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Lunedì, 25 Agosto 2014 07:12

Ordenación Diaconal clérigo Saúl Ahumada

ordi-diacoEl RP. Francisco Petrillo, Superior General de la Orden de la Madre de Dios, junto con su Delegado General en Chile, RP. Alejandro Abarca M., y la familia Ahumada Salinas, anuncian e invitan a usted a la Ordenación Diaconal del clérico Saúl Gonzálo Ahumada Salinas, por la imposición de manos de Monseñor Pedro Ossandón B., obispo auxiliar de Santiago elDomingo 31 de Agosto a las 12.00 hrs. en la Parroquia San Lázaro, ubicada en Av. Ejército 415, esquina gorbea.
 
School-InaguThe Order of The Mother of God had another breakthrough in the Nigerian delegation on the 15th of August, 2014. This day, the people of God gathered together for the opening of a new school built by the Order through the sponsorship of the Bishops Conference of Italy and Esieggelle. The school, called St John Leonardi Nursery and Primary school is dedicated to our Father Founder, St John Leonardi. It is aimed to ensure an intellectual, moral, spiritual, physical and holistic formation and training of children in a conducive-learning environment where each child is exposed to modern learning facilities for a dependable future.

The ceremony began at 11.00am with the celebration of the Holy Eucharist presided over by Fr. General, Very Rev Fr. Dr. Francesco Petrillo, omd. The Arch-bishop of Owerri, His Grace Anthony J. V. Obinna who gave his blessings to the ceremony was unavoidably absent as the day fell on the feast of Assumption of Our  Blessed Virgin Mary which is also the feast  day of Owerri Arch-diocese. After the Eucharistic celebration, Fr. General proceeded with the ritual of the blessing of the house which culminated with the cutting of the tape, thereby officially declaring the new school open starting from the next academic session in October. What followed after this was jubilation and dances of joy from all who were present.

The people of Amakohia were filled with joy that this mission which the Order of The Mother of God started for them as a catechetical program for their children; has resulted to the establishment of a school for their children. There were dances, special numbers and special presentations, all these made the occasion grand. Special dignitaries attended the ceremony, among whom are: His Grace, Anthony J.V. Obinna represented by the Chancellor- Very Rev Fr. Alphonsus Oha, The permanent secretary, Ministry of Education in Imo State – Dr. Chibuzor Iwuagwu, Superiors of Religious Congregations and lots more.

The ceremony was coloured by heavy refreshment of eating and drinking which ended at about 5pm.
 
