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stemma e nome


meditazione 07-07-13
Da un sermone sul Paradiso (C.294)


Benedite il Signore voi tutti suoi eletti (Cf. Tb 13,10) […]. Quasi volesse dire riempite i vostri giorni di letizia e lodate il Signore. Beati tutti coloro che amano te Gerusalemme e si rallegrano per la tua pace […]. Benedite la casa di Dio!

Oh casa di Dio risplendente e bella! Io ho amato la bellezza ed il fuoco dove abita la gloria del mio Signore che ti ha creato e ti possiede. A te sospiro lungo il mio pellegrinaggio, giorno e notte, desidera e brama te il mio cuore, a te anela la mente mia, all’amicizia della tua felicità e gloria desidera giungere la mia anima. Io dico a colui che ha fatto te che possieda me, me in te, perché lui ha fatto me e te. Che io mi consumi per la dolcezza di te o patria sì bella!

Oh città del mio Dio! Oh abitazione suprema! Oh luogo di riposo e di pace! Sede della letizia! dimora sopra ogni felicità! Cumulo di delizie! A te sospiro, a te grido, a te supplico e ti dico: Ho Gerusalemme, Casa di Dio, dopo l’amor di Gesù tu sia la mia allegrezza e consolazione, la dolce memoria di te sia refrigerio nella mia amarezza.

Tutti leviamoci di dosso questo fango, stacchiamoci da questo mondo infelice, saliamo in cielo a godere del riposo di Dio, per trovarci in quella suprema luce, ammirare quella incredibile bellezza e starcene con il nostro Dio per sempre. Amen.
Sabato, 29 Giugno 2013 21:32

Tredicesima domenica del Tempo Ordinario


meditazione 29-06-13
Da un sermone nella quinta domenica dopo Pasqua (C.375v.)


Dopo aver ascoltato il Vangelo i nostri animi dovrebbero essere accesi e infiammati nel voler servire il nostro amabilissimo Creatore. Abbiamo ascoltato che se anche colpisce con calamità i suoi servi, è sempre pronto a sostenerli e consolarli in queste situazioni. […]

Così c’insegna  come  aiutarci nelle tribolazioni, e ancora ci indica tutto ciò che l’anima desidera per essere consolata. Infatti, come afferma la Scrittura: tutto ciò che chiederete al Padre nel mio nome egli ve lo concederà (Gv 16,23). Nota come sia importante essere servo di Dio in quanto egli stesso si sentirà obbligato a concedere quanto si domanderà. […]

Chiedete e otterrete perché la vostra gioia sia piena (Gv 16,24) Ho! Come sarà piena la nostra gioia. Infatti come si dice pieno quel vaso che in sé non ha alcuna parte vuota, così si dirà dell’anima nella celeste patria della gioia, in quanto vedremo faccia a faccia. Non più speranza perché saremo tra le mani di Dio. Nella patria celeste la nostra intelligenza sarà unita per la luce della gloria alla divina essenza.

Qui la volontà sarà rapita dalla profondità dell’amore divino. Qui la memoria si ricorderà dei doni ricevuti. Qui l’occhio, qui l’orecchio, qui il gusto, qui l’odorato, qui il tatto, qui ciò che si desidera, qui ciò che ci irrita, qui le malattie della carne, qui non più nostalgia, non più il mondo.

Oh che gaudio pieno! Oh che dolcezza piena! Signore Dio mio, Gesù mio, chi non domanderà una tale gioia? Chi non la desidererà?
Domenica, 14 Luglio 2013 21:32

Dodicesima domenica del Tempo Ordinario


264-meditazioneDal Sermone sul profeta Giona (C.138v.)

