Cookie Consent by Popupsmart Website

stemma e nome

Martedì, 09 Aprile 2013 20:27

Italia: Formazione Permanente OMD

omd-ICon un pellegrinaggio sui  luoghi di San Giovanni Leonardi e dei suoi primi compagni, per rivivere “la memoria che rigenera la fede”, le Comunità italiane si sono ritrovate in queste prime settimane del tempo pasquale per un itinerario comune di formazione permanete. Mentre l’Ordine celebra l’Anno delle Costituzioni, questo speciale “pellegrinaggio leonardino” ha intrecciato visione, ascolto, preghiera, silenzio, fraternità.  “Se non è presenza viva e amica del Signore risorto che è in mezzo a noi – ha affermato il P. Generale – si tratta di un vuoto ricordo o di un codice di osservanza che non ci conduce al centro del nostro vivere da cristiani e da consacrati”. Il pellegrinaggio ha fatto tappa a Lucca, Diecimo, Fosciandora e Roma sostando sui luoghi che hanno visto l’azione carismatica di San Giovanni Leonardi, la sua maturazione umana e spirituale, il dono alla Chiesa del carisma incarnato nell’Ordine della Madre di Dio.

9 aprile 2013
 
Sindaco-Roma"Papa Francesco ha parlato di Giuseppe come colui che custodisce, voi siete quelli che piu' di tutti dovete custodire questa citta' e pensare al bene comune". Con queste parole Monsignor Matteo Zuppi, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Roma, si rivolge a Gianluigi De Palo, assessore alla Famiglia, all'Educazione e ai Giovani di Roma Capitale, e al sindaco Gianni Alemanno durante l'omelia che intervalla la funzione religiosa del Precetto Pasquale per i dipendenti capitolini, che si è celebrato mercoledì 27 marzo nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli. "Siate i custodi dei piu' deboli - aggiunge - i poveri, chi ha più  bisogno, come ha esortato il nuovo vescovo di Roma appena salito al soglio petrino".  Alla Liturgia ha preso parte il Rev.mo  P. Francesco Petrillo Rettore Generale OMD.  Presente alla celebrazione il coro del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale.

8 aprile 2013
 
Sabato, 06 Aprile 2013 20:04

India: “Relationship with God”

Formazione-IndiaToday, on 5th April, all the fathers of the delegation came together in Madurai for the second session of permanent formation programme. The first five sessions are animated by a diocesan priest, Fr. Maria Antony. He is dealing the theme 'Reconciliation' against the background of relationship with God, nature and fellow human beings. In the first session he dealt the relationship with nature according to the vision of Raymond Pannikar. Today, the main theme was 'Relationship with God'. First, the importance and the need of relationship with God was clarified. Relationship with God is a must in order to lead a happy life, in order to do our priestly ministry effectively and to build up a deeper relationship with fellow human being. From this, the resource person proceeded to explain that our relationship with God should go beyond the personal realm, so that we establish a non-dualistic relationship with God, nature and fellow human beings. 