Giovedì, 14 Agosto 2014 18:09

Icona del nostro futuro

305L'Assunzione di Maria al cielo in anima e corpo è l'icona del nostro futuro, anticipazione di un comune destino: annuncia che l'anima è santa, ma che il Creatore non spreca le sue meraviglie: anche il corpo è santo e avrà, trasfigurato, lo stesso destino dell'anima. Perché l'uomo è uno. I dogmi che riguardano Maria, ben più che un privilegio esclusivo, sono indicazioni esistenziali valide per ogni uomo e ogni donna. Lo indica benissimo la lettura dell'Apocalisse: vidi una donna vestita di sole, che stava per partorire, e un drago . Il segno della donna nel cielo evoca santa Maria, ma anche l'intera umanità, la Chiesa di Dio, ciascuno di noi, anche me, piccolo cuore ancora vestito d'ombre, ma affamato di sole. Contiene la nostra comune vocazione: assorbire luce, farsene custodi (vestita di sole), essere nella vita datori di vita ( stava per partorire): vestiti di sole, portatori di vita, capaci di lottare contro il male ( il drago rosso). Indossare la luce, trasmettere vita, non cedere al grande male. La festa dell'Assunta ci chiama ad aver fede nell'esito buono, positivo della storia: la terra è incinta di vita e non finirà fra le spire della violenza; il futuro è minacciato, ma la bellezza e la vitalità della Donna sono più forti della violenza di qualsiasi drago. Il Vangelo presenta l'unica pagina in cui sono protagoniste due donne, senza nessun'altra presenza, che non sia quella del mistero di Dio pulsante nel grembo. Nel Vangelo profetizzano per prime le madri. «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo». Prima parola di Elisabetta, che mantiene e prolunga il giuramento irrevocabile di Dio: Dio li benedisse (Genesi 1,28), e lo estende da Maria a ogni don­na, a ogni creatura. La prima parola, la prima germinazione di pensiero, l'inizio di ogni dialogo fecondo è quando sai dire all'altro: che tu sia benedetto. Poterlo pensare e poi proclamare a chi ci sta vicino, a chi condivide strada e casa, a chi porta un mistero, a chi porta un abbraccio: «Tu sei benedetto», Dio mi benedice con la tua presenza, possa benedirti con la mia presenza. «L'anima mia magnifica il Signore». Magnificare significa fare grande. Ma come può la piccola creatura fare grande il suo Creatore? Tu fai grande Dio nella misura in cui gli dai tempo e cuore. Tu fai piccolo Dio nella misura in cui Lui diminuisce nella tua vita. Santa Maria ci aiuta a camminare occupati dall'avvenire di cielo che è in noi come un germoglio di luce. Ad abitare la terra come lei, be­nedicendo le creature e facendo grande Dio.

Frs.-Ago--FraSabato 9 d’agosto, il vescovo di Owerri, Mons. Antony Obinna, ha imposto le mani  su 11 Diaconi  Nigeriani. Di questi due appartengono all’Ordine della Madre di Dio e si trovano in Italia per completare la loro formazione culturale. Si tratta di Augustine e Francis. È stata una festa grandiosa, diremmo “all’africana”. Cinque ore di preghiere, di canto, di ringraziamento, di balli. Insomma tutti i sensi sono stati presi dal furore mistico che in Nigeria è naturale. Gli undici novelli sacerdoti hanno riempito, con le loro famiglia e comunità lo spazio danti alla cattedrale, diventando con la natura un'unica forma di lodare Dio. Accanto al vescovo c’era presente il Rev.mo P.Generale dell’OMD P. Francesco Petrillo.  Subito dopo ci siamo riuniti in un salone  appartenente alla cattedrale, per stringersi attorno ai due nuovi  sacerdoti e per dire loro: coraggio, siete come  Cristo. Imitatelo e sarete raggainti.