Grande fu il grido di Giona dal profondo del mare. Poiché penetrò i cieli e giunse al trono di Dio, dal quale potè ottenere di essere libero ed uscire dalla tempesta. Non pensate che la voce di Giona fosse potente, lo era il suo affetto, grandi erano il desiderio, l’intenzione e le lacrime; grande l’unità di spirito, ed il proposito santo di servire Dio.
Per cui affermò nel suo grido: “con voce di lode offrirò a te un sacrificio e adempirò il voto che ho fatto; la salvezza viene dal Signore” (Gio 2,10). Tale era la preghiera e Dio nella profonda calma gli rispose: “perché chiami?” ( Es 14,15).
Come il profeta che prega: Dal profondo ho gridato al Signore” (Sal 129,1). Dice ho gridato e non grido, per indicarci come seguitare nella perseveranza della preghiera che deve essere insistente. Dice ho gridato per mostrarci la forza della preghiera. Supplicare con fortezza Dio, amarlo con affetto e mostrargli il proprio cuore.
Si dice ancora “dal profondo” sale il grido della preghiera. Fu così potente il grido di Giona che penetrò il cielo, placò Dio, ottenne il perdono, il mare si fece tranquillo ed il pesce lo restituì alla terra. Fu veramente grande ed efficace la voce di Giona. [...]. Dal profondo, dall’intimo del cuore, dalle midolla dell’anima e dall’affetto interiore nasce questo grido. Ma ciò che non viene dal profondo dell’anima da ogni piccola occasione viene abbattutto.
Sabato, 08 Giugno 2013 21:32

Dal commento a Giobbe (Fasc. 9. C. 54)

263
Cos’è questa milizia di cui parla Giobbe? Mentre la milizia terrena è a servizio del governo corporale, l’altra è necessaria per il governo spirituale. Nell’una si esibiscono le armi umane nell’altra quelle spirituali.  Con l’una si combattono i nemici, con questa le potenze del male, ricevendo rispettivamente una corona corruttibile per l’una, mentre incorruttibile per l’altra. Poiché come afferma l’apostolo Paolo: “Siamo diventati spettacolo al mondo” (1Cor 4,9).


Quanto è attuale la lettura odierna! La vita dell’uomo è un duro servizio sulla terra (Gb 7,1) anzi un combattimento. Nella milizia umana vi sono ordini, obbedienze si tengono a posto le armi, si ascoltano le sentinelle, si aspira alla vittoria, si combatte aspramente, si sopportano le sofferenze, si dorme male, si mangia senza mormorare, si è mercenari, si da tutto al capo, si pone attenzione al nemico, non si fugge, si è uniti, si mette a disposizione la vita, insomma si vive con accortezza! Siamo a conoscenza della vita militare!

Nella vita spirituale il buon soldato segue il suo capitano che è Cristo Gesù, come egli stesso afferma nel Vangelo: “le mie pecore mi seguono e mi ascoltano” (Cf Gv 10). Se nella vita militare si ha conoscenza delle armi terrene, nella vita spirituale ciò che importa è stare nella conoscenza di Cristo.
Sabato, 01 Giugno 2013 21:41

Corpo e Sangue di Cristo

262Da un Sermone sulla circoncisione del cuore (C. 432)

Coloro che sono esperiti nelle scienze mediche ogni volta che curano qualche infermità osservano il tempo e le cause dell’infermità. Così avviene per il celeste e divino medico delle nostre anime. Mi sembra che oggi accada quanto avvenne alla giovane Rut che andava dietro ai mietitori raccogliendo le spighe avanzate nel campo appartenente a Booz (Cf Rt 2,3).

Mi sembra anche a me oggi di intervenire come Rut nel campo del Vangelo nel quale i mietitori hanno già tagliato il primo grano, l’abbondanza delle divine ispirazioni e io mi trovo qui a raccoglierne gli avanzi. Come Rut vado dietro ai mietitori guadagnando alcune spighe delle divine ispirazioni. O come colui che va raccogliendo i piccoli grappoli di uva l’autunno dopo la vendemmia.