6 aprile 2013

Domenica, 31 Marzo 2013 23:19

Il Papa alla Veglia Pasquale

veglia-pasquale-1La Risurrezione del Signore ci permetta di accogliere senza paura le sorprese di Dio. Non abbiate paura delle novità! Non abbiate paura di affidarvi a Gesù! E’ quanto Papa Francesco ha chiesto ai fedeli nella sua omelia, nella Veglia Pasquale - ieri sera in San Pietro - aperta dalla benedizione del fuoco e dalla preparazione del cero pasquale, nell’atrio della Basilica. Durante la celebrazione, il Papa ha amministrato i Sacramenti di Battesimo, Cresima e Prima Comunione a quattro catecumeni.
Nella Basilica di San Pietro, il buio del dolore per la morte di Gesù viene squarciato dalla luce del cero pasquale, i fedeli accendono le loro candele, la navata si illumina, le tenebre del mondo sono sconfitte, e il canto dell’Exultet annuncia il Cristo Risorto. Ha inizio la “madre di tutte le veglie”. Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo: è l’immagine delle tre donne del Vangelo della Veglia Pasquale che Papa Francesco ci ripropone nella sua omelia. Il “gesto di compassione, di affetto, di amore”, il recarsi al Sepolcro per ungere con gli aromi il corpo di Gesù, che con la sua morte le aveva lasciate, testimonia il loro amore per Lui. La vista della pietra rimossa sconvolgerà la loro vita, l’assenza del corpo del Signore è una novità che le lascerà piene di domande. Ed è questo che capita anche a noi, spiega il Papa: guardare con dubbio alle novità che accadono “nel succedersi quotidiano dei fatti”. “La novità spesso ci fa paura, anche la novità che Dio ci porta, la novità che Dio ci chiede”.
"Siamo come gli Apostoli del Vangelo: spesso preferiamo tenere le nostre sicurezze, fermarci ad una tomba, al pensiero verso un defunto, che alla fine vive solo nel ricordo della storia come i grandi personaggi del passato. Abbiamo paura delle sorprese di Dio; abbiamo paura delle sorprese di Dio! Egli ci sorprende sempre!".
Il Papa ci chiede quindi di “non chiuderci alla novità che Dio vuole portare nella nostra vita!”:
"Siamo spesso stanchi, delusi, tristi, sentiamo il peso dei nostri peccati, pensiamo di non farcela? Non chiudiamoci in noi stessi, non perdiamo la fiducia, non rassegniamoci mai: non ci sono situazioni che Dio non possa cambiare, non c’è peccato che non possa perdonare se ci apriamo a Lui".
Le tre donne trovano la tomba vuota, Gesù non c’è, i due angeli ne annunciano la Risurrezione, le invitano a non cercare “tra i morti colui che è vivo”. Il gesto di recarsi al sepolcro – ci dice il Papa – “si trasforma in avvenimento, in un evento che cambia veramente la vita” delle donne e dell’intera umanità. Gesù è il Vivente, “non è più nel passato, ma vive nel presente ed è proiettato verso il futuro, è l’oggi eterno di Dio”. Ed è ecco la novità di Dio: “la vittoria sul peccato, sul male, sulla morte, su tutto ciò che opprime la vita e le dà un volto meno umano”:
"E questo è un messaggio rivolto a me, a te, cara sorella e caro fratello. Quante volte abbiamo bisogno che l’Amore ci dica: perché cercate tra i morti colui che è vivo? I problemi, le preoccupazioni di tutti i giorni tendono a farci chiudere in noi stessi, nella tristezza, nell’amarezza… e lì sta la morte. Non cerchiamo lì Colui che è vivo!".
E’ così che Papa Francesco chiede di far entrare Gesù Risorto nella propria vita, di accoglierlo come amico con fiducia, perché Lui è la vita:
"Se fino ad ora sei stato lontano da Lui, fa’ un piccolo passo: ti accoglierà a braccia aperte. Se sei indifferente, accetta di rischiare: non sarai deluso. Se ti sembra difficile seguirlo, non avere paura, affidati a Lui, stai sicuro che Lui ti è vicino, è con te e ti darà la pace che cerchi e la forza per vivere come Lui vuole".
Il Vangelo della Veglia Pasquale ci spiega come l’annuncio della Risurrezione venga accolto con fede dalle donne, che superano ogni timore seguendo l’invito degli angeli “a fare memoria” dell’incontro con Gesù e delle sue parole quando era ancora in Galilea. Ecco quindi, continua il Papa, che “questo ricordare con amore l’esperienza con il Maestro conduce le donne a superare ogni timore e a portare l’annuncio della Risurrezione agli Apostoli e a tutti gli altri”. "Fare memoria di quello che Dio ha fatto e fa per me, per noi, fare memoria del cammino percorso; e questo spalanca il cuore alla speranza per il futuro. Impariamo a fare memoria di quello che Dio ha fatto nella nostra vita!".

