Cookie Consent by Popupsmart Website

stemma e nome

Venerdì, 06 Luglio 2012 16:40

Commemorazione di P. Migliaccio

in-memoria-di-PAlla presenza di numerose personalità ed amici è stato commemorato lunedì 25 giugno P. Lucio Migliaccio già XXIX Rettore Generale dell’Ordine. Nelle parole di accoglienza ai convenuti il Rettore Generale ha messo in evidenza i tratti di umanità e della spiritualità vissute da P. Migliaccio e la sua capacità a mettere in comune il desiderio fattivo di molti nell’esercizio della carità. Per non lasciare cadere tanta storia di bene, il P. Generale ha proposto la costituzione di una fondazione dal titolo “Amen” proprio perché la carità nasce dalla fede ed è da questa supportata. Il solenne amen che conclude lo “Stabat del Pergolesi”, eseguito, insieme ad altri Brani di Durante e Gardella, dalla Cappella Musicale di S. Maria in Campitelli, diretta dal M° Vincenzo Di Betta, ha evocato questo contatto con l’animo romantico napoletano che P. Migliaccio incarnò e che ancora oggi è vivo nella memoria di tutti. Sono intervenuti S. Ecc.za Rev.ma Mons. Matteo Zuppi Vescovo Ausiliare del Settore Centro di Roma, ed il Signor Vincenzo Morelli che ha proposto in memoria di P. Lucio il restauro dell’Organo monumentale di Santa Maria in Campitelli costruito dall’austrica famiglia Riger e inaugurato nel 1909.

27 giugno 2012
1Nel giorno dell’ Epifania i novelli sacerdoti p. Antony Sellan, p. Antony Cruz, p. Sekar e p. Santhiyagu sono stati invitati dalla parrocchia di Maria santissima del Rosario in San Ferdinando di Puglia per celebrare la loro prime Eucaristia per questa comunità. E’ stato un bellissimo momento per tutti quanti. Insieme a p.Raffaele rettore e parroco, p. Luigi Murra vice parroco, le madrine e tutti i fedeli hanno partecipato alla solenne celebrazione. I novelli sacerdoti hanno indicato nell’ omelia che tutti siamo stati chiamati ad essere il quinto Vangelo attraverso le nostre  vite. In effetti, l’Epifania del Signore manifesta, rivela il mistero di Dio in noi. Tale mistero ci invita a vivere il quotidiano con slancio. Dio è nato  umile, questa umiltà ha cambiato il mondo, l’ umiltà  del Figlio di Dio ha portato la salvezza per tutti. Anche noi da discepoli siamo chiamati a rivelare il Signore Gesù Cristo attraverso la nostra esistenza. La celebrazione si è ripetuta nella comunità di Gallipoli domenica 8 gennaio festa del Battesimo del Signore. I padri sono stati accolti con entusiasmo e gioia dai confratelli e fedeli della Parrocchia del Sacro Cuore.

11 gennaio 2012

S.-Ferdinando---okIl clima natalizio sicuramente stimola ed incrementa la voglia di fare del bene mettendo al bando pigrizia ed indifferenza. Nascono così iniziative e progetti di solidarietà che si concretizzano in veri e propri momenti di gioia e di condivisione dell’annuncio della nascita del Cristo. Sono bastati pochi incontri organizzativi e subito si è dato il via a due splendide iniziative umanitarie a favore dei bambini ricoverati nel reparto oncologia della casa sollievo della sofferenza di S.Giovanni Rotondo (Foggia),  e della comunità educativa Crisalide di Molfetta (Bari), che ospita alcuni minori orfani o affidati dai servizi sociali del Comune di San Ferdinando di Puglia. Le due iniziative promosse ed organizzate dalla Confraternita del Rosario hanno avuto il pieno sostegno del Parroco P.Raffaele Tosto che ha coinvolto anche il gruppo devoti di S.Giovanni Leonardi molti dei quali hanno lavorato in occasione del giubileo leonardino del 2009. A tutti i bambini oltre ai tradizionali regali, è stata consegnata ad ognuno una copia del Fumetto "San Giovanni Leonardi"  ed agli adulti una copia  del libro“Con Cristo Misurate le cose”.
Martedì, 10 Gennaio 2012 12:43

Cile: Ordinazione diaconale di Cesar

04-e-Not-home-okE’ stato ordinato diacono domenica 8 gennaio il chierico Cesar Gonzales nella chiesa parrocchiale di Nuestra Senora de la Asuncion in Quinta de Tilcoco Cile. Il rito è stato presieduto da S.E. Mons Goik con la partecipazione dei confratelli e di numerosi fedeli.

