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Con Cristo
misurate le cose
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Con Cristo
misurate le cose
Incontrando il corteo funebre, Gesù, che si trova sul suo tragitto, è commosso dal pianto inconsolabile della madre. “Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: Non piangere”. Due parole vere, di consolazione umana, che scaturiscono dal cuore colmo di misericordia dell’Uomo-Dio. Quale fiducia ci deve dare l’amore del Signore! Davanti alla nostra lotta per essere cristiani migliori, nella quale noi commetteremo talvolta degli errori e dei peccati, se questi ci fanno soffrire - come soffriva il cuore di quella madre -, il Signore avrà anche per noi misericordia. Dal canto nostro, dobbiamo imparare a guardarci intorno e ad accogliere le chiamate che Dio ci manda attraverso il nostro prossimo. Non possiamo vivere rinchiusi negli stretti limiti dell’egoismo, voltando le spalle alle situazioni di molte persone che hanno bisogno del nostro aiuto. Il giovane si alzò, e il suo corpo che era divenuto cadavere sentì che la vita scorreva nuovamente nelle sue vene. Capiterà lo stesso molto spesso nell’apostolato, perché il Signore è sempre disposto a rifare miracoli come quello di Nain: anime che “risusciteranno” alla vita cristiana. Quando Cristo passa tra gli uomini, se lo sappiamo portare con noi, molti occhi vedono di nuovo, molte orecchie ascoltano la parola di Dio e anime morte rinascono a una vita nuova per mezzo del sacramento della penitenza.
L’icona della Vergine Madre di Dio cara alla comunità cristiana di Roma dopo oltre 90 anni e scesa tra la sua gente, per camminare tra le strade nel cuore della città e ricevere l’omaggio dei figli e delle figlie che hanno cantato, supplicato, sostenuto il ritmo della vita e della fede nei passi sconnessi di quel selciato, che ricopre le strade dell’Urbe. Dal santuario di Campitelli per San Carlo ai Catinari, tra la curiosità della gente che attraversa via dei giubbonari composta e stupita. Passa la Madonna di Campitelli! Qualcuno intima, la protettrice della nostra città! Poi Campo dei fiori, piazza della Cancelleria e l’omaggio del parroco e dei fedeli di San Lorenzo in Damaso, della Trinità dei Pellegrini di Sant’Agostino in Campo Marzio, Poi giù per via del Pellegrino; quella strada racconta il cammino di fede e di speranza di tanti uomini e donne che si uniscono oggi allo sguardo di Maria, alla sua voce evangelica: “Fate quello che vi dirà!”. Come al tempo di Galla la nobile che ebbe il privilegio di contemplare la luce di Maria nella sua casa: “la pietas dei romani divenne la fede cristiana” ricorda l’Arcivescovo Sciacca ai sacerdoti, religiosi, religiose, fedeli che gremiscono il santuario di Campitelli. E quando è elevato il piccolo Quadro di santa Maria in Portico, nello stesso gesto che compì il papa Giovanni I quando con la piccola icona benedisse la città di Roma, si leva un grido di affetto e di devozione alla Madre di Dio. La processione giubilare giunge a San Salvatore in Lauro e la Vergine portata a turno dai Chierici dell’Ordine della Madre di Dio, dai Diacono e dai Sacerdoti; scortata dalle autorità cittadine e dalle forze dell’ordine, è accolta sulla soglia del santuario lauretano di Roma, dal Cardinale Angelo Comastri che accompagna l’ultimo tratto della processione fino all’altare. Durante l’Eucaristia citando le parole di Luigi Santucci ha ricordato come la madre di Gesù è “rifugio dalle nostre paure”. Sono tante le paure che segnano la società, la famiglia i nostri figli. “Se non si mette Cristo al centro l’intreccio delle relazioni paterne, materne e filiali, spacca lo specchio, facendo saltare il volto di Dio che vi è riflesso”. E Maria ci aiuta a superare le paure riportando l’uomo del nostro tempo a rispecchiarsi in Dio. Ed ha concluso con una piccola parabola: “Un giorno la paura bussò alla porta dell’uomo e rispose la fede”. Già, la fede di Maria questa donna che è “vetta della femminilità” che aiuta a “riportare Gesù nella famiglia umana”. Al termine della liturgia eucaristica l’icona di Santa Maria in Portico ha ricevuto l’omaggio dei numerosi fedeli accorsi.