Ecco quindi l’auspicio che Papa Francesco, in conclusione, regala ai fedeli: con la sua Risurrezione il Signore “ci apra alla novità che trasforma, alle sorprese di Dio; ci renda uomini e donne capaci di fare memoria” della Sua opera; “ci renda capaci di sentirlo come il Vivente, vivo e operante in mezzo a noi; ci insegni ogni giorno a non cercare tra i morti colui che è vivo”.
(Radio Vaticana){jcomments off}

p.-generale-ICon un messaggio di auguri il P. Generale ha diretto i suoi auguri all'Ordine: " Il Signore risorto ci aiuti a vedere la nostra piccola grande storia illuminata dalla certezza che ogni vita è nelle sue mani. L'esultanza della Risurrezione del Signore Gesù dia a tutti la luce inconfondibile della speranza e della gioia alle fatiche di ogni giorno".

31 Marzo 2013
{jcomments off}
rinnovazione-ISi ripete in ogni comunità dell'Ordine della Madre di Dio il gesto della rinnovazione dei voti in ocasione della Pasqua. Quest'anno con speciale attenzione nell'anno dedicato alle Costituzioni e Regole. Mentre tutta la Chiesa fa memoria della risurezione del Signore, il Fondatore ha desiderato che i suoi figli inscrivessere dentro il mistero della Nuova Alleanza la loro donazione fatta una volta per tutte in questi giorni da Gesù Cristo. Di seguito il testo della rinnovazione.

31 marzo 2013
{jcomments off}
pdf Rinnovazione 2013
Cesar-messaEl día 24 de marzo, Domingo de Ramos, P. César presidió su primera misa en Chile. Esta se realizó en su pueblo natal, Quinta de Tilcoco, junto con una gran de fieles, familiares y hermanos religiosos. Vale recordar, que nuestro hermano se encuentra realizando estudios de especialización en Roma (lugar donde vive y sirve pastoralmente) y que en febrero el 2012 fue ordenado diácono en Quinta de TIlcoco de manos de Mons. Alejandro Goic. Luego, a fines del año pasado, fue ordenado sacerdote (en Torre Maura, Roma) por Mons. Giancarlo Ravasi. Hoy ya retorna a Italia para seguir con sus quehaceres. Nosotros, oramos para que Dios bendiga su ministerio y su vocación.


Torre-MauraDal 1951 ad oggi. I catechisti che si sono alternati negli anni nell’evangelizzazione della comunità parrocchiale, si sono raccolti sabato 16 marzo nella Chiesa di  San Giovanni Leonardi a Torre Maura- Roma. Dopo la celebrazione della Santa Messa, presieduta da Mons. Giuseppe Marciante, si sono ritrovati in un momento di condivisione e di festa. “ Ragazzi di ieri, l’altro ieri e oggi ne hanno approfittato per riconoscersi, ritrovarsi e raccontarsi gli anni che sono trascorsi” ha affermato il Parroco P. Innocenzo Santangelo. L’augurio del Vescovo è stato quello di continuare nella propria opera, in quanto catechisti si è per sempre e i loro nomi, come quello di tutti i discepoli, “sono già scritti nel Regno dei Cieli“.

19 marzo 2013
 
Papa-FrancescoIl nuovo Pontefice è l'argentino Jorge Mario Bergoglio, 76 anni. Si chiamerà Francesco. Papa Francesco è il 266.mo Pontefice della Chiesa cattolica. A scegliere un nome inedito nella bimillenaria storia del Papato è stato il cardinale argentino, Jorge Mario Bergoglio, primo latinoamericano ad assurgere al Soglio di Pietro. Il 75.mo Conclave della storia lo ha eletto al quinto scrutinio, dopo due giorni di votazioni. Un’ora e 20 minuti dopo la fumata bianca, avvenuta alle 19.06, il nuovo Papa si è affacciato alla Loggia centrale della Basilica. “Cominciamo un cammino di fratellanza” per il mondo e la città di Roma, ha detto il nuovo Pontefice, che ha voluto pregare per il Papa emerito Benedetto XVI, chiedendo prima della benedizione la preghiera per sé da parte dei fedeli. È seguito un lungo applauso dalla folla. "Preghiamo tutti insieme per lui - ha aggiunto il Papa - perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca". Quindi ha avviato il Padre Nostro, l'Ave Maria e il Gloria. "Incominciamo questo cammino della chiesa di Roma, vescovo e popolo, di fratellanza, amore, fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi, l'uno per l'altro, perché vi sia una grande fratellanza. Che questo cammino sia fruttuoso per l'evangelizzazione". Poi, nel congedarsi dalla folla, ha così salutato: "Vi lascio, grazie tante dell'accoglienza, domani andremo a pregare la Madonna, perché custodisca Roma, buona notte e buon riposo".
Giovedì, 28 Febbraio 2013 09:03