 

10 gennaio 2011
Not-home-okSabato 7 gennaio nella chiesa parrocchiale di Samayapuram in India ha ricevuto l’ordinazione diaconale il chierico Bastin dalle mani del Vescovo Antoni Sami di Kumbakonam. Al rito hanno preso parte confratelli provenienti dalle comunità dell’Ordine, Samayapuram, Madurai e Azhikal e numerosi sacerdoti locali. Dalla questa parrocchia di Azhikal sono intervenuti 30 ministranti accompagnati da P. Donathius. Il Vescovo durante l’omelia ha spiegato che occorre diventare messaggeri di fede speranza e carità e nel suo stile gioioso, ha esortato il neo diacono a custodire queste tre virtù nel suo futuro ministero e nelle particolari circostanze della vita cristiana in India.

9 gennaio 2012 







 
Domenica, 11 Dicembre 2011 11:30

Il P. Generale nella festa dell'Immacolata

Immacolata--okPer la sollennità dell'Immacolata Concezione il P. Generale ha inviato ai Confratelli un messaggio tratto dalle parole del Santo Fondatore che incarnò nella sua spirituale il dogma che la Chiesa avrebbe definito secoli dopo. Così in effetti afferma il Santo: 

“Dio, ab aeterno, prima che noi esistessimo, ci ha ricolmati di ogni specie di alimenti squisiti, di animali che diano la lana per produrre ogni tipo di vestito per il corpo, di medicine  fresche  e calde per le nostre malattie.

Tutto questo è perduto perché l’uomo è caduto in quella grande miseria del peccato dalla quale è stata preservata la Madre del Figlio di Dio. Per questo Dio mandò il suo Figlio... (cf Gal 4,4)” (San Giovanni Leonardi, Sermoni, carta 185).
Sabato, 17 Giugno 2017 11:57

A TORRE MAURA ANCORA


A Torre_Maura_Ancora.jpg
Il Consiglio Generale incontra il Consiglio della Delegazione Italiana OMD


Nella comunità San Giovanni Leonardi, presso l'omonima parrocchia a Torre Maura, ieri 15 giugno, si è svolta una giornata di dialogo tra il Consiglio generale dell'Ordine della Madre di Dio e il Consiglio della Delegazione Italiana, recentemente costituita. Per la precisione, questa era la seconda volta, la prima era stata quella della presentazione e delle aspettative. Ieri, invece, sono stati affrontati temi importanti per la messa in atto del decreto capitolare.

Tutto comincia dal 111° Capitolo Generale, celebrato lo scorso luglio, quando a seguito di un lungo dibattito si giunse alla decisione di costituire questo nuovo organismo territoriale per seguire le comunità italiane più da vicino. Nei mesi successivi, sono stati fatti i passi necessari per la nomina del Delegato Generale, nella persona del P. Rosario Piazzolla, quindi dei consiglieri e dell'amministratore.

Nel primo incontro erano state poste le domande cui ieri è stata data risposta. E precisamente, quella sul ruolo dei Consiglieri Generali nella delegazione Italiana. Un decreto di prossima pubblicazione stabilisce che i questi ultimi si mettano a disposizione della Delegazione, considerando la nostra tradizione e il nulla osta delle Costituzioni.

Le altre decisioni sono ugualmente dettagliate nel decreto.

L'incontro si è svolto in un clima di franchezza e di ricerca seria del futuro cammino dell'Ordine. E questa notizia pare sia di buon auspicio per il riavvio del servizio del Sito Ordine della Madre di Dio.
Domenica, 26 Marzo 2017 07:14