Ora confidando nello Spirito so che come le spighe raccolte e i piccoli grappoli sogliono essere pane per gli affamati e i grappoli dolcezza per gli assetati, così avverrà oggi se voi affamati e assetati della divina parola preparerete i vostri cuori pregando per me, perché io cominci a raccogliere le spighe e gli acini di questo piccolo Vangelo. Prendeteli dunque, con quell’affetto che da me oggi giunge a voi.
 
261
La conoscenza di Gesù noi la possediamo per fede, la quale è più sicura delle cose che si possono vedere attraverso i sensi. Ora la fede di per sé è morta per coloro che vivono nel peccato ed è viva in coloro che sono in grazia.  A questi è possibile la conoscenza di Gesù Cristo […].


Ai cristiani insensati Gesù ricorda: “tanto tempo sono stato con voi (Cf. Gv 14,9). Infatti, da tanti anni siete cristiani, abitate con me e non mi conoscete. Non sapete che io sono colui che vi ha creato, redento, io sono il vostro giudice. Cosa amate? Di Dio possiamo conoscere quanto rivelato. Egli infatti è una cosa sola con il Padre. […]

La comprensione della vita divina è stata concepita diversamente. Per alcuni Gesù è emanazione del Padre, come noi; altri che fosse lo stesso Padre, ma incarnato; per altri non aveva vero corpo umano, ma celeste; altri hanno privilegiato una delle due nature; altri che fosse figlio adottivo non naturale; altri che direttamente dalla Vergine Santa avesse preso il corpo; altri che fosse un uomo qualsiasi.

Per i  cristiani  è vero profeta di Dio,  generato dall’eternità dallo Spirito Santo, la stessa cosa con il Padre; che il Padre è in lui e lui è nel Padre e che nel tempo ha preso carne umana vera, venendo ad abitare in Israele. Per questo motivo Gesù riprende Filippo dicendo che in me avete visto tanti miracoli e avete udito la voce del Signore. In effetti, Filippo forse non intendeva bene il mistero della S. Trinità quasi che il Padre fosse maggiore del Figlio. Per questo Gesù gli dice: non credi che io sono nel Padre? (Cf. Gv 14,12)  E ancora di più, e non avete visto ed udito la voce del Padre dal Tabor? (Cf. Mt 17,5). Questi miracoli testimoniano ancora oggi come: tanto tempo sono stato con voi… (Gv 14,9).
 
Sabato, 18 Maggio 2013 07:39

Pentecoste

260
Da un Sermone sulla festa della Martire Caterina (C. 409)


Desidero che lo Spirito compia oggi in voi quanto avvenne in questa santa Martire. Ma come potrà compiersi ciò, se non ci si lascierà smuovere dal medesimo Spirito nell’agire?

Ora, a te o Santo Spirito io dico Vieni! Sei tu che ci raduni qui. Tu ci disponi, Tu vedi il bisogno, ed il desiderio della conversione! O Spirito Santo con te impariamo persino dal nostro peccato a trasformare la malizia in grazia; ed in tal modo oggi, ci convertiamo a te con tutto il cuore, perché convertiti,  possiamo tornare in quel cielo da dove sei disceso.

E voi o anime! Preparate il vostro cuore, innalzatevi verso Dio a lui raccomandatevi. In effetti, è possibile notare che operando in unità, le stesse virtù si uniscono insieme per resistere al male. Come quando il fuoco arde un legno verde, notate come fa fumo e non si accende subito. Sentite come stride e  spuma.  Così accade ai cristiani che si oppongono al maligno.
 
Sabato, 11 Maggio 2013 08:05

Ascensione del Signore

259
Da un sermone (C. 384)


Ecco come si entra in cielo e come si va in paradiso. Attraverso molte tribolazioni! (Cf At 14,21)

E tu superbo dimmi con quale volto vorrai andare tra quelli che patirono umiliazioni?

Tu ambizioso con quale volto fra quelli che fuggirono l’ambizione?

Tu che cerchi solo te stesso con quale volto andrai tra coloro che hanno disprezzato se stessi?