Onoriamo e adoriamo oggi il “Corpo del Signore”, spezzato e donato per la salvezza di tutti gli uomini, fatto cibo per sostenere la nostra “vita nello Spirito”. Gesù ha moltiplicato i pani e i pesci per nutrire la folla che lo seguiva: il cibo fisico agisce in me anche quando non ci penso, anche quando dormo si trasforma in carne, sangue, energie vitali. Il cibo spirituale è diverso: è efficace se io collaboro con Cristo, che vuole trasformare la mia vita nella sua. L’Eucaristia è la festa della fede, stimola e rafforza la fede. I nostri rapporti con Dio sono avvolti nel mistero: ci vuole un gran coraggio e una grande fede per dire: “Qui c’è il Signore!”. Se guardo a me stesso, mi trovo sempre piccolo, imperfetto, peccatore, pieno di limiti. Eppure Dio mi ama, come ama tutti gli uomini, fino a farsi nostro cibo e bevanda per comunicarci la sua vita divina, farci vivere la sua vita di amore. L’Eucaristia non è credibile se rimane un rito, il ricordo di un fatto successo duemila anni fa. È invece una “scuola di vita”, una proposta di amore che coinvolge tutta la mia vita: deve rendermi disponibile ad amare il prossimo, fino a dare la mia vita per gli altri. Secondo l’esempio che Gesù ci ha lasciato.
Il Santo Padre per la traslazione della veneranda icona di Santa Maria in Portico ha concesso l’indulgenza giubilare (Iubilarem Indulgentiam) alle condizioni stabilite dalla Chiesa per i vivi e per i defunti a quanti prenderanno parte alla solenne processione per la traslazione di Santa Maria in Portico. L’indulgenza potrà essere ricevuta da coloro che pregheranno davanti all’immagine di Santa Maria in Portico e anche dagli ammalati che rivolgeranno suppliche alla Santa Madre di Dio. Il decreto è stato notificato dalla Penitenzieria Apostolica il 27 maggio 2016
è un anno speciale questo 2016, Anno del Giubileo della Misericordia che per l’Ordine della Madre di Dio diventa possibilità di celebrare, nel mese di giugno, il 111° Capitolo Generale con lo sguardo della mente e del cuore proteso a quello della Beata Vergine Maria per scoprirvi sempre il Volto di Cristo Misericordia del Padre e così conformarsi a Lui marinizzando cuore e mente .
E’ lei Maria, che avendo accolto la Buona Novella per l’annuncio dell’Angelo, nel Magnificat “canta la misericordia con cui Dio l’ha prescelta. La Vergine di Nazaret, promessa sposa di Giuseppe, diventa così l’icona perfetta della Chiesa che evangelizza perché è stata ed è continuamente evangelizzata per opera dello Spirito Santo, che ha fecondato il suo grembo verginale. […] la misericordia ha a che fare con le viscere materne e anche con una bontà generosa, fedele e compassionevole” (Papa Francesco, Messaggio per la Quaresima 2016).
il 5 giugno 2016 ci ritroveremo insieme sotto il manto di Maria Vergine per vivere il 3° Meeting delle Madrine delle Vocazioni OMD. Una giornata di comunione e formazione, preghiera e condivisione.
L’appuntamento è al Santuario di S. Maria di Picciano (Matera) affidato ai monaci Benedettini di Monte Oliveto.
