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stemma e nome

Venerdì, 31 Gennaio 2014 13:16

Presentazione al Tempio

280
Dal Sermone sul Salmo 33 (
C. 254)


Gli occhi del Signore sui giusti (Sal 33,15). Questa provvidenza è così grande che se appunto Dio li  ritira da noi cadremmo a terra come dei bambini che non sanno camminare. Essi sono ritti, quando sono custoditi dalla madre, ma una volta che questa li lascia andare da soli si precipitano, e così Dio nei nostri confronti.

Accade anche che colui il quale vuole far rappresentare la sua immagine in uno specchio, questo sguardo ci fa stare rivolti a Dio.

Così come quando uno vuole vedere la sua immagine, occorre che guardi nello specchio. In effetti, noi non possiamo guardarci da soli, solamente in Dio possiamo ammirare la nostra immagine.

Pertanto occorre  accettare che fra la nostra visione e quella di Dio c’è molta differenza. Da parte nostra siamo portati a vedere bassezze o varie cose per conoscenza. La visione di Dio è produttrice di bene, e questo lo potrai notare nelle parole pronunziate dalla Vergine Maria: Egli ha guardato l’umiltà della sua serva (Cf Lc 1,48), alle quali fanno eco quelle del salmista: Egli che guarda la terra e la fa sussultare (Sal 103,32).
Sabato, 12 Settembre 2015 21:28

XXIV domenica del tempo ordinario

225
Sermone nel giorno dei santi Pietro e Paolo (C. 510)


Questo è quel Pietro che segue Giovanni chiamato da Cristo, lascia il Battista per passare ad uno stato di vita più nobile e perfetto, e perché tu possa imparare da questo! Pietro appena viene chiamato, abbandona la barca, la rete ed il padre e segue subito il Signore e questo perché tu possa apprendere che quando il Signore chiama devi abbandonare tutto e subito come fece l’Apostolo. 

Questi è colui che vedendo Gesù dalla barca chiese licenza di andare verso di lui sull’acqua, ma vedendo venire quell’onda, si perse d’animo. E questo perché tu impari che quando Dio ti fa incominciare un’opera e poi vedi le tentazioni che sorgono, non per questo ti devi perdere d’animo.  

Questi è colui che essendosi affaticato tutta la notte per pescare senza prendere nulla, al comando della parola di Gesù sperimentò l’abbondanza. Questi è colui che, mentre Gesù affermava la sua dipartita a Gerusalemme disse dopo averlo riconosciuto come Messia, questo non ti accada o Signore (Cf. Mc 8,32) e Gesù gli disse vai dietro a me Satana! Perché tu possa apprendere a non togliere i tuoi passi da quello che il Signore vuole.
Sabato, 25 Gennaio 2014 21:57

III Domenica del tempo Ordinario

279
Da un Sermone sul Paradiso (C. 294)


Si tratta di una materia così nobile e belle che se tutte le pietre preziose di questo mondo fossero raccolte insieme, sarebbero come fumo paragonate alla bellezza del Paradiso. […]

Oh città del mio Dio! Oh abitazione eccelsa! Oh luogo di riposo e di pace! Stanza della gioia! Dimora di ogni felicità! Cumulo di delizie! A te sospiro a te grido a te mi rivolgo, a te con i padri  esclamo: Ho Gerusalemme, casa di Dio! Dopo il mio amore a Gesù, tu sei la mia gioia e la mia consolazione, la tua dolce memoria sia refrigerio alla mia tristezza.

Ognuno si levi da questo fango, dalle viscose insidie di questo mondo e salga in cielo, a godere del riposo eterno a disporre per sempre della pace, trovarsi nell’eccelsa luce, ammirare l’incredibile bellezza e stare con il nostro Dio per sempre.
Sabato, 18 Gennaio 2014 20:07

II Domenica del tempo Ordinario

278
Dal Sermone su Lc 10,23 (C. 347)

[…]  Ma cosa vedevano gli apostoli per essere beati? Vedevano come affermavano i Padri della Chiesa per mezzo della fede viva nella sua intimità il Verbo eterno, l’atteso da tutti, il diletto.
Essi vedevano in Lui corrispondere tutto il loro bene, la loro felicità, la loro consolazione. Per questo come riferisce Paolo vedono ogni cosa in obbedienza (2Cor 9,13).
Fratelli, quanto sono vane le cose del mondo, instabili gli apprezzamenti, le grandezze, le ricchezze, le dignità, ecco perché Gesù disse Beati i vostri occhi perchè vedono (Cf. Lc 10,23).
Per seguirmi avete abbandonato la barca, la rete, il padre! Beati voi perché il mondo, vi è di scherno e disprezzo. Beati voi che per seguire me, disprezzate voi stessi, lasciate la vita e gli affetti. Molti hanno desiderato vedere quello che voi vedete, conoscere quello che voi conoscete, comprendere quello che voi comprendete ma non fu loro possibile.