12 agosto 2014
Sabato, 09 Agosto 2014 18:56

La mano di Dio tra le tempeste

304I discepoli si sentono abbandonati nel momento del pericolo, lasciati soli a lottare contro le onde per una lunga notte. Come loro anche noi ci siamo sentiti alle volte abbandonati, e Dio era lontano, assente, era muto. Eppure un credente non può mai dire: «Io da solo, io con le mie sole forze», perché non siamo mai soli, perché intrecciato al nostro respiro c'è sempre il respiro di Dio, annodata alla nostra forza è la forza di Dio. Infatti Dio è sul lago: è nelle braccia di chi rema, è negli occhi che cercano l'approdo. E la barca, simbolo della nostra vita fragile, intanto avanza nella notte e nel vento non perché cessa la tempesta, ma per il miracolo umile dei rematori che non si arrendono, e ciascuno sostiene il coraggio dell'altro. Dio non agisce al posto nostro, non devia le tempeste, ma ci sostiene dentro le burrasche della vita. Non ci evita i problemi, ci dà forza dentro i problemi. Poi Pietro vede Gesù camminare sul mare: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque». Pietro domanda due cose: una giusta e una sbagliata. Chiede di andare verso il Signore. Domanda bellissima, perfetta: che io venga da te. Ma chiede di andarci camminando sulle acque, e questo non serve. Non è sul mare dei miracoli che incontrerai il Signore, ma nei gesti quotidiani; nella polvere delle strade come il buon samaritano e non nel luccichio di acque miracolose. Come Pietro, fissare lo sguardo su Gesù che ti viene incontro quando intorno è buio, quando è tempesta, e sentire cosa ha da dire a te, solo a te: vieni! Con me tutto è possibile . «E venne da Gesù» dice il Vangelo. Pietro guarda a lui, non ha occhi che per quel volto, ha fede in lui, e la sua fede lo rende capace di ciò che sembrava impossibile. Poi la svolta: ma vedendo che il vento era forte, si impaurì e cominciò ad affondare. In pochi passi, dalla fede che è saldezza, alla paura che è palude dove sprofondi. Cosa è accaduto? Pietro ha cambiato la direzione del suo sguardo, la sua attenzione non va più a Gesù ma al vento, non fissa più il Volto ma la notte e le onde. Quante volte anch'io, come Pietro, se guardo al Signore e alla sua forza posso affrontare qualsiasi tempesta; se guardo invece alle difficoltà, o ai miei limiti, mi paralizzo. Tuttavia dalla paura nasce un grido: Signore salvami! Un grido nel buio, nel vento, nel gorgo che risucchia. E dentro il grido c'è già un abbraccio: ho poca fede, credo e dubito, ma tu aiutami! Ed è proprio là che il Signore Gesù ci raggiunge, al centro della nostra debole fede. Ci raggiunge e non punta il dito per accusarci, ma tende la mano per afferrare la nostra, e tramutare la paura in abbraccio.
Ministranti-di-MnsterOltre quattrocento ministranti provenienti dalla Diocesi di Münster Germania, sono stati accolti nella Chiesa di Campitelli per un incontro di preghiera. Il gruppo è stato  accompagnato dal Vescovo ausiliare S.E. Christoph Hegge che ha presieduto l’incontro Domenica 2 agosto. Papa Francesco martedì 5 agosto alle ore 18  incontrerà 50mila ministranti tedeschi. Il pellegrinaggio romano  dal 4 all'8 agosto prossimi, è la prima tappa del pellegrinaggio internazionale dei ministranti europei che si terrà sempre nella capitale dal 3 al 5 agosto 2015. L’evento, programmato e in seguito organizzato dal Coetus Internationalis Ministrantium (CIM), avrà come tema focale il versetto di Isaia "Eccomi, manda me!" (Isaia 6,8). 

4 agosto 2014
Lunedì, 04 Agosto 2014 10:06

Permanent Formation in India

permanent-formation-India-1On 29th July, all the fathers of the Indian delegation, came together for their second session of the permanent formation programme , on the theme ' the healing of our love',animated by Rev.Dr.Sebastin, the  Rector of St.Paul's theological seminary. He pointed out that in order to be healed, the diagnosis of the symptoms of the problems is important. So, he brought out beautifully the symptoms of the problems a priest can be diagnosed of in Indian situation. He listed out around  20 symptoms with his lengthy explanations  for each symptom and then he called our attention to the problems and the way to heal or overcome them. For the second part also he gave number of suggestions, which were very practical and useful.  All the participants felt it was a good travel that the animator has initiated to be made into oneself. Then there was meeting of the formators with delegate council to revise and fix the study programmes for each level of formation. The next permanent formation meeting is fixed for 8th October.