P. Luigi Piccolo
Delegato Generale
Opera Madrine OMD
Il giorno di Pentecoste Gesù comunica se stesso ai discepoli per mezzo dell’effusione dello Spirito Santo. La piena rivelazione di Dio come Padre, Figlio e Spirito Santo si ha nel mistero della Pasqua, quando Gesù dona la vita per amore dei suoi discepoli. Bisognava che questi sperimentassero innanzitutto il supremo dono dell’amore compiuto da Gesù per comprendere la realtà di Dio Amore che dona tutto se stesso. Egli, oltre a perdonare i peccati e a riconciliare l’uomo con sé, lo chiama ad una comunione piena di vita (“In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me ed io in voi”: Gv 14,20); gli rivela la ricchezza dei suoi doni e della speranza della gloria futura (Ef 1,17-20); li chiama ad una vita di santità e di donazione nell’amore al prossimo (“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati”: Gv 15,12). Anch’essi sull’esempio del loro maestro sono chiamati a dare la vita per i fratelli (“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”: Gv 15,13). Per ora essi sono incapaci di accogliere e accettare tali realtà. Lo Spirito Santo farà entrare nel cuore degli apostoli l’amore di Cristo crocifisso e risuscitato per loro, li consacrerà a lui in una vita di santità e d’amore, li voterà alla salvezza delle anime. Non saranno più essi a vivere, ma Gesù in loro (cf. Gal 2,20). Ogni cristiano nel corso del suo cammino è chiamato ad arrendersi all’amore e allo Spirito di Cristo crocifisso e risorto. Oggi è il giorno della decisione.
È stato molto apprezzato e gradito l’opuscolo “Decoro e bellezza per il culto eucaristico nelle Comunità dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio” che il diacono Rosario Velonà ha scritto ed illustrato. Poche pagine, alcune immagini e brevi considerazioni quasi tutte inerenti lo “sguardo” dovuto al “Sole” indispensabile per la nostra vita.
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DECORO E BELLEZZA PER LEUCARESTIA
"Da questa porta d'ingresso a Calama Cristo ci accoglie tutti". Giovedi 19 maggio. Sono le prime parole del saluto di Mons. Oscar Blanco nel suo ingresso ufficiale nella Diocesi di Juan Bauptista de Calama. Ai piedi della monumentale statua del Cristo che sovrasta il paesaggio lunare del deserto di Atacama. In lontananza l'oasi di Calama dove Papa Francesco ha chiamato P Oscar a servire un popolo buono e lavoratore, ricco di tradizioni religiose aperto alla speranza, al dialogo e all'accoglienza. Nei saluti ufficiali si sono alternate autorità civili e religiose. Il saluto di Mons. Oscar è stato preceduto dalle parole del Nunzio Apostolico in Cile S.E. Mons. Ivo Scapolo. Il Vescovo Oscar circondato da alcune rappresentanze della Diocesi e da numerosi ragazzi e ragazze alcuni in costume tradizionale, ha salutato la Chiesa che ora è chiamato a servire ricordando a tutti che: "Da questo luogo simbolico, dalla porta di Calama noi entriamo attraverso la porta che è Cristo, entriamo in una città che chiede la giustizia e la pace; per questo vi domando di lavorare tutti uniti. Dio vi benedica". Nella serata di ieri in una celebrazione presieduta in Cattedrale dal Nunzio Ivo Scapolo, Mons. Oscar ha recitato la professione di fede e al termine della liturgia eucaristica, in segno di profonda comunione con L'Ordine della Madre di Dio, ha ricevuto una reliquia del Fondatore San Giovanni Leonardi che da oggi vegliera' sulla Chiesa di Calama.
Ha visto la luce di recente Non Temere. Dialogo su Giovanni, un libro sul nostro Fondatore, San Giovanni Leonardi, destinato a giovanissimi e giovani - ma che risulta di gradevole lettura anche agli adulti, frutto del Progetto Vocazionale OMD Samuel.
«Diversamente da altre biografie, questo dialogo, con la sua scrittura veloce ed incalzante, col suo farci riflettere sulla folla di pensieri, dubbi, emozioni, decisioni e indecisioni che l’uomo Giovanni ha compiuto e provato, fa risaltare in pieno tutte le inattese svolte della vita di questo prete lucchese. Un prete che, arrivato alla decisione del sacerdozio già adulto, forse si sarebbe accontentato ben volentieri di pochi compagni e una piccola parrocchia per vivere nel servizio pastorale la sua pagina di Vangelo.