L’abbraccio della Chiesa a Benedetto

papa-1Oltre 150mila fedeli sono affluiti in Piazza San Pietro per salutare il Papa in occasione dell’ultima udienza generale del suo pontificato a testimoniare il grande affetto e la gratitudine di tutta la Chiesa per Benedetto XVI.
"Vi ringrazio ha detto il Papa - di essere venuti così numerosi a questa ultima Udienza generale del mio pontificato. Grazie di cuore sono veramente commosso e vedo la Chiesa viva. Penso dobbiamo anche dire un grazie al Creatore, per il tempo bello che ci dona, adesso ancora nell’inverno. Come l’apostolo Paolo nel testo biblico che abbiamo ascoltato – ha affermato - anch’io sento nel mio cuore di dover soprattutto ringraziare Dio, che guida e fa crescere la Chiesa, che semina la sua Parola e così alimenta la fede nel suo Popolo. In questo momento il mio animo si allarga per di abbracciare tutta la Chiesa sparsa nel mondo; e rendo grazie a Dio per le «notizie» che in questi anni del ministero petrino ho potuto ricevere circa la fede nel Signore Gesù Cristo, e della carità che circola realmente nel Corpo della Chiesa e lo fa vivere nell’amore, e della speranza che ci apre e ci orienta verso la vita in pienezza, verso la patria del Cielo”.
Il Papa ha quindi sottolineato “di portare tutti nella preghiera, in un presente che è quello di Dio, dove raccolgo ogni incontro, ogni viaggio, ogni visita pastorale. Tutto e tutti raccolgo nella preghiera per affidarli al Signore: perché abbiamo piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale, e perché possiamo comportarci in maniera degna di Lui, del suo amore, portando frutto in ogni opera buona (cfr Col 1,9-10)”.
“In questo momento – ha proseguito - c’è in me una grande fiducia, perché so, sappiamo tutti noi, che la Parola di verità del Vangelo è la forza della Chiesa, è la sua vita. Il Vangelo purifica e rinnova, porta frutto, dovunque la comunità dei credenti lo ascolta e accoglie la grazia di Dio nella verità e vive nella carità. Questa è la mia fiducia, questa è la mia gioia”.
Benedetto XVI ha ricordato che uando, il 19 aprile di quasi otto anni fa, ha accettato di assumere il ministero petrino, ha avuto ferma questa certezza che lo ha sempre accompagnato, questa certezza della vita della Chiesa dalla Parola di Dio: "In quel momento, come ho già espresso più volte, le parole che sono risuonate nel mio cuore sono state: Signore, perché mi chiedi questo e che cosa mi chiedi? E’ un peso grande quello che mi poni sulle spalle, ma se Tu me lo chiedi, sulla tua parola getterò le reti, sicuro che Tu mi guiderai anche con tutte le mie debolezze. Otto anni dopo posso dire che il Signore mi ha veramente guidato, mi è stato vicino, ho potuto percepire quotidianamente la sua presenza. E’ stato un tratto di cammino della Chiesa che ha avuto momenti di gioia e di luce, ma anche momenti non facili; mi sono sentito come san Pietro con gli Apostoli nella barca sul lago di Galilea: il Signore ci ha donato tanti giorni di sole e di brezza leggera, giorni in cui la pesca è stata abbondante; vi sono stati anche momenti in cui le acque erano agitate ed il vento contrario, come in tutta la storia della Chiesa e il Signore sembrava dormire. Ma ho sempre saputo che in quella barca c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua e il Signore non la lascia affondare; è Lui che la conduce, certamente anche attraverso gli uomini che ha scelto, perché così ha voluto. Questa è stata ed è una certezza, che nulla può offuscare. Ed è per questo che oggi il mio cuore è colmo di ringraziamento a Dio perché non ha fatto mai mancare a tutta la Chiesa e anche a me la sua consolazione, la sua luce, il suo amore".