Sabato, 11 Gennaio 2014 08:43

Battesimo del Signore

277
Da un sermone sulla Passione (C 247)


La Scrittura afferma che Mosè percosse con la verga la pietra e vi uscì acqua. Cristo è la pietra, la percossa è la piaga del costato da cui afferma Giovanni: uscì sangue ed acqua (Gv 19, 34).

Attesta ancora la Scrittura, che l’umanità di Cristo è l’arca di Noè alla quale applica le sue stesse proprietà e fra l’altro, riferisce che la porta laterale è la piaga del costato, come riporta in un commento lo stesso Agostino. La tempesta dei dolori in mezzo ai quali si trovò l’arca, e quella descritta, quando si contemplano ad uno ad uno le membra di Cristo.

Come dall’arca, quando terminò la pioggia la colomba turbata, uscì andando e tornando, finché si prosciugarono le acque sulla terra (Gen 8,7); così dopo la morte di Cristo i suoi uccisori non si pacarono, ed osservando con zelo la legge, dissero di voler tagliare le sue gambe perché non rimanesse il Crocifisso nel giorno di Pasqua.

Smetti di osservare le piccolezze, togli la tua ipocrisia! Poniti tra la lancia ed il cuore di Cristo per essere tu ferito. Ah! cuor mio, perché non fai da scudo tra la lancia ed il tuo Cristo, il tuo Signore? Perché non ripari tu quel colpo?

Entra in quella piaga che è la porta dell’arca, la piscina che risana, la vasca di Siloe, il Giordano, la porta del Tempio, la pietra di Mosè percossa dalla verga da cui infine viene ogni bene ed i sacramenti.

Sabato, 04 Gennaio 2014 16:02

Epifania del Signore

276Da un Sermone sull’Epifania (C.238)

Come la calamita attira a sé il ferro e non vi è tra i due alcun impedimento così il Verbo fatto uomo attira a sé con l’altezza della sua divinità i cuori umani se questi non vi sovrappongono impedimento.  

Infatti, Dio attira a sé il cuore dell’uomo come oggi ha fatto con i santi Magi. Sembra che Dio segua lo stesso modo di fare dei pescatori, i quali prendono i pesci con l’amo o come i cacciatori di uccelli, con il cibo, con la rete, con la mano a seconda delle varie nature di animali. Ora, così il più delle volte fa il divin pescatore quando attrae i pastori mediante un Angelo; i Magi attraverso una stella; Pietro per mezzo della rete; Paolo gettandolo a terra, la Samaritana ragionando con lei […] in effetti, ciascuno sente a suo modo di essere attratto.  

Ecco, che oggi i Magi abituati a contemplare i cieli e le stelle per questa strada sono chiamati da una stella. […] Alla vista dei Magi e della stella, si turbò dunque Erode perché temeva di perdere il Regno. Così quando vorrai veramente seguire Cristo, allora il demonio si turberà perché avrà timore di perdere il regno della tua anima.

Ma i Magi non si curarono del turbamento di Erode, ma seguirono sempre il loro percorso finché trovarono ciò che cercavano. Imparate da questo anime devote, a calcolare e a mettere sotto i piedi le cose del mondo.

 
Martedì, 31 Dicembre 2013 07:37

Maria S.S. Madre di Dio

275
Da un Sermone sulla circoncisione del Signore


(C. 430)

Si chiama fanciullo e non principe e per te è stato circonciso perché tu possa apprendere la semplicità cristiana […] Per te fu circonciso e fu chiamato con il suo nome Gesù. Gesù vuol dire Salvatore. Da questo apprendi o cristiano a porre ai tuoi figli nomi di salvezza o che conducano alla salvezza come quelli dei santi e delle sante.

[…] ora se il nome come affermano i saggi, è solito dimostrare la natura e la proprietà delle cose, i nomi dei santi ci mostrano come non vogliamo essere simili agli idolatri e ai pagani. Prendendo i santi per vostri avvocati certo essi vi aiuteranno a salvarvi.

Dunque Gesù è il suo nome. Nome potente in cielo in terra e nell’inferno. Nome dolce all’anima. Davanti a questo nome si prostrano tutte le creature del cielo. Tutti occorre che ci inchiniamo con il cuore onorandolo profondamente, imparando da ciò che la Chiesa insegna  ai sacerdoti e al popolo: il gesto di inchinarsi di fronte al nome di Gesù ottiene l’indulgenza dei peccati.

Questo nome dunque sia nel vostro cuore, perché questo nome vi farà osservare la divina legge, vi farà conoscere e confessare i vostri peccati, vi farà osservare non solo il culto interiore, ma anche quello esteriore, vi darà la forza di cominciare fin da piccoli a fare bene le cose, vi farà seguire la semplicità cristiana e finalmente vi farà circoncidere da ogni vizio.

 
Martedì, 24 Dicembre 2013 20:38

Natale del Signore

274
Dal Sermone sul Santo Natale (C. 455)


E’ Cristo il vero Cesare Augusto re dell’universo egli che descrive il mondo intero e chiama alla fede. Ognuno nella propria città è scritto. Prima alla patria celeste dove è la nostra patria celeste e alla Chiesa santa nella quali tutti sono inscritti tra le file di Cristo nel santo Battesimo.

