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Con Cristo
misurate le cose
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Con Cristo
misurate le cose
Sulla Divina bellezza (C. 244) Tutti desiderno l’umana bellezza e l’amano come ci ricorda la Sacra Scrittura. Alcuni furono da essa accecati perché possiede una grande forza. Per tale motivo alcuni santi passarono la loro vita senza guaradre in faccia nessuno.
Ora se le realtà umane muovono tanto l’uomo ad amarle, come non ci attirerà Dio che è somma bellezza? Ma per parlare della bellezza di Dio è come scorgere le gocce in mezzo al mare, e sarebbe più facile perché della sua magnificenza è scritto: “è mia la bellezza dei campi” (Cf Sal 49,11).
In effetti questo campo di cui parla il salmista è l’universo.Cosiché difficilmente si può comprendere tale bellezza. Per questo è necessario ascendere dalle creature al Creatore essendo che queste sono, come affermano alcuni santi, vestigia della divinità.
Contempla dunque la bellezza degli Angeli e dei Santi. Ma tutte queste appartengono a Dio in grado più eminente, poiché egli è origine di tutta la bellezza.
Per questo riflettendo la nobiltà di Dio le creature devono muoverci e attrarci ad amarlo. Come molti per godere della bellezza affrontano tanti disagi, quanto più noi mossi dall’eterna bellezza di Dio?
Dal Sermone sul Salmo 33 (C. 254) Gli occhi del Signore sui giusti (Sal 33,15). Questa provvidenza è così grande che se appunto Dio li ritira da noi cadremmo a terra come dei bambini che non sanno camminare. Essi sono ritti, quando sono custoditi dalla madre, ma una volta che questa li lascia andare da soli si precipitano, e così Dio nei nostri confronti.
Accade anche che colui il quale vuole far rappresentare la sua immagine in uno specchio, questo sguardo ci fa stare rivolti a Dio.
Così come quando uno vuole vedere la sua immagine, occorre che guardi nello specchio. In effetti, noi non possiamo guardarci da soli, solamente in Dio possiamo ammirare la nostra immagine.
Pertanto occorre accettare che fra la nostra visione e quella di Dio c’è molta differenza. Da parte nostra siamo portati a vedere bassezze o varie cose per conoscenza. La visione di Dio è produttrice di bene, e questo lo potrai notare nelle parole pronunziate dalla Vergine Maria: Egli ha guardato l’umiltà della sua serva (Cf Lc 1,48), alle quali fanno eco quelle del salmista: Egli che guarda la terra e la fa sussultare (Sal 103,32).
Dal Sermone sulla parabola del granello di senape (C.397) Per mostrare la regalità di Cristo la grandezza di questa parabola dice per ben due volte a cosa rassomiglierò il Regno dei cieli? (Cf Mc 4,30)
[…] In molte maniere il Regno dei cieli viene indicato da Gesù. In esso è possibile scorgere il Paradiso. Così afferma il ladrone sulla croce, “ricordati di me quando entrerai nel tuo regno” (Lc 23,42). Il Regno è innanzitutto il Cristo Santo, il “il re dei regnanti il signore dei signori” (1Tm 6,15). La Chiesa santa che è comunione con il Sangue di Cristo (1 Cor 10,16). Questi si manifesta per mezzo della divina Scrittura, per la grazia e la croce con le quali si giunge alla fede, per l’anima pervasa dalla grazia, sede della sapienza e regina del cielo fra i regni. […]
Come il piccolo granello di senape,
Cristo è piccolo verbo. Egli si chinò su di noi, spogliò se stesso, fu annunziato dai piccoli, tra disprezzo e persecuzioni.[…]. Con la sua piccolezza e grandezza è contemplato in tutti i troni del mondo fondati sopra la terra.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria (Mc 13,26)
Dal Sermone beati gli occhi che vedono (C. 347)
[…] Aprici gli occhi Signore e compi in noi quanto fece Eliseo per quei soldati accecati (Cf 2 Re 6). Infatti, per guarire la cecità è necessaria la medicina amara, avere intimo pentimento, confessare i propri peccati, sottomettersi, avere avanti agli occhi l’amarezza della morte e del giudizio.