Gesù, Luce del Mondo

378La quarta Domenica di Quaresima è conosciuta come “Laetare (Rallegratevi) Domenica”, esprimendo la gioia della Chiesa in attesa della risurrezione di nostro Signore. Le letture di oggi ci ricordano che è Dio che ci dà una visione corretta nel corpo, così come nell'anima e ci insegnano che dovremmo essere costantemente in guardia contro la cecità spirituale. La prima lettura, tratta dal primo libro di Samuele, descrivendo l'unzione di Davide come secondo re d'Israele, illustra come ciechi siamo nei nostri giudizi e quanto abbiamo bisogno dell'aiuto di Dio. Nella seconda lettura, San Paolo ricorda agli Efesini della loro nuova responsabilità come figli della luce per vivere come figli della luce, producendo ogni tipo di bontà e giustizia e verità. Presentare il miracolo del dono di Gesù di vista a un uomo cieco nato, Vangelo di oggi ci insegna la necessità di aprire gli occhi della mente per fede, e ci avverte che coloro che assumono che vedono la verità sono spesso ciechi, mentre coloro che riconoscono la loro cecità sono date visione chiara. In questo episodio, la persona più improbabile, vale a dire il mendicante cieco dalla nascita, riceve la luce della fede in Gesù, mentre i farisei, legge-istruiti religione orientata rimangono spiritualmente ciechi. Per vivere da cristiano è quello di vedere, di avere una visione chiara su Dio, su noi stessi e sugli altri. Le nostre preghiere e sacrifici quaresimali dovrebbero servire a guarire la nostra cecità spirituale in modo che possiamo guardare gli altri, vedere loro come figli di Dio e amarli come i nostri fratelli e sorelle salvati dalla morte e risurrezione di Gesù.

Sabato, 18 Marzo 2017 14:36

Il valore della quaresima

377Il mondo ha bisogno di un richiamo forte al valore della quaresima; tre sono le realtà che dominano il nostro cammino quaresimale:

1. LA CROCE, abbracciata da Cristo, è altare dove Lui si offre ed offre se stesso al Padre per la salvezza dell’uomo. La Croce diventa il cuore e il centro della nostra vita cristiana. Essa è il segno del nostro MORIRE PER VIVERE. Ce lo insegna Gesù: “Se il grano di frumento cadendo a terra non muore, resta solo. Se muore, rinasce moltiplicato”. In questo insegnamento c’è la grande legge del cammino quaresimale: BISOGNA MORIRE PER VIVERE, cioè, la vita nasce e sboccia dove c’è la morte. Bisogna morire all’egoismo, alla superbia, al proprio “io”, a tutto ciò che non piace a Cristo.

2. LA PENITENZA! Ossia, l’esigenza di una continua conversione di una costante verifica evangelica da fare con forza e costanza.
Penitenza, significa: mutamento totale, rinnovamento intimo del cuore, del sentire, del giudicare, del vivere… La Quaresima deve divenire tempo favorevole, occasione per riscoprire che la Pasqua si celebra dove c’è un cuore pentito e rinnovato, libero e convertito.

3. LA VOCAZIONE BATTESIMALE. Oggi, anche tra noi cosiddetti “cristiani praticanti” c’è una grave ignoranza religiosa sul battesimo. Riscoprire il battesimo , deve diventare la preoccupazione più impegnativa sempre, ma specialmente nella Quaresima. Il Battesimo ha cambiato totalmente la nostra condizione. E’ un “dono divino” e comporta esigenze divine di vita; è rinascita e comporta, esige, “novità di vita” è liberazione dal peccato e perciò esclude ogni compromesso con il male; è incorporazione alla Chiesa e perciò impegna a una comunione di vita e di solidarietà con i fratelli; è speranza della gloria futura perciò deve orientare la vita nostra verso il ritorno glorioso del Signore.

P. Beno, omd.




Venerdì, 10 Marzo 2017 17:20

Messaggio per la Quaresima 2017

quaresima-17Cari fratelli e sorelle,

la Quaresima è un nuovo inizio, una strada che conduce verso una meta sicura: la Pasqua di Risurrezione, la vittoria di Cristo sulla morte. E sempre questo tempo ci rivolge un forte invito alla conversione: il cristiano è chiamato a tornare a Dio «con tutto il cuore» ( Gl 2,12), per non accontentarsi di una vita mediocre, ma crescere nell'amicizia con il Signore. Gesù è l 'amico fedele che non ci abbandona mai, perché, anche quando pecchiamo, attende con pazienza il nostro ritorno a Lui e, con questa attesa, manifesta la sua volontà di perdono (cfr Omelia nella S. Messa, 8 gennaio 2016).