“Siamo nell’Anno della fede – ha aggiunto - che ho voluto per rafforzare proprio la nostra fede in Dio in un contesto che sembra metterlo sempre più in secondo piano. Vorrei invitare tutti a rinnovare la ferma fiducia nel Signore, ad affidarci come bambini nelle braccia di Dio, certi che quelle braccia ci sostengono sempre e sono ciò che ci permette di camminare ogni giorno anche nella fatica. Vorrei che ognuno si sentisse amato da quel Dio che ha donato il suo Figlio per noi e che ci ha mostrato il suo amore senza confini. Vorrei che ognuno sentisse la gioia di essere cristiano. In una bella preghiera da recitarsi quotidianamente al mattino si dice: «Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio d’avermi creato, fatto cristiano…». Sì, siamo contenti per il dono della fede; è il bene più prezioso, che nessuno ci può togliere! Ringraziamo il Signore di questo ogni giorno, con la preghiera e con una vita cristiana coerente. Dio ci ama, ma attende che anche noi lo amiamo!”.
Quindi il Papa ha detto che non è solamente Dio che vuole ringraziare in questo momento: “Un Papa non è solo nella guida della barca di Pietro, anche se è sua la prima responsabilità; e io non mi sono mai sentito solo nel portare la gioia e il peso del ministero petrino; il Signore mi ha messo accanto tante persone che, con generosità e amore a Dio e alla Chiesa, mi hanno aiutato e mi sono state vicine. Anzitutto voi, cari Fratelli Cardinali: la vostra saggezza, i vostri consigli, la vostra amicizia sono stati per me preziosi; i miei Collaboratori, ad iniziare dal mio Segretario di Stato che mi ha accompagnato con fedeltà in questi anni; la Segreteria di Stato e l’intera Curia Romana, come pure tutti coloro che, nei vari settori, prestano il loro servizio alla Santa Sede: sono tanti volti che non emergono, rimangono nell’ombra, ma proprio nel silenzio, nella dedizione quotidiana, con spirito di fede e umiltà sono stati per me un sostegno sicuro e affidabile. Un pensiero speciale alla Chiesa di Roma, la mia Diocesi! Non posso dimenticare i Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato, le persone consacrate e l’intero Popolo di Dio: nelle visite pastorali, negli incontri, nelle udienze, nei viaggi, ho sempre percepito grande attenzione e profondo affetto; ma anch’io ho voluto bene a tutti e a ciascuno, senza distinzioni, con quella carità pastorale che è il cuore di ogni Pastore, soprattutto del Vescovo di Roma, del Successore dell’Apostolo Pietro. Ogni giorno ho portato ciascuno di voi nella mia preghiera, con il cuore di padre”.
“Vorrei – ha continuato - che il mio saluto e il mio ringraziamento giungesse poi a tutti: il cuore di un Papa si allarga al mondo intero. E vorrei esprimere la mia gratitudine al Corpo diplomatico presso la Santa Sede, che rende presente la grande famiglia delle Nazioni. Qui penso anche a tutti coloro che lavorano per una buona comunicazione e che ringrazio per il loro importante servizio”.
Benedetto XVI ha poi ringraziato “di vero cuore anche tutte le numerose persone in tutto il mondo che nelle ultime settimane” gli hanno inviato segni commoventi di attenzione, di amicizia e di preghiera: “Sì, il Papa non è mai solo, ora lo sperimento ancora una volta in un modo così grande che tocca il cuore. Il Papa appartiene a tutti e tantissime persone si sentono molto vicine a lui. E’ vero che ricevo lettere dai grandi del mondo – dai Capi di Stato, dai Capi religiosi, dai rappresentanti del mondo della cultura eccetera. Ma ricevo anche moltissime lettere da persone