Un ritratto fresco e appassionato, frutto di un’assidua e accorta frequentazione delle fonti, sia delle prime narrazioni della vita che ne fecero i suoi primi compagni, sia dei ritratti meno lusinghieri che ne stilarono i suoi più accaniti avversari. […]
Narrando la vicenda umana e spirituale di Giovanni Leonardi, queste pagine ci rivelano ciò che davvero ci accomuna ai santi, quelli veri, quelli fatti di carne ed ossa, di dubbi e di sogni, figli del loro tempo, con un loro carattere preciso e non sempre facile, con le loro simpatie e antipatie, i loro affetti e desideri. Quei santi che, essendo uomini e donne alla scuola della vita come ciascuno di noi, possono anche cadere in madornali sviste ed incappare in errori e malintesi. Cosa allora rende la vita di Giovanni e quelle dei santi così speciali? La loro capacità di accogliere tutti i loro limiti come un prezioso bagaglio con il quale partire nella loro personale ricerca della verità, di una parola autentica sulla loro vita, le loro relazioni, il mondo, Dio.
Giovanni ce lo indica chiaramente: è possibile scrivere anche su righe storte, è possibile scoprire qualcosa di meraviglioso anche per vie che non avremmo mai scelto da noi stessi e per noi stessi.
Lasciamoci coinvolgere dall’avventura di Giovanni e camminiamo con fiducia, insieme a lui, per quelle strade che magari non saremo noi a scegliere, ma sulle quali avremo modo di costruire la trama della nostra, originalissima, “Biografia su righe storte”. » (dalla Postfazione)
Giovanni Leonardi, scrivendo dritto su righe storte, ponendo Gesù come centro e misura di ogni cosa, avendo Maria Assunta come compagna, madre, maestra e patrona, sarà Fondatore dei Chierici regolari della Madre di Dio, Co-fondatore del Collegio Urbano di Propaganda Fide, Visitatore Apostolico: un gigante della Riforma, un Santo per tutta la Chiesa.
Chi desidera il testo può farne richiesta alla Comunità B.V. Maria del SS Rosario, Via Nicotera 2 – 76017 San Ferdinando di Puglia. 0883 621086.
In occasione del Giubileo dei Diaconi la venerata icona di Santa Maria in Portico (Romanae Portus Securitatis) particolare protettrice della città di Roma, sarà traslata dal suo santuario di Campitelli in Piazza San Pietro per l’Eucarestia presieduta da Papa Francesco il prossimo 29 Maggio. Con i permessi del Cardinale Vicario Agostino Vallini, una speciale processione giubilare partirà Sabato 28 maggio ore 16,30 dalla Chiesa di Santa Maria in Campitelli alla Chiesa di San Salvatore in Lauro. Il rito della traslazione ricalca i numerosi pellegrinaggi che i Pontefici nei secoli hanno voluto che fossero realizzati nei giubilei o in circostanze particolari con la piccola icona di Santa Maria in Portico, la cui devozione popolare si fonda su un’apparizione mariana avvenuta il 17 luglio del 524 alla nobile romana santa Galla figlia del Prefetto Simmaco e al Papa Giovanni I. La nobile Galla era solita accogliere e nutrire i poveri e i pellegrini nel portico della sua casa. Questo servizio che rendeva efficace il Vangelo della Carità, fu confermato, afferma una antichissima tradizione, da una singolare luce che avvolse la dispensa dove la santa custodiva il pane degli ultimi e dei bisognosi. Ed per questo motivo, ha affermato S. E. Mons. Rino Fisichella Presidente del Pontificio Consiglio della Nuova Evangelizzazione, incaricato dell’organizzazione dell’Anno Santo straordinario della Misericordia, che: “Per la particolare venerazione riservata dall’Urbe all’icona di Santa Maria in Portico è assai significativo, considerata l’origine diaconale della venerazione della santa effigie, che in occasione del prossimo Giubileo dei Diaconi, potesse essere traslata in Piazza San Pietro”.