[…]. Occorre che in questi nostri tempi seguiamo Giuseppe e Maria che vanno a Betlemme che significa casa del pane. Ma quale è questa casa del pane se non la Chiesa santa? E di quale pane si tratta se non di colui che disse io sono il pane della vita (Gv 6,51).

Ora coloro che vogliono appartenere a Cristo e  giungere in questa casa prenderanno con loro questo pane e saranno poi iscritti nei cieli, perché il Signore ci dice che chi mangia di questo pane vivrà in eterno (Gv 6,59).

Ma dove si trovavano Giuseppe e Maria? in una piccola stalla, in un luogo per ripararsi dall’acqua e dalla tempesta, vicino alla strada, come alle volte vi capita di vedere. O Dio mio! o mio creatore! Dove ti trovi, dove abiti, dove vuoi nascere! Quale cuore non si scioglie e non viene meno, non scoppia in lacrime meditando queste cose? […]

E si compirono i giorni del parto di Maria Santissima ed ella partorì il Figlio suo primogenito che avvolse in panni e lo depose in una mangiatori, perché non c’era posto per loro nell’albergo(Lc 2,7)[…]. Presepio vuol dire due cose. Sia una mangiatoia grande per gli animali, sia una più piccola come un catino o una cesta dove si mette la biada. […] Betlemme casa di pane, la Chiesa, il pane, Cristo, l’albergo, l’altare, il presepe, il nostro cuore.
 
Sabato, 21 Dicembre 2013 17:10

IV Domenica di Avvento

272
Da un Sermone sull’Avvento (C.492)


Quanto più si avvicina il Natale, tanto più la Chiesa rinnova il motivo di preparare la via al Signore. Sette misteriose antifone, una per ogni giorno ci uniscono a vespro. La prima è fondamento delle altre.

Carissimi invochiamo dunque l’eterna sapienza che venga ad insegnare a noi poveri ed ignoranti la via della prudenza. O sapienza che esci dalla bocca dell’Altissimo e che tutto disponi con soavità e sapienza vieni ed insegnaci la via della prudenza.

In queste parole si rivela la nobiltà del maestro che è la sapienza dell’eterno Padre, il Verbo eterno, il Figlio di Dio, per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose (Cf. Gv 1,3). In lui sono tutti i tesori della scienza di Dio (Col 2,3) colui che si estende sino ai confini della terra (Sap 8,1) donando a tutti l’esistenza e la perfezione ad ogni cosa da quelle più piccole a quelle più grandi.

Egli tutto sostiene con la potenza della sua Parola (Eb 1,3) senza violentarne alcuna, ma ogni cosa governa con bontà (Sap 8,1) muovendole secondo la propria natura[…]. Quale dottrina ci deve insegnare il gran maestro? La via della prudenza, cioè il modo, la regola e la forma della vita prudente. E per comprenderla ricordiamo che esistono tre specie di prudenza. La prima proveniente dalla carne fatta di trame inganni e malizie. La seconda ancora imperfetta, condotta da coloro che per la pace, posseggono una sorta di diffidenza. La terza è perfetta perché propria di coloro che non vivono nel peccato. Annoverata da Paolo tra i frutti spirituali, è chiamata discernimento.  Indicata tra le virtù cardinali le quali, non possono sussistere senza la grazia. Ora è proprio tale prudenza che la Chiesa invoca in questa antifona.
 
Venerdì, 13 Dicembre 2013 18:01

III Domenica di Avvento

271Dal Sermone su San Giovanni Battista (C 415)

Volendo noi nascere con San Giovanni Battista, occorre che diventiamo prima Zaccaria, cioè che ci ricordiamo di Dio, pensando ai grandi benefici concessi, ci ha fatti mortali, e saremo un giorno giudicati, rifletti! Da questo nasce il lume di Dio. Con Zaccaria riconosci essere sterile di opere buone, tale sterilità tuttavia, viene sanata dalla preghiera la quale produce l’illuminazione divina e l’uomo si sente confortato interiormente, come Zaccaria che afferma di non temere. O anche puoi diventare come Elisabetta il cui nome significa  Dio del giuramento. […] ma di che giuramento si tratta? Tale giuramento è quello fatto nel Battesimo spesso infranto dal peccato. Ora l’anima spirituale che vuole concepire Giovanni Battista, occorre che diventi nuovamente Elisabetta, cioè giuramento: rinnovando i buoni propositi, ricevendo la grazia attraverso i sacramenti di Dio e divenendo così Giovanni Battista il cui nome significa Dio fa grazia. Ora l’anima diventata Giovanni Battista per il dono della grazia, il seme santo che ci fa nascere figli di Dio.  Esulta dunque come il Battista alla presenza del Signore, quando ricevi lo stesso Signore nel Santissimo Sacramento, meditando e riscaldando il cuore con interiori affetti.

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