Cominciamo ora ad essere beati cosicché possiamo accogliere questa beatitudine nel futuro. Ora, alcuni, tale felicità la posero nei piaceri, altri nelle virtù dell’anima, altri, come noi cristiani, nella conoscenza e visione di Dio. E questa avviene in due modi: nella speranza e nella realtà. Una termina, l’altra si compie, una si ottiene per grazia, l’altra avviene per mezzo della gloria.
Della speranza Gesù dice che questa è la vita eterna (Gv 17,3) e che nella tua luce vedremo la luce (Sal 35,10). Della realtà il Vangelo ci dice: “Beati i vostri occhi perché vedono” (Lc 10,23). Ma cosa vedono? Vedono il Verbo eterno, il Salvatore venuto nel mondo, l’atteso, il diletto. Da ciò che vedono deriva tutto il loro bene, la loro felicità e consolazione.
Dal Sermone sulla nobiltà dell’anima (C.148v.)
Oh grandezza dell’anima! Oh nobiltà dell’anima così simile al suo Creatore ed una con Lui! Immortale, invisibile, infinita, eterna, impassibile. Possiede volontà, intelletto, libertà, con il suo Creatore. Come non è possibile tenerne conto? […].
Ciò che il Signore ha realizzato nell’universo è visibile nel piccolo mondo dell’anima. Il Signore da l’esistenza al mondo. L’anima permette al corpo di esistere . Dio fa germogliare l’erba dei prati e da l’istinto agli animali. L’anima vivifica il corpo e lo fa esprimere attraverso i sentimenti. Come Dio diede la bellezza ad ogni creatura, così l’anima contiene la bellezza del corpo, onde separato da lei diventa deforme e spregevole.
[…] Come Dio è artefice della natura così l’uomo è artefice della bellezza. […] E’ nobile quest’anima perché è trono di Dio, perché è tempio di Dio, perché Dio vi siede ed è sua sposa, delizia divina. Il valore di una realtà si conosce dal suo prezzo per la quale si compra. Ma quale fu il prezzo con il quale fu comprata l’anima? Guarda a Cristo crocifisso! O Signor mio lo sa bene il tuo corpo insanguinato, le tue membra. Per quest’anima Signore mio, prendesti la nostra carne, per questo nascesti. E i santi hanno conosciuto il valore e l’importanza dell’anima comprata a caro prezzo.
Da un sermone per le quarantore (C. 134v.)
Che cosa dobbiamo dunque fare fratelli? Vogliamo essere beati? Vogliamo vivere sempre da insensati? No certamente! Ma prendiamo animo da questi santi, rincuoriamoci per mezzo dei santi, rinnoviamoci dai nostri errori ed innalziamo una volta, una nuova volta al cielo l’occhio della nostra mente. Solleviamo lo sguardo al Signore, gridiamo a lui e non dubitiamo perché egli come Padre ci esaudirà. Sarà tolta da noi l’infelicità e lieve ci sembrerà il tempo che passa. E la fine delle tante angustie e delle innumerevoli tribolazioni. Ognuno si sforzi di ravvedere il suo spirito e a Dio innalzi l’occhio del cuore.
Dal memoriale missionario a Paolo V Quasi tutte le pecore di Cristo dell’Asia dell’Africa, della maggior parte dell’Europa e dell’America periscono nella loro infedeltà perché non hanno pastori che le cerchino e le conducano alla Chiesa. E’ necessario perciò erigere seminari nei quali siano raccolti, formati e preparati delle guide di anime che sentano l’urgenza, lasciata al sicuro una pecora nella Chiesa, di cercare e pascere le novantanove che sono nel deserto. Costoro, affinché correttamente eseguano il loro ministero debbono imitare la povertà, la castità e l’obbedienza degli Apostoli, imitazione che propriamente si addice ai pastori delle anime come a figli e legittimi successori degli Apostoli e dei discepoli di Gesù Cristo. Prego perciò e supplico dalla Vostra Santità di non creare una nuova congregazione, ma piuttosto nuovi seminari nei quali si raccolgano, si formino e si preparino delle guide particolarmente predisposte per queste anime abbandonate. Essi saranno quanto mai simili ai primi pastori della Chiesa e perciò adatti a condurre le pecore alla Chiesa di Cristo.