La Quaresima è il momento favorevole per intensificare la vita dello spirito attraverso i santi mezzi che la Chiesa ci offre: il digiuno, la preghiera e l'elemosina. Alla base di tutto c'è la Parola di Dio, che in questo tempo siamo invitati ad ascoltare e meditare con maggiore assiduità. In particolare, qui vorrei soffermarmi sulla parabola dell'uomo ricco e del povero Lazzaro (cfr Lc 16,19- 31). Lasciamoci ispirare da questa pagina così significativa, che ci offre la chiave per comprendere come agire per raggiungere la vera felicità e la vita eterna, esortandoci ad una sincera conversione.


1. L'altro è un dono

La parabola comincia presentando i due personaggi principali , ma è il povero che viene descritto in maniera più dettagliata: egli si trova in una condizione disperata e non ha la forza di risollevarsi, giace alla porta del ricco e mangia le briciole che cadono dalla sua tavola, ha piaghe in tutto il corpo e i cani vengono a leccarle (cfr vv. 20-21). Il quadro dunque è cupo, e l'uomo degradato e umiliato.

La scena risulta ancora più drammatica se si considera che il povero si chiama Lazzaro: un nome carico di promesse, che alla lettera significa «Dio aiuta». Perciò questo personaggio non è anonimo, ha tratti ben precisi e si presenta come un individuo a cui associare una storia personale. Mentre per il ricco egli è come invisibile, per noi diventa noto e quasi familiare, diventa un volto; e, come tale, un dono, una ricchezza inestimabile, un essere voluto, amato, ricordato da Dio, anche se la sua concreta condizione è quella di un rifiuto umano (cfr Omelia nella S. Messa, 8 gennaio 2016).

Lazzaro ci insegna che l’altro è un dono. La giusta relazione con le persone consiste nel riconoscerne con gratitudine il valore. Anche il povero alla porta del ricco non è un fastidioso ingombro, ma un appello a convertirsi e a cambiare vita. Il primo invito che ci fa questa parabola è quello di aprire la porta del nostro cuore all'altro, perché ogni persona è un dono, sia il nostro vicino sia il povero sconosciuto. La Quaresima è un tempo propizio per aprire la porta ad ogni bisognoso e riconoscere in lui o in lei il volto di Cristo. Ognuno di noi ne incontra sul proprio cammino. Ogni vita che ci viene incontro è un dono e merita accoglienza, rispetto, amore. La Parola di Dio ci aiuta ad aprire gli occhi per accogliere la vita e amarla, soprattutto quando è debole. Ma per poter fare questo è necessario prendere sul serio anche quanto il Vangelo ci rivela a proposito dell'uomo ricco.


2. Il peccato ci acceca

La parabola è impietosa nell'evidenziare le contraddizioni in cui si trova il ricco (cfr v. 19). Questo personaggio, al contrario del povero Lazzaro, non ha un nome, è qualificato solo come "ricco". La sua opulenza si manifesta negli abiti che indossa, di un lusso esagerato. La porpora infatti era molto pregiata, più dell'argento e dell'oro, e per questo era riservato alle divinità (cfr Ger 10,9) e ai re (cfr Gdc 8,26). Il bisso era un lino speciale che contribuiva a dare al portamento un carattere quasi sacro. Dunque la ricchezza di quest'uomo è eccessiva, anche perché esibita ogni giorno, in modo abitudinario: «Ogni giorno si dava a lauti banchetti» (v. 19). In lui si intravede drammaticamente la corruzione del peccato, che si realizza in tre momenti successivi: l'amore per il denaro, la vanità e la superbia (cfr Omelia nella S. Messa, 20 settembre 2013).

Dice l'apostolo Paolo che «l'avidità del denaro è la radice di tutti i mali» (1 Tm 6, 10). Essa è il principale motivo della corruzione e fonte di invidie, litigi e sospetti. Il denaro può arrivare a dominarci, così da diventare un idolo tirannico (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 55). Invece di essere uno strumento al nostro servizio per compiere il bene ed esercitare la solidarietà con gli altri, il denaro può asservire noi e il mondo intero ad una logica egoistica che non lascia spazio all’amore e ostacola la pace.

La parabola ci mostra poi che la cupidigia del ricco lo rende vanitoso. La sua personalità si realizza nelle apparenze, nel far vedere agli altri ciò che lui può permettersi. Ma l'apparenza maschera il vuoto interiore. La sua vita è prigioniera dell'esteriorità, della dimensione più superficiale ed effimera dell’esistenza (cfr ibid., 62).