4 agosto 2014
Sabato, 02 Agosto 2014 08:33

Il miracolo del dono

303Vorrei tanto essere uno dei cinquemila, quella sera, sul lago. Li invidio, non per il miracolo dei pani, ma per la seduzione che hanno provato, più forte di ogni paura: sono andati da Gesù, ascoltano e vivono, ascoltano e brucia il cuore, ascoltano e risplende la vita. Stare con lui: e quando scende la sera, la notte e il deserto profumano di pane. Stare con lui: e sentire che più vivo di così non sarà mai.  I discepoli, uomini pratici, dicono a Gesù: Congeda la folla, perché vadano a comprarsi da mangiare. Se non li congeda lui, non se ne andranno spontaneamente. Ma Gesù non li manda via, non ha mai mandato via nessuno. E’ bello questo preoccuparsi dei discepoli, ma più bello è  Gesù che prova compassione. Anzi, letteralmente,preso alle viscere per loro è dice:date loro voi stessi da mangiare. I discepoli parlano di comprare, Gesù parla di dare. Apre un altro modo di essere: dare senza calcolare, dare senza chiedere, generosamente, gratuitamente, per primi. A noi, che quotidianamente preghiamo: Dacci oggi il nostro pane, il Signore risponde:Voi date il vostro pane­.Dacci, noi invochiamo. Donate, ribatte lui.  Ci sono molti miracoli in questo racconto: il primo­quello della folla che, scesa ormai la notte nel deserto, non se ne va e rimane con Gesù. Il secondo sono i cinque pani e i due pesci che qualcuno mette nelle sue mani, fidandosi, senza calcolare, senza trattenere qualcosa per sé è poco, ma è tutta la sua cena. Terzo miracolo: è poco, eppure quel poco basta, secondo una misteriosa regola divina: quando il mio pane diventa il nostro pane, è il dono seme di miracolo. Infine il quarto: la sovrabbondanza, tipica di Dio: raccolsero gli avanzi in dodici ceste. Una per ogni tribù, una per ogni mese. Tutti mangiano e ne rimane per tutti, e per sempre. E hanno valore anche gli avanzi, le briciole, il poco che sei, il poco che sai fare, il bicchiere d'acqua dato. Nulla è troppo piccolo di ciò che è donato con tutto il cuore.  L'unico merito che i cinquemila possono vantare, l'unico loro diritto al pane è la fame. Davanti a Dio mio vanto esclusivo è il bisogno.Di nulla mi vanterò se non della mia debolezza ( 2 Cor 12, 5). Davanti a Dio non c'è nulla di meglio che essere nulla, come l'aria davanti al sole, come il polline nel vento ( Simone Weil), nutrendo così la nostra fame di sole e di pane, di cielo e di mani che conoscano il dono. 
 
Sabato, 26 Luglio 2014 13:16

Il Tesoro trovato

301Tesoro: parola rara, parola da innamorati, da avventure grandi, da favole. Oggi, parola di Vangelo e nome di Dio. Un contadino e un mercante trovano tesori. Lo trova uno che, per caso, tra rovi e sassi, su un campo non suo, è folgorato dalla sorpresa; lo trova uno che è intenditore appassionato e sa bene quello che cerca: Dio non sopporta statistiche, è possibile a tutti incontrare o essere incontrati. Trovato il tesoro, l'uomo pieno di gioia va, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. La gioia è il primo tesoro che il tesoro regala. Dio ci seduce ancora perché parla il linguaggio della gioia, che muove, mette fretta, fa decidere: «ogni uomo segue quella strada dove il suo cuore gli dice che troverà la felicità» (sant'Agostino). La gioia è un sintomo, è il segno che stai camminando bene, sulla strada giusta. Noi avanziamo nella vita non a colpi di volontà, ma per una passione, per scoperta di tesori ( dov'è il tuo tesoro, là corre felice il tuo cuore); avanziamo per innamoramenti e per la gioia che accendono. Vive chi avanza verso ciò che ama. La vita non è etica ma estetica (H.U. Von Balthasar) nel senso che avanza non per ordini, ma per seduzione di tesori e di perle, si muove per una passione, e la passione sgorga da una bellezza, dall'aver intravisto la bellezza di Cristo, la vita bella, buona e beata del Vangelo. Ma il dono deve essere accolto, alla scoperta deve rispondere l'impegno: il contadino e il mercante vendono tutto, ma per guadagnare tutto. Lasciano molto, ma per avere tutto. Non perdono niente, lo investono. Così sono i cristiani, non più buoni degli altri, ma più ricchi: hanno un tesoro di speranza, di luce, di cielo, di cuore, di Dio. Tesoro e perla è Cristo per me, averlo seguito è stato l'affare migliore della mia vita. Mi sento contadino fortunato, mercante ricco. Non è un vanto, ma una responsabilità! E dico grazie a Colui che mi ha fatto inciampare in un tesoro, anzi in molti tesori, lungo molte strade, in molti giorni della mia vita, facendola diventare come «una finestra di cielo» (Antonia Pozzi), una vita intensa, vibrante, appassionata, gioiosa, pacificata, e spero anche, almeno un po', buona e non inutile. Tesoro e perla sono nomi di Dio. Con la loro carica di affetto e di gioia, con la travolgente energia, con il futuro che aprono, si rivolgono a me, un po' contadino e un po' mercante, e mi domandano: ma Dio per te è un tesoro o soltanto un dovere? È una perla o un obbligo? È tesoro, perché il Vangelo non è mortificazione, ma dilatazione di vita; il cristianesimo non è sacrificio e rinuncia, ma offerta di solarità che fa rifiorire instancabilmente la rosa del mondo, la rosa del vivere.
 