Dal Sermone sulla grandezza e piccolezza di Cristo (C. 249 v.)
Vedi quanto è grande tanto che i cieli e la terra non possono contenerlo […]
Vedi la grandezza che ha fatto tutte le cose belle e ricche, vedi la piccolezza che ha bisogno di vestire poveri panni. Vedi la grandezza che regge l’universo, la piccolezza che è retta dalle braccia di una Vergine. Vedi la grandezza che pasce e nutre l’anima, vedi la piccolezza che è nutrita dal seno della Vergine. Vedi la grandezza che con la sua sapienza genera tutte le cose, ma la piccolezza è generata da una volontà. La grandezza non dorme mai (Cf. Sal 120,4). la piccolezza dorme nella povertà.
Dal Sermone sulla grandezza e piccolezza di Cristo (C. 249 v.) Vedi quanto è grande tanto che i cieli e la terra non possono contenerlo […]
Vedi la grandezza che ha fatto tutte le cose belle e ricche, vedi la piccolezza che ha bisogno di vestire poveri panni. Vedi la grandezza che regge l’universo, la piccolezza che è retta dalle braccia di una Vergine. Vedi la grandezza che pasce e nutre l’anima, vedi la piccolezza che è nutrita dal seno della Vergine. Vedi la grandezza che con la sua sapienza genera tutte le cose, ma la piccolezza è generata da una volontà. La grandezza non dorme mai (Cf. Sal 120,4). la piccolezza dorme nella povertà.
Sermone sulle nozze di Cana (C. 365) Voglio trattare della nobiltà delle nozze raccontando il Vangelo nel quale Cristo è presente con la Santa Vergine a Cana. Quando Dio formò l’uomo, la prima cosa che fece fu quelle di dagli una sposa. Di tutto questo l’autore è Dio, il luogo è il paradiso, il tempo è quello della santa innocenza, il fine è la crescita del genere umano. Li benedisse, evitando scandali e paure, perché se non vi fosse stato il matrimonio, si sarebbe dato spazio alla brama. […]
Oh grandezza del matrimonio! Che tanti mali rimedia! Oh sapienza di Dio, affinché l’uomo sia in pace, viva quietamente, rimedi al disordine dell’universo, ha istituito questo santo sacramento. Per l’unione: i due erano una sola carne (Gen 2,24). Quanti esempi eccellenti che i figli possono apprendere dal padre e le figlie dalla madre! Tutto ciò fa quietare gli animi estingue odi ed inimicizie, realizza la pace. La nobiltà di questo sacramento la mostra Nostro Signore con volerlo onorare attraverso la sua presenza e compiendo il suo primo miracolo.
Oh grandezza del matrimonio! Poiché non c’è altra immagine che più nobilmente ci invita a rappresentare l’unione di Cristo con la sua Chiesa Santa! Come afferma l’Apostolo Paolo: è grande in Cristo questo Mistero! (Cf. Ef 5,32) […] . Ma a me per quanto è grande questo sacramento mi viene voglia di pregare, nel vedere che, oggi dai cristiani ne viene fatto poco conto. Essi alle volte dimostrano che non è Dio l’Autore, ma il demonio; il suo fine non è generare, ma obbligare, non per contenere la brama, ma per accrescere il desiderio; non per unire gli animi, ma le passioni e gli istinti, senza considerare odio e liti. […]
Oh cristiani ciechi! Fermiamoci un attimo su questa presenza di Cristo alle nozze. E siccome tutte le cose sante, santamente si devono trattare, dovrebbero tutti gli sposi far partecipi alle loro nozze Cristo e la Vergine.