Il gradino più basso di questo degrado morale è la superbia. L'uomo ricco si veste come se fosse un re, simula il portamento di un dio, dimenticando di essere semplicemente un mortale. Per l'uomo corrotto dall'amore per le ricchezze non esiste altro che il proprio io, e per questo le persone che lo circondano non entrano nel suo sguardo. Il frutto dell'attaccamento al denaro è dunque una sorta di cecità: il ricco non vede il povero affamato, piagato e prostrato nella sua umiliazione.

Guardando questo personaggio, si comprende perché il Vangelo sia così netto nel condannare l'amore per il denaro: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza» (Mt 6,24).


3. La Parola è un dono

Il Vangelo del ricco e del povero Lazzaro ci aiuta a prepararci bene alla Pasqua che si avvicina. La liturgia del Mercoledì delle Ceneri ci invita a vivere un’esperienza simile a quella che fa il ricco in maniera molto drammatica. Il sacerdote, imponendo le ceneri sul capo, ripete le parole: «Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai». Il ricco e il povero, infatti, muoiono entrambi e la parte principale della parabola si svolge nell'aldilà. I due personaggi scoprono improvvisamente che «non abbiamo portato nulla nel mondo e nulla possiamo portare via» (1 Tm 6,7).

Anche il nostro sguardo si apre all'aldilà, dove il ricco ha un lungo dialogo con Abramo, che chiama «padre» (Lc 16,24.27), dimostrando di far parte del popolo di Dio. Questo particolare rende la sua vita ancora più contraddittoria, perché finora non si era detto nulla della sua relazione con Dio. In effetti, nella sua vita non c’era posto per Dio, l’unico suo dio essendo lui stesso.

Solo tra i tormenti dell'aldilà il ricco riconosce Lazzaro e vorrebbe che il povero alleviasse le sue sofferenze con un po' di acqua. I gesti richiesti a Lazzaro sono simili a quelli che avrebbe potuto fare il ricco e che non ha mai compiuto. Abramo, tuttavia, gli spiega: «Nella vita tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti» (v. 25). Nell'aldilà si ristabilisce una certa equità e i mali della vita vengono bilanciati dal bene.

La parabola si protrae e così presenta un messaggio per tutti i cristiani. Infatti il ricco, che ha dei fratelli ancora in vita, chiede ad Abramo di mandare Lazzaro da loro per ammonirli; ma Abramo risponde: «Hanno Mosè e i profeti; ascoltino loro» (v. 29). E di fronte all'obiezione del ricco, aggiunge: «Se non ascoltano Mosè e i profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti» (v. 31).

In questo modo emerge il vero problema del ricco: la radice dei suoi mali è il non prestare ascolto alla Parola di Dio; questo lo ha portato a non amare più Dio e quindi a disprezzare il prossimo. La Parola di Dio è una forza viva, capace di suscitare la conversione nel cuore degli uomini e di orientare nuovamente la persona a Dio. Chiudere il cuore al dono di Dio che parla ha come conseguenza il chiudere il cuore al dono del fratello.

Cari fratelli e sorelle, la Quaresima è il tempo favorevole per rinnovarsi nell'incontro con Cristo vivo nella sua Parola, nei Sacramenti e nel prossimo. Il Signore - che nei quaranta giorni trascorsi nel deserto ha vinto gli inganni del Tentatore - ci indica il cammino da seguire. Lo Spirito Santo ci guidi a compiere un vero cammino di conversione, per riscoprire il dono della Parola di Dio, essere purificati dal peccato che ci acceca e servire Cristo presente nei fratelli bisognosi. Incoraggio tutti i fedeli ad esprimere questo rinnovamento spirituale anche partecipando alle Campagne di Quaresima che molti organismi ecclesiali, in diverse parti del mondo, promuovono per far crescere la cultura dell'incontro nell'unica famiglia umana. Preghiamo gli uni per gli altri affinché, partecipi della vittoria di Cristo, sappiamo aprire le nostre porte al debole e al povero. Allora potremo vivere e testimoniare in pienezza la gioia della Pasqua.

Dal Vaticano, 18 ottobre 2016,
Festa di San Luca Evangelista

FRANCESCO
© 2024 Ordine della Madre di Dio. All Rights Reserved. Powered by VICIS