
Pace ai governanti, perché abbiano davanti ai loro occhi, l’ordine stabilito da Dio ed il suo onore. Ugualmente sia fatta giustizia al povero come al ricco, perché il Signore sta in mezzo a noi. Pace affinché i poveri siano soccorsi.
E finalmente questa pace ha sempre voluta Cristo. Per questo venne dal cielo in un tempo di pace e gli angeli cantarono la pace, apparve ai suoi discepoli e lasciò loro la pace, ma soprattutto sul duro legno della croce egli fu la nostra pace.