Tu che sei avaro con quale volto andrai fra quelli che davano tutto di sé?
 

Tu che usi il matrimonio con malizia con quale volto andrai tra quelli che lo vissero in santità?

Tu che sei sepolto in questi pensieri, sarai  fra quelli che acquistarono valore con il loro umile passaggio.

Venerdì, 03 Maggio 2013 20:09

VI domenica di Pasqua

258
Dal sermone Siate imitatori di Dio, Ef 5,1 (C.199)


[…] Ci è dato di imitare le cose in modo perfetto ed in modo imperfetto è questo in se stessi e negli altri. Come il pittore che ritrae dalla copia o da un altro ritratto, così noi abitando l’essenza di Dio, possiamo scorgere in noi lo stesso Dio.

Dirà qualcuno. Forse posso conoscere il cielo e la terra e fare quello che Dio compì in sei giorni? Si! Afferma infatti la Scrittura che Dio pose nell’uomo la sua immagine e lo fece simile a lui (Cf. Gen 1,26).

Dio dice: il cielo e la terra, e tu puoi fare della terra il cielo, vivendo bene su questa terra. Puoi trasformare questo tuo corpo in cielo! Produsse dalla terra il frutto e a te dice: fa che la terra della tua anima produca i suoi frutti (Cf. Gen 1,11).

Fa nascere il sole sopra i buoni ed i cattivi; e tu annunzia la bontà sia ai buoni che ai malvagi. Dio fece i grandi luminari in cielo; e tu fai risplendere nel mondo tutti coloro che siedono nelle tenebre.

[…] Insomma, ogni cosa Dio fece per amore. Creò il cielo e la terra per amore; il sole, la luna per amore, il corso delle stelle e il loro influsso per amore, scavò la terra per amore, riempì l’acqua per amore. L’amore, l’amore, guida ogni cosa divina. E che altro possiamo dire di più, se non che Dio è Amore! (Cf. 1Gv 4,16)
Sabato, 27 Aprile 2013 08:24

V Domenica di Pasqua

256
Dal Sermone per rimanere nella preghiera (C. 305)


Anche la preghiera deve avere il suo tempo! Al mattino offrite i vostri sacrifici ricorda, il profeta Amos! Come che voglia dirci che, se vuoi essere più accetto a Dio e più fruttuoso il tuo sacrificio, compilo la mattina, quando attraverso il silenzio tutte le cose ti spingono ad elevarti nella divina contemplazione. Ora questo considerate e quanto ciò sia pieno di buoni frutti.

Il mattino è il tempo più adatto per la preghiera, quando la mente è scarica dagli strepiti del giorno trascorso e dalle esasperazioni; quando il corpo non avverte la stanchezza essendosi riposato; quando lo stomaco non è aggravato dal cibo, quando il chiasso delle cose è quietato; quando la mente ancora non ha dato consenso agli impeti negativi; quando i tumulti del giorno ancora non l’hanno assalita.

Il Mattino dunque è il tempo più atto alla preghiera. Dà o cristiano queste primizie al tuo Dio, dà i primogeniti al tuo Creatore! Levati dal tuo riposo per entrare nel riposo di Dio! A questo fine t’invitano tutte le cose. Tutte le creature dei cieli che nel far del giorno si rallegrano! Considera poi i fiori che si aprono, i prati che gioiscono nel donare i loro frutti, gli uccelli che non appena appare la luce del giorno con il loro canto lodano il creatore.

Se desideri accendere il fuoco dell’amore di Dio; se desideri fare un vero sacrificio di te stesso e di tutte le tue cose; se desideri la benedizione di Dio, se desideri saziare la tua anima; se vorrai che la celeste manna scenda dal cielo; se vorrai piantare nella tua anima il seme della celeste luce;

se da Dio vorrai ottenere misericordia; se vorrai portare molto frutto. Prega di buon mattino! E questo per compiere il bene.


 
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