semplici che mi scrivono semplicemente dal loro cuore e mi fanno sentire il loro affetto, che nasce dall’essere insieme con Cristo Gesù, nella Chiesa. Queste persone non mi scrivono come si scrive ad esempio ad un principe o ad un grande che non si conosce. Mi scrivono come fratelli e sorelle o come figli e figlie, con il senso di un legame familiare molto affettuoso. Qui si può toccare con mano che cosa sia Chiesa – non un’organizzazione, non un’associazione per fini religiosi o umanitari, ma un corpo vivo, una comunione di fratelli e sorelle nel Corpo di Gesù Cristo, che ci unisce tutti. Sperimentare la Chiesa in questo modo e poter quasi poter toccare con le mani la forza della sua verità e del suo amore, è motivo di gioia, in un tempo in cui tanti parlano del suo declino, ma vediamo come la Chiesa è viva oggi”.
“In questi ultimi mesi – ha confessato - ho sentito che le mie forze erano diminuite, e ho chiesto a Dio con insistenza, nella preghiera, di illuminarmi con la sua luce per farmi prendere la decisione più giusta non per il mio bene, ma per il bene della Chiesa. Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma con una profonda serenità d’animo. Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi”.
Poi ha continuato: “Qui permettetemi di tornare ancora una volta al 19 aprile 2005. La gravità della decisione è stata proprio anche nel fatto che da quel momento in poi ero impegnato sempre e per sempre dal Signore. Sempre – chi assume il ministero petrino non ha più alcuna privacy. Appartiene sempre e totalmente a tutti, a tutta la Chiesa. Alla sua vita viene, per così dire, totalmente tolta la dimensione privata. Ho potuto sperimentare, e lo sperimento precisamente ora, che uno riceve la vita proprio quando la dona. Prima ho detto che molte persone che amano il Signore amano anche il Successore di san Pietro e sono affezionate a lui; che il Papa ha veramente fratelli e sorelle, figli e figlie in tutto il mondo, e che si sente al sicuro nell’abbraccio della vostra comunione; perché non appartiene più a se stesso, appartiene a tutti e tutti appartengono a lui”.
“Il ‘sempre’ – ha osservato - è anche un ‘per sempre’ - non c’è più un ritornare nel privato. La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro. San Benedetto, il cui nome porto da Papa, mi sarà di grande esempio in questo. Egli ci ha mostrato la via per una vita, che, attiva o passiva, appartiene totalmente all’opera di Dio”.
“Ringrazio tutti e ciascuno – ha proseguito - anche per il rispetto e la comprensione con cui avete accolto questa decisione così importante. Io continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che voglio vivere sempre. Vi chiedo di ricordarmi davanti a Dio, e soprattutto di pregare per i Cardinali, chiamati ad un compito così rilevante, e per il nuovo Successore dell’Apostolo Pietro: il Signore lo accompagni con la luce e la forza del suo Spirito. Invochiamo la materna intercessione della Vergine Maria Madre di Dio e della Chiesa perché accompagni ciascuno di noi e l’intera comunità ecclesiale; a Lei ci affidiamo, con profonda fiducia”.
Il Papa ha così concluso: “Cari amici! Dio guida la sua Chiesa, la sorregge sempre anche e soprattutto nei momenti difficili. Non perdiamo mai questa visione di fede, che è l’unica vera visione del cammino della Chiesa e del mondo. Nel nostro cuore, nel cuore di ciascuno di voi, ci sia sempre la gioiosa certezza che il Signore ci è accanto, non ci abbandona, ci è vicino e ci avvolge con il suo amore. Grazie!”. (Radio Vaticana)
© 2024 Ordine della Madre di Dio. All Rights Reserved. Powered by VICIS