Sabato, 19 Luglio 2014 16:39

La mano di Dio semina bontà

300C'è un campo nel cuore in cui intrecciano le loro radici, spesso inestricabili, il bene e il male: nes­suno è solo zizzania, nessuno puro grano. La parabola racconta due modi di leggere e lavorare il cuore. Il primo è quello dei servi che fissano l'attenzione sulla zizzania: «Da dove viene? Vuoi che andiamo a raccoglierla?» Il secondo è quello del padrone del campo che ha invece gli occhi fissi al buon grano: «Non raccogliete la zizzania, per non sradicare anche il grano: una sola spiga conta più di tutta la zizzania». Quale dei due sguardi è il nostro? Quello opaco e triste dei servi che vede il mondo e le persone invasi dal male, che giudica con durezza manichea? Quello positivo e solare del signore che intuisce, dovunque, spighe, pane e mietiture fiduciose, e che ha messo la sua forza nella mitezza? «Non strappate la zizzania». Noi abbiamo sempre una violenta fretta di moralizzare e mettere a posto. L'uomo infantile che è in noi grida: strappa via da te, e soprattutto intorno a te, ciò che è puerile, fragile, difettoso. Il signore del campo suggerisce: preoccupati del buon seme, ama i tuoi germi di vita, custodisci ogni germoglio. Tu non sei le tue debolezze, ma le tue maturazioni; l'uomo non coincide con i suoi peccati, ma con le potenzialità di bene. Vero esame di coscienza è leggere la vita con quello sguardo divino che cerca non l'assenza di difetti, illusione inutile e spesso mortifera, ma la fecondità come etica della vita. Impariamo a vedere ciò che di vitale, di bello, di promettente Dio ha seminato in noi (non è orgoglio, ma responsabilità), facciamo sì che porti frutto, che ogni granellino di senapa cresca con il dono di attrarre e accogliere vite, che ogni pizzico di lie­vito abbia il tempo per sollevare e rialzare i giorni inerti. Facciamo nostra l'attività positiva, solare, vitale del Creatore che per vincere le tenebre accende ogni giorno il suo mattino, per muovere la massa immobile vi nasconde il lievito. Preoccupiamoci non della zizzania, dei difetti, delle debolez­ze, ma di avere un amore grande, ideali forti, desideri positivi, una venerazione profonda per le forze di bontà, generosità e coraggio che la mano viva di Dio semina in noi. Facciamo che esse erompano in tutta la loro bellezza, in tutta la loro potenza, e vedremo le tenebre ritirarsi e la zizzania senza più terreno. E tutto il nostro essere maturare nel sole.
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